[ 20 marzo 2018 ]
La maggior parte dei nostri lettori si considera anti-liberale. Lo siamo anche noi, malgrado alcuni di essi ci critichino perché lo saremmo troppo poco. Mettiamola così, questi amici e compagni, dileguato lo spettro del fascismo, lo rimpiazzano con quello del liberalismo. Alla narrazione antifascista sostituiscono quindi quella dell'antiliberalismo. E' la tendenza, che capiamo, a risalire alle radici ultime del male. Così il liberalismo verrebbe ad assumere la stessa funzione del peccato originale per certi cattolici. Come che sia, secondo noi, il neoliberismo, che certo del liberalismo è figlio legittimo ed oggi ne rappresenta la parte vincente, sta compiendo uno storico parricidio. Così ci spieghiamo come nello stesso campo liberale ci sia chi il neoliberismo condanna senza mezze misure.
Di casi ne potremmo citare diversi. Prendiamo quello di Riccardo Ruggeri. Egli preferisce parlare, connotando il sistema neoliberista e i suoi meccanismi, di Ceo capitalism, per segnalare la fine del capitalismo tradizionale rimpiazzato da quello iper-finanziarizzato.
Leggete quindi cosa dica il Ruggeri nel suo ultimo editoriale sulla fase politica italiana. Pur con un approccio brutalmente pragmatico —e dopo avere premesso «Ero e sono neutro, sia in termini politici che emotivi, verso i tre vincitori delle elezioni: per me era importante che perdessero i maggiordomi del Ceo capitalism, null’altro»—, come noi, ritiene che vista la Caporetto delle forze politiche dell'establishment sia non solo legittimo ma necessario che M5S e Lega vadano al governo. Come dargli torto?
* * *
Dopo anni di fallimenti di “competenti”,
gli “incompetenti” meritano una chance?
di Riccardo Ruggeri
Il sistema mi costringe a mettere le mani avanti: il mio non è un auspicio, è un banale divertissement domenicale. Non voglio grane. Chiaro?
Mai nella storia della Repubblica, fatto salvo il 18 aprile del 1948, i cittadini elettori erano stati così chiari: il 55% ha votato per tre outsider Luigi Di Maio, Matteo Salvini, GiorgiaMeloni, affidando a due giovani uomini, e a una mamma il paese. Tre “incompetenti”, come dicono i colti? Possibile, ma irrilevante. Vorrebbero scrivere che “incompetenti” sono quelli che li votano, ma il pudore li trattiene.
Eppure, per tutta la Seconda Repubblica siamo stati governati da “competenti certificati”, alcuni “super competenti”, con titoli accademici chilometrici, endorsement internazionali incredibili. Obiettivi, programmi, strategie tutti di alto profilo intellettuale. Purtroppo, per loro e per noi, l’execution si è rivelata scadente, i risultati francamente imbarazzanti. Giudizio finale (sofferto): “incompetenti certificati dal campo”.
Allora il ragionamento dei cittadini-elettori è stato banale: “Quelli che ci hanno governato finora hanno fallito clamorosamente (siamo semplicemente più poveri, più precari, più insicuri), mandiamoli a casa, proviamo questi, tanto incompetenti per incompetenti …”. Nella vita (vera) succede così. Vale per l’idraulico come per il Nobel: contano execution e risultati, il resto è fuffa.
Avranno finalmente capito che la filosofia del “meno peggio” è a fine corsa?
L’establishment si sarà accorto che è con le spalle al muro? Sognavano un governo guidato dal Partito della Nazione (Matteo Renzi–Silvio Berlusconi-Emma Bonino e cespugli vari): i cittadini l’hanno, democraticamente, affogato nell’urna.
Renzi, astuto, si è defilato il giorno dopo. Come premier è stato imbarazzante, ma come politico è una volpe: ha capito che deve rimanere in letargo. Tanto dovranno richiamarlo, se vogliono salvare il Pd dall’implosione.
