[ 16 marzo ]
In molti ci chiedono un giudizio sull'ultima mossa di Maurizio Landini, ovvero la sua proposta di dare vita ad un "coalizione sociale". Prendiamo intanto atto che non si tratta di un'alzata d'ingegno personale, visto che nelle conferenza stampa tenuta ieri [vedi sotto la registrazione della sua conferenza stampa] Landini ha sottolineato che la proposta, con buona pace della Camusso, è di tutta la FIOM .
Per esprimere un giudizio, va da sé, occorre tenere conto di numerosi fattori.
Il nostro sarebbe severo, anzi negativo se, ad esempio, dovessimo cominciare ricordando, le vere e proprie malefatte compiute sul piano sindacale anche dalla FIOM. Idem con patate se partissimo considerando il luogo politico di provenienza del gruppo di Landini, ovvero quella sinistra psuedo-radicale che tanti guasti ha fatto per avere affiancato (via PDS-PD), col pretesto dell'anti-berlusconismo, l'operazione strategica neoliberista ed eurista.
Non meno critico sarebbe, il nostro giudizio, tenendo conto che Landini, e con lui il grosso della sinistra pseudo-radicale, non accenna ad alcuna sincera autocritica.
Tombale infine sarebbe, il nostro giudizio, ove considerassimo la sconcia reticenza con cui Landini e il suo gruppo tacciono, nonostante ogni evidenza e il massacro sociale in atto, sul carattere oligarchico, antipopolare, reazionario dell'Unione europea e della moneta unica e dunque la necessità, anzitutto per il pezzo di società che rappresenta e quelli che pretende di organizzare, di uscire dalla gabbia euro-liberista.
Ma, appunto, nel valutare una proposta politica, non solo dei fattori soggettivi si deve tenere conto, ma di quelli oggettivi, che non sono meno importanti.
Landini ha chiarito che non propone un "partito". La sua proposta di "coalizione sociale" vuole essere invece quello che una volta chiamavamo "fronte". Un fronte ampio che raggruppi come egli stesso ha detto: (1) "tutto ciò che il governo sta dividendo"; (2) "tutto ciò che deve vivere per lavorare"; (3) che quindi "riunifichi il lavoro per difendere i diritti di tutti".
E' una proposta giusta, sacrosanta, ma che arriva in ritardo. Perché la FIOM non l'ha fatta quando il Paese è precipitato nell'abisso della crisi sistemica? nel triennio cruciale 2009-2011? Per due ragioni, una ideologica e una politica. Da una parte si era prigionieri di una visione sindacalista-operaista; dall'altra si stava ancora attaccati alla larva del Pd, proprio mentre dischiudeva quel mostro che è il "renzismo".
Ce ne è voluto di tempo! per capire che il sindacalismo in fasi di crisi sistemiche è un'arma spuntata, e che il mondo del lavoro non avrebbe più potuto fare alcun affidamento sulla vecchia rappresentanza politico-istituzionale pidiessina-piddina. Meglio tardi che mai!
Landini e la FIOM propongono dunque un contenitore unitario, non partitico e pluralista, del poliverso maciullato dal combinato disposto della crisi sistemica e delle politiche austeritarie neoliberiste. La sinistra sovranista organizzata non dovrebbe starsene alla finestra ma partecipare in maniera costruttiva e trasparente a questo processo.
Un processo il cui esito, visti i tempi, è non solo incerto ma potrebbe essere già pregiudicato, tanto più se non si darà presto:
(1) un orizzonte strategico adeguato e, affinché lo sia, esso deve sciogliere il nodo dei nodi, quello del giudizio sull'Unione europea e sull'euro, cioè sulla necessità improcastinabile della rottura e della riconquista della sovranità nazionale e democratica;
(2) una forma che sappia mettere in movimento, entro questa cornice programmatica, non solo il mondo del tradizionale lavoro salariato, ma tutto l'universo sociale degli esclusi e del lavoro marginale e precario, inclusi quei pezzi di piccola e media borghesia fatti a pezzi dalla crisi e dalle politiche neoliberiste;
(3) una messaggio che rinunci al mero sindacalismo sociale (il piagnisteo sui diritti) ma che, indicato il nemico, abbia il coraggio di indicare la prospettiva del suo rovesciamento, quindi una piattaforma in pochi punti di quello che dovrà essere un governo popolare d'emergenza.
