2 marzo. «Renzi ce l’ha fatta a mettere insieme una risicata fiducia al Senato, nonostante abbia praticamente preso a schiaffi i senatori (la Annunziata parla di “provocazione dadaista”). La maggioranza, però, è la stessa che aveva Letta, niente di più. Della Camera non diciamo: risultato ovvio. I giornali sono tutti molto freddi per la vaghezza del discorso e il suo stile “informale”. Diversi sottolineano l’eccessiva propensione alle battute e la strafottenza del gesto: i plateali sbadigli, il discorso tenendo ostentatamente la mano in tasca ecc. (peraltro come fece Carlo Scognamiglio nel suo discorso di insediamento come Presidente del Senato nel 1994). Comunque, in effetti il tono era quello di chi dice: “Sbrigatevi a votarmi e non fatemi perdere tempo, bestie!”.
Non che la maggioranza dei senatori non meriti questo ed altro, ma è scomparsa l’ultima ombra di rispetto per le istituzioni. In fondo, invertendo il detto latino, potremmo dire senatores mali viri, Senatus bona res.
Non che la maggioranza dei senatori non meriti questo ed altro, ma è scomparsa l’ultima ombra di rispetto per le istituzioni. In fondo, invertendo il detto latino, potremmo dire senatores mali viri, Senatus bona res.
Ma lasciamo perdere e vediamo al merito: la nota che si coglieva nei commenti giornalistici era una certa incredulità nei confronti del giovanotto neo Premier, come dire “Renzi ha vinto, ma non ha convinto”. Lo prendiamo per un segno di scetticismo di chi sta dietro quelli che scrivono: i “poteri forti” (ammesso che quelli italiani si possano ancora definire così) non sembrano puntare granché su questo governo. E con buona ragione.
Renzi sta seduto su due sedie: una è la maggioranza (fittizia) con Alfano che gli ha votato la fiducia e l’altra (quella vera) è con Berlusconi per le riforme istituzionali. Quanto durerà? Prima o poi una delle due sedie verrà meno e lui finirà di sedere per terra.
In secondo luogo: la fiducia si vota a scrutinio palese, per cui i parlamentari si attengono alle indicazioni di partito, ma su moltissime altre cose si vota a scrutinio segreto, in particolare sulle riforme istituzionali e lì faremo la conta vera.
E questo discorso vale in particolare per il Pd, dove Letta, Civati, Bersani, D’Alema si divertiranno a fare lo schiaffo del soldato con Renzi.
Ci sono poi valutazioni di politica estera di cui ci occuperemo a breve e che ripetono la situazione di “doppia maggioranza”.
Poi, la squadra dei ministri sembra la Corrida di Corrado: dilettanti allo sbaraglio. Largo ai giovani, per carità, non saremo mai troppo contenti della scomparsa dei vecchi tromboni e diamo anche per scontato che il rinnovamento comporta anche rapide ascese di sconosciuti. Va bene, ma, insomma, ci vuole almeno qualcuno che abbia fatto qualcosina prima di diventare ministro. Questi da dove escono, dall’uovo di Pasqua? Va bene, staremo a vedere senza pregiudizi cosa sanno fare almeno sul piano amministrativo (su quello politico non ci facciamo nessuna illusione).
Infine, il discorso ha prospettato cose di buon senso come la riduzione delle tasse sul lavoro e il saldo dei debiti della Pa con le aziende, ma senza dire dove si troveranno i soldi per farlo, per il resto belle frasi (“c’è bisogno di sogni e di coraggio” ecc.) ma poco di concreto.
Insomma, tutto ha un’aria di estrema precarietà, improvvisazione, scarsa credibilità, come un castello di carte tenuto insieme con lo sputo.
