Chi ha orecchie per intendere, intenda...
La campagna elettorale siciliana entra nel vivo. Come abbiamo detto le elezioni siciliane del 5 novembre sono la prova generale delle nazionali di primavera. I nostri lettori sanno già che la sola vera novità è la lista SICILIA LIBERA E SOVRANA- Noi siciliani con Busalacchi, movimento con il quale la CNL ha sottoscritto un vero e proprio PATTO POLITICO.
Contro SICILIA LIBERA E SOVRANA sta partendo (c'era da aspettarselo) una vera e propria campagna di denigrazione. Con questo intervento —che getta un fascio di luce sulle recenti vicende siciliane, oscure e meno oscure —parte il contrattacco.
STORIA E FALLIMENTO DEL MPA (Movimento per l’Autonomia)
E’ l’ora della RESA DEI CONTI della
storia e del fallimento dell’MPA.
L’MPA ha suscitato, in Sicilia, una
straordinaria speranza (periodo 2005-2008, fase di incubazione e sviluppo) ed è
risultato, alla fine dei conti, un TITANICO FALLIMENTO (periodo 2009-2012, fase
di governo di Raffaele Lombardo —nella foto sopra).
LE RAGIONI DELLA NASCITA E DELLO SVILUPPO
DELL’MPA E LE DUE FASI DIVERSE DEL MPA
Vanno distinte, dunque, due fasi, due
realtà e vicende diverse, seppure intrecciate.
Attorno al 2005, il sistema di potere
politico, e politico-mafioso siciliano, era in piena crisi.
La base del sistema di potere
siciliano, impostosi dal 1994 (clamorosa discesa in campo di Berlusconi), era
fondato sul berlusconismo trionfante, su Forza Italia, e, sul quadrumvirato
Silvio Berlusconi-Marcello Dell’Utri-Gianfranco Miccichè-Antonio D’Alì. E’ il
tempo disgraziato del “61 a 0”, a favore del centro-destra, a trazione
berlusconiana. Questo sistema, nel 2005, era in crisi verticale.
Per reggersi, lo scricchiolante sistema
di potere berlusconiano, in salsa sicula, dovette far ricorso, malvolentieri,
peraltro, all’inedito duopolio BERLUSCONISMO-CUFFARISMO (il fenomeno prende
nome dal famigerato e sciagurato Totò Cuffaro, governatore siciliano dal 2001),
una riclassificazione, quest’ultima, del peggiore mix tra degenerato, vetero-popolarismo
di antica schiatta democristiana (della peggiore specie), clientelismo globale
e totalitario, assistenzialismo sistemico e depravato, disinvoltura totale nei
rapporti proattivi con la trama affaristico-mafiosa.
Ma, attorno al 2005, anche il
cuffarismo è in crisi: era difficile, improbo, reggere all’infinito la titanica
—e geometricamente espansiva— CONFEDERAZIONE SICULA DELLE CLIENTELE, in
versione “Totò vasa vasa” (nomignolo derivante dalla prassi incontenibile del nostro Totò governatore di baciare
tutto e tutti, una vera e propria incontinenza, un inquietante “governar
baciando”).
Frattanto, dopo un decennio di infondate
speranze (1995-2005), l’assetto economico e sociale siciliano comincia a
precipitare verso l’abisso.
Il malessere, e il furore popolare,
prima serpeggia, e, poi, si comincia a sentire diffusamente nell’aria, come
veleno.
LE TRE DISTINTE RADICI DELL’MPA
In questo contesto germina l’idea, il
progetto e il percorso promozionale dell’MPA.
L’MPA germina da tre distinte radici.
1 - L’AUTONOMISMO, e il sicilianismo
genuino, democratico e progressivo, anche con una forte componente di sinistra,
rappresentato dalla comunità politica, che già nel lontano 1996, aveva fondato
il Movimento e la Lista “Noi Siciliani” (circa 72.000 voti al Senato e circa 47.000
voti alle regionali, con l’elezione di 1 deputato). ”Noi Siciliani” era
costituito da 3 componenti: la componente autonomista democratica e progressiva
(Erasmo Vecchio, Giuseppe Scianò e altri); la componente laburista di sinistra
(Beppe De Santis); la componente cattolico popolare (i fratelli Andrea e
Antonio Piraino). Erasmo Vecchio, più degli altri, assicurò generosa continuità
operativa all’impegno autonomista, quale autorevole co-promotore di “Nuova
Sicilia” (100.000 voti alle regionali del 2001, con 3 deputati).