Berlusconi è disperato, non riesce a trovare chi può proteggere la “roba”, è disposto a tutto, persino a offrire come merce di scambio l’asset del cuore, Fi.
Bonino non ha mercato, fuori dai quadrilateri. E di quadrilateri ce ne sono troppo pochi: il modello è parco, abbonda di periferie, in futuro di favelas.
Chi si illude di andare a nuove elezioni, se lo scordi: cittadini e parlamentari in carica sono contrari. I “perdenti della globalizzazione” hanno fatto bingo, staranno aggrappati a questi risultati per cinque anni.
L’unica opzione, di certo gradita al Presidente Sergio Mattarella, resta un governo di salute pubblica (tutti dentro) ma ha un significato solo se preserva la salute politica (futura) dei tre vincitori.
L’Europa? L’ultimo dei problemi. Com’è lontano quel magico 2011, quando c’era il mitico burrone che ci attendeva e in nome del quale per anni si è fatto di tutto (in realtà dentro ci sono finiti solo Berlusconi e Bersani). Ora, con i nodi che stanno arrivando al pettine, i burroni sono diventate buche e si sono diffuse in tutt’Europa. Lasciamoli alle loro seghe mentali e agli psicanalisti franco tedeschi che li hanno in cura.
Così ad agitarsi sono rimasti l’establishment, le sue staff, media compresi, gli sfridi del Pd (renziani free), Berlusconi. Parlano di giochi politici che non interessano più a nessuno. Gli elettori hanno scelto, chi ha vinto conduca i giochi, si faccia un governo di salute pubblica (tutti dentro) guidato dai tre vincitori che durerà quanto decideranno loro, e dal quale si può solo scendere. C’è un proverbio indiano che si attanaglia al nostro caso “Se cavalchi una tigre non puoi scendere, altrimenti la tigre ti divora”. Vale in politica, e pure in medicina.
* Fonte: Riccardo Ruggeri
6 commenti:
Mi raccomando: ogni parlamentare ha un indirizzo email! Fate arrivare chiaro e tondo ad ognuno di loro il messaggio! Basta bofonchiare in salotto o al bar! Questi li vota la gente, la gente faccia pressione! La gente sei anche tu che leggi!
Nel frattempo, ecco un'altra interessante prospettiva.
Ripostiamo qui quanto da noi già scritto in risposta ai critici:
la politica non fa per tutti, e noi siamo una testata politica che risponde ad un'organizzazione politica, che non si limita a chiacchierare di politica, ma che FA politica.
Non riesci a capire?
Proviamo a spiegarci meglio, ma non pensiamo si tratti del fatto che ci spieghiamo male.
Ma andiamo avanti.
Noi non abbiamo votato alle recenti elezioni per M5S. Perché? Perché M5S, nella sostanza, dopo la svolta recente. ha scelto di entrare nel perimetro neoliberista. A noi è quindi chiaro che la cupola pentastellata non vuole alcun serio e vero cambiamento di orizzonte.
Punto.
Ma milionate di italiani, anzitutto al Sud, laggiù dove la disoccupazione veleggia al 40% reale, e dove il tasso di povertà è alto quanto quello greco, han votato i 5 Stelle, non grazie ai cedimenti al neoliberismo della cupola, non grazie al moderatismo di Di Maio, ma malgrado questi fattori, volendo cioè esprimere protesta e bisogno di cambiamento.
Ecco che c'è quindi un conflitto tra la spinta sociale che ha spinto in alto M5S e quel che la cupola ha realmente in testa.
Agire su questo conflitto, questo significa fare politica.
AGire su questo conflitto significa sostenere la spinta dal basso, popolare, per cambiare orchestra e musica, ciò per impedire che i poteri forti riescano a fare quel che fecero con Monti.
Se poi la cupola stellata, una volta al governo, si calasse le braghe, a milioni capiranno ciò che tu hai già capito. Molto probabile, auspicabile, è dunque il collasso dei cinque stelle, con l'apertura ad una fase di azione diretta e non più delegata da parte di chi sta sotto.