La situazione è difficile, il nuovo regime non si è ancora consolidato, vincere è ancora possibile.
In molti ci chiedono un giudizio sull'ultima mossa di Maurizio Landini, ovvero la sua proposta di dare vita ad un "coalizione sociale". Prendiamo intanto atto che non si tratta di un'alzata d'ingegno personale, visto che nelle conferenza stampa tenuta ieri [vedi sotto la registrazione della sua conferenza stampa] Landini ha sottolineato che la proposta, con buona pace della Camusso, è di tutta la FIOM .
Per esprimere un giudizio, va da sé, occorre tenere conto di numerosi fattori.
Il nostro sarebbe severo, anzi negativo se, ad esempio, dovessimo cominciare ricordando, le vere e proprie malefatte compiute sul piano sindacale anche dalla FIOM. Idem con patate se partissimo considerando il luogo politico di provenienza del gruppo di Landini, ovvero quella sinistra psuedo-radicale che tanti guasti ha fatto per avere affiancato (via PDS-PD), col pretesto dell'anti-berlusconismo, l'operazione strategica neoliberista ed eurista.
Non meno critico sarebbe, il nostro giudizio, tenendo conto che Landini, e con lui il grosso della sinistra pseudo-radicale, non accenna ad alcuna sincera autocritica.
Tombale infine sarebbe, il nostro giudizio, ove considerassimo la sconcia reticenza con cui Landini e il suo gruppo tacciono, nonostante ogni evidenza e il massacro sociale in atto, sul carattere oligarchico, antipopolare, reazionario dell'Unione europea e della moneta unica e dunque la necessità, anzitutto per il pezzo di società che rappresenta e quelli che pretende di organizzare, di uscire dalla gabbia euro-liberista.
Ma, appunto, nel valutare una proposta politica, non solo dei fattori soggettivi si deve tenere conto, ma di quelli oggettivi, che non sono meno importanti.
Landini ha chiarito che non propone un "partito". La sua proposta di "coalizione sociale" vuole essere invece quello che una volta chiamavamo "fronte". Un fronte ampio che raggruppi come egli stesso ha detto: (1) "tutto ciò che il governo sta dividendo"; (2) "tutto ciò che deve vivere per lavorare"; (3) che quindi "riunifichi il lavoro per difendere i diritti di tutti".
E' una proposta giusta, sacrosanta, ma che arriva in ritardo. Perché la FIOM non l'ha fatta quando il Paese è precipitato nell'abisso della crisi sistemica? nel triennio cruciale 2009-2011? Per due ragioni, una ideologica e una politica. Da una parte si era prigionieri di una visione sindacalista-operaista; dall'altra si stava ancora attaccati alla larva del Pd, proprio mentre dischiudeva quel mostro che è il "renzismo".
Ce ne è voluto di tempo! per capire che il sindacalismo in fasi di crisi sistemiche è un'arma spuntata, e che il mondo del lavoro non avrebbe più potuto fare alcun affidamento sulla vecchia rappresentanza politico-istituzionale pidiessina-piddina. Meglio tardi che mai!
Landini e la FIOM propongono dunque un contenitore unitario, non partitico e pluralista, del poliverso maciullato dal combinato disposto della crisi sistemica e delle politiche austeritarie neoliberiste. La sinistra sovranista organizzata non dovrebbe starsene alla finestra ma partecipare in maniera costruttiva e trasparente a questo processo.
