[ 26 giugno 2018 ]
«Nel Paese più di una persona su tre è a rischio povertà, mentre pesanti sacrifici sono programmati almeno fino al 2060... Ma Tsipras fa festa e si mette la cravatta...»
«Nel Paese più di una persona su tre è a rischio povertà, mentre pesanti sacrifici sono programmati almeno fino al 2060... Ma Tsipras fa festa e si mette la cravatta...»
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Non ci sono parole per commentare la pagliacciata concordata tra gli strozzini europei e l'esecutore materiale dei loro diktat, Alexis Tsipras. Di costui è difficile dire se la storia lo ricorderà più come traditore che come buffone.
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In Grecia più di una persona su tre è a rischio povertà
Se gli storici del futuro dovessero indicare un esempio della propaganda europeista negli anni terminali della moneta unica, potrebbero scegliere i toni usati per l’accordo firmato venerdì scorso dall’Eurogruppo per suggellare il ritorno della Grecia al finanziamento del debito attraverso il mercato. Non solo la Grecia sarà costretta a politiche di austerità per decenni (dovrà garantire un surplus primario del 3,5% del PIL fino al 2022 e del 2,2% fino al 2060!) – fonte KeepTalkingGreece – , ma più di un terzo della popolazione rimane a rischio povertà – fonte Ekathimerini -, percentuale che salirebbe ad oltre il 50% senza i sussidi sociali. E i tagli a pensioni e indennizzi continueranno anche nei prossimi anni. Insomma, la cura ha avuto successo, ma il paziente è morto – l’importante è che i creditori della Grecia abbiano avuto indietro il proprio denaro e che la Grecia continui a garantire la loro rendita, sotto la disciplina dei mercati e con la benedizione del governo Tsipras.
Più di un terzo della popolazione del paese – il 34,8% o 3,7 milioni di persone – è considerata a rischio povertà o di esclusione sociale secondo il sondaggio 2017 dell’ELSTAT (l’ente nazionale delle statistiche) sui redditi delle famiglie e le condizioni di vita.
La cifra è scesa lievemente se confrontata con l’anno precedente, perché nel 2016 era considerato a rischio povertà o esclusione sociale il 35,6% della popolazione, o 3,79 milioni di persone.
I dati mostrano che il rischio è maggiore tra le persone in età lavorativa (da 18 a 64 anni) – il 38,6%. In particolare, nel medesimo gruppo di età il rischio in Grecia è di gran lunga maggiore tra gli stranieri – ne è toccato il 62,9% – contro il 36,5% dei greci tra i 18 e i 64 anni.
La soglia di povertà è stata fissata sul reddito annuale di 4.560 euro per persona e di 9.576 euro per famiglia formata da due adulti e due bambini di età inferiore a 14 anni. Le famiglie a rischio povertà o esclusione sociale sono 789.585 su un totale di 4.162.442 famiglie in Grecia.
Senza i sussidi sociali, il 50,8% della popolazione del paese sarebbe considerato a rischio povertà, la qual cosa indica l’impatto che pensioni e sussidi sociali – come l’indennità per i percettori di piccole pensioni (EKAS) e il sussidio alla disoccupazione – hanno sulla vita delle persone.
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L'Eurogruppo concede alla Grecia una piccola estensione del rimborso,
nessuna riduzione del debito reale
(Keep Talking Greece)
L’atmosfera del venerdì mattina è buona. I creditori della Grecia esultano, i media internazionali e persino quelli tedeschi salutano l’accordo dell’Eurogruppo come “la fine della crisi greca”, “la Grecia esce dal salvataggio” e “il debito greco è sostenibile”. Ma l’Eurogruppo dei 19 ministri delle finanze non ha concesso alla Grecia nessuna riduzione del debito. Nemmeno tassi di interesse più bassi o clausole di crescita. Quello che hanno fatto è estendere:
– il rimborso degli interessi sul debito EFSF e la maturazione dei titoli greci di 10 anni;
– una rigorosa austerità;
– una stretta supervisione;
– e più “riforme”.
