23 novembre.
Oggi si vota oltre che in Calabria, in Emilia-Romagna. Com'è noto in questa regione la Lega Nord di Salvini si presenta in blocco con Forza Italia e Fratelli d'Italia [nella foto accanto la conferenza stampa della risorta "triplice alleanza"]. Tutti assieme, di nuovo, appassionatamente.
D. Le tensioni sociali e i disordini scoppiati nelle periferie romane, per la difficile convivenza con un’immigrazione sempre meno integrata, sono stati bollati da buona parte della sinistra come episodi di razzismo e fascismo. Non le pare che ormai ci sia un completo scollamento tra la classe politica “progressista” e le fasce più deboli delle masse urbane?
R. “Mi pare evidente il fatto che c’è una totale de-proletarizzazione della sinistra. Almeno la parte dominante, quella in Parlamento, è ormai completamente de-proletarizzata. Questo processo può apparire paradossale se si considera che invece la società si sta proletarizzando sempre di più, la miseria è aumentata e le condizioni di vita delle classi sociali più basse peggiorano di anno in anno, come fra l’altro aveva teorizzato Karl Marx”.
D. Ma perché la sinistra non sa più rappresentare quello che era il suo ex elettorato di riferimento? E in questo vuoto di rappresentanza possono inserirsi forze come la Lega Nord?
R. “Per la sinistra le priorità sono diventate le battaglie per i diritti civili e individuali e per tutte quelle forme di libertà che non hanno un nesso diretto con i veri bisogni del proletariato. Poi diciamo pure che la strategia di chi governa è sempre stata divide et impera: quindi anche i media contribuiscono a mettere in contrapposizione stranieri e autoctoni, centro e periferia. La Lega di Salvini concorre a creare questa frammentazione che fa comodo a tutto il sistema”.
D. Ma non è proprio l’immigrazione di massa a fare il gioco dei poteri forti, fornendo manodopera a basso costo in Occidente mentre nel Terzo mondo si continuano a depredare le risorse dei territori?
R. “Certamente l’immigrazione di massa in quanto tale è un fenomeno che favorisce il capitalismo, ma prendersela con i singoli immigrati e pensare che il problema siano loro non ha senso. Queste masse, alla stregua del proletariato urbano, hanno bisogni primari e fanno richieste che da tempo la sinistra ha smesso di rappresentare. Per questo credo che i ceti sociali più disagiati dovrebbero rivolgere le loro contestazioni contro i veri centri di potere”.
D. La casa è un altro esempio lampante, negli anni 70 era uno dei temi più cari alla sinistra…
R. “Anche in questo caso si cerca di divedere il fronte: i media con i loro servizi forvianti puntano i riflettori – come per i fatti di Milano – esclusivamente su quella lotta tra poveri, animata da chi possiede una casa popolare, e la difende con le unghie e con i denti, e da chi la occupa per avere un tetto sopra la testa. Questo fa il gioco dell’ordine liberale, perché così nessuno si sogna di contestare le banche che speculano sul sistema immobiliare e i governi che hanno speso miliardi per salvarle dal fallimento”.
D. E mentre prosegue la guerra tra poveri il Parlamento lavora sul divorzio breve. Questo sembra coincidere con l’attenzione esclusiva per i diritti civili a cui faceva cenno…
R. “Diciamo che è la classica arma di distrazione di massa. Con buona pace dei divorziandi, devo dire si tratta di una questione non rilevante e che non è all’ordine del giorno delle vere emergenze del Paese come la disoccupazione giovanile. Ribadisco che una sinistra che rinuncia al tema dei diritti sociali non c’entra più niente con la sinistra”.
In questa intervista di Marco Guerra, Diego Fusaro, afferma che la Lega, nel puntare contro gli immigrati, "fa il gioco del sistema". Parole sante. Vediamo dunque di non fare il gioco della Lega.
