[ 7 settembre ]
Cosa accade a Roma? Più precisamente, cosa succede in casa M5S? La figuraccia della sindaca Raggi è così plateale che non ha bisogno di commenti. Ma il movimento cosa dice? Cosa dicono i suoi vertici? Cosa pensa e cosa vuole il corpo ampio degli attivisti? Per forza di cose, queste domande dovranno avere una prima risposta nelle prossime ore.
Mentre scriviamo è in corso un lungo conclave del direttorio pentastellato. Il minimo che ci si può attendere è che ne venga fuori il siluramento dell'assessora Muraro. Noi ci auguriamo però una svolta più profonda, un repulisti più deciso. Basta con i personaggi legati al passato, con i soggetti equivoci buoni per tutte le stagioni.
Noi non spalleggiamo la campagna dei media di regime contro i Cinque Stelle.
Ciò non ci impedisce di vedere certe bestialità...
Ultim'ora
Mentre pubblichiamo questo articolo giunge notizia di una forte presa di posizione del direttorio M5S. Bene, questa è una buona cosa. C'è solo da augurarsi che alla posizione sulla giunta Raggi si accompagni la riflessione più generale di cui abbiamo parlato qui.
Cosa accade a Roma? Più precisamente, cosa succede in casa M5S? La figuraccia della sindaca Raggi è così plateale che non ha bisogno di commenti. Ma il movimento cosa dice? Cosa dicono i suoi vertici? Cosa pensa e cosa vuole il corpo ampio degli attivisti? Per forza di cose, queste domande dovranno avere una prima risposta nelle prossime ore.
Mentre scriviamo è in corso un lungo conclave del direttorio pentastellato. Il minimo che ci si può attendere è che ne venga fuori il siluramento dell'assessora Muraro. Noi ci auguriamo però una svolta più profonda, un repulisti più deciso. Basta con i personaggi legati al passato, con i soggetti equivoci buoni per tutte le stagioni.
Basta! Cari amici M5S, era questo il vostro programma: applicatelo!
Lo scriviamo con l'amicizia di sempre (leggi qui la lettera aperta di P101), di chi ritiene M5S la componente decisiva del fronte ampio che dovrà liberare il paese. Ma lo scriviamo con l'urgenza che richiede il pastrocchio romano. Un pasticcio dal quale sarà possibile uscire solo con un gesto di rottura chiaro ed inequivocabile, visto che le mezze misure farebbero male quanto il patetico immobilismo di questi giorni.
Detto questo è chiaro che le vicende romane rimandano a problemi più profondi. La cui soluzione non è più rinviabile.
Il primo nodo che balza agli occhi è quello della selezione dei gruppi dirigenti e dei candidati alle elezioni. Per come funziona M5S - e questo è un primo serissimo problema - le due cose coincidono. A maggior ragione la scelta internettara è demenziale. A Roma, per rimanere al caso concreto, occorreva un candidato politico forte, espressione al massimo livello del sentire comune degli attivisti e della base elettorale. Si è scelto invece con il solito sistema, e si sono visti i risultati...
Mi rendo conto come queste mie affermazioni possano cozzare con alcuni dogmi originari del movimento. Tra questi c'è anche l'idea balzana che la politica sia fondamentalmente amministrazione, riducendo così l'orizzonte del cambiamento all'onestà ed, appunto, alla buona amministrazione. Attenzione! Non sto dicendo che queste cose non debbano esserci! Devono esserci, eccome, ma al primo posto deve esserci la politica. Che è poi anche il modo migliore per garantirsi sia l'onestà che la buona amministrazione.
Viceversa spuntano come funghi i cosiddetti "tecnici". Ed anche qui i risultati si sono visti. Ma davvero un qualsiasi consigliere M5S avrebbe fatto peggio dell'«esperta» Muraro? Non credo proprio. Ovviamente questo non significa rinunciare ad avvalersi dei tecnici; significa solo che costoro non debbono stare nei posti di comando. Punto.
Il problema è che anche in M5S - la cosa non deve stupire, ma neppure si deve tacere - è passata una certa idea pragmatica ed istituzionale della politica, laddove il pragmatismo porta ad affidarsi ai tecnocrati e l'istituzionalismo conduce al riconoscimento di poteri assoluti agli eletti ai vertici delle istituzioni ai vari livelli. E' per questa idea sbagliata che la Raggi può avocare a sé certe decisioni, che invece spetterebbero al movimento, dunque al suo corpo militante ed alla sua base di consenso.
E qui carissimi amici del M5S lasciatevela dire tutta. Forse per voi è una bestemmia, ma la soluzione non è quella di auto-negarsi come partito, bensì proprio quella di costituirsi come forza politica organizzata a tutti i livelli. Insomma, dovete diventare un partito!
Diventare un partito. Che è poi la condizione per una vita democratica effettiva, per regole certe per tutti gli aderenti, per una selezione verificata e verificabile dei gruppi dirigenti. Ma è anche la condizione per uscire dalla bolla di internet, per costruire la forza che dovrà contrapporsi ad un avversario potente e feroce.
