[ 31 marzo 2018 ]
L'11 marzo si concludeva il congresso con cui il Front National ha cambiato i suoi natali in in Rassemblement National. Matteo Salvini in video-collegamento. Ospite di spicco l'americano Steve Bannon [vedi foto in basso].
Ma Bannon ha giocato un brutto scherzo alla Marine le Pen, visto che nel suo discorso ha elogiato la nipote Marion Maréchal Le Pen — la giovane leader che ha rotto con Marine si posizioni ultra-tradizionaliste — come "una delle persone più impressionanti del mondo".
Diverse le cose che accomunano Matteo Salvini, Steve Bannon e Marine le Pen. Una di queste, dopo la sceneggiata di Salvini a Milano — l'ostensione del vangelo e del rosario — è che fanno parte del fronte cattolico fondamentalista conservatore nemico giurato di Papa Bergoglio.
Su questo tema, su chi sono gli eventuali mentori di Salvini, sulla radicale svolta rispetto alla Lega di Bossi si sofferma l'articolo di Flavia Perina du LA STAMPA di ieri.
Di sicuro la Lega non ha concluso la sua metamorfosi. Segnaliamo, in merito all'evoluzione della Lega ed a certe infiltrazioni fasciste, un'indagine che pubblicammo nel gennaio 2015: «NÉ DI DESTRA, NÉ DI SINISTRA: FASCISTI DENTRO».
L'11 marzo si concludeva il congresso con cui il Front National ha cambiato i suoi natali in in Rassemblement National. Matteo Salvini in video-collegamento. Ospite di spicco l'americano Steve Bannon [vedi foto in basso].
Ma Bannon ha giocato un brutto scherzo alla Marine le Pen, visto che nel suo discorso ha elogiato la nipote Marion Maréchal Le Pen — la giovane leader che ha rotto con Marine si posizioni ultra-tradizionaliste — come "una delle persone più impressionanti del mondo".
Diverse le cose che accomunano Matteo Salvini, Steve Bannon e Marine le Pen. Una di queste, dopo la sceneggiata di Salvini a Milano — l'ostensione del vangelo e del rosario — è che fanno parte del fronte cattolico fondamentalista conservatore nemico giurato di Papa Bergoglio.
Su questo tema, su chi sono gli eventuali mentori di Salvini, sulla radicale svolta rispetto alla Lega di Bossi si sofferma l'articolo di Flavia Perina du LA STAMPA di ieri.
Di sicuro la Lega non ha concluso la sua metamorfosi. Segnaliamo, in merito all'evoluzione della Lega ed a certe infiltrazioni fasciste, un'indagine che pubblicammo nel gennaio 2015: «NÉ DI DESTRA, NÉ DI SINISTRA: FASCISTI DENTRO».
* * *
LA NUOVA LEGA, ULTRACONSERVATRICE E DURA CONTRO LE IDEE DI
PAPA BERGOGLIO
Le voci di riferimento tra fondamentalisti cattolici,
teocon, populisti americani
di Flavia Perina
Sappiamo pochissimo dei protagonisti del nuovo bipolarismo,
e in particolare della destra sovranista che avanza, delle sue letture, dei
suoi interessi, dei suoi riferimenti ideologici.
Lo strappo culturale più evidente del Carroccio 2.0 è quello
con la tradizione federalista e il pensiero di Gianfranco Miglio, superato
dalla nuova dimensione nazionale o addirittura nazionalista.
Ma ce n’è un altro altrettanto significativo, e
politicamente molto più fruttuoso: l’ostilità manifesta verso la chiesa di Papa
Bergoglio, che rappresenta anche il terreno di saldatura con l’estrema destra,
le diverse aree del fondamentalismo cattolico, i reduci del mondo teocon, i
nuovi guru americani de pensiero populista, il vasto segmento di laici devoti
che hanno nostalgia dell’era Ratzinger.
La critica al Papa “l’autocrate argentino”, “il dittatore”,
come lo definisce qualcuno, è il vero comune denominatore degli influencer
pro-Lega. Personaggi noti come Antonio Socci, già vicedirettore Rai in
quota Fi, o Giuseppe Valditara, professore di Diritto romano a Torino, in
relazione con il guru della Alt-Right americana, Steve Bannon e con il suo
referente romano, l’ex sacerdote dei Legionari di Cristo Thomas D. Williams,
che subito dopo li voto hanno voluto incontrare Matteo Salvini. Ma che
giornalisti di area liberale, comunità di blogger piuttosto seguite (Il
Talebano), riviste online (Logos.it), il giro accademico che ruota attorno
all’Università europea di Roma e alle vecchie strutture di Alleanza cattolica.
E’ a questo mondo che Matteo Salvini ha parlato il 24
febbraio, nella manifestazione più
importante della campagna elettorale – il
comizio di chiusura in Piazza del Duomo – quando ha giurato “sulla Costituzione
e sul sacro Vangelo”, tirando fuori a sorpresa un rosario e archiviando con un
gesto sorprendente la tradizione laica o addirittura neopagana del Carroccio.
Un gesto simbolico che ha segnato la stipula di un patto.
