[ 27 marzo ]
L'economista austriaco Friedrich Von Hayek (nella foto) è considerato un "maestro" da parte dello sciame di euristi che ci infestano. Hayek era un europeista convinto, ma non si sarebbe spinto fino al punto di credere che il carro della moneta unica doveva essere messo davanti ai buoi dell'unificazione politica.
L'economista austriaco Friedrich Von Hayek (nella foto) è considerato un "maestro" da parte dello sciame di euristi che ci infestano. Hayek era un europeista convinto, ma non si sarebbe spinto fino al punto di credere che il carro della moneta unica doveva essere messo davanti ai buoi dell'unificazione politica.
Von Hayek fa la figura di una mammoletta rispetto ai neoliberisti di ultima generazione —vedi Borghi Aquilini e la Lega Nord con la loro Flax Tax. Questi chiedono che lo Stato non s'impicci di questioni economiche e tutto debba essere lasciato al libero gioco del mercato, mentre Von Hayek ammoniva:
«Lungi dal propugnare uno "stato minimo", riteniamo indispensabile che in una società avanzata il governo debba usare il proprio potere di raccogliere fondi per le imposte per offrire una serie di servizi che per varie ragioni non possono essere forniti (o non possono esserlo in modo adeguato) dal mercato».
«C'è un filo nero che unisce Silvio Berlusconi, sdoganatore del MSI e storico alleato della Lega, con alcune posizioni di critica "da destra" della moneta unica? La lettura di questo articolo del giornale.it, Euro per tutti? No grazie. Le lezioni di Hayek contro la moneta unica [ilgiornale.it 15-03-2015], suggerisce di sì.
L'articolo, firmato da Carlo Lottieri (cofondatore dell'Istituto Bruno Leoni - qui un elenco dei suoi ultimi articoli), inizia ricordando che «Il grande economista liberale morì prima della creazione della nuova valuta. Ma come dimostrano i suoi scritti l'avrebbe certamente avversata», e che Hayek aveva certamente auspicato «l'unificazione economica dell'Europa occidentale» esprimendo però «seri dubbi sull'utilità di farlo mediante la creazione di una nuova moneta europea gestita da una sorta di autorità sovranazionale».
Una prima osservazione da fare riguarda il fatto che Von Hayek parlava di «unificazione economica dell'Europa occidentale», mentre l'UE si è lanciata in una accelerata espansione ad est, per volere soprattutto della Germania.
Nel prosieguo dell'articolo Carlo Lottieri sottolinea come il pensiero di von Hayek sia mutato nel tempo, passando da una visione in cui si sostiene che «un'effettiva politica monetaria razionale possa essere attuata solo da un'autorità monetaria internazionale o tramite, in ogni caso, la più stretta collaborazione delle autorità nazionali» ad una nuova secondo la quale occorre «mettere in concorrenza le valute, suggerendo una soluzione diametralmente opposta a quella della moneta unica».
Scopriamo così che von Hayek era per i cambi flessibili!
Flessibili sì, ma in che senso? Non certo nel senso di favorire quello che Hayek chiama il «nazionalismo economico», che egli considera una conseguenza della visione di Keynes, il quale riteneva che occorresse «ridurre al minimo l'interdipendenza tra le economie e che per conseguire tale risultato si debba garantire alle banche centrali la possibilità di manipolare la moneta di Stato»! Per von Hayek, dunque, vanno evitati sia gli interventi delle banche centrali nazionali, che condurrebbero al «nazionalismo economico», sia gli «interventismi sovranazionali» sul modello della BCE. La soluzione, auspicata da von Hayek, prevede invece che le monete competano tra loro, in un ordine che Lottieri definisce di «free banking».
Il tardo von Hayek immagina allora che «una gestione oculata delle valute non sarebbe affidata a un monopolio chiamato al rispetto di regole predefinite, di ordine costituzionale, ma deriverebbe dalla necessità per ogni moneta di essere apprezzata e godere del credito altrui. La questione monetaria finisce quindi per rinviare al tema degli ordini spontanei e autoregolati: in economia come nel diritto.». Von Hayek propone così che «gli attori economici possano scegliere tra monete di mercato. Ogni Paese dovrebbe consentire la piena circolazione delle valute straniere e anche permettere ai privati di crearne altre.».
