[ 23 marzo 2019 ]
Oggi si svolgerà a Roma la MARCIA PER IL CLIMA, CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI.
Doveva essere una grande manifestazione nazionale contro la TAV, a sostegno della resistenza dei cittadini della Val Susa.
E’ diventata purtroppo un’altra cosa.
Ce lo dice l’appello che promuove la manifestazione, approvato dall’assemblea svoltasi a Roma il 26 gennaio all’Università La Sapienza.
Doveva essere un appuntamento unitario e inclusivo, per portare in piazza le tante voci che in questi anni hanno detto no alla TAV ed al modello sociale globalista, fondato sulla centralità assoluta del capitale e del mercato sregolato e selvaggio, di qui le grandi reti di trasporto funzionali al disegno di rafforzare l’Unione europea, sul cui altare gli stati
nazionali vengono trasformati in zone amministrative prive di sovranità politica.
Nell’appello si rifiutano le grandi opere, ma non si nomina mai l’Unione europea ed il suo mercato unico. Si nomina il peccato, nessuna messa in stato d’accusa del peccatore. Si invoca la sovranità delle piccole comunità locali ma si respinge la sovranità degli stati nazionali. Col che, sia detto per inciso, si resta dentro alla visione globalista. Un globalismo dal basso (il famigerato glocal), ma pur sempre globalismo.
Così nell’appello si tira in ballo la questione dell’immigrazione (non quella dell’emigrazione, si badi) per ribadire l’errato concetto che l’emigrazione sarebbe un “diritto” e non invece una condanna a spostarsi per andare incontro all’esigenza del capitale di disporre di forza lavoro a basso costo; quindi il principio non border per cui s’invoca come magnifica la violazione delle frontiere statuali. Anche qui, sotto le mentite spoglie dell’internazionalismo, trasuda il principale concetto dell’élite globalista, quello per cui Stato e Nazione sono organismi da abbattere.
Lo stato di servitù ideologica rispetto all’élite globalista è confermato dallo scopo stesso della manifestazione, fatta diventare anzitutto, in sintonia con il Friday for Future, una marcia per il clima. Il come minimo controverso cambiamento climatico è infatti il protagonista assoluto dell’Appello della manifestazione.
Per finire in bellezza l’appello butta dentro, per altro in modo banale e fraudolento, la questione delle minoranze sessuali:
La manifestazione di oggi è dunque due cose in una, mentre convoglia la giusta lotta di centinaia di comitati che si battono in difesa dell’ambiente contro le grandi opere, il
dissesto idrogeologico del Paese ed un sistema economico distruttivo della natura; essa, al contempo, è una nuova puntata della saga con cui la sinistra ex-radicale, oramai diventata un’appendice dell’élite globalista, prova e tenersi a galla dimostrando di sopravvivere.
Oggi si svolgerà a Roma la MARCIA PER IL CLIMA, CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI.
Doveva essere una grande manifestazione nazionale contro la TAV, a sostegno della resistenza dei cittadini della Val Susa.
E’ diventata purtroppo un’altra cosa.
Ce lo dice l’appello che promuove la manifestazione, approvato dall’assemblea svoltasi a Roma il 26 gennaio all’Università La Sapienza.
Doveva essere un appuntamento unitario e inclusivo, per portare in piazza le tante voci che in questi anni hanno detto no alla TAV ed al modello sociale globalista, fondato sulla centralità assoluta del capitale e del mercato sregolato e selvaggio, di qui le grandi reti di trasporto funzionali al disegno di rafforzare l’Unione europea, sul cui altare gli stati
nazionali vengono trasformati in zone amministrative prive di sovranità politica.
Dietro alla Tav
Nell’appello si rifiutano le grandi opere, ma non si nomina mai l’Unione europea ed il suo mercato unico. Si nomina il peccato, nessuna messa in stato d’accusa del peccatore. Si invoca la sovranità delle piccole comunità locali ma si respinge la sovranità degli stati nazionali. Col che, sia detto per inciso, si resta dentro alla visione globalista. Un globalismo dal basso (il famigerato glocal), ma pur sempre globalismo.
No border
Così nell’appello si tira in ballo la questione dell’immigrazione (non quella dell’emigrazione, si badi) per ribadire l’errato concetto che l’emigrazione sarebbe un “diritto” e non invece una condanna a spostarsi per andare incontro all’esigenza del capitale di disporre di forza lavoro a basso costo; quindi il principio non border per cui s’invoca come magnifica la violazione delle frontiere statuali. Anche qui, sotto le mentite spoglie dell’internazionalismo, trasuda il principale concetto dell’élite globalista, quello per cui Stato e Nazione sono organismi da abbattere.
Il clima
Lo stato di servitù ideologica rispetto all’élite globalista è confermato dallo scopo stesso della manifestazione, fatta diventare anzitutto, in sintonia con il Friday for Future, una marcia per il clima. Il come minimo controverso cambiamento climatico è infatti il protagonista assoluto dell’Appello della manifestazione.
