[ 17 ottobre ]
Non basta a Berlino l'aiutone dell'euro per sostenere la supremazia del capitalismo tedesco. Ci vogliono gli aiutini della Bce, oltre ai trucchi (Affaire Volkswagen) e le mazzette per vendere i propri prodotti (caso Siemens in Grecia)...
BOLLETTINO MEDICO n.1: se Viktor Orbàn non si piega…
BOLLETTINO MEDICO n.2: Germania: non siete tedeschi? Niente welfare!
Germania ancora regina dell'export: surplus commerciale a 22,2 miliardi
La bilancia commerciale è uno degli elementi principali della bilancia dei pagamenti [1], è un conto nel quale viene registrato l'ammontare delle importazioni e delle esportazioni di merci di un paese. Il saldo di bilancia commerciale corrisponde alla differenza tra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni di merci e servizi.
La bilancia commerciale può essere in attivo, in passivo, o in pareggio. Il saldo della bilancia commerciale tra due Paesi è uno dei fattori che determina il tasso di cambio delle rispettive monete, facendo di norma salire il valore nominale della valuta del Paese in surplus, e scendere quello con la bilancia in deficit. Cosa impossibile nel contesto dell'eurozona, e la qual cosa da un vantaggio ai paesi esportatori.
Il surplus tedesco rappresenta l'ennesimo campanello d'allarme per gli altri Paesi europei. Gli altri Paesi scommettono sulle esportazioni per rianimare le loro economie. La speranza è sempre la stessa: che sia la ricca Germania a comprare i loro prodotti. Ma la Germania - invece di comprare - è ormai specializzata a vendere verso l'estero (merito anche dei bassi salari e della bassissima inflazione)
Una nota a piè di pagina che vale miliardi. Negli stress test di luglio condotti dall'Eba, sembra che a Deutsche Bank sia stata concessa dalla Bce una notevole eccezione. a proposito dell'imparzialità della "Vigilanza europea".
La prima banca tedesca, che risultata essere, in quanto a bilanci e solidità, tra le dieci peggiori del continente, ha potuto contabilizzare un'operazione che non era ancora andata in porto, ossia la vendita di una quota da 4 miliardi di euro della cinese Hua Xia. L'intesa è stata sottoscritta a fine anno e ad oggi non è ancora stata conclusa.
Deutsche ostenta tranquillità, sostenendo che l'incasso avverrà entro la fine del'anno. Ma al momento degli stress test, l'operazione di vendita era ben al di là dal venire. A nessun altra delle 50 banche sottoposte agli stress test - molte delle quali con dismissioni in corso - è stata concessa un'eccezione del genere.
Non basta a Berlino l'aiutone dell'euro per sostenere la supremazia del capitalismo tedesco. Ci vogliono gli aiutini della Bce, oltre ai trucchi (Affaire Volkswagen) e le mazzette per vendere i propri prodotti (caso Siemens in Grecia)...
NOTE
[1] La bilancia dei pagamenti (Alberto Bagnai)
[2] Qui i dati al 2015
« I dati diffusi dalll'Ente Nazionale di Statistica Tedesco (DESTATIS), relativi al commercio estero tedesco nel 2015, confermano nuovamente un surplus della bilancia commerciale della Germania. Lo scorso anno si è infatti registrato un attivo di oltre 247 miliardi di Euro, a fronte dei circa 216 miliardi del 2014. Le esportazioni tedesche hanno raggiunto i 1.196 miliardi, con un aumento del 6,4% rispetto al 2014. Le importazioni hanno mostrato un incremento 4,2% rispetto al 2014, per un totale di 948 miliardi.
In testa alla classifica relativa ai principali prodotti tedeschi d´esportazione, nel 2015 si sono collocati: autoveicoli e componentistica (217 miliardi di euro, +11,6%), macchinari (200 miliardi di euro, +4,3% rispetto al 2014), macchinari elettrici (117 miliardi di euro, +6,9%) e prodotti farmaceutici (68 miliardi di euro, +15%).
Il settore merceologico relativo ai macchinari ha rappresentato la principale voce di importazione (120 miliardi di euro, in aumento del 6,4% rispetto al 2014). Le altre voci che hanno rivestito notevole importanza sono state: macchinari elettrici (112 miliardi di euro, +11,2%), automobili e componentistica (89 miliardi di euro +14,3%), combustibili fossili (89 miliardi di euro, con un calo rispetto al 2014 del 21,1%).
