26 gennaio
Syriza alla prova (del fuoco) del governo
Syriza alla prova (del fuoco) del governo
Non possiamo che essere contenti. Dalla Grecia è arrivato un chiaro segnale di cambiamento. Contro la politica austeritaria e contro i vincoli dell'Europa. Ora Syriza è attesa alla prova dei fatti. Non sarà facile, ma Tsipras non potrà sottrarsi alla sfida, pena una sconfitta catastrofica che aprirebbe la strada a tremendi scenari.
Due le questioni davvero dirimenti. La prima, e più immediata, è rappresentata dalle misure sociali promesse da Syriza. La seconda dall'obiettivo della ricontrattazione del debito.
Occupandoci del programma di Tsipras all'inizio della campagna elettorale (leggi QUI) abbiamo scritto che:
Occupandoci del programma di Tsipras all'inizio della campagna elettorale (leggi QUI) abbiamo scritto che:
«Il programma di Syriza non è il socialismo, ma quel che possiamo certamente dire è che si tratta del programma più avanzato di una forza che si candida, con reali possibilità di successo, al governo di un paese europeo. Questo è un dato di fatto difficilmente discutibile. Il problema è che Tsipras vorrebbe realizzarlo con l'assenso delle oligarchie europee, e questo ci sembra davvero un po' troppo...».
Da oggi Syriza è al governo e dunque quella contraddizione, il modo di affrontarla e di risolverla, è pienamente all'ordine del giorno, in termini concreti e non più ipotetici.
Non avendo ottenuto per un soffio la maggioranza assoluta (149 seggi su 300) Tsipras ha scelto l'alleanza con Anel (Greci Indipendenti), un partito conservatore, comunemente considerato di centrodestra, costruendo così una maggioranza di 162 seggi.
A nostro avviso il neo-premier ha fatto bene a far così. Intanto questo gli consente di formare subito un governo. In secondo luogo, vista l'assoluta indisponibilità del Partito Comunista (KKE), tutte le altre alternative sarebbero state peggiori. I Greci Indipendenti sono una piccola formazione nata da una scissione di Nea Demokratia. Una rottura, avvenuta nel 2012, proprio contro l'austerità imposta dall'UE, in opposizione alla politica asservita alla troika del governo Samaras.
Naturalmente la cosa sta già dando luogo agli attacchi della stampa eurista. Titola l'Huffington Post: «Il rivoluzionario Tsipras si allea con la destra». E Repubblica: «Accordo di governo con Anel (destra anti-euro)». Tutti costoro fingono di ignorare un fatto assai evidente: il rimescolamento politico prodotto dalla crisi. Oggi in Grecia la cosa fondamentale è liberarsi dalla troika, cosa che sarebbe stata più difficile se si fossero determinate altre alleanze.
Per noi la questione davvero decisiva è quella del confronto con l'Unione Europea. Dalla Germania sono già arrivati evidenti segnali di nervosismo. E questa mattina, in occasione della riunione dell'Eurogruppo, il suo presidente Jeroen Dijsselbloem ha così tuonato nei confronti della Grecia: «Abbiamo già concesso tanto, no alla cancellazione del debito». Queste le basi di un negoziato che non si annuncia certo in discesa.
Non che in assoluto non siano possibili compromessi. Quel che è invece impossibile è una vera riforma dell'Unione, checché ne dicano tanti esponenti della sinistra italiana. Molti di questi cercano ora di tornare a galla salendo sul carro di Tsipras, dimenticando che Syriza - a differenza di costoro - non ha mai collaborato con le forze della sinistra liberista.
In conclusione, da ieri la crisi europea ha un tassello in più. La partita greca si annuncia difficile e complessa. Tale da incoraggiare tutte le forze anti-euriste. Siamo critici con Syriza per la sua posizione sull'Europa e sull'euro, ma sappiamo anche che i fatti hanno la testa dura, e che in futuro scelte drastiche si imporranno. Intanto il partito eurista non governa più ad Atene. La situazione si apre dunque a nuovi scenari in tutta l'area mediterranea.
