Le scadenze del debito greco ed i suoi creditori (clicca per ingrandire) |
Gli euro-oligarchi non vogliono dunque fare alcuna concessione al governo di SYRIZA. Se davvero non concederanno la tranche di 7,2 miliardi di euro come previsto dal secondo "piano di salvataggio", Atene non avrebbe le risorse finanziarie per sopravvivere fino all'estate. La "linea dura" dettata dalla Germania ha uno scopo preciso, mettere Tsipras con le spalle al muro: o continuare ad applicare drastiche misure antipopolari o cadere, passando per elezioni anticipate. In poche parole due modi per suicidarsi.
La domanda giusta se la pone Manolo Monereo:
«Cosa succederebbe se Syiriza fosse battuta, cioè, se la sinistra greca fosse costretta, come è già successo a Pasok, di tradire le proprie moderate proposte elettorali, rompendo così la fiducia tra rappresentati e rappresentanti e attuare, come Hollande ha fatto in Francia, le politiche di destra? Quello che accadrebbe sarebbe un enorme disgregazione sociale e culturale, un indebolimento strutturale della democrazia come forma di governo e la consegna di una parte significativa della cittadinanza greca alll'estrema destra, che nel paese ellenico è un nazismo duro e puro».C'è tuttavia per Tsipras un'alternativa all'omicidio/suicidio: sganciarsi dall'eurozona e riconquistare la sovranità monetaria. Questo è quel che si deve augurare, anche qui da noi, chi ha a cuore gli interessi del popolo lavoratore.
Manolo Monereo, La Grecia de Syriza: ¿podemos aplicar políticas sociales y democráticas en la zona euro? Cuarto Poder
C'è tuttavia una sinistra settaria che invece serba in cuor suo la speranza che Tsipras faccia fiasco, ciò nell'illusione che il fallimento della "sinistra moderata" si risolverà certamente nell'avanzata di quella "radicale". Si tratta della speranza speculare a quella che nutre il fronte eurista. Leggetevi questo pezzo uscito oggi su Il Sole 24 Ore.
Errore! L'impatto dell'eventuale schianto di SYRIZA avrebbe al contrario un effetto devastante, e non solo in Italia. Anzitutto, ed immediato, in Spagna.
Un esempio di questo atteggiamento francamente meschino ci è fornito dall'articolo di Marco Santopadre su Contropiano* di ieri: Madrid: PODEMOS in calo incontra multinazionali e ambasciata USA.
Non discutiamo il diritto di fare critiche alle mosse di Pablo Iglesias. Quando ci vuole ci vuole. Quel che contestiamo è il senso stesso di certe critiche. Santopadre sembra gongolare non solo per gli errori eventuali di PODEMOS, ma addirittura perché è in calo negli ultimi sondaggi.
Capiamo la necessità di smarcarsi da certi pelosissimi endorsement italiani su PODEMOS —dai pentastellati ufficiali ad alcuni dei fuorisuciti da M5S, fino a diversi (e conflittuali) settori dell'Altra Europa con Tsipras, è tutto un lisciare il pelo al movimento di Pablo Iglesias—, ma ciò non può giustificare in alcun modo un sentimento di settaria ostilità.
Se PODEMOS va indietro ciò significa che in Spagna non avremo alcuna svolta politica, che il vecchio sistema bipolare (PP-PSOE) sopravviverà a se stesso.
Non abbiamo nulla da guadagnare noi, né da un fallimento di SYRIZA, né da un afflosciamento della spinta rappresentata da PODEMOS.
* Contropiano è il sito web curato dalla Rete dei Comunisti, la quale fa parte di ROSS@
3 commenti:
Bell'articolo, condivido in pieno.
E' quasi necessaria una certa dose di fatalismo, però; indipendentemente da Syriza, Podemos e gli altri possibili partiti di sinistra in Europa la svolta non dipenderà solo dalle scelte e dall'impegno delle organizzazioni politiche ma anche e soprattutto dalla reazione popolare.
In questo 2015 se la gente in Grecia non darà dei segnali chiari nelle piazze per far capire a Tsipras che ha tutto l'appoggio possibile per continuare a opporsi magari fino alle estreme conseguenze, se in Spagna non andrà a votare in massa per Podemos la partita sarà definitivamente persa.
A chi interessa in questa pagina si può seguire giorno per giorno l'andamento dei sondaggi spagnoli
http://es.wikipedia.org/wiki/Anexo:Sondeos_de_intenci%C3%B3n_de_voto_para_las_elecciones_generales_de_Espa%C3%B1a_de_2015
In effetti Santopadre è autore di altri discutibili interventi.Si vedano le poco condivisibili,anche se provenienti da un osservatore attento e schierato,digressioni su alcuni analisti in merito alla strage di Parigi,liquidati con la poco lusinghiera etichetta di "complottisti".E' vero che in un tale contesto internazionale i vari poli imperialisti giocano una partita globale su più piani,ma dimenticarsi QUALE E',da sempre, quello principale e più forte sullo scacchiere mondiale, in grado di agire con ogni mezzo a disposizione,appare francamente miope, soprattutto se si ragiona in base al famoso assunto del "cui prodest"? Insomma nulla da eccepire sulla qualità giornalistica dei suoi interventi che leggo sempre con piacere,ma a volte è bene ricordare che la strategia imperiale è sempre diretta e organizzata da chi attualmente è ancora egemone e vuole rimanerlo a tutti i costi.Luciano
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