16 novembre.
Che la moneta unica sia "insostenibile" lo ammettono oramai la maggior parte degli economisti e degli analisti. Tutte le misure (e gli annunci) sin qui adottati dalla Bce si sono rivelati pannicelli caldi. D'altra parte le terapie austeritarie imposte ai paesi con alto debito pubblico non hanno solo affossato i paesi in questione ma hanno spinto l'intera eurozona in una allarmante situazione segnata da stagnazione e deflazione.
In questo contesto crescono le pressioni sulla Bce affinché adotti finalmente una politica monetaria più "accomodante", adottando un europeo "Quantitative easing" come han fatto le banche centrali nord-americana, giapponese e inglese, ovvero l'immissione nei mercati di grandi quantità di liquidità, assicurate dall'acquisto di titoli di debito pubblico.
Com'è noto, le regole monetariste stringenti che vennero poste a fondamento della moneta unica impediscono alla Bce di acquistare direttamente titoli di debito degli Stati membri. La Germania in particolare funge da guardiano di questa regola, avendo sin qui impedito alla Banca centrale europea di adottare il "Quantitative easing".
A dire il vero questa regola venne parzialmente violata in almeno due occasioni. Accadde un prima volta il 14 maggio 2010, con l'operazione SMP (Securities market programme), ed una seconda nel settembre 2012 con l'operazione OMT (Outright Monetary Transactions), che fece seguito alla solenne dichiarazione del 25 luglio di Mario Draghi che "sarebbe stato fatto tutto il possibile per salvare l'euro".
Come scrivemmo al tempo, di contro a quanto affermarono i più, queste due mosse non avrebbero avuto altri effetti se non quelli di guadagnare tempo e di salvare le banche, evitando un gigantesco crack finanziario.
Così in effetti è stato: i debiti degli stati sono cresciuti mentre le banche, speculando proprio sui debiti, grazie alla copertura della Bce, sono piene di liquidità che se ne sta ferma. "Capitale monetario in stato ozioso" o "tesaurizzazione", avrebbe detto Karl Marx. "Preferenza per la liquidità" avrebbe detto J.M. Keynes. ma su questo torneremo più avanti.
Date le circostanze e lo stato comatoso in cui versano le economie dell'eurozona e quindi la moneta unica, gli stregoni della finanza globale si son chiesti: come potrebbe, la Bce, attivare un "Quantitative easing" aggirando l'opposizione tedesca? Dopo aver spremuto le meningi, hanno escogitato una strabiliante trovata. Ce ne da notizia Carlo Bastasin su Il Sole 24 Ore di ieri, 15 novembre. La proposta viene dalle teste d'uovo della School of European Political Economy (sep-Luiss). Di che si tratta?
J.M. Keynes, pur senza mai ammetterlo, proprio sulla scia di Marx, nella sua Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta, giunse alla stessa conclusione la classe che detiene denaro preferisce tesoreggiare, cioè conservare la ricchezza in forma liquida e speculare, piuttosto che investire o acquistare titoli. [1]
Nei suoi termini: preferenza per la liquidità.
Che la moneta unica sia "insostenibile" lo ammettono oramai la maggior parte degli economisti e degli analisti. Tutte le misure (e gli annunci) sin qui adottati dalla Bce si sono rivelati pannicelli caldi. D'altra parte le terapie austeritarie imposte ai paesi con alto debito pubblico non hanno solo affossato i paesi in questione ma hanno spinto l'intera eurozona in una allarmante situazione segnata da stagnazione e deflazione.
In questo contesto crescono le pressioni sulla Bce affinché adotti finalmente una politica monetaria più "accomodante", adottando un europeo "Quantitative easing" come han fatto le banche centrali nord-americana, giapponese e inglese, ovvero l'immissione nei mercati di grandi quantità di liquidità, assicurate dall'acquisto di titoli di debito pubblico.
Com'è noto, le regole monetariste stringenti che vennero poste a fondamento della moneta unica impediscono alla Bce di acquistare direttamente titoli di debito degli Stati membri. La Germania in particolare funge da guardiano di questa regola, avendo sin qui impedito alla Banca centrale europea di adottare il "Quantitative easing".
A dire il vero questa regola venne parzialmente violata in almeno due occasioni. Accadde un prima volta il 14 maggio 2010, con l'operazione SMP (Securities market programme), ed una seconda nel settembre 2012 con l'operazione OMT (Outright Monetary Transactions), che fece seguito alla solenne dichiarazione del 25 luglio di Mario Draghi che "sarebbe stato fatto tutto il possibile per salvare l'euro".
Come scrivemmo al tempo, di contro a quanto affermarono i più, queste due mosse non avrebbero avuto altri effetti se non quelli di guadagnare tempo e di salvare le banche, evitando un gigantesco crack finanziario.
Così in effetti è stato: i debiti degli stati sono cresciuti mentre le banche, speculando proprio sui debiti, grazie alla copertura della Bce, sono piene di liquidità che se ne sta ferma. "Capitale monetario in stato ozioso" o "tesaurizzazione", avrebbe detto Karl Marx. "Preferenza per la liquidità" avrebbe detto J.M. Keynes. ma su questo torneremo più avanti.