2 - Il POPOLARISMO
CATTOLICO-DEMOCRATICO di ascendenza ACLISTA, rappresentato dal compianto on.
Lino Leanza ed altri.
3 - Gli SCISSIONISTI EX-UDC, di remota
e vaga provenienza dalla sinistra democristiana e cislina, aggregati attorno a
Raffele Lombardo (euro-parlamentare nel 1999 e nel 2004 e anche Presidente della Provincia di
Catania dal 2003).
Nella costruzione dell’MPA, la squadra
di “Noi Siciliani” ci mise l’anima, la visione, il progetto, gran parte del
programma, e quadri e militanti, l’entusiasmo, la generosità romantica perfino.
Tanto è vero che lo stesso De Santis, divenne, nella pratica e nell’immaginario
collettivo l’ideologo per eccellenza, lo stratega, il tessitore,
l’uomo-programma, il mediatore dinamico. Questa fatica è dimostrata dalla mole
impressionante di documenti elaborati, di piattaforme, di libri (in gran parte
pubblicati dalla casa editrice Arianna gestita da Pietro Attinasi e sua figlia
Arianna), convegni, seminari. Una parte della documentazione è facilmente
reperibile in WEB. Tra i libri, basti citare: “10 buoni motivi per la nascita e
il successo del Movimento per l’Autonomia” (2005), “Autonomia è Ambiente” con
Rossana Interlandi (2008), ”Una Sicilia libera e forte. Per il rinnovamento
della Sicilia” (2008), “La Sicilia siamo noi. Profilo storico e culturale della
Sicilia (3 voll. 2008), “La Sicilia ai giovani siciliani” ( 2008), “L’ultimo
treno del Sud e della Sicilia. La programmazione 2007-2013”.
Lino Leanza e la sua squadra ci misero
l’approccio sinceramente popolare, responsabile, mediatorio, ragionevole, la
concretezza e la generosità operativa a favore dei disoccupati e dei giovani,
in particolare.
Raffaele Lombardo —sempre affiancato
dal servile e traditore Giovanni Pistorio— ci mise, soprattutto, le truppe, in
gran parte cammellate e trasformiste (c’est la vie), nonostante gli
appassionati e roboanti impegni autonomisti e para-rivoluzionari degli inizi (periodo
2005-2008). Tutti genuinamente
reperibili in WEB e nella documentazione ufficiale del Governo regionale e dell’Assemblea regionale. Ci mise,
poi, il Lombardo, la più incontinente avidità e smania di potere, protervia, accidia, mania del potere
per il potere , solipsismo paranoico, la mania di grandezza in sé e per sé (l’hybris), di vera e propria
violenza del potere (periodo 2008-2012).
LA PIATTAFORMA TRADITA DELL’MPA
Resta il fatto che la prima fase dell’MPA
(2005-2008, prima della conquista del governatorato regionale) fu
complessivamente positiva, propulsiva, creativa, democratica, partecipata,
densa di idealità e di buona progettazione, almeno da parte dei promotori
dell’MPA in buona fede (magari, i classici “utili idioti”). In questo quadro si
attivarono centinaia e centinaia di militanti di buona volontà, che diedero
l’anima per l’MPA, e anni di impegno gratuito e appassionato. Ne ricordo due
tra i tanti: Giuseppe Prestigiacomo e Rossana Interlandi.