Ove per "piena circolazione" si deve intendere, i suppose, anche la libertà di imposizione, da parte dei creditori, del mezzo di pagamento monetario più conveniente, per ESSI, ai fini dell'estinzione degli obblighi dei debitori.
Non so se è chiaro ma, qualora non lo fosse, credo che questa chiosa di Lottieri sia illuminante: «Leggere in Hayek un nemico dell'euro non è quindi un'operazione anacronistica e neppure una forzatura. Ma la sua prospettiva ha poco a che fare con il populismo demagogico di chi vorrebbe tornare alla lira solo per evitare ogni rigore, rinchiuderci entro i confini italiani e portarci entro una spirale inflazionistica perfino più drammatica di quella che l'Europa intera (a causa delle politiche espansive della Bce) sta per conoscere».
Devo dire che la lettura di questo articolo di Carlo Lottieri è stata, per me, come l'accensione della lampadina di Archimede Pitagorico. Eccola qua, mi sono detto, la famosa "uscita da destra" dall'euro, la cui esistenza viene negata con tanto furore da qualche economista che si dichiara "de sinistra"!
O mi sto sbagliando?
Per capirlo bisognerebbe poter dialogare, ma l'impresa è ardua perché, come noto, né i platelminti, né gli anellidi, e nemmeno i nematelminti, insomma, tutti gli infiniti vermi del terrario nostrano, provinciale, egotista, intellettualmente ed eticamente deficitario, sono in grado di biascicare alcunché al cospetto di persone di "elevatissimo livello scientifico".
Pazienza, ce ne siamo fatti una ragione. Ma un dubbio resta: quando si viene ospitati come blogger sul giornale.it e sul Fatto Quotidiano, si diventa ospiti fissi in televisione, si viene proposti come assessori regionali alle finanze, ciò avviene in omaggio al pluralismo delle opinioni o perché si è funzionali agli interessi dominanti, i quali sono, come abbiamo ben appreso, quelli del "free banking"? Ai contemporanei l'ardua sentenza».
* Fonte: Ego della Rete
«C'è un filo nero che unisce Silvio Berlusconi, sdoganatore del MSI e storico alleato della Lega, con alcune posizioni di critica "da destra" della moneta unica? La lettura di questo articolo del giornale.it, Euro per tutti? No grazie. Le lezioni di Hayek contro la moneta unica [ilgiornale.it 15-03-2015], suggerisce di sì.
L'articolo, firmato da Carlo Lottieri (cofondatore dell'Istituto Bruno Leoni - qui un elenco dei suoi ultimi articoli), inizia ricordando che «Il grande economista liberale morì prima della creazione della nuova valuta. Ma come dimostrano i suoi scritti l'avrebbe certamente avversata», e che Hayek aveva certamente auspicato «l'unificazione economica dell'Europa occidentale» esprimendo però «seri dubbi sull'utilità di farlo mediante la creazione di una nuova moneta europea gestita da una sorta di autorità sovranazionale».
Una prima osservazione da fare riguarda il fatto che Von Hayek parlava di «unificazione economica dell'Europa occidentale», mentre l'UE si è lanciata in una accelerata espansione ad est, per volere soprattutto della Germania.
Nel prosieguo dell'articolo Carlo Lottieri sottolinea come il pensiero di von Hayek sia mutato nel tempo, passando da una visione in cui si sostiene che «un'effettiva politica monetaria razionale possa essere attuata solo da un'autorità monetaria internazionale o tramite, in ogni caso, la più stretta collaborazione delle autorità nazionali» ad una nuova secondo la quale occorre «mettere in concorrenza le valute, suggerendo una soluzione diametralmente opposta a quella della moneta unica».
Scopriamo così che von Hayek era per i cambi flessibili!
