[ 12 marzo ]
E' bene non girarci attorno: con la modifica della Costituzione e visto come si sono schierate le forze in Parlamento, il "partito della Nazione" ha cominciato a prendere forma.
Partiamo da questa "riforma". Cos'è che cambia? Cambia che l'Italia non è più, in senso proprio, una Repubblica parlamentare, ma di tipo semi-presidenziale. Non l'attuale Presidente della Repubblica (le cui facoltà vengono anzi addirittura ridimensionate), ma il capo del governo sarà d'ora in avanti il dominus, il perno dell'architettura istituzionale, col Parlamento che viene ridotto ad un organismo subalterno e strumentale all'Esecutivo.
Un disegno, quest'ultimo, a cui le cricche capitalistiche dominanti ed euriste ambivano da molto tempo, sin da prima dell'abbattimento giudiziario della Prima repubblica. Berlusconi tentò egli di farsi esecutore di quel disegno, ma gli venne impedito. La grande borghesia non poteva accettare che uno dei più potenti tra i capitalisti ( a maggior ragione per il suo monopolio dei media) diventasse il monarca. Ciò che hanno chiamato "conflitto d'interessi".
Anche questo golpe è passato col voto favorevole della cosiddetta "sinistra" del Pd la quale annuncia che sarà l'ultima volta, che se non cambia la legge elettorale "Italicum" uscirà dalla maggioranza e forse dal partito stesso. Che pena! Questi cannibali, dopo aver partecipato a sbranare la Costituzione, ora bisticciano su come vanno ripartiti i brandelli.
Renzi ha lasciato intendere anche questa volta, visto che tutti i sondaggi lo confortano, che in caso di imboscate e brutti scherzi, di ingovernabilità del parlamento, porterà tutti quanti i "nominati" alle elezioni anticipate.
Potrà sembrare pazzesco ma Renzi ha messo nel conto di perdere parte dell'elettorato di tradizione sinistrorsa. Egli ha in testa un partito tutto suo, e ritiene che, con lo spappolamento di Forza Italia e l'esaurimento della spinta di M5S, potrà vincere comunque. Come afferma Roberto D'Alimonte "Con Renzi il Pd è diventato il punto di riferimento di un elettorato moderato che non aveva mai votato a sinistra, come si è visto alle europee e come registrano i sondaggi". [Il Sole 24 Ore del 12 marzo]
I fondi di caffé delle prossime elezioni regionali ci diranno molte cose sul futuro scenario politico e quali potrebbero essere le prossime mosse (d'attacco di di difesa) di Renzi. Il Veneto è il banco di prova più significativo. Se Renzi espugnerà la roccaforte delle destre leghiste e berlusconiane, vorrà andare avanti come uno schiacciasassi, anche a costo di spaccare il Pd ed andare ad elezioni anticipate.
E non conta per Renzi, come ha fatto osservare dopo le elezioni in Emilia-Romagna, se i votanti saranno il 50% o anche meno. Renzi se ne frega della democrazia, tanto più se partecipativa.
E' bene non girarci attorno: con la modifica della Costituzione e visto come si sono schierate le forze in Parlamento, il "partito della Nazione" ha cominciato a prendere forma.
Partiamo da questa "riforma". Cos'è che cambia? Cambia che l'Italia non è più, in senso proprio, una Repubblica parlamentare, ma di tipo semi-presidenziale. Non l'attuale Presidente della Repubblica (le cui facoltà vengono anzi addirittura ridimensionate), ma il capo del governo sarà d'ora in avanti il dominus, il perno dell'architettura istituzionale, col Parlamento che viene ridotto ad un organismo subalterno e strumentale all'Esecutivo.
Un disegno, quest'ultimo, a cui le cricche capitalistiche dominanti ed euriste ambivano da molto tempo, sin da prima dell'abbattimento giudiziario della Prima repubblica. Berlusconi tentò egli di farsi esecutore di quel disegno, ma gli venne impedito. La grande borghesia non poteva accettare che uno dei più potenti tra i capitalisti ( a maggior ragione per il suo monopolio dei media) diventasse il monarca. Ciò che hanno chiamato "conflitto d'interessi".
Anche questo golpe è passato col voto favorevole della cosiddetta "sinistra" del Pd la quale annuncia che sarà l'ultima volta, che se non cambia la legge elettorale "Italicum" uscirà dalla maggioranza e forse dal partito stesso. Che pena! Questi cannibali, dopo aver partecipato a sbranare la Costituzione, ora bisticciano su come vanno ripartiti i brandelli.