E' una partita che deve essere giocata da tutti coloro che considerano il mostro eurista come il nemico principale. Giochiamola, esprimendo intanto il nostro pieno sostegno al popolo greco, in particolare alla sua parte più cosciente: quella che vuol porre fine all'occupazione della troika, che rivuole la piena sovranità nazionale, politica e democratica.
Non avendo ottenuto per un soffio la maggioranza assoluta (149 seggi su 300) Tsipras ha scelto l'alleanza con Anel (Greci Indipendenti), un partito conservatore, comunemente considerato di centrodestra, costruendo così una maggioranza di 162 seggi.
A nostro avviso il neo-premier ha fatto bene a far così. Intanto questo gli consente di formare subito un governo. In secondo luogo, vista l'assoluta indisponibilità del Partito Comunista (KKE), tutte le altre alternative sarebbero state peggiori. I Greci Indipendenti sono una piccola formazione nata da una scissione di Nea Demokratia. Una rottura, avvenuta nel 2012, proprio contro l'austerità imposta dall'UE, in opposizione alla politica asservita alla troika del governo Samaras.
Naturalmente la cosa sta già dando luogo agli attacchi della stampa eurista. Titola l'Huffington Post: «Il rivoluzionario Tsipras si allea con la destra». E Repubblica: «Accordo di governo con Anel (destra anti-euro)». Tutti costoro fingono di ignorare un fatto assai evidente: il rimescolamento politico prodotto dalla crisi. Oggi in Grecia la cosa fondamentale è liberarsi dalla troika, cosa che sarebbe stata più difficile se si fossero determinate altre alleanze.
Per noi la questione davvero decisiva è quella del confronto con l'Unione Europea. Dalla Germania sono già arrivati evidenti segnali di nervosismo. E questa mattina, in occasione della riunione dell'Eurogruppo, il suo presidente Jeroen Dijsselbloem ha così tuonato nei confronti della Grecia: «Abbiamo già concesso tanto, no alla cancellazione del debito». Queste le basi di un negoziato che non si annuncia certo in discesa.
Non che in assoluto non siano possibili compromessi. Quel che è invece impossibile è una vera riforma dell'Unione, checché ne dicano tanti esponenti della sinistra italiana. Molti di questi cercano ora di tornare a galla salendo sul carro di Tsipras, dimenticando che Syriza - a differenza di costoro - non ha mai collaborato con le forze della sinistra liberista.
In conclusione, da ieri la crisi europea ha un tassello in più. La partita greca si annuncia difficile e complessa. Tale da incoraggiare tutte le forze anti-euriste. Siamo critici con Syriza per la sua posizione sull'Europa e sull'euro, ma sappiamo anche che i fatti hanno la testa dura, e che in futuro scelte drastiche si imporranno. Intanto il partito eurista non governa più ad Atene. La situazione si apre dunque a nuovi scenari in tutta l'area mediterranea.
E' una partita che deve essere giocata da tutti coloro che considerano il mostro eurista come il nemico principale. Giochiamola, esprimendo intanto il nostro pieno sostegno al popolo greco, in particolare alla sua parte più cosciente: quella che vuol porre fine all'occupazione della troika, che rivuole la piena sovranità nazionale, politica e democratica.
12 commenti:
compagni della redazione, vi ricordate de "la grecia contagia",il convegno da voi organizzato nel 2010 a firenze?; sono trascorsi 5 anni e speriamo che il contagio si espanda in tutta europa!
E come vi avevo detto seimila volte la strada del cambiamento NON PASSA per i programmi "no-euro". Basare una proposta politica su un'idea di rottura è una tattica perdente, come sanno tutti.
