Barcellona, questa sera, la piazza rioccupata |
«Questi giovani, ma non sono solo giovani, hanno tutte le ragioni. Le loro rivendicazioni consistono nel chiedere il minimo indispensabile per una vita degna di essere vissuta. Agli interrogativi che qui la sinistra avanza, se questo nuovo movimento sia o meno antisistema, i giovani rispondono che questo sistema è contro la gioventù e davanti allo spettacolo delle elezioni essi hanno affermato: "Più pane e meno cazzate", ed essi hanno anche detto che la mobilitazione non finisce affatto con la chiusura delle urne. Così anch'io sono andata a portare la mia solidarietà, sin dall'inizio.
Non va dimenticato che il vero punto di partenza della occupazione in massa delle piazze è stata la reazione all'attacco brutale della polizia scatenato la notte del 15 maggio, con gli arresti che ne sono seguiti. ha fatto incazzare molto quel che poi si è venuto a sapere a proposito del trattamento che la polizia ha riservato agli arrestati: "Potremmo spararvi due colpi in testa", oppure, "dovremmo gettarvi dalla finestra, rossi di merda!".
Tutti questi giovani non si sentono rappresentati né dal PSOE né dal PP o, come gli chiamiamo qui, PPsoe, e non vogliono neanche essere infinocchiati dai discorsi di una sinistra titubante, che non ha saputo organizzare contro la crisi economica e sociale devastante, alcun movimento di resistenza, né è stata capace di unire le forze per dare forza e voce a quelli che stanno sotto, a partire dai quartieri popolari, dalla gente che la crisi ha gettato sul lastrico.
Ed è proprio questo quello che questo movimento sta iniziando a fare. I giovani sanno che ci vuole molta energia per mantenere tante piazze occupate e vogliono estendere la mobilitazione nei quartieri, tra le masse, tra gli strato sociali che non sono stati ancora coinvolti. Così il movimento ha iniziato ad eleggere delegati che fanno il giro dei quartieri ad organizzare incontri coi cittadini e vere e assemblee popolari e che poi, il sabato, ritornano, il sabato e la domenica, nelle piazze occupate per discutere collettivamente i risultati di questa loro "andata al popolo".
Certo, ci sono nel movimento anche soggetti poco politicizzati, addirittura qualunquisti e di destra che tentano di snaturarlo, di sfumarne la radicalità politica. Questi tentativi riescono meno a Madrid o a barcellona, di più nelle città periferiche. Ma sempre, questo è il fatto importante, ogni volta che un qualunquista dice la sua, c'è sempre qualcuno che risponde e ribatte.
Qui ci sono anche, per quanto possa sembrarvi incredibile, quelli che fanno spallucce e dicono che questo movimento è un bluff, una cosa creata dal "quarto potere" mediatico, o addirittura dalla CIA e dai servizi segreti. certo, non è che i media non facciano il loro gioco di teleguidare la protesta, ma da qui a parlare di "complotto" ce ne corre!
Ripeto, il movimento non è forte ancora come a Madrid o Barcellona. Nè si può dire che questi giovani abbiano una "coscienza di classe". Ci sono tante illusioni sulla democrazia borghese. Tuttavia siamo in molti a ritenere che una cosa simile non si vedeva in Spagna da decenni. Si respira un'aria nuova, come fosse nata una speranza. La lotta di classe, pur in forme nuove, continua».
27 maggio 2011
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