28 gennaio
Che succederà alla Grecia se Tsipras non ce la farà a tirar fuori il suo Paese dall'abisso in cui il capitalismo predatorio l'ha precipitato?
Sarò brutale: avremo tumulti sociali reazionari capeggiati da Alba Dorata, e quindi un colpo di stato militare con l'uscita (da destra) della Grecia dall'eurozona.
E' sintomatico che Syriza abbia affidato il Ministero della Difesa a Panos Kammenos, portavoce di ANEL (Anexartitoi Ellines/Greci Indipendenti), partito della destra nazionalista. Tsipras ha stipulato una preziosa polizza assicurativa sulla vita del suo governo, garantendosi così l'appoggio delle Forze armate greche. E bene ha fatto, in barba ai media europei (tedeschi anzitutto) che non appena formato il governo ad Atene hanno iniziato una pelosa campagnetta di satanizzazione di Kammenos, bollandolo come "populista, xenofobo" e, dulcis in fundo —vi pare che poteva mancare?—, "antisemita". Un sintomo inquietante quanto infallibile di come l'armata della manipolazione mediatica eurista pensa di sferrare l'offensiva per far cadere il governo Tsipras nel caso non si piegasse ai futuri diktat della troika.
Non si sottovaluti il peso dell'Esercito nella vita politica greca. Esso è potente. L'ultimo colpo di Stato della serie avvenne nel 1967, quello che diede vita al "regime dei colonnelli" —che cadde nel 1974 grazie ad una potente rivolta popolare. Il conflitto mai risolto con la Turchia, che ha nella vicenda di Cipro il suo fulcro, non alimenta solo il nazionalismo, è il basamento su cui poggia la legittimazione dell'Esercito greco. La recente disputa greco-turca sui grandi giacimenti di gas e petrolio scoperti nel Mar Egeo e chi abbia titolo all'estrazione, rinfocola quel conflitto.
E' indicativo che il nuovo Primo ministro Alexis Tsipras abbia annunciato che il suo primo viaggio all'estero avverrà proprio a Cipro —segnale il cui significato non sarà sfuggito ad Ankara.
Né si deve dimenticare che il nocciolo duro dell'Esercito greco è fortemente anticomunista, esso si forgiò nella sanguinosa guerra civile del 1946-49 quando l'imperialismo inglese fece della lotta per sterminare la Resistenza partigiana antifascista greca il banco di prova della guerra fredda. E per farlo riorganizzò in fretta e furia l'esercito greco, proprio a partire da quello messo sù dagli occupanti nazisti.
Ma torniamo a noi. Tsipras può fallire la sua missione? Sì, può fallire. La linea politica del governo di SYRIZA è ben espressa dalle posizione del nuovo Ministro delle finanze, l'economista Yanis Varoufakis. Sentiamolo:
Che succederà alla Grecia se Tsipras non ce la farà a tirar fuori il suo Paese dall'abisso in cui il capitalismo predatorio l'ha precipitato?
Sarò brutale: avremo tumulti sociali reazionari capeggiati da Alba Dorata, e quindi un colpo di stato militare con l'uscita (da destra) della Grecia dall'eurozona.
E' sintomatico che Syriza abbia affidato il Ministero della Difesa a Panos Kammenos, portavoce di ANEL (Anexartitoi Ellines/Greci Indipendenti), partito della destra nazionalista. Tsipras ha stipulato una preziosa polizza assicurativa sulla vita del suo governo, garantendosi così l'appoggio delle Forze armate greche. E bene ha fatto, in barba ai media europei (tedeschi anzitutto) che non appena formato il governo ad Atene hanno iniziato una pelosa campagnetta di satanizzazione di Kammenos, bollandolo come "populista, xenofobo" e, dulcis in fundo —vi pare che poteva mancare?—, "antisemita". Un sintomo inquietante quanto infallibile di come l'armata della manipolazione mediatica eurista pensa di sferrare l'offensiva per far cadere il governo Tsipras nel caso non si piegasse ai futuri diktat della troika.
