[ 9 marzo 2018 ]
Riceviamo a volentieri pubblichiamo.
Giorni addietro sul vostro blog avete pubblicato la recensione del libro di Domenico Moro La gabbia dell’euro. Perché uscirne è internazionalista e di sinistra, Imprimatur, 2018.
Porcaro, dopo aver condannato l'inadeguatezza della lista Potere al Popolo, così concludeva la sua recensione:
«La lotta contro il confusionismo attuale e contro la futura, colpevole riedizione dell’ “europeismo critico” non potrà che giovarsi dell’ottimo contributo di Moro, reso particolarmente utile dalla sua forma sintetica ed efficacemente stringata».
Quanto scritto da Porcaro può avere depistato i lettori sul reale posizionamento politico di Domenico il quale, al netto delle sue argute analisi, resta con tutti e due i piedi nel pantano della sinistra radicaloide.
La prova? Si legga quanto scritto a caldo da Moro nell'articolo Far maturare il bambino, non buttarlo via insieme all'acqua sporca:
«Il fatto che Pap sia giunto in ritardo e che rifletta i nostri limiti – ripeto: limiti storici e preesistenti a Pap - non significa che dobbiamo buttarlo via. Spiega il risultato. Al contrario, la vera sfida di Pap inizia ora, e consiste nel lavoro di dargli un proprio e originale profilo programmatico e culturale adeguato a essere volano e sintesi di lotte sul piano politico. Ma per fare questo dobbiamo fare due cose: capire meglio la realtà, cosa che richiede una analisi economica e sociale adeguata ad una fase nuova, e derivare da questa comprensione scelte e orientamenti generali chiari e innovativi. Il tempo c’è, anche in vista del prossimo appuntamento, quello delle elezioni europee. Il quadro che esce dalle elezioni è problematico, perché gli attuali assetti dell’Europa confliggono con il risultato delle elezioni. Dunque, le proposte di M5S e Lega saranno messe alla prova dei fatti. Sta a noi, quindi, saperci inserire in queste contraddizioni e questa volta non sprecare il tempo che abbiamo».
Confesso che mi sono cadute le braccia.
Moro non solo si illude che sia possibile dare a PaP un "originale profilo programmatico e culturale" (??), ma addirittura suggerisce di consolidare quell'esperienza schiantata in vista delle elezioni europee del 2019.
Tutto questo per dire che? Che in Italia abbiamo a sinistra ottimi intellettuali, ma hanno un grave difetto visivo, capaci di guardare molto lontano non vedono ad un palmo dal loro naso.
So che siete d'accordo ma meglio insistere: contrariamente a quanto spera Moro la sinistra radicale non è in grado di autoriformarsi. E semmai ci riuscisse sarebbe troppo tardi.
7 commenti:
Il commento negativo su quanto scritto da Moro mi sembra abbastanza ingeneroso. Potere al Popolo è un progetto nuovo senza nessuna identità. Tuttavia, ha mostrato di avere un po' di protagonismo e attivismo. Pertanto, se si riesce ha dargli una linea politica chiara, al passo con i tempi (penso a EuroStop e al PCI) non è detto che non possa essere la piattaforma da cui ripartire!
E nemmeno voi sapete riformarvi
Adesso bisogna sostenere la Lega e cercare di far prevalere le sue sponte interne di sinistra come Bagnai
Figurati se la sx lo capisce
Sig. Anonimo. Qua è lei che non capisce nulla, invece. Ho compreso la scelta di alcuni compagni di votare Lega e 5S allo scopo di dare una scoppola alla sinistra nella speranza che possa ricostituirsi nelle sue forme storiche e tradizionali di partito dei lavoratori e delle classi popolari. All'interno di una visione dialettica della storia, ci sta.
Ora però mettersi a sostenere la Lega, mi pare un po' troppo! Le dinamiche interne di un partito non hanno niente a che vedere con quello che pensano gli elettori e i simpatizzanti.