Prima bisogna cercare seriamente di riformare l'Unione Europea poi quando si vedrà che è impossibile E SOPRATTUTTO QUANDO ANCHE L'OPINIONE PUBBLICA LO CAPIRA' allora si passerà alla fase dell'abbandono dell'euro, dell'Unione, della ristrutturazione del debito etc etc
Perché se una larga parte dell'opinione pubblica non si sente sicura sul proposito di uscire dalla moneta unica i dominanti avrebbero buon gioco semplicemente agitando i vari spauracchi dello spread e simili.
DIFATTI ALLE EUROPEE RENZI HA FATTO PIU' DEL 40%...
Meno male che Tsipras non è un fesso e sta giocandosi la partita rispettando i tempi giusti.
Quindi un fronte "no-euro" NON DEVE RINUNCIARE ALLE PROPRIE IDEE ma deve accettare che esista una fase intermedia in cui si cerca di riformare l'Unione tutti insieme.
Gli esisti saranno:
a) non si riesce a riformare l'UE e allora, solo allora, entrano in gioco i "no-euro" ma questa volta non come ridicoli outsider ma col sostegno convinto del popolo, della società civile e dei partiti.
b) si riesce a riformare l'Unione. E in questo caso è ancora meglio perché si evitano spaventosi conflitti sociali o addirittura geopolitici, si capirà una volta per tutte che lo Stato e il welfare non possono essere messi in discussione e certamente staremmo molto meglio di adesso.
Meno male che i greci hanno votato così che se era per noi italiani fra quarant'anni stavamo ancora a discutere nei talk show delle stronzate di Renzi.
Grazie ai fratelli ellenici forse fra non molto tempo riusciremo a levarci dalle palle per sempre il pessimo ex sindaco.
Bene, ora che "il maggior successo dell'euro" si è pronunciato, partono già i primi siluri, e da chi per primi se non la trimurti del rating?
Lo dice a Reuters Frank Gill, responsabile dei rating sovrani europei dell'agenzia di rating Standard & Poor's:
"Syriza ha vinto sulla prosmessa di ristrutturare il debito sovrano... quindi il punto è che tipo di sgravio sul debito vogliono accettare, e cosa sono pronti ad accettare gli altri stati europei".
Quindi un conflitto tra Stati, non tra gli Stati e i burattinai della finanza come immaginiamo noi "ingenui".
Il QE ne è complice e testimone: 80% di responsabilità alle Banche Centrali Nazionali, questa volta non nei panni di filiali della BCE, ma rappresentanti degli Stati.
Ma prima c'era già stato il MES, con quattrini pubblici già erogati.
Insomma questi furboni del quartierone si parano il culo prima, durante e dopo.
Vedremo se "sarà sufficiente", come l'altro Mario disse per passare anch'egli alla storia (in quale categoria lo vedremo, ma Dante li avrebbe certamente accoppiati in un qualche girone gelato).
L'alleanza cogli antiausteritari di destra è un'ottima mossa in quanto sembra esprimere l'intenzione di concentrarsi nella lotta contro la dittatura europea.
Io vedo le seguenti possibilità, in ordine decrescente di verosimiglianza:
1) Tsipras arriva a un accordo al ribasso colla Trojka e affini, la quale fa concessioni sostanziali ma non decisive. Tutto rimane in sostanza com'era. Nel giro di 2-3 anni l'ala sinistra del partito si scinde e si fonde coi comunisti, Siryza ridiventa pari pari il Pasok con meno clientele e quindi più disponibilità a portare avanti riforme neoliberiste. E' lo scenario ottimale per il regime. Il tradimento consumato da tutte le formazioni europee di "estrema" (per ridere) sinistra formatesi dall'89 a oggi lo rende il prospetto più verosimile. Riforndazione, Mitterrand, i Verdi e poi la Linke tedesca hanno seguito tutti questo percorso.
Conseguenza: la sinistra scompare definitivamente come forza non dico antisistema, ma semplicemente riformista e la palla della lotta contro Bruxelles e il neoliberismo passa definitivamente alla destra, prima quella moderata tipo Le Pen e Salvini, poi quella seria come Alba Dorata, l'NPD e il Front identitaire.
