Della disonestà intellettuale dei media sistemici non se ne può proprio più.
Su Gooofynomics di martedì Alberto Bagnai risponde alle critiche alla Nota di aggiornamento al Def. Bersaglio: le stime sull’aumento del Pil. La propaganda di lorsignori è martellante, per loro tutto quel che proviene dall’attuale governo sarebbe frutto di superficialità, incapacità ed improvvisazione.
A nostro avviso la manovra che si annuncia è insufficiente, ma certe supponenti critiche ai calcoli del DEF sono completamente assurde.
Premesso che ogni previsione va presa per quel che è, e che ovviamente nessun DEF ha mai potuto prevedere le grandi recessioni e gli choc esterni, quelle stime appaiono assolutamente prudenti.
Bagnai dimostra la grande ipocrisia di chi critica il DEF su questo punto, confrontando quanto avvenne nel 2016 (per il 2017) rispetto alle stime attuali per il 2019. Allora un moltiplicatore 1, cioè un rapporto 1:1 tra maggior deficit in manovra e maggior pil atteso venne considerato realistico. Oggi che il moltiplicatore viene prudenzialmente abbassato a 0,5 – cioè con il pil che aumenterebbe solo dello 0,6 a fronte di un deficit che salirebbe dell’1,2, il tutto rispetto al tendenziale - si grida allo scandalo delle cifre “gonfiate” dai gialloverdi.
Suvvia, un po’ di onestà per favore.
* * *
Il deficit del vicino
ti lascia sempre più al verde
di Alberto Bagnai
Dice: "devi essere pacato!"
Ma non c'è mica bisogno di raccomandarmelo: mi viene spontaneo. Anzi, direi che quando si vince viene spontaneo un po' a tutti, mentre, come i fatti stanno dimostrando, quando perde anche chi elargiva lezioni di stile tende a non confortarle col proprio esempio.
Quindi, pacatamente, metto un paio di numeri in fila.
La NADEF 2016 prevedeva per il 2017 un tasso di crescita tendenziale (cioè a legislazione vigente) del PIL pari a 0,6:
(è a pagina 28 del PDF). Questo con un deficit tendenziale del 1,6%:
(a p. 18 del PDF: per qualche singolare motivo i tecnici del MEF sembrano non considerare che un indebitamento negativo è un accreditamento, ma lasciamo stare. Se andate a leggere le statistiche dell'IMF vedrete che l'intestazione è una cosa del tipo net lending(+)/borrowing(-), e in questo caso viene quindi specificato che governa il segno - cioè è il segno a dirti se ti stai indebitando o meno. Se però tu una variabile la definisci come indebitamento, allora dovrebbe essere il lessico a governare...).
La stessa tabella di p. 18 ci esplicitava però quale fosse la soluzione del PD: il livello programmatico (cioè dopo la manovra) del deficit 2017 sarebbe stato, secondo quanto si riteneva a settembre 2016, pari al 2%. La manovra sarebbe quindi stata espansiva, comportando un aumento del deficit di 2-1,6 = 0,4% (quattro decimi di punto percentuale di Pil).
E quali sarebbero stati gli impatti sul Pil di questa manovra? Naturalmente li troviamo nel riquadro che espone il quadro macroeconomico programmatico:
Da un misero 0,6%, la crescita avrebbe raggiunto un tondo 1,0%, con un incremento di 1,0-0,6=0,4.
E quindi? E quindi la manovra del 2016 presupponeva un moltiplicatore (misurato come rapporto fra l'incremento del Pil e quello del deficit) attorno a uno: 0,4/0,4=1.Valore che a me, personalmente, sembra plausibile, ma non è di questo che volevo parlarvi (e di tempo ne ho poco).
Un euro di maggiore spesa avrebbe generato un euro di Pil.
(...poi si può aprire una sterminata discussione sul fatto che più deficit non significa solo maggiore spesa ma potrebbe anche significare minori entrate, sul fatto che le diverse componenti della spesa e delle entrate hanno diversa capacità di attivazione dell'economia, ecc.: se volete, quando sarò in pensione ve ne parlerò diffusamente, ma questo non è un post sull'economia. Come chi l'economia la sa avrà capito, questo è un post sull'ipocrisia, quindi col vostro permesso procedo...)
Flash forward: veniamo ai giorni nostri.