Gli obiettivoìi del PRIMO MPA erano:
- dignità, orgoglio, responsabilità e
identità alla Sicilia;
- tutela, senza guardare in faccia a
nessuno, degli interessi sistemici della Sicilia;
- tutela dell’agricoltura e dell’agroindustria
siciliana dalle multinazionali predatrici e dalle centrali oligarchiche;
- animare e rinnovare la partecipazione
del Popolo siciliano al governo della cosa pubblica;
- realizzare un sistema generalizzato e
serio di FISCALITA’ DI VANTAGGIO O DI SVILUPPO, come dir si voglia;
- realizzare finalmente e bene, senza
sé e senza ma, il PONTE SULLO STRETTO, ritenuto-sia pure tra riserve —la madre
di tutte le infrastrutture— in modo ecocompatibile e al riparo dei comitati
d’affari;
- attuare radicalmente e integralmento
lo STATUTO AUTONOMISTICO speciale;
-realizzare, in un’ottica
neomeridionalista, il massimo di sinergia e di alleanza possibile con le altre
7 Regioni meridionali;
- “debellare definitivamente” il cancro
della mafia, ”tutto in 10 anni al massimo”, così arringava le folle il Lombardo
(vedere gli atti dei primi congressi dell’MPA).
Ebbene, DI QUESTO PROGRAMMA
RIVOLUZIONARIO NON SI E’ REALIZZATO NULLA, O SI E’ REALIZZATO L’ESATTO IL
CONTRARIO.
Tutto è stato vigliaccamente tradito.
Una ignominia.
Tant’è che, vista la mala parata,
Erasmo Vecchio fu uno dei primi ad andarsene, sdegnano.
Cosa accadde, già nella tarda primavera
del 2008, soltanto qualche mese dopo l’ascesa al potere del Lombardo?
L’UOMO SOLO AL COMANDO E LA LIQUIDAZIONE DELL’MPA
L’UOMO SOLO AL COMANDO E LA LIQUIDAZIONE DELL’MPA
1 - In primis, il Lombardo liquidò il
nuovo movimento-partito, cioè l’MPA stesso. Tutto il potere al Governatore.
L’UOMO SOLO AL COMANDO, in forme estreme e paranoiche.
Ma come si potevano combattere i POTERI
FORTI, senza l’ausilio di un Partito forte, organizzato e combattivo?
L’idea poteva esser quella di affidare
il partito ai quadri più generosi e disponibili, più vocati e adatti a questa
funzione, come Leanza, De Santis, Interlandi, Prestigiacomo e altri bravissimi
quadri e militanti.
Ma, quando mai!
Il Lombardo impedì, con protervia, ogni
ipotesi di svolgimento di qualche forma congressuale del morente (assassinato)
MPA.
LA
LIQUIDAZIONE DEI PARTNERS E COLLABORATORI PIU’ATTIVI E AUTONOMI
2 - In secondo luogo, il Lombardo tolse
potestà, mise in qualche cantuccio di secondo o terzo ordine, emarginò, o
letteralmente liquidò tutti principali e sinceri promotori dell’MPA, a partire
da Lino Leanza, Giuseppe Prestigiacomo, Beppe De Santis e decine e decine di quadri e militanti che ci avevano
creduto all’MPA. Ad altri, più deboli e consenzienti, riservò il ruolo di
tappabuchi.
Il Lombardo, anche con i più brillanti
collaboratori, usò la classica “tecnica della sarda”, di scuola manniniana (dal
Ministro Calogero Mannino, maestro del Lombardo e del Cuffaro): fargli
assaggiare il potere e lo svolgimento di una funzione autorevole, per poi
rimuoverlo dopo pochi mesi, senza ragione alcuna —se non quella di fare
“odorare la sarda” ai successivi malcapitati.
Alla “tecnica della sarda” fa da
presupposto filosofico “la teoria de coglioni”: vale a dire, che i
collaboratori e i partners è meglio, è d’uopo, che siano prevalentemente
cretini, fragili, ricattabili, servili. Per quelli mediamente intelligenti e di
carattere, non c’è posto. I partners e i collaboratori devono essere come i
coglioni, devono essere coglioni.
In compenso, il Lombardo, si tenne
sempre tra i piedi (pardon tra i coglioni), il più infido e mellifluo e
traditore tra tutti i compagni d’avventura, il già citato Giovanni Pistorio,
che, alla prima occasione, lo tradì clamorosamente.
Queste teorie e queste pratiche
barbariche fanno da presupposti a fenomenologie governative ben più pericolose e
destabilizzanti: il continuo e folle giro di valzer delle maggioranze
governative, degli assessori, dei direttori, degli incaricati e dei collaboratori tutti i livelli. Il
caos.