Flessibili sì, ma in che senso? Non certo nel senso di favorire quello che Hayek chiama il «nazionalismo economico», che egli considera una conseguenza della visione di Keynes, il quale riteneva che occorresse «ridurre al minimo l'interdipendenza tra le economie e che per conseguire tale risultato si debba garantire alle banche centrali la possibilità di manipolare la moneta di Stato»! Per von Hayek, dunque, vanno evitati sia gli interventi delle banche centrali nazionali, che condurrebbero al «nazionalismo economico», sia gli «interventismi sovranazionali» sul modello della BCE. La soluzione, auspicata da von Hayek, prevede invece che le monete competano tra loro, in un ordine che Lottieri definisce di «free banking».
Il tardo von Hayek immagina allora che «una gestione oculata delle valute non sarebbe affidata a un monopolio chiamato al rispetto di regole predefinite, di ordine costituzionale, ma deriverebbe dalla necessità per ogni moneta di essere apprezzata e godere del credito altrui. La questione monetaria finisce quindi per rinviare al tema degli ordini spontanei e autoregolati: in economia come nel diritto.». Von Hayek propone così che «gli attori economici possano scegliere tra monete di mercato. Ogni Paese dovrebbe consentire la piena circolazione delle valute straniere e anche permettere ai privati di crearne altre.».
Ove per "piena circolazione" si deve intendere, i suppose, anche la libertà di imposizione, da parte dei creditori, del mezzo di pagamento monetario più conveniente, per ESSI, ai fini dell'estinzione degli obblighi dei debitori.
Non so se è chiaro ma, qualora non lo fosse, credo che questa chiosa di Lottieri sia illuminante: «Leggere in Hayek un nemico dell'euro non è quindi un'operazione anacronistica e neppure una forzatura. Ma la sua prospettiva ha poco a che fare con il populismo demagogico di chi vorrebbe tornare alla lira solo per evitare ogni rigore, rinchiuderci entro i confini italiani e portarci entro una spirale inflazionistica perfino più drammatica di quella che l'Europa intera (a causa delle politiche espansive della Bce) sta per conoscere».
Devo dire che la lettura di questo articolo di Carlo Lottieri è stata, per me, come l'accensione della lampadina di Archimede Pitagorico. Eccola qua, mi sono detto, la famosa "uscita da destra" dall'euro, la cui esistenza viene negata con tanto furore da qualche economista che si dichiara "de sinistra"!
O mi sto sbagliando?
Per capirlo bisognerebbe poter dialogare, ma l'impresa è ardua perché, come noto, né i platelminti, né gli anellidi, e nemmeno i nematelminti, insomma, tutti gli infiniti vermi del terrario nostrano, provinciale, egotista, intellettualmente ed eticamente deficitario, sono in grado di biascicare alcunché al cospetto di persone di "elevatissimo livello scientifico".
Pazienza, ce ne siamo fatti una ragione. Ma un dubbio resta: quando si viene ospitati come blogger sul giornale.it e sul Fatto Quotidiano, si diventa ospiti fissi in televisione, si viene proposti come assessori regionali alle finanze, ciò avviene in omaggio al pluralismo delle opinioni o perché si è funzionali agli interessi dominanti, i quali sono, come abbiamo ben appreso, quelli del "free banking"? Ai contemporanei l'ardua sentenza».
* Fonte: Ego della Rete
8 commenti:
Vorrei ricordare ai compagni di Sollevazione che le politiche di deflazione salariale mirate alla "distruzione della domanda" (per usare un'espressione di Mario Monti) in realtà colpiscono il lavoro molto più della media e piccola borghesia la quale anzi se ne sente sostanzialmente rassicurata dato che per questi ceti il pericolo maggiore è rappresentato dalle pretese dei lavoratori piuttosto che dai padroni che, malgrado qualche piccolo sacrificio, restano sempre i garanti dell'ordine (id est: il benessere della piccola e media borghesia, che a tutt'oggi è comparativamente altissimo).
