[ 2 agosto 2017 ]
Dato il grande successo di France Insoumise al primo turno delle presidenziali francesi (19,5%), nel variegato campo della sinistra radicale italiana, era tutto un osanna per J.L. Melenchon. Gli entusiasmi si raffreddarono tuttavia ben preso quando, in vista del secondo turno Melenchon, rifiutò, giustamente, di dare indicazione di voto per il banchiere Macron contro la Le Pen.
Da allora Melenchon e France Insoumise sono letteralmente scomparsi dalla visuale della sinistra radicale italiana. Fassina, ad esempio, esecrò la posizione astensionista dei "cugini" francesi.
C'è tuttavia un'altra spinosa ragione che spiega perché la sinistra radicale italiana ha fatto calare il sipario su Melenchon: la questione dell'immigrazione. I sinistrati italiani erano evidentemente distratti, non si erano accorti che Melenchon, già nella campagna per il primo turno, aveva respinto la posizione immigrazionista, ovvero dell'accoglienza indiscriminata, affermando che non è sostenibile per la Francia aprire le sue frontiere, non solo ai rifugiati aventi effettivamente diritto, ma indiscriminatamente a tutti ai migranti cosiddetti economici.
Ci permettiamo di sottolineare che una delle ragioni che permise a France Insoumise di ottenere il 19,5%, avvicinandosi alla possibilità di accedere al ballottaggio, fu proprio per questa posizione di rifiuto del diritto indiscriminato dei migranti ad entrare in Francia.
Se i cugini italiani, di Melenchon, invece di ubbidire ad un riflesso condizionato ("Che bello, siamo tutti di sinistra e siamo ancora vivi!") avessero fatto attenzione al programma di France Insoumise, se avessero seguito davvero come Melenchon parlava ai francesi, si sarebbero accorti, ad esempio, che la sinistra "politicamente corretta" francese aveva subito criticato il "populismo sovranista di Melenchon".
Ai politicamente corretti facevano eco i gauchiste no-border (l'estrema sinistra) che alzarono un polverone bollando Melenchon niente meno che come "razzista".
Per chi voglia approfondire l'argomento e conosca la lingua francese, consigliamo di leggere questo lungo attacco contro le "ambiguità populiste" di Melenchon, scritto dall'immancabile intellettuale progressista che, dopo avere sottolineato lo stretto legame tra la questione dell'immigrazione e quella della sovranità nazionale, così conclude penosamente la sua filippica:
Siamo invece stati molto sorpresi che anche gli amici di SENSO COMUNE, che pur perorando la modalità populista (anche troppo per la verità) siano finiti per rivolgere a Melenchon le medesime critiche dei sinistrati che dicono di aborrire:
Dato il grande successo di France Insoumise al primo turno delle presidenziali francesi (19,5%), nel variegato campo della sinistra radicale italiana, era tutto un osanna per J.L. Melenchon. Gli entusiasmi si raffreddarono tuttavia ben preso quando, in vista del secondo turno Melenchon, rifiutò, giustamente, di dare indicazione di voto per il banchiere Macron contro la Le Pen.
Da allora Melenchon e France Insoumise sono letteralmente scomparsi dalla visuale della sinistra radicale italiana. Fassina, ad esempio, esecrò la posizione astensionista dei "cugini" francesi.
C'è tuttavia un'altra spinosa ragione che spiega perché la sinistra radicale italiana ha fatto calare il sipario su Melenchon: la questione dell'immigrazione. I sinistrati italiani erano evidentemente distratti, non si erano accorti che Melenchon, già nella campagna per il primo turno, aveva respinto la posizione immigrazionista, ovvero dell'accoglienza indiscriminata, affermando che non è sostenibile per la Francia aprire le sue frontiere, non solo ai rifugiati aventi effettivamente diritto, ma indiscriminatamente a tutti ai migranti cosiddetti economici.
Ci permettiamo di sottolineare che una delle ragioni che permise a France Insoumise di ottenere il 19,5%, avvicinandosi alla possibilità di accedere al ballottaggio, fu proprio per questa posizione di rifiuto del diritto indiscriminato dei migranti ad entrare in Francia.