Civati è stato quello che lo ha avvertito più acutamente degli altri, poi alla fine si è piegato anche lui per evitare di dover uscire dal partito. Lo capisco, forse una scissione a freddo ora, a tre mesi dalla Europee (quando la scelta sarebbe stata non presentarsi e, di fatto, autoescludersi o presentarsi a fare una cosa affrettatissima) sarebbe stato un passo falso. Ma non è neppure questa una soluzione che può durare, perché, se Renzi riesce nel suo tentativo e mette radici, trasformerà il Pd in un “partito del leader” esattamente come Forza Italia, e non ci sarà spazio per nessun altro, da Letta a D’Alema a Civati, appunto. Se invece dovesse fallire, non so se ci sarà ancora un Pd in cui militare in attesa di tempi migliori. Saremmo ai titoli di coda.
Però attenti: Renzi non va preso sotto gamba. Non credo che il suo governo possa durare a lungo, ma il piano potrebbe essere diverso da quello dichiarato di durare. Immaginiamo questo scenario:
a- Renzi fa rapidamente alcune cose di facile consenso del tipo sbattere fuori i consiglieri di Stato-consulenti strapagati (bisogna riconoscere che è una idea ottima, perché questa cosa è uno scandalo), distribuisce in due mesi un po’ di soldi alle aziende creditrici della Pa, tassa qualche titolo finanziario speculativo e alleggerisce le tasse sul lavoro. Ribadisce il suo forte tasso di informalità: tutto mirato solo a riassorbire almeno parte della protesta ora andata al M5s (quel che basta a portarlo al fatidico 37%)
b- Nello stesso tempo, vara questo orrore di legge elettorale che gli assicurerebbe la maggioranza assoluta alla Camera
c- Poi va al Senato dove, presumibilmente, la sua proposta di abrogazione viene bocciata con un voto bulgaro. E questa sarebbe la vera mossa calcolata, che spiegherebbe anche la “provocazione dadaista” di qualche giorno fa, fatta proprio per spingere i senatori a votargli contro. A quel punto monta l’indignazione contro la Casta che, come al solito, non vuole rinunciare a nulla e lui cavalca l’ondata di protesta, dimettendosi ed imponendo nuove elezioni, dove ci va come “quello che stava facendo le cose giuste ed è stato bloccato dai soliti politici”. Beninteso: con liste tutte di amici suoi e dopo aver massacrato bersaniani, cuperliani, civatiani, lettiani, dalemiani ed ogni qual si voglia oppositore. Alla Camera avrebbe ottime probabilità di farcela, al Senato probabilmente non avrebbe la maggioranza assoluta dei seggi (lì si dovrebbe votare con il proporzionale) ma il clamoroso successo alla Camera lo metterebbe in condizioni di forza tali da domare anche la riottosa assemblea di Palazzo Madama: magari sciogliendo quella sola e ripetendo le elezioni all’insegna della “governabilità”, magari con una legge elettorale ad hoc.
A quel punto avrebbe tagliato le unghie agli oppositori interni, disporrebbe di una maggioranza solida alla Camera, metterebbe il Senato in ginocchio e sarebbe anche in grado di imporre le dimissioni a Napolitano ed eleggere un nuovo Presidente di suo gradimento. E forse sarebbe anche in grado di operare una radicale riforma Costituzionale.
A quel punto inizierebbe il vero governo Renzi di cui, questo attuale, è solo un modesto battistrada, con una sola vera operazione politica da fare: le nomine negli enti pubblici da inzeppare di fedelissimi.
E se le cose andassero davvero così, saremmo davvero al regime».
Renzi sta seduto su due sedie: una è la maggioranza (fittizia) con Alfano che gli ha votato la fiducia e l’altra (quella vera) è con Berlusconi per le riforme istituzionali. Quanto durerà? Prima o poi una delle due sedie verrà meno e lui finirà di sedere per terra.
In secondo luogo: la fiducia si vota a scrutinio palese, per cui i parlamentari si attengono alle indicazioni di partito, ma su moltissime altre cose si vota a scrutinio segreto, in particolare sulle riforme istituzionali e lì faremo la conta vera.
E questo discorso vale in particolare per il Pd, dove Letta, Civati, Bersani, D’Alema si divertiranno a fare lo schiaffo del soldato con Renzi.