D. Le tensioni sociali e i disordini scoppiati nelle periferie romane, per la difficile convivenza con un’immigrazione sempre meno integrata, sono stati bollati da buona parte della sinistra come episodi di razzismo e fascismo. Non le pare che ormai ci sia un completo scollamento tra la classe politica “progressista” e le fasce più deboli delle masse urbane?
R. “Mi pare evidente il fatto che c’è una totale de-proletarizzazione della sinistra. Almeno la parte dominante, quella in Parlamento, è ormai completamente de-proletarizzata. Questo processo può apparire paradossale se si considera che invece la società si sta proletarizzando sempre di più, la miseria è aumentata e le condizioni di vita delle classi sociali più basse peggiorano di anno in anno, come fra l’altro aveva teorizzato Karl Marx”.
D. Ma perché la sinistra non sa più rappresentare quello che era il suo ex elettorato di riferimento? E in questo vuoto di rappresentanza possono inserirsi forze come la Lega Nord?
R. “Per la sinistra le priorità sono diventate le battaglie per i diritti civili e individuali e per tutte quelle forme di libertà che non hanno un nesso diretto con i veri bisogni del proletariato. Poi diciamo pure che la strategia di chi governa è sempre stata divide et impera: quindi anche i media contribuiscono a mettere in contrapposizione stranieri e autoctoni, centro e periferia. La Lega di Salvini concorre a creare questa frammentazione che fa comodo a tutto il sistema”.
D. Ma non è proprio l’immigrazione di massa a fare il gioco dei poteri forti, fornendo manodopera a basso costo in Occidente mentre nel Terzo mondo si continuano a depredare le risorse dei territori?
R. “Certamente l’immigrazione di massa in quanto tale è un fenomeno che favorisce il capitalismo, ma prendersela con i singoli immigrati e pensare che il problema siano loro non ha senso. Queste masse, alla stregua del proletariato urbano, hanno bisogni primari e fanno richieste che da tempo la sinistra ha smesso di rappresentare. Per questo credo che i ceti sociali più disagiati dovrebbero rivolgere le loro contestazioni contro i veri centri di potere”.
D. La casa è un altro esempio lampante, negli anni 70 era uno dei temi più cari alla sinistra…
R. “Anche in questo caso si cerca di divedere il fronte: i media con i loro servizi forvianti puntano i riflettori – come per i fatti di Milano – esclusivamente su quella lotta tra poveri, animata da chi possiede una casa popolare, e la difende con le unghie e con i denti, e da chi la occupa per avere un tetto sopra la testa. Questo fa il gioco dell’ordine liberale, perché così nessuno si sogna di contestare le banche che speculano sul sistema immobiliare e i governi che hanno speso miliardi per salvarle dal fallimento”.
D. E mentre prosegue la guerra tra poveri il Parlamento lavora sul divorzio breve. Questo sembra coincidere con l’attenzione esclusiva per i diritti civili a cui faceva cenno…
R. “Diciamo che è la classica arma di distrazione di massa. Con buona pace dei divorziandi, devo dire si tratta di una questione non rilevante e che non è all’ordine del giorno delle vere emergenze del Paese come la disoccupazione giovanile. Ribadisco che una sinistra che rinuncia al tema dei diritti sociali non c’entra più niente con la sinistra”.
* Fonte: Intelligo
3 commenti:
"Ribadisco che una sinistra che rinuncia al tema dei diritti sociali non c’entra più niente con la sinistra”.
Questa affermazione mi sembra il vero "succo" dell'intervista.
“Certamente l’immigrazione di massa in quanto tale è un fenomeno che favorisce il capitalismo, ma prendersela con i singoli immigrati e pensare che il problema siano loro non ha senso”
Cascano le braccia.
Se “l’immigrazione fa il gioco dei poteri forti” potrà non aver senso prendersela coi singoli immigrati, ma è evidente che il problema sono proprio loro (come raggruppamento complessivo). I poteri forti sono il problema principale e il loro strumento di dominio, cioè l’immigrazione, cioè gl’immigrati, il problema immediatamente secondario.