Quanto alle principali destinazioni geografiche del commercio estero della Germania nel 2015, al mercato Unico Europeo sono state destinate merci per un valore di 693 miliardi di euro (+7%). Le importazioni tedesche dai Paesi Membri dell’Unione Europea hanno raggiunto nel 2015 i 621 miliardi di euro (+4,5%). Le esportazioni tedesche nei Paesi Terzi hanno raggiunto nell’anno in questione 501 miliardi di euro (+5,6%) mentre le importazioni tedesche da suddetti paesi hanno raggiunto i 326,5 miliardi di euro (+3,5%).
Con uno sguardo ai singoli Paesi, gli Stati Uniti risultavano - in termini di entità dell´interscambio - il primo partner commerciale della Germania nel 2015 (173 miliardi di euro), seguiti da Francia (169 miliardi di euro), Paesi Bassi (167 miliardi di euro) e Cina (163 miliardi di euro), mentre l´Italia si è collocata in sesta posizione (107 miliardi di euro) nella classifica generale dei principali partner commerciali.
Sul versante delle esportazioni, i mercati più significativi sono stati gli Stati Uniti (114 miliardi di euro), la Francia (102 miliardi di euro) ed il Regno Unito (89 miliardi di euro). L´Italia si è aggiudicata il settimo posto (58 miliardi di euro). Relativamente alle importazioni, nel 2015 la Cina si è aggiudicata il primo posto nella classifica dei principali fornitori del mercato tedesco (91 miliardi di euro), seguita dai Paesi Bassi (87 miliardi di euro) e dalla Francia (66 miliardi di euro). All´Italia è spettato il quinto posto (49 miliardi di euro).
Fonte: mercati esteri
Non basta a Berlino l'aiutone dell'euro per sostenere la supremazia del capitalismo tedesco. Ci vogliono gli aiutini della Bce, oltre ai trucchi (Affaire Volkswagen) e le mazzette per vendere i propri prodotti (caso Siemens in Grecia)...
BOLLETTINO MEDICO n.1: se Viktor Orbàn non si piega…
BOLLETTINO MEDICO n.2: Germania: non siete tedeschi? Niente welfare!
Germania ancora regina dell'export: surplus commerciale a 22,2 miliardi
La bilancia commerciale è uno degli elementi principali della bilancia dei pagamenti [1], è un conto nel quale viene registrato l'ammontare delle importazioni e delle esportazioni di merci di un paese. Il saldo di bilancia commerciale corrisponde alla differenza tra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni di merci e servizi.
La bilancia commerciale può essere in attivo, in passivo, o in pareggio. Il saldo della bilancia commerciale tra due Paesi è uno dei fattori che determina il tasso di cambio delle rispettive monete, facendo di norma salire il valore nominale della valuta del Paese in surplus, e scendere quello con la bilancia in deficit. Cosa impossibile nel contesto dell'eurozona, e la qual cosa da un vantaggio ai paesi esportatori.
Ebbene, la Germania si conferma tra i campioni mondiali delle esportazioni. L'Istituto federale di Statistica - il Destatis, il nostro Istat - calcola che il surplus commerciale è aumentato a 22,2 miliardi (ad agosto). Le esportazioni hanno raggiunto così i 102,3 miliardi (+5,4%).
Il surplus tedesco rappresenta l'ennesimo campanello d'allarme per gli altri Paesi europei. Gli altri Paesi scommettono sulle esportazioni per rianimare le loro economie. La speranza è sempre la stessa: che sia la ricca Germania a comprare i loro prodotti. Ma la Germania - invece di comprare - è ormai specializzata a vendere verso l'estero (merito anche dei bassi salari e della bassissima inflazione)
Questo aumento del surplus tedesco, che uccide l'economia dei paesi concorrenti, anzitutto dell'Unione, non è un fatto nuovo, dura anzi da molti anni. [2]
Deutsche Bank aiutata dalla Bce negli stress test di luglio Una nota a piè di pagina che vale miliardi. Negli stress test di luglio condotti dall'Eba, sembra che a Deutsche Bank sia stata concessa dalla Bce una notevole eccezione. a proposito dell'imparzialità della "Vigilanza europea".