Un processo il cui esito, visti i tempi, è non solo incerto ma potrebbe essere già pregiudicato, tanto più se non si darà presto:
(1) un orizzonte strategico adeguato e, affinché lo sia, esso deve sciogliere il nodo dei nodi, quello del giudizio sull'Unione europea e sull'euro, cioè sulla necessità improcastinabile della rottura e della riconquista della sovranità nazionale e democratica;
(2) una forma che sappia mettere in movimento, entro questa cornice programmatica, non solo il mondo del tradizionale lavoro salariato, ma tutto l'universo sociale degli esclusi e del lavoro marginale e precario, inclusi quei pezzi di piccola e media borghesia fatti a pezzi dalla crisi e dalle politiche neoliberiste;
(3) una messaggio che rinunci al mero sindacalismo sociale (il piagnisteo sui diritti) ma che, indicato il nemico, abbia il coraggio di indicare la prospettiva del suo rovesciamento, quindi una piattaforma in pochi punti di quello che dovrà essere un governo popolare d'emergenza.
La situazione è difficile, il nuovo regime non si è ancora consolidato, vincere è ancora possibile.
13 commenti:
Tutto giusto, però lasciatemelo dire: Landini, ospite dell'Annunziata, le ha sgarato il culo. Vedere per credere.
Magari non combina niente, ma qualche soddisfazione il Landini ce la dà! E vai!
La questione alla quale Pasquinelli non risponde è: se oggi come oggi Landini si presentasse alle elezioni con un suo partito, la sinistra anti euro dovrebbe votare compatta per lui o per Grillo?
Landini ha chiarito che non propone un "partito". Il giudizio, di Pasquinelli e anche mio, parte da questo dato. Se così non fosse, il mio giudizio sarebbe negativo, e credo anche quello di Pasquinelli. Ma è giusto che sia lui a rispondere.
Non so.... Io mi videro poco del Landini. Tuttavia è giusto andare a vedere le carte, se c'è il bluff. Solo dobbiamo stare molto attenti a non fare la guerra per il Re di Prussia... Sganciarsi dunque nel caso sia l,ennesimo tentativo di resurrezione di una sinistra che nulla di vero ha più da dirci, e che cerca solo un posto al sole.
Inutile girarci attorno, la cartina di tornasole è la questione della sovranità e dell,euro.
Tutto giusto, direi, ma voi lo sapete vero che questo atteggiamento di fiduciosa attesa ha già sotterrato il tentativo di landini?
Non facciamo gli ingenui, la cosa per funzionare doveva suscitare entusiasmi non fiduciose attese, quelle al contrario sono peggio di una stroncatura.
Sia chiaro, io la penso come voi, sto a guardare perchè la considero una proposta reticente, ma io non sono nessuno e posso anche non fare danni, se però il mio io diventa un nostro noi ed addirittura coinvolge intere organizzazioni, allora questo criticismo è letale.
E perché Landini non potrebbe fondare un partito?
Ha grinta, ha un temperamento generoso e coraggioso, la sua storia personale è inequivocabilmente di sinistra. Certo potrebbe dar sulle scatole a più d'uno, specie alla massa dei mainstream farisei che lo hanno lasciato tante volte combattere in solitaria.
Un uomo così, in verità, la pseudo sinistra italiana non se lo meriterebbe neppure.
Io lo considero quasi della "classe" di Berlinguer.
CHi lo osteggia lo fa probabilmente per invidia del suo ardimento di lottatore.
NON RISPONDO?
Landini ha ribadito che non propone né un partito né una coalizione elettorale. Difficile credergli in verità... se la cosa marciasse lo sbocco elettorale in effetti sarebbe inevitabile.
A quel punto vedremo se, sulla questione cruciale dell'Unione e dell'Euro, la coalizione landiniana avraà sciolto le riserve. O se almeno, all'interno di quella coalizione, si darà pieno diritto di cittadinanza alla sinistra no-euro.
Per il momento tappiamoci il naso e votiamo M5S.
Moreno Pasquinelli
Io credo innanzi tutto che bisogna soffermarsi su un presupposto, riprendendo le parole di Pasquinelli :”A quel punto vedremo se, sulla questione cruciale dell'Unione e dell'Euro, la coalizione landiniana avrà sciolto le riserve. O se almeno, all'interno di quella coalizione, si darà pieno diritto di cittadinanza alla sinistra no-euro.”