So che per molti di voi «partito» è una parolaccia. Così hanno voluto diventasse i poteri oligarchici che hanno lavorato a lungo per edificare l'attuale «democrazia» all'americana. Ma fate attenzione, che ci sono cose assai peggiori con le quali vi state confrontando: il riciclaggio di vecchi personaggi del sottobosco politico che pure vorreste combattere, la dubbia onestà di una buona parte di costoro, i loro stipendi da nababbi, gli avvisi di garanzia, i riti della politica politicante, e si potrebbe continuare.
Tutti questi problemucci non sono certo arrivati perché M5S è un partito, anzi. Alcuni sarebbero arrivati comunque - oltretutto, il nemico è potente e ricco di tanti di mezzi. Altri, invece, il movimento se li è cercati con il lanternino di regole del tutto inadatte alla costruzione di una forza che voglia davvero candidarsi alla guida di un governo d'alternativa.
Ma mentre per i primi la risposta ha da essere innanzitutto nella mobilitazione popolare contro le forze oligarchiche che si oppongono al cambiamento; ai secondi si risponde solo con una lucida svolta politica.
Prenderne atto ed operare di conseguenza è ancora possibile. Nulla è perduto purché si agisca con la decisione necessaria. L'importante è che si comprenda che il «caso Roma» non è affatto un caso, né riguarda solo la capitale.
Lo scriviamo con l'amicizia di sempre (leggi qui la lettera aperta di P101), di chi ritiene M5S la componente decisiva del fronte ampio che dovrà liberare il paese. Ma lo scriviamo con l'urgenza che richiede il pastrocchio romano. Un pasticcio dal quale sarà possibile uscire solo con un gesto di rottura chiaro ed inequivocabile, visto che le mezze misure farebbero male quanto il patetico immobilismo di questi giorni.
Detto questo è chiaro che le vicende romane rimandano a problemi più profondi. La cui soluzione non è più rinviabile.
Il primo nodo che balza agli occhi è quello della selezione dei gruppi dirigenti e dei candidati alle elezioni. Per come funziona M5S - e questo è un primo serissimo problema - le due cose coincidono. A maggior ragione la scelta internettara è demenziale. A Roma, per rimanere al caso concreto, occorreva un candidato politico forte, espressione al massimo livello del sentire comune degli attivisti e della base elettorale. Si è scelto invece con il solito sistema, e si sono visti i risultati...
Mi rendo conto come queste mie affermazioni possano cozzare con alcuni dogmi originari del movimento. Tra questi c'è anche l'idea balzana che la politica sia fondamentalmente amministrazione, riducendo così l'orizzonte del cambiamento all'onestà ed, appunto, alla buona amministrazione. Attenzione! Non sto dicendo che queste cose non debbano esserci! Devono esserci, eccome, ma al primo posto deve esserci la politica. Che è poi anche il modo migliore per garantirsi sia l'onestà che la buona amministrazione.
Viceversa spuntano come funghi i cosiddetti "tecnici". Ed anche qui i risultati si sono visti. Ma davvero un qualsiasi consigliere M5S avrebbe fatto peggio dell'«esperta» Muraro? Non credo proprio. Ovviamente questo non significa rinunciare ad avvalersi dei tecnici; significa solo che costoro non debbono stare nei posti di comando. Punto.
Il problema è che anche in M5S - la cosa non deve stupire, ma neppure si deve tacere - è passata una certa idea pragmatica ed istituzionale della politica, laddove il pragmatismo porta ad affidarsi ai tecnocrati e l'istituzionalismo conduce al riconoscimento di poteri assoluti agli eletti ai vertici delle istituzioni ai vari livelli. E' per questa idea sbagliata che la Raggi può avocare a sé certe decisioni, che invece spetterebbero al movimento, dunque al suo corpo militante ed alla sua base di consenso.
E qui carissimi amici del M5S lasciatevela dire tutta. Forse per voi è una bestemmia, ma la soluzione non è quella di auto-negarsi come partito, bensì proprio quella di costituirsi come forza politica organizzata a tutti i livelli. Insomma, dovete diventare un partito!
Diventare un partito. Che è poi la condizione per una vita democratica effettiva, per regole certe per tutti gli aderenti, per una selezione verificata e verificabile dei gruppi dirigenti. Ma è anche la condizione per uscire dalla bolla di internet, per costruire la forza che dovrà contrapporsi ad un avversario potente e feroce.
So che per molti di voi «partito» è una parolaccia. Così hanno voluto diventasse i poteri oligarchici che hanno lavorato a lungo per edificare l'attuale «democrazia» all'americana. Ma fate attenzione, che ci sono cose assai peggiori con le quali vi state confrontando: il riciclaggio di vecchi personaggi del sottobosco politico che pure vorreste combattere, la dubbia onestà di una buona parte di costoro, i loro stipendi da nababbi, gli avvisi di garanzia, i riti della politica politicante, e si potrebbe continuare.
