3 ottobre. Il prossimo 22 novembre, promosso dal Coordinamento della sinistra contro l'euro, si volgerà a Roma il convegno LA SINISTRA E LA TRAPPOLA DELL'EURO. Parteciperanno: Emiliano Brancaccio, Stefano Fassina, Paolo Ferrero, Vladimiro Giacché, Enrico Grazzini, Leonardo Mazzei.
Un evento importante, perché mette a confronto alcune delle migliori teste che circolano a sinistra. E le mette a confronto sulla questione decisiva: c'è un'uscita a sinistra dall'euro? E se sì in cosa questa uscita a sinistra consiste? E con quali alleanze è possibile pilotarla? Dati i protagonisti chiamati a dare delle risposte convincenti (e non quindi reticenti) esso è il primo nel suo genere.
Questo convegno viene preceduto da un altro, quello promosso da Alberto Bagnai. Si svolgerà in quel di Pescara l'8 e il 9 novembre. Il titolo del convegno pescarese è mellifluo: EURO, MERCATI, DEMOCRAZIA 2014: L’ITALIA PUÒ FARCELA? Non poteva essere diversamente, visto il parterre. Vi partecipano liberisti tutti d'un pezzo come Mario Giordano e Michele Boldrin, liberisti temperati come Claudio Borghi Aquilini, post-fascisti come Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia- Alleanza nazionale, xenofobi neofascisti in pectore come Matteo Salvini della Lega Nord. Gente di sinistra, vuoi keynesiani o marxisti, come Sergio Cesaratto, Vladimiro Giacchè e Alberto Montero.
Un fritto misto, un bricolage, com'è nello stile di Bagnai, come la grafica più icasticamente non poteva simboleggiare.
Ci si dirà che il convegno pescarese ha un carattere scientifico, e che non c'è nulla di male, anzi, che le diverse dottrine si confrontino. Una verità dentro una più grande bugia.
Calma! Le teorie economiche sono d'indirizzo a scelte di politica economica, ovvero a scelte politiche. E siccome viviamo in un sistema capitalistico, CHI compie queste scelte, volenti o nolenti, lo fa nell'interesse di questa o quella classe sociale.
Che liberisi e antiliberisti, vonahayekiani e keynesiani, intellettuali di sinistra e di destra, europeisti e anti, possano scornarsi, questo è ammissibile, non invece convolare a nozze. E' come pensare di mettere assieme il Diavolo e l'Acqua santa. Chi afferma il contrario... c'è o ci fa.
Non è per farli scornare che Bagnai li ha invitati a Pescara, ma nel tentativo di stampellare la sua eccentrica idea che non ci siano un'uscita di sinistra e una di destra dall'euro. Che c'è solo un'uscita, la quale farebbe miracolosamente evaporare la lotta di classe. Se togliete la favola dell'uscita, resta il distillato del "pensiero unico" che va per la maggiore, e di cui il renzismo la quint'essenza.
Siamo preoccupati? Per niente. Non è che Bagnai sia infatti un'aquila in politica. Chi si è dimenticato l'argomento con cui giustificò a maggio il suo voto pornografico alla Lega Nord? Strillava che "non erano elezioni politiche"? C'ha pensato Renzi a dimostrare che fosse esattamente il contrario.
Gli ospiti di sinistra, per quanto persone per bene, servono a coprire l'inciucio bagnaiano con Salvini, la Meloni (Magdi Allam che fine ha fatto?) e rottami reazionari vari. Un'operazione politica non solo sbagliata, indecente.
Un evento importante, perché mette a confronto alcune delle migliori teste che circolano a sinistra. E le mette a confronto sulla questione decisiva: c'è un'uscita a sinistra dall'euro? E se sì in cosa questa uscita a sinistra consiste? E con quali alleanze è possibile pilotarla? Dati i protagonisti chiamati a dare delle risposte convincenti (e non quindi reticenti) esso è il primo nel suo genere.
Questo convegno viene preceduto da un altro, quello promosso da Alberto Bagnai. Si svolgerà in quel di Pescara l'8 e il 9 novembre. Il titolo del convegno pescarese è mellifluo: EURO, MERCATI, DEMOCRAZIA 2014: L’ITALIA PUÒ FARCELA? Non poteva essere diversamente, visto il parterre. Vi partecipano liberisti tutti d'un pezzo come Mario Giordano e Michele Boldrin, liberisti temperati come Claudio Borghi Aquilini, post-fascisti come Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia- Alleanza nazionale, xenofobi neofascisti in pectore come Matteo Salvini della Lega Nord. Gente di sinistra, vuoi keynesiani o marxisti, come Sergio Cesaratto, Vladimiro Giacchè e Alberto Montero.
Un fritto misto, un bricolage, com'è nello stile di Bagnai, come la grafica più icasticamente non poteva simboleggiare.
Ci si dirà che il convegno pescarese ha un carattere scientifico, e che non c'è nulla di male, anzi, che le diverse dottrine si confrontino. Una verità dentro una più grande bugia.
Calma! Le teorie economiche sono d'indirizzo a scelte di politica economica, ovvero a scelte politiche. E siccome viviamo in un sistema capitalistico, CHI compie queste scelte, volenti o nolenti, lo fa nell'interesse di questa o quella classe sociale.
Che liberisi e antiliberisti, vonahayekiani e keynesiani, intellettuali di sinistra e di destra, europeisti e anti, possano scornarsi, questo è ammissibile, non invece convolare a nozze. E' come pensare di mettere assieme il Diavolo e l'Acqua santa. Chi afferma il contrario... c'è o ci fa.