Magari la lettura di tutto l'articolo permette un giudizio meno frettoloso e tranchant non tanto sul sottoscritto (sono conscio che attacchi personali sono sempre possibili, se non si sta nella torre d'avorio della pura speculazione), quanto su quello che dico. Quanto al mio libro, magari ho scritto cose che non si condividono, ma il giudizio dovrebbe essere sui suoi contenuti, non sul mio posizionamento politico. Come ha fatto Porcaro, di cui ho stima (penso ricambiata), anche se le scelte politiche immediate non sono le stesse. Domenico Moro
http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2018/3/6/50915-far-maturare-il-bambino-non-buttarlo-via-insieme-allacqua/
Caro compagno Domenico,
avremo voluto risponderti prima ma eravamo presi dalla due giorni della nostra assemblea.
(1) Non ci conosci, altrimenti non diresti che stiamo in una "torre d'avorio".
(2) PaP è un calesse, lo pensiamo in tanti, e i fatti lo dimostreranno. Si scasserà, e non certo per colpa delle nostre critiche, ma per la sua intima inadeguatezza, teorica e politica, rispetto alla situazione.
(3) Il nostro non è affatto un "attacco personale", è una critica politica.
(4) Abbiamo pubblicato diverse cose che hai scritto perché le condividiamo e stimiamo la tua onestà intellettuale.
(5) Difendiamo tuttavia il nostro diritto a segnalare che è tempo perso parlare di nazione e e sovranità nazionale in un luogo come PaP che lo considera un inviolabile tabù —come parlare di salvezza a casa del diavolo.
Cari compagni,
a) nessuno vi ha dato di quelli che stanno nella torre d'avorio, ho solo detto che sono abituato agli attacchi personali, perché io non sto nella torre d'avorio. Dedurne che ci stiate voi è del tutto arbitrario.
b) avete tutto il diritto di criticare Pap e i contenuti di quello che dico, ma il post usa un linguaggio inappropriato: "cadere le braccia", "non sapere guardare oltre il proprio naso". Inoltre, la citazione solo di un breve passaggio restituisce un quadro parziale e non corretto della mia posizione su Pap. Infine e soprattutto, più che ad attaccare Pap, l'obiettivo dello scrivente si concentra nell'attaccare e screditare il sottoscritto.
c) il post sembrerebbe essere stato inviato alla redazione da un terzo soggetto. Se è così, vorrei dire che, quando si rivolgono delle critiche a qualcuno, specie in tale forma, almeno si dovrebbe avere lo stile di firmarsi o di metterla se esiste.
Spero invece che abbiate occasione di entrare nel dettaglio delle mie posizioni espresse nel mio libro, anche in forma critica, in modo da confrontarci nel modo migliore, cioè sui contenuti.
Ringraziandovi per la vostra stima, che ricambio, vi saluto cordialmente.
Domenico Moro
Caro Domenico,
resta, qui sta la sostanza, la nostra divergenza di giudizio sulla natura della lista elettorale Potere al Popolo.
Si è trattato di un esperimento politico sbagliato sotto diversi profili.
Ma guardiamo avanti, sicuri che anche a causa del terremoto elettorale (che ha severamente punito anche PaP) si aprirà a sinistra una discussione vera sulla urgenza di costruire un movimento politico nuovo, nazionale e popolare, in gergo, populista di sinistra.
Non si tratta dunque di ricostruire una sinistra radicale 2.0, ma di immaginare un movimento politico su basi nuove.
Affinché il nuovo avanzi ci si deve separare dal vecchio.
Nessuna svolta è mai indolore.
Un tornante storico, necessario, possibile solo se saranno acquisiti molti dei ragionamenti strategici sui quali siamo in grande sintonia.
Per questo siamo pronti ad organizzare presentazioni del tuo ultimo libro.
Nel caso accettassi scrivici una mail al nostro indirizzo
sollevazione@gmail.com
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