Panos "Panagiotis" Kammenos |
Non si sottovaluti il peso dell'Esercito nella vita politica greca. Esso è potente. L'ultimo colpo di Stato della serie avvenne nel 1967, quello che diede vita al "regime dei colonnelli" —che cadde nel 1974 grazie ad una potente rivolta popolare. Il conflitto mai risolto con la Turchia, che ha nella vicenda di Cipro il suo fulcro, non alimenta solo il nazionalismo, è il basamento su cui poggia la legittimazione dell'Esercito greco. La recente disputa greco-turca sui grandi giacimenti di gas e petrolio scoperti nel Mar Egeo e chi abbia titolo all'estrazione, rinfocola quel conflitto.
E' indicativo che il nuovo Primo ministro Alexis Tsipras abbia annunciato che il suo primo viaggio all'estero avverrà proprio a Cipro —segnale il cui significato non sarà sfuggito ad Ankara.
Né si deve dimenticare che il nocciolo duro dell'Esercito greco è fortemente anticomunista, esso si forgiò nella sanguinosa guerra civile del 1946-49 quando l'imperialismo inglese fece della lotta per sterminare la Resistenza partigiana antifascista greca il banco di prova della guerra fredda. E per farlo riorganizzò in fretta e furia l'esercito greco, proprio a partire da quello messo sù dagli occupanti nazisti.
Ma torniamo a noi. Tsipras può fallire la sua missione? Sì, può fallire. La linea politica del governo di SYRIZA è ben espressa dalle posizione del nuovo Ministro delle finanze, l'economista Yanis Varoufakis. Sentiamolo:
«L'euro è stato concepito male, e per la Grecia, come per l'Italia, era meglio non aderirvi. Non ha retto all'impatto della crisi finanziaria del 2008, ma ormai non si può tornare indietro. È come un vascello lanciato verso l'America che a metà dell'oceano comincia ad imbarcare acqua. E' inutile stare a disquisire sugli errori degli ingegneri che l'hanno costruito, bisogna stringere i denti e arrivare in porto.
Vogliamo trasformare il debito verso la Troika, salito da 240 a 280 miliardi per il comporsi degli interessi (che più volte rinegoziati sono scesi al 2% di media ma prima arrivavano a più del 5), in un maxi-bond a scadenza illimitata: cominceremo la restituzione quando le condizioni lo permetteranno e si sarà innescata in Grecia una crescita almeno del 3-3,5%». [Intervista rilasciata da Varoufakis a La Repubblica il 5 gennaio scorso]
In poche parole il successo o l'insuccesso del governo di coalizione SYRIZA-ANEL, ammesso e non concesso che ciò sia sufficiente, dipende dalle concessioni che la troika e l'euro-Germania saranno disposti a fare.
Noi dubitiamo che l'euro-Germania sia disposta a concedere una tale sostanziale deroga al rimborso del debito sovrano. Accetteranno presumibilmente molto meno, talmente meno che Tsipras e Varaoufakis saranno posti davanti alla scelta: o capitolare o uscire dall''eurozona.
Yanis Varoufakis |
Il rischio dell'inferno è altamente probabile perché, secondo noi, noi l'eventuale abbuono sul debito sovrano, non sarà sufficiente a far uscire la Grecia dal marasma. Stiamo alle stime di Varaoufakis: la Grecia potrà conoscere una crescita media del 3-3,5% di Pil per un periodo lungo restando in questa Unione europea? la risposta è no, non in un'Unione in cui continui a prevalere la politica mercantilistica e neoliberista di marca tedesca.
Ben altre risorse servirebbero che il risparmio sul rimborso del debito per rilanciare investimenti, produzione e consumi. Queste possono venire solo lo Stato greco metterà in atto un gigantesco piano di investimenti pubblici, ciò che non è evidentemente possibile restando nell'Unione e prendendo a prestito la moneta dalla Bce. Un tale piano potrà essere finanziato solo in tre maniere: con l'aumento della spesa in deficit, attuando una rapina sociale contraria a quella avvenuta in questi anni, ovvero a danno del capitale speculativo, nazionalizzando il sistema bancario, e quindi ricorrendo a consistenti prestiti esteri.