La cupola, una volta al governo, romperà con i poteri forti e la Ue?
tanto di guadagnato...
Avremo uno scontro frontale con le élite, ed è quello che ci vuole per strappare il popolo dal suo torpore e salvare questo Paese.
5 Stelle, FI e Lega possono fare un'ottima legislatura.
La Flat Tax è una tassa ingiusta però si può defiscalizzare in modo forte rispettando così (dal punto di vista della Lega) la promessa elettorale (anzi la flat tax a mio avviso genera tesoretti).
L'Ires è al 24% io direi che sarebbe da mettere al 20% defiscalizzando ulteriormente i prodotti quando sono esportati (per fare un po' di "mercantilismo").
L'Irpef invece lo strutturerei così:
Fino a 15.000 euro 20% (ora è al 23).
Tra 15.000 e 28.000 24% (ora è al 27).
Tra 28,000 e 55.000 28% (ora è al 38).
Tra 55.000 e 75.000 32% (Ora è al 41).
Oltre i 75.000 38% (Ora è al 43).
Notare che ho ridotto molto la fascia tra 28.000 e 75.000 perché a mio avviso è quella che dà lavoro.
L'Iva la riporterei al 20%.
Poi c'è il discorso del M5s e del suo RDC.
Ecco, non costa 14 miliardi ma 15 di più.
Costo totale di tutto questo?
Penso si aggiri sui 60 miliardi (cioè 3 punti di deficit/Pil considerando di utilizzare il Piano Cottarelli solo dove è opportuno e non dove conviene ai neoliberisti).
Che ne pensate?
Vorrei sapere, a grandi linee, dall'ottimo Mazzei quanto pensa costerebbe una simile riforma.
Ps: un mio conterraneo cui ho insegnato a seguirvi so vi ha contattato!
Saluti
Caro Marco Giannini,
secondo i miei calcoli il minor gettito degli interventi fiscali che proponi è di circa 46 miliardi. Nel dettaglio si tratta di circa 32 miliardi sull'Irpef, 8 miliardi sull'Iva, 6 miliardi sull'Ires. Il calcolo su queste due ultime tasse credo sia piuttosto preciso, un po' più grossolano (ma sempre attendibile) quello sull'Irpef.
Qui però, al di là dei numeri, ci sono diverse questioni politiche.
D'accordissimo sulla riduzione dell'IVA, misura equa ed utile a far ripartire la domanda interna, non sono invece d'accordo su Ires ed Irpef.
Primo, non vedo perché ridurre ulteriormente l'Ires (che è l'imposta sul reddito delle società) quando questa è già scesa dal 33% del 2004 al 24% attuale.
Secondo, la tua proposta - di cui certamente capisco il senso espansivo, oltre a quello di tentare di frenare l'obbrobrio della flat tax - va comunque ad appiattire ancora un po' aliquote già ampiamente schiacciate dagli interventi dell'ultimo trentennio. E l'Irpef è l'unica tassa progressiva esistente.
Personalmente allargherei invece la forbice portando la no tax area a 15mila euro, abbassando sensibilmente l'aliquota 15/28mila e più leggermente quella 28/55mila.
Inutile dire - ma qui siamo certamente d'accordo - che tutte queste misure saranno possibili solo con la rottura del vincolo esterno e la riconquista della sovranità monetaria.
In ogni caso ben venga un dibattito (con relativo confronto tra le diverse idee in campo) sulla questione fiscale. Una materia in cui oggi si oscilla tra il rigorismo della cupola eurista ed una certa faciloneria di troppi sovranisti.
Grazie Leonardo. Se ricapiti in Versilia mi farebbe piacere re-incontrarti per una bevuta anche perché riesci sempre a fare analisi quantitative e non solo qualitative.