Se ciò avviene diventerà importantissimo un lavoro di “raccordo” tra le varie anime della protesta (che ovviamente condividono i principi di difesa della costituzione ecc).
Tra queste varie anime io continuo a metterci il M5s non fosse solo per il fatto che qualcuno sembra iniziare a capire meglio il quadro ed a interessarsi a certe questioni poste in certi modi (a riguardo credo che gente come Di Battista potrebbe ascoltare,riprova ne è la conferenza riportata nell'articolo di qualche giorno fa).
Il portare l'attitudine all'apertura costruttiva come elemento unificante una serie di forze differenti fra di loro non significa forse raccordare certe “coscienze “ politiche muovendosi su più fronti?
Karl Malvin
Sí, però non è che puoi lontanamente sperare che alle prossime elezioni m5s e Landini si presentino uniti.
Allora se Maurizio continua a dire che non vuole uscire dall'euro o se nemmeno pone la questione dell'abbandono della moneta unica ALMENO come piano B, io dovrò continuare a votare per Grillo. Mi pare che questa sia anche la posizione di Moreno.
No no ovvio é chiaro che il mio ragionamento non é applicabile sul breve periodo ma mi sembra comunque una possibile soluzione quella di provare inanzi tutto a condividere qualche battaglia e intavolare un discorso fermo restando che ci deve essere la disponibilità alla collaborazione cosa che é tutta da vedere (soprattutto da parte della sinistra).
Insomma quella prospettata da landini é pur sempre una coalizione sociale no? Secondo me visto e considerato il campo di battaglia nel quale questa coalizione dovrà misurarsi e la natura delle proposte dei 5stelle (e terrei comunque d occhio anche certe iniziative locali di certi meetup) un discorso inclusivo si potrebbe tentare.
Nel medio periodo s' intende.
Poi volevo aggiungere un altra cosa,credo che la posizione della Fiom più che di Landini sia centrale nella questione dell'euro.
Chiedo a voi che ne sapete di più:La trovate così impermeabile rispetto la questione euro si euro no?
E poi come ultima cosa volevo aggiungere che secondo me occorre anche ragionare in termini più dinamici nel senso che considerata la natura verticale e impositiva del rapporto di forza esercitato dalle classi dominanti oggi tutte le forze sociali sono costrette sulla difensiva.
Questo ci pone in una posizione tattica chiusa nel senso che queste forze sono praticamente obbligate a seguire il percorso decisionale di chi comanda.
Riguardo questo il caso greco è un esempio lampante utile anche a cogliere certe dinamiche che inevitabilmente anche qui dovremo seguire.
I 5s hanno dovuto iniziare a considerare la battaglia conto l'euro perchè è la popolazione che ne sente il bisogno,la coalizione sociale di landini se non vuole scomparire definitivamente come credibilità e come incidenza politica sarà costretta a guardare in faccia a questo genere di questioni.
Secondo me il punto è che la messa in discussione programmatica dell'eurozona è diventata un punto strategico fondamentale proprio perchè è diventata (e diventerà sempre di più) un BISOGNO della popolazione.
Se vogliamo costruire un fronte:1) siamo obbligati a far capire alla sinistra quali sono i bisogni delle persone,cosa della quale da un bel po di tempo questa sinistra sembra essersi clamorosamente dimenticata preferendo il dogmatismo sterile all'analisi.
2)Dobbiamo unire le battaglie di gruppi differenti nella forma ma simili nei principi(e in questo paradossalmente è la dinamica stessa dello scontro attuale che può aiutarci)
Di conseguenza 3)solo con questo lavoro di raccordo è possibile dare finalmente una sostanza riconoscibile al blocco sociale che si va formando.
P.s. :scusate la digressione dopo avervi fatto una domanda
Mi sbaglierò probabilmente, ma ogni volta che si accende un lumino nella notte da incubo di questi tempi tristissimi, inizia un coro di critiche che ha l'intonazione di un coro di troll.
Ci si faccia un po' caso.
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