La prima banca tedesca, che risultata essere, in quanto a bilanci e solidità, tra le dieci peggiori del continente, ha potuto contabilizzare un'operazione che non era ancora andata in porto, ossia la vendita di una quota da 4 miliardi di euro della cinese Hua Xia. L'intesa è stata sottoscritta a fine anno e ad oggi non è ancora stata conclusa.
Deutsche ostenta tranquillità, sostenendo che l'incasso avverrà entro la fine del'anno. Ma al momento degli stress test, l'operazione di vendita era ben al di là dal venire. A nessun altra delle 50 banche sottoposte agli stress test - molte delle quali con dismissioni in corso - è stata concessa un'eccezione del genere.
Non basta a Berlino l'aiutone dell'euro per sostenere la supremazia del capitalismo tedesco. Ci vogliono gli aiutini della Bce, oltre ai trucchi (Affaire Volkswagen) e le mazzette per vendere i propri prodotti (caso Siemens in Grecia)...
NOTE
[2] Qui i dati al 2015
« I dati diffusi dalll'Ente Nazionale di Statistica Tedesco (DESTATIS), relativi al commercio estero tedesco nel 2015, confermano nuovamente un surplus della bilancia commerciale della Germania. Lo scorso anno si è infatti registrato un attivo di oltre 247 miliardi di Euro, a fronte dei circa 216 miliardi del 2014. Le esportazioni tedesche hanno raggiunto i 1.196 miliardi, con un aumento del 6,4% rispetto al 2014. Le importazioni hanno mostrato un incremento 4,2% rispetto al 2014, per un totale di 948 miliardi.
In testa alla classifica relativa ai principali prodotti tedeschi d´esportazione, nel 2015 si sono collocati: autoveicoli e componentistica (217 miliardi di euro, +11,6%), macchinari (200 miliardi di euro, +4,3% rispetto al 2014), macchinari elettrici (117 miliardi di euro, +6,9%) e prodotti farmaceutici (68 miliardi di euro, +15%).
Il settore merceologico relativo ai macchinari ha rappresentato la principale voce di importazione (120 miliardi di euro, in aumento del 6,4% rispetto al 2014). Le altre voci che hanno rivestito notevole importanza sono state: macchinari elettrici (112 miliardi di euro, +11,2%), automobili e componentistica (89 miliardi di euro +14,3%), combustibili fossili (89 miliardi di euro, con un calo rispetto al 2014 del 21,1%).
Quanto alle principali destinazioni geografiche del commercio estero della Germania nel 2015, al mercato Unico Europeo sono state destinate merci per un valore di 693 miliardi di euro (+7%). Le importazioni tedesche dai Paesi Membri dell’Unione Europea hanno raggiunto nel 2015 i 621 miliardi di euro (+4,5%). Le esportazioni tedesche nei Paesi Terzi hanno raggiunto nell’anno in questione 501 miliardi di euro (+5,6%) mentre le importazioni tedesche da suddetti paesi hanno raggiunto i 326,5 miliardi di euro (+3,5%).
Con uno sguardo ai singoli Paesi, gli Stati Uniti risultavano - in termini di entità dell´interscambio - il primo partner commerciale della Germania nel 2015 (173 miliardi di euro), seguiti da Francia (169 miliardi di euro), Paesi Bassi (167 miliardi di euro) e Cina (163 miliardi di euro), mentre l´Italia si è collocata in sesta posizione (107 miliardi di euro) nella classifica generale dei principali partner commerciali.
Sul versante delle esportazioni, i mercati più significativi sono stati gli Stati Uniti (114 miliardi di euro), la Francia (102 miliardi di euro) ed il Regno Unito (89 miliardi di euro). L´Italia si è aggiudicata il settimo posto (58 miliardi di euro). Relativamente alle importazioni, nel 2015 la Cina si è aggiudicata il primo posto nella classifica dei principali fornitori del mercato tedesco (91 miliardi di euro), seguita dai Paesi Bassi (87 miliardi di euro) e dalla Francia (66 miliardi di euro). All´Italia è spettato il quinto posto (49 miliardi di euro).
Fonte: mercati esteri
1 commento:
Si moltiplicano in Germania le voci che prevedono un'uscita italiana dall'euro:
http://www.businessinsider.de/hans-werner-sinn-der-euro-ist-gescheitert-2016-10?IR=T
https://www.welt.de/wirtschaft/article158808299/Ja-der-Euro-ist-grandios-gescheitert.html
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