Se i cugini italiani, di Melenchon, invece di ubbidire ad un riflesso condizionato ("Che bello, siamo tutti di sinistra e siamo ancora vivi!") avessero fatto attenzione al programma di France Insoumise, se avessero seguito davvero come Melenchon parlava ai francesi, si sarebbero accorti, ad esempio, che la sinistra "politicamente corretta" francese aveva subito criticato il "populismo sovranista di Melenchon".
Ai politicamente corretti facevano eco i gauchiste no-border (l'estrema sinistra) che alzarono un polverone bollando Melenchon niente meno che come "razzista".
Per chi voglia approfondire l'argomento e conosca la lingua francese, consigliamo di leggere questo lungo attacco contro le "ambiguità populiste" di Melenchon, scritto dall'immancabile intellettuale progressista che, dopo avere sottolineato lo stretto legame tra la questione dell'immigrazione e quella della sovranità nazionale, così conclude penosamente la sua filippica:
« Benoît Hamon [il candidato socialista (sic!), NdR]», ora serio concorrente di Melenchon, ha affermato che la Francia deve "accogliere più migranti": il suo programma rivendica delle misure precise, notoriamente nei termini del diritto di asilo. Non possiamo pensare che Melenchon sia in materia meno progressista del partito socialista".Che i sinistrati italiani, accoglientisti a prescindere, abbiano scelto, da almeno due mesi, la via della rimozione, possiamo capirlo.
Siamo invece stati molto sorpresi che anche gli amici di SENSO COMUNE, che pur perorando la modalità populista (anche troppo per la verità) siano finiti per rivolgere a Melenchon le medesime critiche dei sinistrati che dicono di aborrire:
«La nostra bussola è quella della solidarietà e dell’internazionalismo. Benché la storia dell’emancipazione popolare abbia occasionalmente abbracciato le ragioni della chiusura a scapito di quelle dell’accoglienza, è alla logica inclusiva che dobbiamo rivolgerci nell’articolare la nostra identità. Le morti quotidiane nel Mediterraneo chiamano in causa il nostro stesso senso d’umanità, e su questo non possiamo cedere di un passo. Nonostante sia palpabile fra molti il senso di scetticismo e ostilità, la fratellanza fra popoli intercetta elementi del senso comune che sono trasversali alla cultura italiana, nelle sue componenti laiche e religiose. Da qui si deve partire».
Abbiamo capito bene? "Da qui si deve partire"?!?
10 commenti:
Più o meno la stessa dinamica messa in atto dagli eurosinistrati verso Jeremy Corbyn, dopo le sue prese di posizione su Brexit e immigrazione.
Giorgio.
Vi scrivo dalla sinistrata e compagna Firenze. Ieri l'altro un negro pregiudicato e clandestino ha preso la pistola di un vigile e ha sparato quattro colpi. Solo per miracolo non ci è scappato il morto. Ieri un islamico pregiudicato e clandestino ha preso a sassate la vetrina di un ristorante del centro mentre si trovava in mutande in mezzo di strada. Il 90% dei reati commessi da questi soggetti non vengono più messi ufficialmente a statistica dalla polizia (parola di un commissario).
Ma dove vogliamo andare???!!!
Bravo Piemme,adesso però aspettiamoci le reprimende degli "internazionalisti"che bolleranno immediatamente queste considerazioni come "rossobrune"(sic).Gli "utili idioti" delle élites transnazionali sono,come sai,in servizio permanente.
Per seguire in pieno il dibattito leuropeista bisognerebbe conoscere 24 lingue. Qui siamo ancora al francese scolastico: ovvio che i sinistrati non abbiano capito.
Braccia strappate alla catena di montaggio! All'epoca, almeno, capivano chi era il padrone. Oggi parlano come preti.
infatti a me non è mai piaciuto Melanchon ( conoscevo già la sua ambiguità su questi temi )
@Fiorenzo Fraioli , noi "sinistrati" , come ci chiami tu , esprimiamo queste idee :
“I comunisti mettono in rilievo e fanno valere gli interessi comuni dell’intero proletariato che sono indipendenti dalla nazionalità … sostengono costantemente l'interesse del movimento complessivo”
( K.Marx , IlManifesto , pg 1 del cap 2 , Proletari e comunisti )
“si è rimproverato ai comunisti ch'essi vorrebbero abolire la patria, la nazionalità.
