Il buon giorno si vede dal mattino
cosa si cela dietro all'ecumenica mitezza?
Un manipolo di attivisti dei centri sociali ieri sera, invece di fare baldoria in Piazza Duomo, ha pensato bene di andare sotto casa dell'assessore De Corato, quello per intenderci che della chiusura dei centri sociali milanesi aveva fatto una vera e propria ossessiva crociata.
Il gaglioffo ha parlato subito di "caccia all'uomo". Ma dai! Si è trattato di un presidio che più pacifico non poteva essere. Ma tanto è bastato per sollevare un improbabile polverone sul "ritorno degli anni di piombo". Tuttavia la notizia è un'altra, ed è nella fulminea condanna (nel pelosisssimo linguaggio politicamente corretto si dice "presa di distanza") da parte di Pisapia, che appena saputo del presidio (era ancora sul palco di Piazza Duomo) ha... esecrato, affermando che «Noi siamo portatori di una nuova politica... impediamo a chiunque di rovinarci la festa».
Solo fair play? O sostanza politica? La seconda che hai detto! Qui non si tratta solo di vendoliana ecumenica"mitezza". Il colore arancione scelto per la sua campagna (un colore che porta male mutuato dalle "rivoluzioni colorate" targate CIA), i continui appelli alla fine delle liti, ad abbassare i toni, la sottolineatura che egli rappresenta "tutta la città". Capiamo che ciò gli ha portato voti. Pochi però presi in seno al proletariato, molti invece tra la borghesia e il ceto medio —vedi l'indagine SWG sul voto milanese al primo turno.
Vista la committenza c'è da farsi poche illusioni su come andranno le cose dopo la "liberazione" di Milano. Illusioni a go go a sinistra, se è vero che gli stessi contestatori dell'ex assessore De Corato avrebbero gridato «Il tuo ufficio adesso ce l'abbiamo noi».
Campa cavallo...
cosa si cela dietro all'ecumenica mitezza?
Un manipolo di attivisti dei centri sociali ieri sera, invece di fare baldoria in Piazza Duomo, ha pensato bene di andare sotto casa dell'assessore De Corato, quello per intenderci che della chiusura dei centri sociali milanesi aveva fatto una vera e propria ossessiva crociata.
Il gaglioffo ha parlato subito di "caccia all'uomo". Ma dai! Si è trattato di un presidio che più pacifico non poteva essere. Ma tanto è bastato per sollevare un improbabile polverone sul "ritorno degli anni di piombo". Tuttavia la notizia è un'altra, ed è nella fulminea condanna (nel pelosisssimo linguaggio politicamente corretto si dice "presa di distanza") da parte di Pisapia, che appena saputo del presidio (era ancora sul palco di Piazza Duomo) ha... esecrato, affermando che «Noi siamo portatori di una nuova politica... impediamo a chiunque di rovinarci la festa».
Solo fair play? O sostanza politica? La seconda che hai detto! Qui non si tratta solo di vendoliana ecumenica"mitezza". Il colore arancione scelto per la sua campagna (un colore che porta male mutuato dalle "rivoluzioni colorate" targate CIA), i continui appelli alla fine delle liti, ad abbassare i toni, la sottolineatura che egli rappresenta "tutta la città". Capiamo che ciò gli ha portato voti. Pochi però presi in seno al proletariato, molti invece tra la borghesia e il ceto medio —vedi l'indagine SWG sul voto milanese al primo turno.
Vista la committenza c'è da farsi poche illusioni su come andranno le cose dopo la "liberazione" di Milano. Illusioni a go go a sinistra, se è vero che gli stessi contestatori dell'ex assessore De Corato avrebbero gridato «Il tuo ufficio adesso ce l'abbiamo noi».
Campa cavallo...
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