Non è per farli scornare che Bagnai li ha invitati a Pescara, ma nel tentativo di stampellare la sua eccentrica idea che non ci siano un'uscita di sinistra e una di destra dall'euro. Che c'è solo un'uscita, la quale farebbe miracolosamente evaporare la lotta di classe. Se togliete la favola dell'uscita, resta il distillato del "pensiero unico" che va per la maggiore, e di cui il renzismo la quint'essenza.
Siamo preoccupati? Per niente. Non è che Bagnai sia infatti un'aquila in politica. Chi si è dimenticato l'argomento con cui giustificò a maggio il suo voto pornografico alla Lega Nord? Strillava che "non erano elezioni politiche"? C'ha pensato Renzi a dimostrare che fosse esattamente il contrario.
Gli ospiti di sinistra, per quanto persone per bene, servono a coprire l'inciucio bagnaiano con Salvini, la Meloni (Magdi Allam che fine ha fatto?) e rottami reazionari vari. Un'operazione politica non solo sbagliata, indecente.
8 commenti:
"Che liberisti e antiliberisti, vonahayekiani e keynesiani, intellettuali di sinistra e di destra, europeisti e anti, possano scornarsi"
Oooh, quindi voi siete dalla parte dei keynesiani...ora bisogna farlo capire alla base della sinistra dei movimenti.
Serve un obiettivo comune a forze politiche diverse corrispondenti a classi sociali diverse e per molti versi in conflitto. Oggi però c'è un nemico comune e l'unico fattore aggregante di queste diversità, costrette ad allearsi per non essere travolte dalle oligarchie finanziarie, sono appunto le politiche keynesiane.
Non consideriamole un punto di arrivo ma come lo strumento che ci permetterà di rimettere sui binari il treno che era stato fatto deragliare alla fine degli anni '70.
La partita è tutt'altro che persa e anzi se ci fate caso le apparenti esitazioni dei Fassina, Civati, Bersani che contestano Renzi ma dichiarano di non volere uscire dal PD sono segno di una improvvisa (quasi inspiegabile) maturità politica.
NON BISOGNA rompere noi; deve essere Renzi a innervosirsi per questa spina nel fianco che non gli dà tregua fino a commettere l'imprudenza di dare uno "strattone" rivelando così il vero volto tecnocratico e oligarchico dietro la maschera ipocrita del simpatico rottamatore amico del popolo.
Allora si polarizzeranno le posizioni politiche superando l'attuale marmellata delle larghe intese istituzionalizzate e la sinistra autentica potrà finalmente ritrovarsi unita nei suoi ideali tradizionali.
Le discussioni che appaio qui usando termini"specialistici" sono assai interessanti, ma non so se la maggioranza delle persone conosca il loro corretto significato.
Per esempio si fa presto a dire keynesiani, ma il concetto è complesso.
Uscire dall'Euro? Bene!
Politiche Keinesiane? Benissimo.
Ma occorre pure tener presente che siamo incatenati ai Trattati Europei che non prevedono una politica monetaria "keynesiana".
Dall'uscita dall'euro ad un keysianesimo minimo c'è di mezzo il mare.
Perciò non basta puntare sull'uscita dall'Euro: e' di un terremoto monetario che abbiamo bisogno.
"Ma occorre pure tener presente che siamo incatenati ai Trattati Europei che non prevedono una politica monetaria "keynesiana"."
Appunto, la chiave del mio ragionamento è precisamente questa.
Quando ho letto il nome di Paolo Ferrero, mi sono rinfrancato nel leggere che c'erano nel parterre solo "alcune delle teste..." infatti Ferrero non ne fa parte.
Purtroppo Bagnai ha una incontenstabile ragione su un argomento non secondario, a sinistra battaglie contro l'euro, a parte una sparuta minoranza non si sono viste.
E questo va ben ricordato, soprattutto al signor Ferrero e con molta insistenza anche.
Uscita a destra? Gli USA sono lì a dimostrarci che quella uscita è chiusa.
Strano che Foa il giornalista ormai simpatizzante di Bagnai non lo ricordi. Ops lui è liberista, su certe cose l'amnesia è grande.
Credo che la crisi USA sia poi la cartina di tornasole di un Washington consensus che è teorizzato sul nulla e che nel nulla purtroppo ci sta facendo precipitare.
Per capire bene la crisi USA leggete qualche articolo su icebergfinanza.
Capirete che il vicolo cieco non è solo quello della UE, ma globale.
Riccardo.
Sarebbe stata buona cosa la presenza di qualche dirigente di FIOM, meglio ancora di Landini stesso.
Presumo abbiano deciso loro di non partecipare, peccato. Ci saranno altre occasioni, si spera.
....Proseguendo con queste politiche "ai decisori politici non resterà altro che una scelta CRUCIALE tra modalità ALTERNATIVE di uscita dall'euro" (monito degli economisti, Financial Times, 23 settembre 2013, www.theeconomistswarning.com).
Finalmente l'avete capito. Altro che portare acqua a quella merda razzista di Salvini.
Sergio Marri
Leggetevi questa intervista a Salvini, ad esempio, quando spiega i punti fermi del suo programma e ai primi tre posti mette no immigrazione, no moschee, meno tasse per le imprese: http://www.huffingtonpost.it/2014/11/04/salvini-lega-apre-a-nuovo-soggetto-politico_n_6098294.html?utm_hp_ref=italy
E ditemi: ha ancora senso perdere tempo con quei sovranisti "oltre la destra e la sinistra"? Ovvio che no.
Concordo pienamente con l'articolo e gli ultimi commenti. Dobbiamo essere alternativi alla Lega, non collaterali. Solo se avremo una sinistra noeuro forte potrebbe avere senso domani fare alleanze tattiche. Tattiche però, che non possiamo agire per favorire una svolta reazionaria nel nostro paese
Posta un commento