Gli operai non hanno patria. Non si può togliere loro quello che non hanno. Ma poiché il proletario deve conquistarsi prima il dominio politico, elevarsi a classe nazionale , è anch'esso ancora nazionale, seppure non certo nel senso della borghesia.
Le separazioni e gli antagonismi nazionali dei popoli vanno scomparendo sempre più già con lo sviluppo della borghesia, con la libertà di commercio, col mercato mondiale, con l'uniformità della produzione industriale e delle corrispondenti condizioni d'esistenza. Il dominio del proletariato li farà scomparire ancor di più”
( K.Marx , IlManifesto , pag 9 del cap 2 , Proletari e comunisti )
“I comunisti lavorano all’unione e all’intesa dei partiti democratici di tutti i paesi ..
Proletari di tutto il mondo unitevi !”
( K.Marx , IlManifesto , ultimo capitolo , conclusione )
“[il lavoratore inglese ] Si nutre di pregiudizi religiosi, sociale e nazionali contro il lavoratore irlandese. La sua attitudine verso di lui è molto simile a quella dei poveri bianchi verso i neri degli antichi Stati schiavisti degli Stati Uniti d'America.
Questo antagonismo è artificialmente mantenuto e intensificato dalla stampa, dagli oratori, dalle caricature, in breve da tutti i mezzi di cui dispongono le classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell'impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione. E' il segreto grazie al quale la classe capitalista mantiene il suo potere. E questa classe ne è perfettamente cosciente."
( Lettera di Marx a Sigfrid Meyer e August Vogt del 9 aprile 1870 )
Fabio
ALL'ANONIMO SINISTRATO del 2 agosto 16.49
...qualcosa di serio con parole tue su quello che accade oggi? no eh!?
Quello che vi rimane è qualche citazione a vanvera di chi oggi vi seppellirebbe con una risata!!
Il sostegno sinistrato a Macron al ballottaggio sarebbe frutto delle "citazioni internazionaliste" di cui sopra?
Giorgio
@Fabio:grazie per la lezioncina,la conosciamo,peccato che la realtà dei fatti sia leggermente diversa e, per così dire,meno lineare e inquadrata in vetusti schemi interpretativi.Bravi,continuate così,la storia recente non vi ha proprio insegnato nulla.La lezioncina di marxismo d'antan però,l'avete imparata proprio bene,complimenti.
Le migrazioni secondo le modalità attuali non serviranno certo a creare unità o armonia tra i diversi popoli . Anzi contribuiranno ad allontanarli e a provocare tensioni. Ben lungi dall' unire, sono fomentate per dividere dai potenti come quelle cose citate sopra. Basta guardare chi finanzia molte di quelle ong.
le migrazioni solitamente sono causate da profonde carenze alimentari,da crisi di natura economiche e riguardano solitamente la parte più giovane e sana della popolazione migrante. Se la sinistra italiana o europea considera le attuali migrazioni dall'Africa causate da questo possono chiudere definitivamente la loro cultura nel èiù pofondo dei cassonetti.Non una parola sugli effetti imperialistici dell'occidente in Africa,nulla riguardo la natura di esuli e di profughi di intere popolazioni,che sapientamente vengono suddivise in "economiche e in " di guerra "come se l'intero continente non fosse da almeno duecento anni bersagglio ignominoso della sinistra istituzionale ed imperialista.Non siete altro che una corrente politica dell'imperialismo,citare Marx è fuori luogo.
“In conseguenza della solidarietà tra i lavoratori di tutti i paesi, la Repubblica socialista sovietica federativa russa riconosce tutti i diritti politici dei cittadini russi a coloro che risiedono nel territorio della Repubblica russa, hanno un lavoro e appartengono alla classe operaia. La Repubblica socialista sovietica federativa russa riconosce inoltre il diritto dei soviet locali di garantire la cittadinanza a questi stranieri senza complicate formalità”.
( Art 2 della Costituzione della Russia Sovietica )
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