I TRADIMENTI E IL RIBALTAMENTO DELLE
ALLEANZE
3 - In terzo luogo, il Lombardo, preso
dalla ybris (mania di grandezza di tipo paranoico) dell’uomo solo al comando,
presto tradì la maggioranza che l’aveva eletto con fiducia e entusiasmo, e
convolò a nozze con il PD di Beppe Lumia e di Antonello Cracolici.
Accade che, nel 2009, i centristi di
Casini, avvertendo la crisi strutturale del berlusconismo e della ruolo dello
stesso Berlusconi, osarono ipotizzare un CENTRO POLITICO autonomo dallo stesso
Berlusconi. Apriti cielo!
Presto, e di nascosto, il Lombardo fece
un patto col Cavaliere di Arcore, teso a liquidare l’UDC siciliana, perno
dell’UDC nazionale e quindi perno del sognato CENTRO AUTONOMO.
Il Lombardo approntò un vero e proprio
TRADIMENTO, di stile borgiano, ai danni degli alleati più viciniori e simpatetici,
i malcapitati dell’UDC. I quali, infatti, con vari pretesti rivoluzionari,
furono sbattuti fuori dal governo regionale. Quello che ci rimase più male fu
soprattutto il povero totò Cuffaro, già in altri e ben più grossi guai
affaccendato.
Poi, sempre il Lombardo spaccò Forza
Italia siciliana, sbattendone una parte fuori dal governo e tenendosene una
parte, servile, dentro. Il fido Miccichè, allievo e cane di scorta del capo della
mafia politica, il senatore Dell’Utri.
LOMBARDO E I LOMBARDIANI SERVI DELLE
OLIGARCHIE NEOLIBERISTE, FINANZCAPITALISTE SPECULATIVE
4 - In quarto luogo, il Lombardo,
abbandonate miserevolmente le istanze autonomistiche, adottò tutte le politiche
austeritarie e di tagli della spesa pubblica, antimeridionaliste e anti-siciliane,
imposte dal nuovo governo Berlusconi-Tremonti-Bossi, governo, peraltro, a truce
trazione leghista. A cominciare dai durissimi tagli alla Sanità e ai Comuni.
Pr la sanità adottò, come assessore, un
rozzo tagliatore di teste, un certo Massimo Russo, magistrato rampante,
completamente ignavo delle cose sanitarie. A distanza di anni, quando gli
operatori sanitari siciliani sentono il nome del sunnominato, si toccano
freneticamente le pudenda.
Il Lombardo, da rodomontico guerriero
autonomista, assunse il ruolo di servo totale e gagliaardo delle oligarchie
neoliberiste speculative romane e europee, che, tra il 2008 e il 2012 ( dal
2011, con truce Mario Monti) fecero definitivamente a pezzi l’Italia, il Sud e
la Sicilia.
Peraltro, il Lombardo, essendo molto
superbo e ignorante, come gran parte della classe politica predatoria nostrana, quando nel 2008 (formalmente
il 17 settembre 2008, con l’affondamento della Lehman Brothers), scoppio la
GRANDE CRISI GLOBALE, NON NE CAPI’ MINIMAMENTE LA PORTATA, ch fu più devastante
della crisi del 1929, sebbene alcuni dei suoi collaboratori più volenterosi e
informati l’avessero messo sull’avviso, suggerendogli anche di leggere
qualche libro illuminante di
Gallino, Bagnai, Piketty, Screpanti.
Nulla da fare. Se ne stracatafottò altamente, come direbbe il maestro
Camilleri. Continuò ad andare avanti a testa bassa, contribuendo ad affondare
definitivamente la Sicilia.
Alcuni dei più ingenui e testardi (“utili idioti” per l’allievo preferito
di Lillo Mannino) collaboratori d’allora conservano ancora caterve di e-mail
indirizzate ufficialmente al Signor governatore con suggerimenti, indicazioni,
proposte, finite nel nulla della NULLITA’ AUTODISTRUTTIVA DEL LOMBARDISMO.
Forse è tempo di pubblicarle , queste e-mail.