“Sì, c’è una netta discontinuità tra la Lega di Umberto
Bossi, del tutto indifferente alla religione, e questa nuova Lega, che ha
aperto relazioni con la vasta area del tradizionalismo cattolico, anche
all’interno della Curia” dice il prof. Valditara, autore di Sovranismo, un
saggio sul valore delle identità nazionali e sulla necessità di difenderle.
Ma come, il Papa peronista che non piace alla destra?
“quello di Francesco è un peronismo di sinistra, che a differenza di Wojtyla e
Ratzinger rifiuta ogni discorso identitario sul destino dei popoli”.
Non c’è solo il dato ideologico. Vincenzo Sofo, milanese
fondatore della rivista online Il Talebano, spiega come la Lega di Salvini
abbia consolidato ottime relazioni con l’associazionismo cattolico arrabbiato
per lo “scarso interventismo” del Papa sui temi morali e per la sua distanza
dalla galassia di formazioni, Cl compresa, abituate ad una interlocuzione
diretta con Roma .“Il link fra la Lega e questo mondo si è aperto nel 2015,
all’epoca delle Sentinelle in Piedi, e adesso è molto forte”.
“In realtà – racconta Francesco Giubilei Rignani, giovane
editore emergente e fondatore del progetto Nazione Futura – la Lega del
dopo-Bossi ha mostrato fin dall’inizio interesse per i filoni tradizionalisti e
anti-moderni snobbati da Alleanza nazionale e Forza Italia. La critica al
pontificato di Bergoglio, nelle sue versioni più costruttive ma anche in quelle
più estreme, è senz’altro un comune denominatore di molti gruppi attivi nel
mondo della destra sovranista”.
L’immaginario di questo genere di cattolici sembra fatto
apposta per sposarsi con le suggestioni del nuovo corso leghista. A guidarne
l’istinto non sono solo le costruzioni politico-intellettuali ma anche emozioni
millenariste e distopiche sulla fine della Civiltà occidentale, l’idea del
romanziere Jean Raspail di una improvvisa invasione dell’Europa da parte di una
colossale orda di migranti favorita dalla Chiesa cattolica e da un Papa
sudamericano “che fa l’agitatore raccontando le miserie del Terzo Mondo”. Il
libro si chiama Il Campo dei Santi, uscì nel 1973 ma sta riscuotendo in questi
mesi nuova fortuna.
Marine Le Pen lo ha addirittura consigliato in una
trasmissione tv. In Italia le Edizioni di Ar lo hanno rieditato con grande
successo, Bannon lo ha citato come manifesto identitario in un convegno della
fondazione del cardinale Burke, ovviamente anti-bergogliana: chissà se c’è
nella libreria di Salvini, di sicuro sta in quelle di molti suoi nuovi
elettori.
* Fonte: LA STAMPA venerdì 30 marzo 2018
6 commenti:
Il problema è che contro le posizioni del globalista Bergoglio ci sta solo la destra tradizionalista. La sinistra ufficiale sta tutta con lui.
Col rischio che quando il globalismo cadrà questa parte andrà in macerie e resterà organizzata solo la destra tradizionalista. Poi voglio vedere come costoro difenderanno quel giusto diritto a non emigrare dichiarato dal loro Papa Benedetto, con qualche elemosiniella e qualche assunzione pubblica ma non troppo.
Dovremmo cominciare a dirlo noi come vogliamo farlo, ma a questo proposito la vostra posizione sul 15 Aprile qual'è?
Già la critica a Bergoglio fa guadagnare un milione di punti a chiunque
Ci scusi: cos' che accade il 15 aprile?
Sono stato troppo vago, vabbé. Alludevo alla chiamata di Formenti, Boghetta, Porcaro.
Non facciamo lo stesso errore che abbiamo fatto con altre personalità egoriferite (io so' io e voi...) e autoreferenziali ("parlo in nome: del popolo onesto, dell'ortodossia economica o di dio").
Se darsi il metodo democratico sebbene insufficiente è l'unico metodo per limitare tali inversioni ad "U" poi non lamentiamoci se invece continuando ad investtre su tali Personalità queste a un certo punto in nome di dio, di O. V. Bismarck (il vaticano non è Italia) o di Keynes con una elegante supercazzola rientrano nei ranghi.francesco
Io invece vedo di buon occhio le posizioni conservatrici dato che le percepisco come un fortissimo baluardo contro la globalizzazione. La sinistra con "progressista" intende invece tutta una serie di principi ispirati teoricamente all'internazionalismo.
Mi viene il dubbio che non abbia ragione il mio amico musulmano che descrive il marxismo come una fase per giungere allo stato attuale (con eccezione di Stalin ecc che invece applicarono un comunismo NAZIONALISTA).
In questo mi distinguo dalla sinistra e per questo non mi considero progressista.
Nel mio costante lavoro di ricerca penso che la critica da fare a Salvini non sia quella esposta (legittima e interessante) ma quella sulla flat tax.
Credo infatti che alla fine dei conti abbia poco senso detassare l'Irpef (o meglio detassiamola per aiutare le famiglie ma togliendo ad esempio un 5% da tutte le attuali aliquote) mentre ha molto più senso detassare chi assume e ridurre IVA e accise per stimolare i consumi.
Ben venga Bannon se c'è una speranza di uscire dall'euro sono Trump ed i suoi emissari.
Posta un commento