Date le circostanze e lo stato comatoso in cui versano le economie dell'eurozona e quindi la moneta unica, gli stregoni della finanza globale si son chiesti: come potrebbe, la Bce, attivare un "Quantitative easing" aggirando l'opposizione tedesca? Dopo aver spremuto le meningi, hanno escogitato una strabiliante trovata. Ce ne da notizia Carlo Bastasin su Il Sole 24 Ore di ieri, 15 novembre. La proposta viene dalle teste d'uovo della School of European Political Economy (sep-Luiss). Di che si tratta?
«La proposta prevede che al varo del programma di acquisto di titoli pubblici europei la Bce annunci la propria disponibilità ad acquistare da banche ed istituzioni finanziarie un nuovo titolo (un Asset backed security) rappresentativo proprio dei titoli pubblici dei singoli Paesi in proporzioni fisse. I titoli del debito dei singoli Paesi sarebbero cioè il sottostante dell'Abs. Il nuovo titolo, creato direttamente da banche ed intermediari, utilizzando i titoli pubblici dei singoli Stati nei loro portafogli, senza bisogno di nuova legislazione europea o di decisioni politiche, diventerebbe il titolo sicuro e liquido, finalmente rappresentativo dell'euro area nel suo insieme, con un ruolo e una dimensione di mercato paragonabili a quelli dei titoli del Tesoro americano.
Il programma proposto da Sep, chiamato Equip (European Quantitative-easing Intermediated Program), prevede che siano gli intermediari privati a creare il nuovo titolo, sulla base delle condizioni espresse dalla Bce che si limiterebbe ad annunciare le caratteristiche del nuovo titolo e la sua accettabilità nelle operazioni di finanziamento del sistema, sia nel contesto dell'allentamento quantitativo, sia al di fuori di esso».
Bastasin quindi enfaticamante conclude:
«Equip può rappresentare la svolta decisiva per la crisi europea: il segnale politico del nuovo euro-titolo renderebbe coerente l'impegno delle autorità europee a garantire la tenuta dell'euro area «qualsiasi cosa sia necessaria» con l'impegno e gli interessi dell'economia privata. Equip darebbe vita a un nuovo titolo europeo sicuro e liquido come richiesto dagli investitori europei e globali, rendendo credibile e attraente investire nell'euro area nel suo complesso. Sarebbe finalmente possibile investire nell'euro anziché muoversi da un titolo pubblico all'altro, con alti costi e con il rischio di gonfiare gli spread in modo non giustificato dai fondamentali dell'economia, come è avvenuto durante la crisi. (...) Il previsto annuncio da parte della Bce del programma di allentamento quantitativo - ampio, graduale e prolungato - spingerebbe l'economia privata a dar vita al nuovo mercato fin da subito, sapendo che il nuovo titolo non avrà problemi di liquidità, visto che sarà accettato dalla Banca centrale. Il rendimento del titolo inoltre sarebbe una media ponderata dei titoli pubblici che ne rappresentano il sottostante e quindi un po' superiore a quello dei titoli pubblici tedeschi ormai vicini a zero. Questo offrirà un'opportunità di investimento attraente, liquida e sicura, normalizzando una situazione che sta mettendo in difficoltà gli stessi intermediari finanziari tedeschi. Gli investitori nel nuovo titolo inoltre si preoccuperebbero di giudicare le condizioni dell'euro-area nel suo complesso, incentivando anche i governi a comportarsi in modo più cooperativo di quanto non facciano attualmente. I rischi di instabilità o addirittura di rottura dell'euro area verrebbero radicalmente ridotti senza che sia necessario che alcun Paese condivida il rischio del debito degli altri Paesi. Dopo sette anni, con una semplice innovazione finanziaria, l'orizzonte dell'euro area potrebbe finalmente schiarirsi».
Siamo alle solite! Gli euro-liberisti si illudono che con "una semplice innovazione finanziaria" riusciranno a rilanciare il ciclo economico. Tradiscono così la loro adesione ella teoria quantitativa della moneta, per cui viene presa in considerazione una funzione della moneta, quella di "intermediazione degli scambi". Non entra in testa, ai seguaci della setta, malgrado gli insegnamenti della storia e le evidenze empiriche, ciò che sottolineò Marx, che la moneta, essendo anche denaro, ovvero "rappresentante della ricchezza generale", nelle fasi in cui l'economia capitalistica si inceppa, quando i profitti del settore industriale decrescono, esso può essere "tesaurizzato", trattenuto come "tesoro" o utilizzato speculativamente nei circuiti finanziari-bancario.
J.M. Keynes, pur senza mai ammetterlo, proprio sulla scia di Marx, nella sua Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta, giunse alla stessa conclusione la classe che detiene denaro preferisce tesoreggiare, cioè conservare la ricchezza in forma liquida e speculare, piuttosto che investire o acquistare titoli. [1]
Nei suoi termini: preferenza per la liquidità.