Tutti questi problemucci non sono certo arrivati perché M5S è un partito, anzi. Alcuni sarebbero arrivati comunque - oltretutto, il nemico è potente e ricco di tanti di mezzi. Altri, invece, il movimento se li è cercati con il lanternino di regole del tutto inadatte alla costruzione di una forza che voglia davvero candidarsi alla guida di un governo d'alternativa.
Ma mentre per i primi la risposta ha da essere innanzitutto nella mobilitazione popolare contro le forze oligarchiche che si oppongono al cambiamento; ai secondi si risponde solo con una lucida svolta politica.
Prenderne atto ed operare di conseguenza è ancora possibile. Nulla è perduto purché si agisca con la decisione necessaria. L'importante è che si comprenda che il «caso Roma» non è affatto un caso, né riguarda solo la capitale.
7 commenti:
Il M5S è un letamaio prima scompare meglio è, altra cosa è l'elettorato M5S che se non fosse stato incanalato nel recinto finto antisistema M5S sarebbe potuto essere il motore per una vera svolta radicale del paese.Il problema non sono le bugie della Raggi o gli avvisi di garanzia a sindaci ed assessori ,il problema sono le posizioni ambigue di Di Maio sul problema dei problemi ovvero l'Europa e soprattutto la supercazzola del referendum sull'Euro che oltre ad essere costituzionalmente inutile serve solo a buttare fumo negli occhi agli elettori senza andare a colpire il problema ne gli interessi che ci stanno dietro.Alternativa per L'Italia è la forza politica che deve diventare il motore di aggregazione per tutte le forze antiEuro.
http://www.paoladepin.it/alternativa-litalia-programma/
Ringrazio Leonardo Mazzei dell'analisi lucida, onesta e costruttiva ... non si trovano facilmente né sul web, né su questo sito purtroppo.
A Rosanna: non abbiamo mai risparmiato critiche ad M5S. Ma lo abbiamo sempre fatto guardando a quel che oggettivamente M5S rappresenta.
Per questo non condivido il giudizio tranchant proveniente dal sito di Paola De Pin.
L'unica cosa sulla quale sono d'accordo è che il vero problema sono le posizioni politiche, l'assenza cioè di una vera strategia per conquistare il governo ed avviare un profondo processo di cambiamento.
Ma - e qui è il succo del mio articoletto - questo salto di qualità richiede la fuoriuscita dai dogmi originari, tra i quali quello della democrazia via web, dei candidati scelti con un metodo risibile, dell'assenza di uno statuto, eccetera.
Il superamento di questi limiti è poi la condizione per la costruzione di una forza organizzata, radicata, preparata e combattiva. Senza tutto ciò, ed addirittura senza neppure l'inizio di tutto ciò, lo scontro con il blocco dominante è perso in partenza.
Detto questo, è un fatto che M5S abbia raccolto e continui a raccogliere il consenso del 99% di quanti hanno compreso la necessità e l'urgenza della battaglia contro le oligarchie. Il discorso sarebbe lungo, e non è possibile svolgerlo qui, ma ci sarà pure un motivo per cui questo avviene.
In futuro sarà diverso? Probabile. Altre forze si affermeranno? Possibile ed auspicabile. Ma se saranno forze non autoreferenziali dovranno comunque porsi il problema del rapporto con M5S. A noi cosa interessa avere come interlocutore? Un M5S semplicemente frantumato in mille rivoli, od un soggetto rinnovato e depurato da alcuni marchiani errori di fondo?
Se guardiamo con realismo alle future dinamiche politiche la risposta dovrebbe essere scontata.
Nell'intervento di De Pin c'è infine una curiosa contraddizione che non posso non sottolineare. Da un lato ci dice che M5S è letteralmente "un letamaio", dall'altro che la soluzione è Alternativa per l'Italia. Ora si da il caso che non più tardi di domenica scorsa il presidente di Alternativa per l'Italia, Nino Galloni, si dichiarava ben felice (sulle pagine del Corriere della Sera) di un'eventuale chiamata della Raggi per assegnargli l'assessorato al bilancio. Com'è questa storia: il "letamaio" è tale ma solo a giorni alterni?
Leonardo Mazzei
Letamaio è una mia opinione che sicuramente Galloni non condivide eche è anche troppo dura da parte mia,sicuramente mi sbaglierò ma sino a quando il movimento si mantiene su posizioni ambigue sui temi che ben conosciamo è solamente dannoso e rallenta la svolta da noi auspicata,non dimentichiamoci che come conferma la De Pin se oggi governa Renzi e tutte le forze reazionare che ci stanno dietro dobbiamo ringraziare il M5S che non ha voluto sporcarsi l'immacolata verginità con un governo di coalizione con Bersani che non sarà un rivoluzionario ma sarebbe certamente stato meglio di Renzi
Il movimento 5 stelle ha osannato la magistratura non capendo che è il braccio armato dal pd. Chi di spada ferisce...
Mah...
Anche questo è molto opinabile, vista la quantità di inquisiti e condannati del PD.
Mi piace pensare che questo Paese non sia ad un tale stato di degrado istituzionale.
Posta un commento