La NADEF 2018 prevede per il 2019 una crescita tendenziale dello 0,9%:
(a pag. 3) in corrispondenza di un rapporto deficit/Pil tendenzale dell'1,2%:
(a pag. 7, ultima riga). L'ultima tabella ci dà anche la pietra dello scandalo: il deficit programmatico al 2,4%, che, come comprendete, rappresenta un incremento di 2,4-1,2 = 1,2 punti percentuali rispetto allo scenario tendenziale. A questo punto vorrete sapere cosa si aspetti il governo da un simile incremento di deficit. Applicando i moltiplicatori del governo precedente, questo 1,2 si trasformerebbe tutto in maggior crescita (moltiplicatore uno), portando la crescita programmatica da 0,9 a 0,9+1,2 = 2,1.
Ma la NADEF 2018 fornisce una stima diversa, che trovate nel quadro macroeconomico programmatico:
La crescita programmatica (cioè dopo aver effettuato la manovra espansiva) si attesta a 1,5, il che significa che per la NADEF 2018 la manovra produrrà una maggiore crescita di 1,5-0,9 = 0,6, a fronte di un maggior deficit di 1,2. In altre parole, per il governo attuale il moltiplicatore dell'economia italiana è 0,6/1,2 = 0,5. Un numero che farà rabbrividire molti di voi, i quali ricorderanno come questo fosse il moltiplicatore (sbagliato) applicato (dolosamente) dai carnefici della Grecia.
Attenzione, però: se applicare un moltiplicatore sottostimato quando si fanno tagli vuol dire essere incoscienti (resta poi da capire se si sia pagati o meno per esserlo, ma su questo non ho le necessarie competenze investigative o storiche), applicarlo in espansione vuol dire semplicemente essere prudenti.
E quindi tutti quelli che sui media si sono stracciati le vesti perché il governo sarebbe imprudente e incosciente, quando invece ha adottato un tendenziale più basso di 0,2 punti rispetto a quello dell'IMF e un moltiplicatore che è la metà di quello del governo precedente?
La risposta è dentro di voi, e temo sia giusta: sono degli orecchianti.
Chi invece l'economia la sa si è espresso in modo ben diverso (cioè argomentando, e se si parte dai dati si arriva quasi sempre nello stesso luogo...). Tanto vi dovevo a commento di un dibattito che resta sinceramente surreale.
(...e ora aspettiamo le consuete repliche della corte dei miracoli: però, per favore, non chiedetemi di replicare a chi, oltre a non sapere cosa dice, è anche diventato irrilevante. Per sette anni ho risposto a tutti, e questo blog lo testimonia. Mi è servito ad arrivare qui, e ora, quindi, avrei anche altro da fare, e anzi ci vado. Buona notte...)
Ma non c'è mica bisogno di raccomandarmelo: mi viene spontaneo. Anzi, direi che quando si vince viene spontaneo un po' a tutti, mentre, come i fatti stanno dimostrando, quando perde anche chi elargiva lezioni di stile tende a non confortarle col proprio esempio.
Quindi, pacatamente, metto un paio di numeri in fila.
La NADEF 2016 prevedeva per il 2017 un tasso di crescita tendenziale (cioè a legislazione vigente) del PIL pari a 0,6:
(è a pagina 28 del PDF). Questo con un deficit tendenziale del 1,6%:
(a p. 18 del PDF: per qualche singolare motivo i tecnici del MEF sembrano non considerare che un indebitamento negativo è un accreditamento, ma lasciamo stare. Se andate a leggere le statistiche dell'IMF vedrete che l'intestazione è una cosa del tipo net lending(+)/borrowing(-), e in questo caso viene quindi specificato che governa il segno - cioè è il segno a dirti se ti stai indebitando o meno. Se però tu una variabile la definisci come indebitamento, allora dovrebbe essere il lessico a governare...).
La stessa tabella di p. 18 ci esplicitava però quale fosse la soluzione del PD: il livello programmatico (cioè dopo la manovra) del deficit 2017 sarebbe stato, secondo quanto si riteneva a settembre 2016, pari al 2%. La manovra sarebbe quindi stata espansiva, comportando un aumento del deficit di 2-1,6 = 0,4% (quattro decimi di punto percentuale di Pil).
E quali sarebbero stati gli impatti sul Pil di questa manovra? Naturalmente li troviamo nel riquadro che espone il quadro macroeconomico programmatico:
Da un misero 0,6%, la crescita avrebbe raggiunto un tondo 1,0%, con un incremento di 1,0-0,6=0,4.
E quindi? E quindi la manovra del 2016 presupponeva un moltiplicatore (misurato come rapporto fra l'incremento del Pil e quello del deficit) attorno a uno: 0,4/0,4=1.Valore che a me, personalmente, sembra plausibile, ma non è di questo che volevo parlarvi (e di tempo ne ho poco).