Ci sono molte voci anche sponsirizzate su importanti blog che affrontano il tema sovranista come se fossero al bar. Tipo che basti emettere moneta e tutto in 10 minuti è risolto...
Nel 2013 ti vidi quando sobillavo le persone (il 9 dicembre) ma sebbene fossi a buon punto non avevo ancora le attuali conoscenze economiche.
Sollevazione è stata una fonte che ho pure citato nel libro.
In ogni caso dobbiamo uscire dall'euro come dici tu.
Sto facendo il tifo per Lega-5S sperando che sotto sotto...ma la vedo dura.
Un mio amico mi ha posto una domanda interessante e non ho saputo rispondergli: vi ha scritto nell'altro sito. Riguarda il PdR: io so che se usciamo va fatto per decreto che questo può esser posto una seconda volta all'attenzione del Presidente della Repubblica anche dopo un'ora se riapprovato...non ci sono tempi prestabiliti.
Il punto però che Mattarella la seconda volta che venisse posto di fronte alla promulgazione pur di non firmarlo si dimetterebbe. A quel punto dovrebbe firmarlo il Presidente del Senato che è un Forzista (e non firmerebbe) o (non so la questione bene) addirittura il nuovo Presidente (un mese di speculazione con il neolaureato ad Honorem a Bologna Soros dietro l'angolo).
Chiaramente vedo più spiragli in ottica "Trattativa" (direi Stato/Mafia visto che l'euro è la vera mafia e credo di non dire una eresia) ma anche qua ci sono scogli e sono pessimista sulla volontà di grillini (soprattutto), Fratelli e leghisti.
La famosa clausola peraltro la vorrebbero i tedeschi per i loro conti!
I tedeschi temono di perdere i 1000 md del target2. Già han deciso che vogliono un mix di Oro e TdS e non gli basta che la BCE glieli stampi. Si sta realizzando quanto previdi: vogliono l'oro.
Secondo Orizzonte 48 la BC italiana non è più italiana ma organo della BCE (in effetti se fosse stata italiana non avevamo nessun Target2). Se accettassero questa ottica non avremmo il Target2 ma perderemmo la BC e quindi anche l'oro che è suo...guarda caso...e quindi verrebbe piazzato dalla BCE alla Bundesbank scommettiamo un panino?
Se invece decidiamo che la BC è nostra si veleggia verso i 500 md di "debiti" e a breve 600.
Insomma, un bel casino ma è l'unica strada.
Per Mazzei (ma spero legga anche Bagnai, è una buona quadra per Lega/5s):
1) Ponendo quel 4% (solo l'ultimo scaglione dista 6 dal precedente) come scalino costante dalla prima alla penultima aliquota credo che proprio tale costanza scoraggerebbe l'evasione. Volete mettere evadere e risparmiare un 11% rispetto a un 4%?
2) L'ultima aliquota invece la pongo distante 6 perché sono i più ricchi e non sempre sono quelli che assumono, potrei sbagliarmi ma credo il grosso siano quelli della terza e quarta aliquota. Non mi baso su ciò che c'era prima. Faccio un ragionamento nuovo che comporta comunque una sostanziale detassazione per tutti.
Diciamo che la mia proposta dedicherebbe altri 4 miliardi (così facciamo 50 tondi) alla defiscalizzazione dei prodotti esportati.
In altre parole se adesso siamo al 2.2% di Deficit/Pil tra Cottarelli (fatto bene) e lo sforamento col 5% siamo a posto.
Una forte defiscalizzazione a 360 gradi ma anche mirata all'export (per incamerare benessere).
Diritti sociali Universali: RDC con salario orario garantito, contrattazioni collettive e proposte di lavoro (la borghesia non avrebbe più scuse per non assumere), assunzioni e proporrei anche un piano di lungo periodo non immediato per la piena occupazione (al posto del RDC) mirata verso politiche di cittadinanza attiva (non dedicate al PIL).
Basterebbe alzare quel RDC a 1200 e alzare le 8 ore settimanali a 20.
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