2) Tsipras fa sul serio, la dittatura reagisce destabilizzando economicamente la Grecia e poi organizzando un regime change in stile ucraino.
Conseguenza: il regime comincia a calare definitivamente la maschera democratica che a tutt'oggi gioca un ruolo potente di coinvolgimento del gregge e di tutela contro le azioni inconsulte (per il sistema) di un singolo dittatore. Il sistema guadagna in termini di capacità impositiva, ma la fabbrica delle società europee accelera il suo processo disgregativo e quindi accentua la sua intima vulnerabilità. Più che verso una sollevazione si va verso un lento spappolamento.
3) Tsipras fa sul serio e gli eurocrati lo fanno assassinare (stile Kennedy) sperando in un'implosione di Siryza. E' uno scenario che va nella stessa direzione di (2) ma è molto meno prevedibile nei suoi esiti.
4) Tsipras fa sul serio: la normalizzazione del partito era una finta per far breccia nell'elettorato moderato e tener buona Bruxelles fino al momento decisivo. Inizia trattative allo scopo di farle fallire e cavalcare l'onda dell'indignazione popolare per uscire dall'euro. Essenziale a questo scopo è assicurarsi il controllo dei media. Gli americani e i loro satelliti europei esitano a rischiare una guerra civile in un Paese NATO e a calare il sembiante demokratico. Ai fini del non intervento euramericano conta assai la posizione russa e i rapporti che Tsipras saprà creare con Putin.
Conseguenze: dipendono dagli sviluppi economici e di politica interna nei vari Paesi. Se il fronte eurista rimane compatto strangola la Grecia onde convincere il gregge dell'anatema che sanziona chi osi uscire dal pentacolo eurista. A quel punto l'unica speranza per Tsipras sarebbe convincere Putin dell'opportunità di restituire all'Impero americano lo sgarbo resogli in Ucraina e trasformare la Grecia in una nuova Cuba, o meglio un nuovo Nicaragua.
Se invece il fronte dei Paesi meridionali traballa la Grecia può diventare l'inizio della fine per l'esperimento comunitario. Ciò sgretolerebbe i parametri della political correctness e aprirebbe alla crescita di nuove forze radicali. La destabilizzazione europea aprirebbe a sua volta un fronte di instabilità nel sempre meno solido impero a stelle e strisce. La macrostabilità del sistema ne risulterebbe compromessa.
Marine Le Pen e Farage esultano per la vittoria di Tsipras, Tsipras che si allea con un partito nazionalista di destra,finalmente in Europa si incomincia a capire che in questa fase storica le divisioni destra sinistra sono utili e funzionali solo ai "padroni del denaro" i quali le fomentano ad arte come dimostrano molti articoli post elezioni Elleniche della stampa mainstream.Per fortuna anche in Italia molti lo hanno capito che non e' piu' tempo di dividerci tra opprressi di destra e opprressi di sinistra e per questo si attirano addosso le critiche della sinistra dei duri e puri uno di questi e' Fusaro,che anche su questo blog e' stato molto criticato per le sue posizioni.Sino a quando non capiremo che prima dobbiamo uccidere il mostro Europeista neoliberista e ritornare alle sovranita' nazionali e solo dopo potremo tornare a mazziarci tra centri sociali e casapound come e' avvenuto l'altro ieri,sino a quando non capiremo questo anche qui' in Italia non avremo nussuna speranza prima lo capiamo meglio e'vedere in tv dei giovani disoccupati senza futuro di destra che se le danno con dei giovani disoccupati senza futuro di destra fa capire come il vero potere abbia' saputo installare nelle menti dei popoli degli schemi di conflitto che fanno in modo che gli opprressi si facciano da carcerieri tra loro
Esulta anche Grillo
"ROMA, 25 GEN – “E’ una vittoria storica. E’ la vittoria del popolo che si è mobilitato contro l’austerità. In Grecia abbiamo fatto un grande lavoro, il nostro sostegno a Tsipras è stato decisivo. I nostri sono dei ragazzi meravigliosi. A breve avremo anche Podemos in Spagna e il M5S in Italia”. E’ questo uno dei commenti a caldo, rilasciato dal fondatore del Movimento in seguite alla vittoria di Syriza alle elezioni greche."
errata corrige del commento delle 7.47:
giovani disoccupati senza futuro di destra che se le danno con dei giovani disoccupati senza futuro di sinistra.