Mi riferisco alla famosa quota 90 del ministro Volpi ottenuta appunto tramite politiche di riduzione della domanda interna e svalutazione salariale che nonostante la durezza delle misure confermò il sostegno al regime da parte dei ceti di riferimento del fascismo; in sostanza fu anche quello un deprezzamento reale e il dato che vorrei farvi presente è che nonostante queste politiche economiche di austerità se non ci fosse stata "l'errore" della guerra saremmo ancora tutti in camicia nera.
Direi quindi con quasi assoluta certezza che se Renzi non entra in guerra contro gli USA e l'Inghilterra ce lo ritroveremo a Palazzo Chigi fino alla fine dei nostri giorni.
A proposito di "funzionali agli interessi dominanti" anche Grillo continua a non smentirsi.
Il reddito di cittadinanza ispirato all'Olanda, proposto in un video che però mostra sfacciatamente quale schifezza sia in realtà. Te lo danno solo se non hai la casa (o se prima la vendi e consumi tutti i soldi), se non hai la macchina e pochissimo in banca. Ovviamente a condizione che ti vai a vendere al mercato degli schiavi degli inviatori compulsivi di curriculum e se proprio non riesci a trovare un padrone che ti compra.
Più deflattivo di così. E se ne vanta pure, un completo scollamento dalla realtà.
il punto sostanziale come dovrebbe essere chiaro a tutti non è euro sì/euro no, ma la questione del legame tra globalizzazione e neoliberismo.
Tale correlazione diventa evidente se si definisce il neoliberismo come la teoria che, in omaggio al meccanismo sacralizzato del mercato, richiede la privatizzazione degli stati.
L'unione europea e l'euro che, contrariamente a quanti altri pensano, sono tra loro coerenti, costituiscono un formidabile strumento neoliberista in quanto attentano alle sovranità nazionali.
Tuttavia, sarebbe errato credere che essi siano l'unico strumento possibile e che quindi la sconfitta dell'euro garantisca automaticamente la sconfitta del neoliberismo.
In tuti questi discorsi sull'euro, vedo sempre sparire gli USA che pure costituiscono in tutta evidenza la fonte originale della crisi, e che con altrettanta evidenza non sono direttamente implicati nell'euro.
Gli USA, per chi invece di guardare sempre da una parte evitando nel contempo accuratamente di guardare tutto il resto, sa guardare la realtà nella sua interezza, usano altri strumenti per la diffusione del neoliberismo.
Che quindi von Hayek fosse o no d'accordo sull'euro, mi pare una questione di dettaglio. Ciò che conta è che egli era d'accordo sulla privatizzazione degli stati, sottraendogli quante più sovranità possibili, e difatti nell'articolo si fa menzione dell'ipotesi di questo pensatore della convivenza competitiva nello stesso luogo e nello stesso tempo di più monete, anche le monete quindi sottoposte ad un regime di concorrenza.
Se come taluni dicono, lo stato nasce come baluardo che i più deboli ergono contro ricchi e potenti, si capisce perchè lo stato debba essere smantellato e tutto il potere consegnato a pochi despoti, tra l'altro aggiungo io, abbastanza idioti da usarlo contro la stessa umanità e quindi mettendo in pericolo la stessa sopravvvienza della nostra specie.
Per quelli dell'uscita da destra c'è un piccolo problema in più, gli USA sono li a dimostrarcelo, il rigore e l'impoverimento delle classi subalterne comunque e in ogni caso porta al tracollo dell'economia.
Gli USA sono la prova del nove che questo tipo di economia (Washington consensus) comunque non funziona.
Anche il Giappone è li a ricordarcelo, se il denaro non arriva alla base c'è poco da fare oltre alle bolle dei mercati.
Riccardo.
Più corretto "nematodi"
"Chiunque parli di uscita da sinistra è un beota."
Alberto Bagnai, 1 feb 2015
http://scenarieconomici.it/il-reddito-di-cittadinanza-non-e-von-hayek-ed-il-serve-piu-europa-non-e-berlino/
IL REDDITO MINIMO GARANTITO (DI CITTADINANZA) NON è VON HAYEK ED IL "PIU'EUROPA " NON è BERLINO.
Non è colpa di nessuno se Brancaccio è migliore di lui... mi riferisco all'economista leghista fuggiasco
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