L’ARMATA BRANCALEONE DI LOMBARDO HA
TRADITO COMPLETAMENTE L’AUTONOMIA SICILIANA E IL POPOLO SICILIANO
5 - In quinto luogo, il Lombardo riempì
il Parlamento regionale, gli Assessorati, gli enti regionali, perfino qualche
anfratto del Parlamento nazionale e del governo nazionale di autentici ascari —collaborazionisti
venduti al colonizzatore di turno— anti-siciliani, soggetti servili, ignavi e
pericolosi, un autentico circo Barnum di soggetti a tutto vocati meno che a
fare i guerrieri autonomisti e sovranisti, veri e propri personaggi in cerca
d’autore, e proprio per questo dannosi, dannosissimi alla causa del bene
comune, del bene pubblico. Figuriamoci alla difesa dell’Autonomia siciliana. Ne
ricordo soltanto alcuni, come in
un incubo, ad occhi aperti: Giovanni Pistorio (senatore, deputato all’Ars e
pluriassessore), il senatore Vincenzo Oliva, il sottosegretario Giuseppe Reina,
Roberto Di Mauro, Carmelo Lo Monte, Riccardo Minardo, Pietro Rao, Angelo
Lombardo, Angelo Attaguile, Antonino Rizzotto, Marianna Caronia, Giovanni Greco,
Salvatore
“Toti”Lombardo, Paolo Ruggirello, Totò Lentini, Giuseppe Federico, Vincenzo Figuccia, Giuseppe Gennuso, Mimmo Russo, Paolo Colianni, Gaetano Armao. Un’armata Brancaleone.
“Toti”Lombardo, Paolo Ruggirello, Totò Lentini, Giuseppe Federico, Vincenzo Figuccia, Giuseppe Gennuso, Mimmo Russo, Paolo Colianni, Gaetano Armao. Un’armata Brancaleone.
Tutti costoro, insieme ad un altro
centinaio almeno HANNO TRADITO COMPLETAMENTE L’AUTONOMIA SICILIANA.
Hanno ingannato il popolo siciliano.
Sono dei traditori della Patria siciliana.
LOMBARDO E I LOMBARDIANI AL SERVIZIO DI
MATTEO RENZI
6 - In sesto luogo, il Lombardo, nel
corso della presente legislatura nazionale, ha allocato e dislocato i suoi
residui, pochissimi, servi, ancora presenti nel Parlamento nazionale (2-3
scherani), tramite la banda parlamentare di Denis Verdini, AL SERVIZIO DELLA MAGGIORANZA E DEI GOVERNI
RENZI.
Lombardo e i lombardiani sopravviventi
sono, dunque, renziani.
Sono corresponsabili di tutte le
malefatte del governo Renzi e contorni. Altro che Autonomia.
LOMBARDO E I LOMBARDIANI PER IL “SI’”
AL REFERENDUM E QUINDI NEMICI DELLO STATUTO AUTONOMISTICO
7 - In settimo luogo, il Lombardo e i
suoi scagnozzi, hanno baldanzosamente sostenuto il SI nel referendum
anticostituzionale del 4 dicembre 2016, in perfetta combutta con la banda
Renzi.
Ora, svuotare e distruggere la
Costituzione italiana del 1948, significa contestualmente distruggere lo
Statuto autonomistico siciliano. Non è molto difficile a afferrare.
L’ARMATA BRANCALEONE LOMBARDIANA DI
NUOVO IN AGGUATO
Adesso, giungono notizie per cui gran
parte di questa gentaglia, da dietro le quinte capitanata dal Lombardo, intende
ripresentarsi alle elezioni, per farsi rieleggere e continuare ad ingannare il
Popolo siciliano. Sempre in nome dell’Autonomia, dell’Autonomia tradita.
Se hanno tradito una volta, due volte,
tre volte, continueranno a tradire.
Vi rendete conto? Di nuovo, Colianni,
Rizzotto, Gennuso, Lombardo junior. C’è da inorridire.
Approfitto per far notare che l’esimio
Gaetano Armao è stato, in questi anni, dal 2009 ad oggi, il vero braccio destro
di Lombardo.
Sarebbe lui —l’Armao tanto caro a
Berlusconi— il nuovo guerriero vendicatore dei torti subiti dallo Statuto
autonomistico?
Ma, siamo seri!
Anni fa, nel lontano fine 2008, quando
in pochi mesi, capii e capimmo il tradimento in corso del Lombardo, ciascuno in
buona volontà cercò di correre ai ripari.