Un euro di maggiore spesa avrebbe generato un euro di Pil.
(...poi si può aprire una sterminata discussione sul fatto che più deficit non significa solo maggiore spesa ma potrebbe anche significare minori entrate, sul fatto che le diverse componenti della spesa e delle entrate hanno diversa capacità di attivazione dell'economia, ecc.: se volete, quando sarò in pensione ve ne parlerò diffusamente, ma questo non è un post sull'economia. Come chi l'economia la sa avrà capito, questo è un post sull'ipocrisia, quindi col vostro permesso procedo...)
Flash forward: veniamo ai giorni nostri.
La NADEF 2018 prevede per il 2019 una crescita tendenziale dello 0,9%:
(a pag. 3) in corrispondenza di un rapporto deficit/Pil tendenzale dell'1,2%:
(a pag. 7, ultima riga). L'ultima tabella ci dà anche la pietra dello scandalo: il deficit programmatico al 2,4%, che, come comprendete, rappresenta un incremento di 2,4-1,2 = 1,2 punti percentuali rispetto allo scenario tendenziale. A questo punto vorrete sapere cosa si aspetti il governo da un simile incremento di deficit. Applicando i moltiplicatori del governo precedente, questo 1,2 si trasformerebbe tutto in maggior crescita (moltiplicatore uno), portando la crescita programmatica da 0,9 a 0,9+1,2 = 2,1.
Ma la NADEF 2018 fornisce una stima diversa, che trovate nel quadro macroeconomico programmatico:
La crescita programmatica (cioè dopo aver effettuato la manovra espansiva) si attesta a 1,5, il che significa che per la NADEF 2018 la manovra produrrà una maggiore crescita di 1,5-0,9 = 0,6, a fronte di un maggior deficit di 1,2. In altre parole, per il governo attuale il moltiplicatore dell'economia italiana è 0,6/1,2 = 0,5. Un numero che farà rabbrividire molti di voi, i quali ricorderanno come questo fosse il moltiplicatore (sbagliato) applicato (dolosamente) dai carnefici della Grecia.
Attenzione, però: se applicare un moltiplicatore sottostimato quando si fanno tagli vuol dire essere incoscienti (resta poi da capire se si sia pagati o meno per esserlo, ma su questo non ho le necessarie competenze investigative o storiche), applicarlo in espansione vuol dire semplicemente essere prudenti.
E quindi tutti quelli che sui media si sono stracciati le vesti perché il governo sarebbe imprudente e incosciente, quando invece ha adottato un tendenziale più basso di 0,2 punti rispetto a quello dell'IMF e un moltiplicatore che è la metà di quello del governo precedente?
La risposta è dentro di voi, e temo sia giusta: sono degli orecchianti.
Chi invece l'economia la sa si è espresso in modo ben diverso (cioè argomentando, e se si parte dai dati si arriva quasi sempre nello stesso luogo...). Tanto vi dovevo a commento di un dibattito che resta sinceramente surreale.
(...e ora aspettiamo le consuete repliche della corte dei miracoli: però, per favore, non chiedetemi di replicare a chi, oltre a non sapere cosa dice, è anche diventato irrilevante. Per sette anni ho risposto a tutti, e questo blog lo testimonia. Mi è servito ad arrivare qui, e ora, quindi, avrei anche altro da fare, e anzi ci vado. Buona notte...)
5 commenti:
Non sono un economista e ne sono felice perché non è questa la “virtù” che viene richiesta ad un rivoluzionario quindi non mi cimenterò nell’approvare o contestare quanto afferma e sostiene Bagnai in merito alla problematica economica da lui esposta. Ma quando scrive (...e ora aspettiamo le consuete repliche della corte dei miracoli: però, per favore, non chiedetemi di replicare a chi, oltre a non sapere cosa dice, è anche diventato irrilevante. Per sette anni ho risposto a tutti, e questo blog lo testimonia. Mi è servito ad arrivare qui, e ora, quindi, avrei anche altro da fare, e anzi ci vado. Buona notte...) ho la conferma dell’opinione che nel tempo mi sono fatto ovvero che lui non partecipava alle iniziative politiche (con grandi o piccoli numeri) perché le condividesse e sostenesse ma per sponsorizzare la propria visione politico economica e farsi conoscere sempre più per acquisire la massima visibilità possibile tant’è vero che per farlo partecipare occorreva soddisfare delle precise condizioni. Ora, come lui dice, a “meta” finalmente raggiunta, non ha più né la voglia né la necessità di dover “rispondere” a tutti perché ha altro di più importante da fare che perdere il suo prezioso tempo con chi lo potrebbe contestare. Classico atteggiamento spocchioso di chi si ritiene superiore perché “arrivato” che non ha più bisogno e la necessità di doversi confrontare con nessuno se non con coloro che lui ritiene essere al suo livello. Un atteggiamento inaccettabile che non può essere tollerato da parte di nessuno ma principalmente e soprattutto da parte di chi, per poter giungere dove è giunto è “salito sulle spalle” di coloro che in modi e forme diverse si opponevano e lottavano contro il sistema e le élite dominante.