La domanda da un milione di dollari è quindi la seguente: posto di fronte al bivio cosa farà il nuovo governo greco? Noi vogliamo sperare che Tsipras e Varaoufakis avranno in tasca pronto un "Piano B" per l'uscita da sinistra. Altrimenti la Grecia precipiterà nell'infermo ed a quel punto sarà l'Esercito a salire al potere, liquidando, assieme alla moneta unica, ciò che resta della democrazia.
Ps
Le cifre della rapina che ha gettato i greci nell'abisso.
Consiglio ai lettori, per capire le diaboliche dinamiche del capitalismo-casinò nonché la trappola fatta scattare dalla troika, di leggere l'articolo di Morya Longo:
15 commenti:
Quello su cui navigano gli incolpevoli cittadini greci (perchè di essi si sta parlando), non è un vascello partito da un porto sicuro e diretto verso altro porto sicuro, bensì uno partito da un porto che ora non c'è più e che, intrapresa l'avventura verso l'ignoto oltre le colonne d'Ercole, ha preso ad imbarcare acqua una volta raggiunto il punto di non ritorno.
Come per il suo imbarco, come per la rotta intrapresa e da intraprendere e come anche per la decisione di affondare, non credo che, allo stato, ci siano speranze per i passeggeri di influire in qualcosa.
Quello che intendo dire è che l'unica soluzione positiva e democratica alla questione greca è quella di una immediata dissoluzione dell'Unione Europea e non certo una sua uscita unilaterale dall'€uro.
Lasciarla sola proprio in questo momento è un errore, ma non vedo negli attuali governi europei l'interesse a concordare una fuoriuscita, ma piuttosto ci sono ampi segnali di una convergenza verso maggiori vincoli europei (addirittura transatlantici) contrari agli interessi di lavoratori e famiglie, contrastanti con le costituzioni e tesi a ridurre i già ridotti margini di democrazia.
Ma, come sappiamo, il voler tenere insieme per forza nazioni con storia, cultura, lingua, economia diverse si rivelerà (purtroppo) un crimine pari a quello nazista.
L'esperianza Tzipras come quella del M5S e del suo referendum insegna unicamente che la gente, sia pure nella confusione indotta dai media, sta avvertendo qualcosa (ancora poco definita) che avviene alle sue spalle e contro il suo interesse.
Il nostro compito sarà di farci trovare pronti a dare loro una speranza.
Dite:
"Un tale piano potrà essere finanziato solo in tre maniere"
No vi sbagliate, perché Tsipras vuole finanziarsi in un quarto modo e cioè una spending review che elimini gli sprechi della corruzione e dei clientelismi.
Questo implica i rispetto dei vincoli di bilancio (male) ma allo stesso tempo dà a Syriza una "rispettabilità" nei confronti dei partner europei che consentirà ai greci di rifiutarsi di pagare il debito (bene).
Con grande intelligenza Tsipras sa che la lotta sul debito sarà durissima e si presenta con qualche carta buona da giocarsi anche contro i più intransigenti e influenti fra gli associati europei.
Pochi mesi di pazienza e scopriremo come va a finire questa storia.
"...media europei (tedeschi anzitutto) che non appena formato il governo ad Atene hanno iniziato una pelosa campagnetta di satanizzazione di Kammenos, bollandolo come "populista, xenofobo" e, dulcis in fundo —vi pare che poteva mancare?—, "antisemita". Un sintomo inquietante quanto infallibile di come l'armata della manipolazione mediatica eurista pensa di sferrare l'offensiva per far cadere il governo Tsipras nel caso non si piegasse ai futuri diktat della troika."
Stesse etichette che i media euristi hanno confezionato per la Le Pen, che però su questo sito viene avversata...
Vi segnalo l'analisi di "A PUGNO CHIUSO" di Osimo.
Che ne pensate?