Ci fu chi mollò immediatamente l’MPA e
il Lombardo e andò altrove a svernare.
Chi abbandonò, schifato, e per sempre
l’attività politica.
Chi tentò di opporsi alla deriva
lombardiana e ri-mediare.
Chi, come il sottoscritto tornò agli
studi di taglio sovranista costituzionale (come ci saremmo chiamati di lì a
poco), al lavoro di progettista dello sviluppo locale, cercò di contribuire
alla nascita e allo sviluppo del nuovo movimento contadino che sfociò nei
FORCONI, a ipotizzare progettare e promuovere una sommossa meridionalista (sulla
falsariga di libri di Pino Aprile) prima dell’insorgenza grillina, a
intraprendere la lunga marcia della rivoluzione sovranista costituzionale.
A partire dal Natale del 2008, nel
mondo ormai semidistrutto dell’ex MPA, gli improperi e gli epiteti contro il
Lombardo si sprecarono.
Un appellativo ebbe particolare
successo.
“La Bestia”. E’ stato, per un lungo
periodo, l’appellativo più gentile e diffuso per qualificare il traditore di
Palazzo D’Orleans.
Lombardo “La Bestia”.
Ora, io alla “Bestia”, intanto, dico:
“Non molestare il cane che dorme”.
Ma, “La Bestia” non sa, non può
resistere a fare del male, a molestare, a provocare, a violentare, a malignare,
a trafficare, a “pupiare”.
Per cui, siccome “ La bestia” non
molla, sono stato costretto, durante questo afoso agosto 2017, a scrivere un
libro di oltre 200 pagine, tutte dedicate alla “Bestia”.
Il Libro è già in tipografia e uscirà
in autunno.
In piena campagna elettorale.
E’ già prevista la presentazione in una
settantina di Comuni di Sicilia.
Questo umile e sintetico articolo è
soltanto l’antipasto della storia della “Bestia”.
Anticiperemo, nelle prossime settimane,
alcuni contenuti del Libro. Sui Blog e su Facebook.
Peraltro, siamo costretti a questo tipo
di scrittura, per legittima difesa.
In altri termini, non ne possiamo più
dell’impostura di questi cattivi soggetti, di questi satrapi falliti e
traditori.
Vi dò, per ultimo, nel successivo
post-scriptum, alcuni esempi miserabili del modo d’essere e agire di questi miserabili soggetti.
Post-scriptum
Mi dicono che il Lombardo ( “La Bestia”)
ad un rozzo candidando di Siracusa, piombandogli in casa, gli abbia intimato di
non perdere tempo con quei “saltimbanchi” di Beppe De Santis e Erasmo Vecchio.
Povera la mia “Bestia”, come ti sei
malridotta.
Vedrai, Vedrai…
Questi saltimbanchi, questi meschini
pagliacci, ti faranno saltare il Banco.
Mi dicono che il Lombardo (“La Bestia”)
ad un cretino, che si crede un rivoluzionario, abbia suggerito che “il problema
non è tanto Erasmo Vecchio, che è un buono. Il problema è De Santis. Che
bisogna abbattere. Isolare. E’ lui l’estraneo ai nostri interessi (?),
l’alieno. Pericoloso”.
Il Lombardo ignora, o fa finta, che
Erasmo e Beppe sono fratelli siamesi.
Vedrai, vedrai…
Sì, siamo magnificamente estranei ai
suoi interessi (?).
Attenzione, cara “Bestia”, a quel che
scrisse il 30 settembre 2005 il famigerato
pidocchio Matteo Messina Denaro, attuale capo assoluto di Cosa Nostra, nel suo
epistolario “Lettere a Svetonio”, col noto Vaccarino —ex sindaco colluso e tragediatore di Castelvetrano, a suo
tempo, attivo sodale del Lombardo e cacciato dalle file dell’ MPA per
iniziativa di De Santis e altri—, riferendosi alla nascita e sviluppo dell’MPA,
a trazione lombardiana:
“ n.b. Mi piace il nuovo cammino (l’MPA), escluso De Santis”.
“Con accresciuta stima
e l’immenso affetto di sempre
un bacio-
ad maiora
suo Alessio”.
(alias Matteo Messina Denaro).
Nessun commento:
Posta un commento