Buona notte……
pasquino55
Non sono un fan di Bagnai, e so che effettivamente ha un certo caratterino. Ma trovo il commento qui su fuori tema rispetto all'importanza del tema trattato, che invece è prioritario.
Bagnai sta sbugiardando, con numeri alla mano e le mani in pasta, i terroristi di regime che danno addosso a questo Def, ventilando spread e sconquassi di mercato, e lo fa mettendo sotto gli occhi di tutti il dato reale. Il moltiplicatore in oggetto è di fatto stato abbassato da 1 a 0.5 in modo previdenziale e prudenziale.
Perchè invece di guardare alla sorte di un individuo non si guarda al contenuto da quello espresso, il cui risultato cambia la sorte di milioni di cittadini?
Bah...!
Luca ha ragione.
Chi vuole criticare stia nel merito.
Poi magari fa una postilla e dice che Bagnai però gli sta sul cazzo.
E il merito è la manovra del governo.
Com'è che tutti gli organismi rispondenti ai poteri forti italiani e mondiali protestano?
Com'è che si agitano come pazzi per farlo cadere?
A me questo basta e avanza.
Se poi Salvini, nel caso usi l'uscita per fare stronzate starà a noi impedirglielo, non ai pescecani globali.
Capì?
Mi dispiace per i promotori del consenso acefalo ma la mia critica rivolta alla parte finale dell’articolo è stata fatta per svelare e rendere evidente dove poggia e si realizza la vera diversità politica tra anticapitalisti e sovranisti antiliberisti patriottici. Se si crede in quello che si pensa e si ritiene di avere argomentazioni valide per sostenerle ed argomentarle non si ha timore di abbandonare il recinto protettivo e rassicurante di chi ci sostiene e ci condivide e si va in “mare aperto” e si affronta chi critica e contesta senza nascondersi dietro il “dito” della perdita di tempo, tanto più se si è raggiunto un livello politico apicale. Forse per i “nuovi patrioti rivoluzionari” avere corrispondenza tra ciò che si “predica” e come ci si comporta non ha nessuna rilevanza politica e quindi applicano l’annoso detto cattolico “fai ciò che il prete dice e non quello che il prete fa” perché l’uomo è debole e pecca. Essendo io un anticapitalista comunista, ateo e non più giovane sono abituato a non scindere quello che una persona “predica” da quello che fa e da come vive. Il più grande merito che tutti, anche i suoi nemici, attribuivano al Che, era che diceva quello che pensava e che viveva conseguentemente nel rispetto di ciò che diceva. Non si può scindere e separare il progetto politico dall’uomo che lo incarna perché è esso che gli da le “gambe” e lo deve realizzare. Anche le formidabili rivoluzioni francesi e di ottobre quando sono finite a “camminare” sulle gambe di certi personaggi hanno tragicamente tradito i principi e i valori che le avevano ispirate rivoltandosi contro coloro che ne erano stati gli ispiratori e l’anima. Per questo, volutamente, non ho commentato la parte riguardante l’aspetto economico del pezzo perché ritengo che nessuna opzione politica può essere ritenuta “giusta” e vincente a prescindere e a dispetto di chi se ne fa paladino e profeta. NON SOLO CESARE DEVE ESSERE AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO MA ANCHE LA MOGLIE DI CESARE.
pasquino55
Bagnai non ama i piddini ortotteri che parlano di "onestà".
Bagnai non ama i sovranisti che parlano di "partito dal basso".
Bagnai non ama i "marxisti dell'Illinois".
Bagnai non ama i colleghi da "sedi disagiate".
Bagnai non ama i "paperi memmettari".
Bagnai non ama...
Uno così poteva stare sul cazzo se non aggiungeva alla lista i piddini altreuropeisti del "battere i pugni sul tavolo".
Le sue capacità econometriche al servizio del governo gialloverde suona come un "vaffanculo" alla causa sovranista.
Ma se sta dissimulando forse dovrei salutare anche io con un "vaffanculo compagni".francesco
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