"Il "buon giorno" si vede dal mattino?
L’annunciata vittoria di Tsipras in Grecia potrebbe diventare sia un fattore di stabilizzazione dell’Euro(zona) che tradursi nel suo opposto, dando seguito ad un effetto domino che indurrebbe slancio alle posizioni politiche antieuro in Italia e negli altri paesi messi peggio ma, soprattutto, indirizzare in tal senso le rispettive opinioni pubbliche.
Le sue prime mosse sembrano orientate sulla prima ipotesi, con la modulazione prudente riguardo la ridefinizione del debito e l’accordo con una forza di destra, scissa da Nuova Democrazia, per governare. Approccio che i media asserviti alle eurocrazie e le sinistre sistemiche italiane, tra cui le pittoresche brigate Kalimera, si sono affrettati a sottolineare, come a voler scongiurare ogni rischio di uscita e di possibile contagio da uscita. Bisogna vedere quanto gli stati che detengono il debito greco (noi 40, la Germania 60 ml)sono disposti a perdere per tener dentro un paese, forse non centrale dal punto di vista economico ma importante su quello geopolitico, quanto rischioso su quello psicologico ed emulativo. E soprattutto bisogna vedere quanto Syriza, con il suo piccolo alleato delle larghe intese in salsa greca, potranno mantenere del programma sociale affabulato dal neopremier. Grecia indipendente può esser considerato una sorta di Fratelli d’Italia ellenico e non ci scandalizza certo l’alleanza di governo, quanto se questa si traducesse in un rafforzamento della costruzione eurista in cambio di una dilazione della flebo del debito greco; soluzione che già viene prospettata tra le righe del richiamo al rispetto degli impegni da parte di Dijsselbloem, successore di Junker all’eurogruppo. Ma c’è anche una visione ottimista motivata dai tanti greci che (a torto od a ragione) hanno scelto Tzipras per farla finita con la troika, per orgoglio di popolo, per prendere in mano il proprio destino; una visione che non è quella dei rottami di sinistra di casa nostra né dei rottamati che stanno per scindersi dal Pd ma è nella ragionevole speranza che oltre e malgrado Syriza, oltre il settarismo sterile del Kke, stia maturando il frutto storico e contagioso di un nuovo Maggio."
Concordo con Simone. I passeggeri di questa nave alla deriva non contano nulla nelle scelte dei capitani e loro equipaggi...bisogna capire bene chi sono i capitani...non credo siano i tedeschi che di sicuro hanno un gran peso nelle decisioni essendo i maggiori azionisti della BCE...ma anche Goldman Sachs è tra gli azionisti di maggioranza seconda solo alla Bundesbank...inoltre gli eventi delle ultime due settimane fanno pensare: il crollo dell'euro sul franco svizzero che raggiunge la parità, dopo una settimana l'annuncio del QE di Draghi,che significa stampare euri a manetta, infine l'ascesa di Tzipras che giustamente e responsabilmente inizia a metter paletti per fermare la distruzione pilotata di uno Stato che praticamente non esiste più: il tutto è accompagnato da una inevitabile svalutazione dell'euro rispetto al grande satana, il Dollaro US...e forse il punto è proprio qui. La non uscita della Grecia dalla gabbia dell'euro è funzionale alla svalutaione continua e (quasi) programmata dell'euro grazie ai blocchi giustissimi imposti dal governo Tzipras che comunque non pretende l'uscita ma la rinegoziazione di quota parte del debito complessivo...una posizione che inevitabilmente porterà crisi sulla valuta che però è anche la valuta dei paesi forti del Nord europa,Germania in primis...un artificio interessante l'euro,la moneta senza stato che impoverisce e svaluta un bel mucchio di stati (27 a regime)...l'euro è un progetto criminale che mira solo a distruggere e impoverire appiattendo tutto, produzione,impresa,diritti,valuta stessa, con l'ausilio di misure di austerity e vincoli di bilancio impossibili, usando come deus ex machina la debitocrazia...
chi di sicuro ne uscirà vincitore è sempre il Grande Satana, il dollaro US e la sua economia magicamente sempre in crescita,salvo rare correzioni (vedi il 2008)...