L’accordo, raggiunto nelle prime ore del mattino di venerdì a causa delle obiezioni tedesche sul tempo di estensione del debito, apre la strada anche all’uscita della Grecia dal suo programma di salvataggio di 8 anni.
Inoltre, la Grecia ottiene una tranche di 15 miliardi di euro, un cosiddetto “buffer” che è un ulteriore prestito. Di questi 15 miliardi, 3,3 possono essere usati per ripagare i prestiti del FMI. […]
Nella dichiarazione ufficiale, l’Eurogruppo dà il benvenuto all’impegno della Grecia a mantenere:
– un surplus primario del 3,5% del PIL fino al 2022
– un surplus primario del 2,2% del PIL in media nel periodo dal 2023 al 2060.
[…]
Il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, a valle dell’incontro ha detto: “Possiamo affermare con sicurezza che il debito greco è sostenibile in futuro, facciamo le congratulazioni alla Grecia”.
Tra le altre cose ha aggiunto che la Grecia ha emanato 450 interventi legislativi soltanto nel contesto del 3° programma di salvataggio. Non ha osato menzionare quelli connessi al salvataggio nei primi due programmi di aggiustamento fiscale.
Con misure di lungo termine fino al 2060, i guai della Grecia non sono davvero finiti il 22 giugno né finiranno il 18 agosto, quando uscirà ufficialmente dal 3° programma di salvataggio. […]
Ma più essenziale è vedere come questo “grande accordo”, come “la più grande solidarietà che il mondo abbia mai mostrato” (così ha detto il direttore del ESM Regling) influenzerà la vita e le tasche dei greci. Di sicuro le pensioni saranno ulteriormente tagliate nel 2019 e i poveri saranno tassati col restringimento dell’area tax-free (i redditi non tassati) nel 2020.
Alla fine dei giochi, ci ritroviamo al punto di partenza, con un debito ben più altro rispetto al 2010: nel 2010 il debito greco ammontava a 262 miliardi, nel 2018 a 323 miliardi di euro.
Fonte: Voci dall'estero
3 commenti:
Della stessa pasta di Tsipras chi ci sta?
Oggi Macron che fa la carezzina confidenziale al Papa, il quale l'altro giorno ha dichiarato che vedrebbe bene la Lagarde allo IOR.
Ognuno prende il su posto in questa farsa e Bergoglio non sembra essere da meno.
Fino a che la questione sociale resta in mani tanto ambigue c'è ben poco di cui gioire, fosse anche solo tatticamente.
Giovanni
“la più grande solidarietà che il mondo abbia mai mostrato” (così ha detto il direttore del ESM Regling)" Forse ha dimenticato la ristrutturazione del debito tedesco del 1953 e del 1991 anche quella era "generosità" ?
Postilla su chi ha guadagnato dalla "crisi" greca: cravatta o cappio per Tsipras ?
"Geldsegen dank Griechenland" (Manna di denaro grazie alla Grecia): cosí titolava il "Südkurier" di Costanza il 22 giugno scorso la notizia, ripresa da DPA, secondo la quale la Germania risulta uno dei maggiori profittatori degli "aiuti" alla Grecia: dal 2010 ad oggi avrebbe incassato circa 3 (tre) miliardi di utili per i soli interessi sui predetti "aiuti". Generosamente, di questi 3 miliardi sarebbero stati restituiti allo ESM (Ombrello di salvataggio europeo) ed alla Grecia 900 milioni, con un saldo attivo dunque di 2,5 miliardi a favore della Bundesbank e quindi del bilancio tedesco.
Alla luce di questi dati si comprende facilmente perché il governo tedesco - comportandosi da perfetto usuraio - ha fatto tutto il possibile per tenere il debitore da spellare nelle proprie grinfie. Il traditore Tsipras, artefice di questa sottomissione irreversibile della Grecia agli interessi finanziari stranieri, invece della cravatta avrebbe dovuto mettersi al collo un cappio.
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