Renzi ha lasciato intendere anche questa volta, visto che tutti i sondaggi lo confortano, che in caso di imboscate e brutti scherzi, di ingovernabilità del parlamento, porterà tutti quanti i "nominati" alle elezioni anticipate.
Potrà sembrare pazzesco ma Renzi ha messo nel conto di perdere parte dell'elettorato di tradizione sinistrorsa. Egli ha in testa un partito tutto suo, e ritiene che, con lo spappolamento di Forza Italia e l'esaurimento della spinta di M5S, potrà vincere comunque. Come afferma Roberto D'Alimonte "Con Renzi il Pd è diventato il punto di riferimento di un elettorato moderato che non aveva mai votato a sinistra, come si è visto alle europee e come registrano i sondaggi". [Il Sole 24 Ore del 12 marzo]
I fondi di caffé delle prossime elezioni regionali ci diranno molte cose sul futuro scenario politico e quali potrebbero essere le prossime mosse (d'attacco di di difesa) di Renzi. Il Veneto è il banco di prova più significativo. Se Renzi espugnerà la roccaforte delle destre leghiste e berlusconiane, vorrà andare avanti come uno schiacciasassi, anche a costo di spaccare il Pd ed andare ad elezioni anticipate.
E non conta per Renzi, come ha fatto osservare dopo le elezioni in Emilia-Romagna, se i votanti saranno il 50% o anche meno. Renzi se ne frega della democrazia, tanto più se partecipativa.
4 commenti:
L'unica cosa che può fermare lo scasso della costituzione è il referendum se si va sotto i 2/3.
Sempre che la grancassa mediatica non convinca il popolo che sono cosa buona per via della governabilità.
In caso di elezioni poi Salvini e Casapound costituiscono un ottimo spauracchio che avvantaggia Renzi.
Piccoli segnali
Oggi ho ascoltato su radio radicale l'intervento alla camera di Alessio Villarosa del m5s sulla riforma delle banche popolari.
A un certo punto rivolto al governo ha detto (non testuale, come me lo ricordo): "Qui non abbiamo speranza, avete la maggioranza e avete i media. Ma noi vinceremo nelle piazze...dobbiamo tornare a fare politica nelle piazze..."
Se davvero il m5s si decide a scendere in piazza sarebbe una cosa importantissima.
Inoltre in riferimento alla mia idea che la "rivoluzione" verrà dalla presa di coscienza della borghesia locale che dovrà decidersi a usare la sua unica arma contro le oligarchie e cioè rivolgersi al popolo che ancora li considera tutto sommato come autentico punto di riferimento (depositari della cultura, garanzia dei valori della società, punto di arrivo del miglioramento sociale ed economico dei singoli) mentre gli oligarchi essendo cosmopoliti non sono in grado di esercitare la stessa forza di attrazione: alla conferenza alla camera sempre su radio radicale partecipavano insieme ai 5 stelle il prof Leonardo Becchetti di Tor Vergata, cattolico; il presidente dell'adusbef (che ha ringraziato in tutti i modi i grillini) e la lettera di forte critica alla riforma pubblicata su Avvenire è stata firmata da 163 professori. Qui il link con lettera e elenco delle firme
http://www.avvenire.it/Economia/Pagine/appello-in-difesa-banche-popolari.aspx
La dottrina sociale della Chiesa è nettamente anti liberista e il Papa su questo è stato esplicito denunciando testualmente la trickle down economy come inganno.
http://www.washingtonpost.com/business/economy/pope-francis-denounces-trickle-down-economic-theories-in-critique-of-inequality/2013/11/26/e17ffe4e-56b6-11e3-8304-caf30787c0a9_story.html
La strada secondo me è quella e se voi saprete inserirvi al momento di scendere in piazza potreste dimostrare che su quel piano avete moltissimo da dare.
Comunque sempre tanti complimenti per il vostro impegno e per la qualità dei vostri articoli.
A sinistra nonostante siate pochi siete i migliori.
Il referendum sulle leggi di revisione costituzionale è normato dall'Art. 138 della Costituzione, e non prevede quorum alcuno. Dice la Cost. "La legge sottoposta a referendum non è promulgata [cfr. artt. 73 c.1, 87 c.5 ], se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi".
Certo, ma se non sbaglio il referendum è obbligatorio solo quando la riforma costituzionale non è approvata dal parlamento a maggioranza qualificata dei 2/3.
Certo Renzi ha promesso che lo farà ugualmente, ma a rimangiarsi la promessa ci mette nulla. Speriamo almeno vadano sotto la maggioranza qualificata.
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