Ma come?, ci si chiederà, i tassi d'interesse pilotati dalla Bce sono oramai prossimi allo zero, che guadagni darà mai il tesoreggiamento? Keynes dimostrava che la preferenza per la liquidità aumenta proprio col diminuire del tasso di interesse. Infatti un abbassamento del tasso di interesse fa preferire il tesoreggiamento non per una ma per due ragioni: (1) si preferisce detenere moneta per approfittare di un possibile aumento del tasso in futuro; (2) si preferisce detenere moneta per evitare le perdite patrimoniali derivanti dal fatto che quando il tasso di interesse aumenta, il valore dei titoli diminuisce.
La propensione alla speculazione è dimostrata dalla crescita delle scommesse e del mercato dei derivati, ritornata imponente dopo il 2011-2012.
Il grafico mostra il totale dei derivati che le banche detengono in tutto il mondo, attualmente pari a 638.000 miliardi dollari. L'intera economia globale è poco oltre $ 70 miliardi di dollari di taglia. Il mercato dei derivati è 9 volte più grande di tutta l'economia globale.
Avendoci aiutato a comprendere in anticipo che la politica della Bce (riduzione dei tassi e le due operazioni SMP e OMT) sarebbe fallita, e perché avrebbe incoraggiato il tesoreggiamento e la speculazione finanziaria, le analisi e gli schemi di Marx e Keynes, si sono dimostrati corretti. Non ci sono ragioni per pensare che saranno invalidate dalla nuova trovata (ammesso che venga messa in pratica superando quindi l'opposizione tedesca).
Note
[1] «Noi abbiamo visto che già nel 1834 Gilbart sapeva che "... tutto ciò che facilita gli affari, facilita anche la speculazione, le due cose essendo spesso così intimamente connesse che è difficile dire dove cessa l'affare e dove comincia la speculazione"».
In: Il capitale, K. Marx. Roma 1973. Volume III; Credito e capitale fittizio. Pagina 87
Note
[1] «Noi abbiamo visto che già nel 1834 Gilbart sapeva che "... tutto ciò che facilita gli affari, facilita anche la speculazione, le due cose essendo spesso così intimamente connesse che è difficile dire dove cessa l'affare e dove comincia la speculazione"».
In: Il capitale, K. Marx. Roma 1973. Volume III; Credito e capitale fittizio. Pagina 87
2 commenti:
Sono d'accordo, anche le politiche keynesiane risulteranno inefficaci.
Ma nonostante questo dobbiamo sostenere quelle forze politiche che stanno iniziando, con grave ritardo, a opporsi al sistema europeo anche se solo sul punto dell' austerità.
Alcune di queste forze sono in buona fede e saranno pronte a rendersi conto della realtà quando le contraddizioni del sistema verranno drammaticamente fuori a dispetto di tutti gli sforzi "monetaristi".
Questo sistema economico politico implica un conflitto fra élites e "resto del mondo" che è rimasto a bassa intensità sino a quando esisteva una classe media che fungeva da cuscinetto fra dominanti e subalterni, ma è un conflitto che comunque si dovrà risolvere a favore di uno o dell'altro.
Oggi i dominanti "sono costretti" a disfarsi della classe media e quindi, in tempi forse non lunghissimi, sta per avere luogo lo scontro di classe finale, quello che divide brutalmente in due la società (sfruttatori-sfruttati) senza "ammortizzatori" (come appunto il ceto medio).
Dobbiamo però accettare che per questa borghesia media e medio alta locale sia necessario ancora un po' di tempo per comprendere in pieno la situazione; nel frattempo, essendo noi ancora una minoranza troppo esigua, cerchiamo di decidere con chi allearci e lì dobbiamo essere tutti uniti senza defezioni.
Se Civati se ne va dal PD (come si legge in questo link)
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/11/16/nuovo-partito-a-sinistra-del-pd-civati-percorso-e-gia-avviato/312548/
è fondamentale che TUTTA la sinistra vera voti per lui.
In alternativa dobbiamo votare Grillo tenendo presente che in ogni caso anche se votassimo Civati una qualche alleanza coi grillini sarà indispensabile.
Il nostro scopo deve essere di far capire che la sinistra dei movimenti è una risorsa di attivismo indispensabile e contemporaneamente stabilire un dialogo nel quale dimostriamo sì la nostra disponibilità ma facciamo anche presente la nostra analisi che ovviamente è molto più radicale della loro.
Se saremo disposti ad aspettare il momento giusto quando gli eventi matureranno e ci daranno ragione per noi si apriranno enormi spazi di opportunità che ci negheremmo per sempre se insistessimo nell'arroccarci ostinatamente su una posizione integralista.
Ieri al tg i dotti sapienti euro-liberisti ancora una volta accusavano la Germania di voler impedire alla Bce di fare da FED, come se non fosse lo stesso statuto della BCE (redatto dalla Germania?!) ad impedirlo.
Dettagli per questi pseudo scienziati, che per altro ribadivano come la mancanza di inflazione fosse un flagello. Sinceramente, a me pagare il pane più caro perché questi signori possano dire che "c'è la ripresa" mi scoccerebbe
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