Mi sembra interessante leggere questo contributo che consiglio vivamente agli amici sovranisti liberopensanti e scevri da pregiudizi sulle fonti:
www.ilmoralista.it/2015/01/26/alexis-tsipras-e-lultimo-coniglio-estratto-dal-cilindro-del-venerabile-mario-draghi/
A me sto Movimento Roosvelt non convince molto.
Ho letto il libro di Magaldi e francamente, visto che quasi si vanta di non portare le prove delle cose incredibili che afferma, mi sembra un ammasso di fesserie totali in mezzo alle quali sarà certamente disseminata qualche piccola verità ma fra tante di quelle boiate da rendere sostanzialmente inutile la lettura.
Se qualche sostenitore di Magaldi si scandalizza può chiedere all'autore di esibire i suoi famosi documenti: se saranno validamente probatori mi persuaderò di aver pensato male altrimenti quel libro resta un'emerita sciocchezza (o una furbata).
Adesso per esempio sul loro sito del Moralista scrivono che "forse" Tsipras è un sola, che bisogna aspettare per giudicare ma che loro ci credono poco in Syriza...che senso ha? Solo quello di gettare fumo negli occhi facendo credere di saperla lunga; tanto hanno scritto "forse" e si fa in fretta a metterci una pezza...nel frattempo, a latere, hanno scritto certe cosine alle quali temo non tutti abbiano dato il giusto peso...
Un solo esempio fra i tanti: adesso stanno mettendo su un movimento politico in Calabria. Andate sui loro siti e chiedetegli se mettono una pregiudiziale anti ndrangheta che impedisca l'accesso al movimento ad appartenenti a condannati o a incriminati e vedete che vi rispondono.
"giovani disoccupati senza futuro di destra che se le danno con dei giovani disoccupati senza futuro di sinistra"
Questa si chiama intelligenza strategica. Altroché!
Così si comporta chi sa vincere: sfruttando l'iracondia degli "avversari".
I personaggi che la televisione di regime ti sbatte avanti ogni giorno sicuramente non fanno gli interessi del popolo ma quelli del regime, dei poteri forti che li finanziano e li pompano... sono solo dei falsi, dei commedianti.
C’è invece un economista che tutti i mass media e i partiti politici di regime (di destra e di sinistra tanto sono servi dello stesso padrone...) censurano: Filippo Matteucci , quello che propone di non ripagare il debito pubblico all’elite bancaria mondiale strozzina, quello che vuole trasformare l’intera Italia nel paradiso fiscale e residenziale di tutto il mondo ( vedi http://TeaPartyFederazioneLiberista.ilcannocchiale.it/2015/02/02/la_cura_privatista_proposta_da.html ).
Chiediti perché i poteri forti , le logge al servizio dei banchieri strozzini lo censurano...
I personaggi che la televisione di regime ti sbatte avanti ogni giorno sicuramente non fanno gli interessi del popolo ma quelli del regime, dei poteri forti che li finanziano e li pompano... sono solo dei falsi, dei commedianti.
C’è invece un economista che tutti i mass media e i partiti politici di regime (di destra e di sinistra tanto sono servi dello stesso padrone...) censurano: Filippo Matteucci , quello che propone di non ripagare il debito pubblico all’elite bancaria mondiale strozzina, quello che vuole trasformare l’intera Italia nel paradiso fiscale e residenziale di tutto il mondo ( vedi http://TeaPartyFederazioneLiberista.ilcannocchiale.it/2015/02/02/la_cura_privatista_proposta_da.html ).
Chiediti perché i poteri forti , le logge al servizio dei banchieri strozzini lo censurano...
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