Non mi risulta che i media abbiano accusato la Le Pen di antisemitismo, comunque Tsipras ha dimostrato lungimiranza aprendosi ai BRIICS, il fattore estero è fondamentale in un contesto sovranista. In Italia però sembra sia sottovalutato questo fattore.
Esiste un altro scenario: dopo diverse pantomime si sbandiererà come una vittoria di Tsipras l' estensione del QE alla Grecia senza condizioni... La fine della storia la conoscete.
Alla faccia di quell'economista che insiste a dire che Tsipras è l'amico del giaguaro e che la prova sarebbe che i mercati non si scompongono più di tanto.
Il rendimento del bond greco triennale prima delle elzioni stava intorno al 10 adesso sta a 16,71; ieri la borsa di Atene è scesa del 9,24...meno male che Tsipras (secondo lui) è un gatekeeper perché se era serio non si sa che succedeva in soli due giorni che sta al governo...
Ora più che mai il progetto avviatosi ad Assisi con il forum europeo è fondamentale, credo che la Grecia abbia bisogno di arrivare fino alle elezioni di podemos in spagna, così si potrà disinnescare la bomba euro. Noi siamo troppo in dietro rispetto ai nostri cugini e Chiara però la divisione europea tra quei paesi che usciranno con politiche di sinistra e chi invece uscita con politiche diametralmente opposte, noi da che parte usciremo?
Noi saremo l'unico paese europeo a restare con l' euro
Potrebbe succedere che ci saranno paesi che usciranno a nord o che usciranno a sud.
Mi spiego meglio, sono concorde con le definizioni di uscita da dx o da sx, ma oltre a guardare gli umori della periferia (che ahinoi conosciamo bene in quanto ne facciamo parte), è altrettanto giusto sentire gli umori che si respirano alla capitale dell'impero (Berlino), e pare che l'opinione pubblica tedesca non l'abbia presa affatto bene, e forse dico forse potrebbero avviare loro l'uscita "da nord" che si contrapporrà con quella "a sud".
William Wilson
Sorprendentemente sembra che Tsipras sia partito col piede giusto. Non solo per le misure sociali annunziate e speriamo rapidamente realizzate (che renderanno più difficile tornare indietro) ma soprattutto per l'annuncio della netta opposizione greca a nuove sanzioni contro la Russia. Se Tsipras si prepara una sponda internazionale vuol dire che mette seriamente in conto la possibilità di arrivare allo scontro coll'impero - e il nodo russo rende evidente come dietro la dittatura eurista ci sia sempre il mostro a stelle e strisce.
da quello che leggo e capisco mi vengono i brividi:sembra che siamo entrati tutti quanti(stati, popoli, governi, Nord, Sud, euro sì euro no, ecc.) in una trappola
senza uscita:improvvisamente m'è apparsa l'immagine di una terza guerra mondiale, oltre a quelle quotidiane in giro per il pianeta.
La BCE stampa soldi dal nulla mentre i popoli devono guadagnarseli i soldi o morire di fame..bellissima democrazia o crimine ?
la Grecia ottenuta la sua mini proroga di pochi mesi , speculerà ancora sui mesi estivi per falsare dati da sbattere sulla faccia dei " piccoli " quindi si protrarrà per un breve periodo ulteriore ... La crisi è globale Ok .Ma la Grecia non produce denaro sono disperati senza alcuna possibilità di crescita e miglioramento per ciò che gli viene chiesto. Impossibile !!! Possono sopravvivere ma il pacchetto Europeo non è nelle loro possibilità. L'interesse di mantenere a galla la Grecia non è per la stessa ma per chi comprende benissimo che sarebbe solo l'inizio del fallimento moneta unica . Il sogno nel cassetto di " qualcuno " sarà irrealizzabile , a meno che tutti gli stati d'europa si facciano occupare totalmente dalla Germania .E solo questione di tempo . Gli asini non volano.
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