Di fatto è scontato che la povera gente esasperata dai furti, dagli atti di teppismo, dalle occupazioni abusive di case in cui sono stati investiti i risparmi di una vita, dallo spaccio di droga, dalla prostituzione e in generale dal clima da casba che avvolge i quartieri in cui sono cresciuti, sfoghi la propria disperazione contro gli agenti attivi del quotidiano degrado, senza risalire di causa prima in causa secunda all’operato della BCE o ai pruriti di Wall Street. Allo stesso modo in cui il fatto che i cosacchi e i poliziotti zaristi fossero anche loro figli di povera gente, non ha mai impedito alle guardie rosse di appenderli agli uncini dei carri bestiame.
Le manifestazioni romane sono un minimo assaggio di ciò che accadrebbe senza il quotidiano martellamento mediatico e repressivo praticato dal regime antirazzista.
Il vostro problema è che vorreste mettere assieme il marxismo tradizionale pre-sessantottino, quello che fra un po’ mandava a casa Togliatti perché conviveva colla Jotti, col sinistrismo dei diritti cosmetici e delle minoranze colorate. Per questo siete un po’ labili in tema di definizioni. Facciamo un caso concreto: negli anni Novanta il partito comunista francese si opponeva all’afflusso delle orde migratorie perché la Francia - con due milioni di disoccupati - non poteva permettersi nuovi afflussi di disperati. Gli afflussi sono proseguiti e la disoccupazione è quasi raddoppiata. Secondo voi chi aveva ragione, il PCF o la confidustria francese che faceva lobbying pro-migratoria?
Si può poi fantasticare un mondo in cui le orde migratorie man mano che sbarcano si uniscono al proletariato locale nella lotta contro la dittatura plutocratica. Quanto realistica sia questa prospettiva si lascia giudicare dal fatto che il regime favorisce sistematicamente l’invasione. Ma la cosa più turpe è che voi non adottate questa prospettiva perché siate soggettivamente convinti della sua fattibilità. La adottate perché volete rispettare l’umanità dei migranti.
Buona fortuna nello spiegare ai borgatari romani che la loro rabbia è dovuta a grossolana incultura e che devono incentivare gli arrivi passati, presenti e futuri.
Purtroppo Lorenzo ha ragione. Il problema di una scelta di sinistra, relativamente ai problemi di immigrazione incontrollata nell'attuale situazione politica, non si pone nemmeno dal momento in cui non viene proposta nessuna soluzione ma solo spunti di riflessione.
Ad esempio per i clandestini cosa si propone operativamente? I rimpatrii coatti o qualcos'altro?
E per i problemi si ordine pubblico? Le ronde? Più polizia?
Alla fine si finisce per stare dalla stessa parte dei proprietari del Corsera:
http://www.corriere.it/cronache/14_novembre_23/i-39-miliardi-che-migranti-danno-all-economia-italiana-4b10510c-72df-11e4-9964-9b0d57bdf835.shtml
Questo articolo riassume bene come viene gestito l'argomento immigrazione dalle classi dominanti di questo paese. Stella dice che tra soldi spesi e soldi versati il saldo nei confronti dei migranti è positivo per 3.9 miliardi?
Questo è possibile solo perchè i migranti vengono mandati a vivere nelle periferie lasciando tutti i costi dell'integrazione e i problemi connessi sulle spalle dei residenti di quei quartieri.
Quanto costerebbe invece un integrazione sostenibile? Di quanto andrebbero raffrorzate le strutture relative assistenza, all'istruzione, alla sanità e alla sicurezza? Fatte queste stime, sarebbe ancora positivo il saldo per lo stato?
Non è che Stella invece quando ci ricorda che 3.9 miliardi portati dai migranti equivalgono al valore dell'IMU sulla prima casa, ci sta in realtà dicendo lui e i suoi padroni stanno scaricando costi per 3.9 milirdi sugli abitanti delle periferie più disagiate d'Italia?
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