Il governo giallo-verde
Così si spiega l’aperto carattere antigovernativo che i promotori hanno voluto dare alla marcia di oggi:«Il cosiddetto “governo del cambiamento“ si è rivelato essere in continuità con tutti i precedenti, non volendo cambiare ciò che c’è di più urgente: un modello economico predatorio, fatto per riempire le tasche di pochi e condannare il resto del mondo a una fine certa. Le decisioni degli ultimi mesi parlano chiaro».Di critiche al governo giallo-verde se ne possono fare molto, ma disconoscere che esso, malgrado l’opposizione dell’Unione europea e dei suoi vessilliferi italiani, ha, pur parzialmente, invertito le pluridecennali politiche austeritarie, è sintomo di demagogia per di più impolitica.
Minoranze sessuali
Per finire in bellezza l’appello butta dentro, per altro in modo banale e fraudolento, la questione delle minoranze sessuali:
«Il sistema delle grandi opere inutili e il capitalismo estrattivo sono altrettante espressioni del dominio patriarcale che sollecita in maniera sempre più urgente la necessità di riflessione sul legame tra donne, soggettività LGBTQIP*A, corpi e territori e sarà uno dei temi portato nelle piazze dello sciopero transfemminista globale dell’8 marzo».
Due cose in una
La manifestazione di oggi è dunque due cose in una, mentre convoglia la giusta lotta di centinaia di comitati che si battono in difesa dell’ambiente contro le grandi opere, il
dissesto idrogeologico del Paese ed un sistema economico distruttivo della natura; essa, al contempo, è una nuova puntata della saga con cui la sinistra ex-radicale, oramai diventata un’appendice dell’élite globalista, prova e tenersi a galla dimostrando di sopravvivere.
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4 commenti:
il cambiamento climatico è inoppugnabile e dato per assodato da tutti. La controversia è sui fattori che lo scatenano. Ma non ci sono oramai piu dubbi che il fattore scatenante è la CO2 immessa in atmosfera dal Sapiens, ESSENDO GLI ALTRI FATTORI (Eventi vulcanici, asteroidi etc) presenti in passato, oggi totalmente assenti.
Mauro p.
Ormai l'antifascismo e' divenuto la nuova ideologia della sinistra liberista e del suo apparato mediatico per mistificare e colpire la lotta contro l'euro e il capitalismo finanziario. La sinistra sinistrata priva di riferimenti robusti e innovativi, si accoda per l'ennesima volta. Non si puo' piu' tergiversare, bisogna lanciare la costituente della sinistra socialista e patriottica, i due aggettivi vanno assolutamente insieme per evitare fraintendimenti e rivandicare la centralita' della questione nazionale. Il simbolo ce lo abbiamo: la bandiera italiana con la stella rossa al centro.
Comunicato della Segreteria nazionale ANPI sul XIII Congresso Mondiale delle Famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo
A Verona dal 29 al 31 marzo 2019 si terrà il XIII Congresso Mondiale delle Famiglie che riunisce «il movimento globale» pro-life.
Parteciperanno, tra gli altri, il Ministro della famiglia Lorenzo Fontana, il Ministro dell’interno Matteo Salvini e il Ministro dell’istruzione Marco Bussetti.
È squalificante, vergognoso ed offensivo che questa iniziativa retrograda, intollerante e oscurantista venga sostenuta da persone che ricoprono cariche istituzionali così importanti.
Siamo in presenza di un folto gruppo di “relatori” che intende riproporre un’idea di società arcaica, sottosviluppata, che fa violenza ai diritti civili, che criminalizza l’aborto, il divorzio, l’omosessualità, che pensa di poter frenare ogni forma di modello civile, democratico e laico conquistato con grandi sofferenze. Non sono accettabili le posizioni di chi vuole imporre un credo anacronistico e autoritario, di chi non riesce a guardare il mondo per quello che è, con la sua ricchezza data dalle diversità e dalla possibilità di essere felici.
Le libertà personali e collettive, l’uguaglianza, la non discriminazione, ottenuti con anni di dure lotte sociali e politiche sono princìpi fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione dai quali non si può arretrare di un solo passo.
LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI
La regressione come la chiamate voi e' proprio la coneguenza del vostro asservimento alla sinistra liberista dal burocratismo pci al filo capitalismmo europeista PDS, DS, PD. Non vedevano l'ora i vari occhetto, veltroni, dalema, fassino e i loro quadri intermedi frotte di consiglieri comunali, provinciali, regionali, parlamentari di liberarsi dal peso ingombrante e degenerato del comunismo, passando armi e bagagli al liberismo ed ala sistema capitalistico, Ora di che vi lamentate, cari ANPI. Fate una scelta di campo una buona volta: mandate al diavolo questa sinistra improponibile e proponete la costruzione di un nuovo CLN antieuropeista (l'euro e' il fascismo di oggi) e patriottico. Il resto e' solo retorica
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