Ci sono poi valutazioni di politica estera di cui ci occuperemo a breve e che ripetono la situazione di “doppia maggioranza”.
Poi, la squadra dei ministri sembra la Corrida di Corrado: dilettanti allo sbaraglio. Largo ai giovani, per carità, non saremo mai troppo contenti della scomparsa dei vecchi tromboni e diamo anche per scontato che il rinnovamento comporta anche rapide ascese di sconosciuti. Va bene, ma, insomma, ci vuole almeno qualcuno che abbia fatto qualcosina prima di diventare ministro. Questi da dove escono, dall’uovo di Pasqua? Va bene, staremo a vedere senza pregiudizi cosa sanno fare almeno sul piano amministrativo (su quello politico non ci facciamo nessuna illusione).
Infine, il discorso ha prospettato cose di buon senso come la riduzione delle tasse sul lavoro e il saldo dei debiti della Pa con le aziende, ma senza dire dove si troveranno i soldi per farlo, per il resto belle frasi (“c’è bisogno di sogni e di coraggio” ecc.) ma poco di concreto.
Insomma, tutto ha un’aria di estrema precarietà, improvvisazione, scarsa credibilità, come un castello di carte tenuto insieme con lo sputo.
Civati è stato quello che lo ha avvertito più acutamente degli altri, poi alla fine si è piegato anche lui per evitare di dover uscire dal partito. Lo capisco, forse una scissione a freddo ora, a tre mesi dalla Europee (quando la scelta sarebbe stata non presentarsi e, di fatto, autoescludersi o presentarsi a fare una cosa affrettatissima) sarebbe stato un passo falso. Ma non è neppure questa una soluzione che può durare, perché, se Renzi riesce nel suo tentativo e mette radici, trasformerà il Pd in un “partito del leader” esattamente come Forza Italia, e non ci sarà spazio per nessun altro, da Letta a D’Alema a Civati, appunto. Se invece dovesse fallire, non so se ci sarà ancora un Pd in cui militare in attesa di tempi migliori. Saremmo ai titoli di coda.
Però attenti: Renzi non va preso sotto gamba. Non credo che il suo governo possa durare a lungo, ma il piano potrebbe essere diverso da quello dichiarato di durare. Immaginiamo questo scenario:
a- Renzi fa rapidamente alcune cose di facile consenso del tipo sbattere fuori i consiglieri di Stato-consulenti strapagati (bisogna riconoscere che è una idea ottima, perché questa cosa è uno scandalo), distribuisce in due mesi un po’ di soldi alle aziende creditrici della Pa, tassa qualche titolo finanziario speculativo e alleggerisce le tasse sul lavoro. Ribadisce il suo forte tasso di informalità: tutto mirato solo a riassorbire almeno parte della protesta ora andata al M5s (quel che basta a portarlo al fatidico 37%)
b- Nello stesso tempo, vara questo orrore di legge elettorale che gli assicurerebbe la maggioranza assoluta alla Camera
c- Poi va al Senato dove, presumibilmente, la sua proposta di abrogazione viene bocciata con un voto bulgaro. E questa sarebbe la vera mossa calcolata, che spiegherebbe anche la “provocazione dadaista” di qualche giorno fa, fatta proprio per spingere i senatori a votargli contro. A quel punto monta l’indignazione contro la Casta che, come al solito, non vuole rinunciare a nulla e lui cavalca l’ondata di protesta, dimettendosi ed imponendo nuove elezioni, dove ci va come “quello che stava facendo le cose giuste ed è stato bloccato dai soliti politici”. Beninteso: con liste tutte di amici suoi e dopo aver massacrato bersaniani, cuperliani, civatiani, lettiani, dalemiani ed ogni qual si voglia oppositore. Alla Camera avrebbe ottime probabilità di farcela, al Senato probabilmente non avrebbe la maggioranza assoluta dei seggi (lì si dovrebbe votare con il proporzionale) ma il clamoroso successo alla Camera lo metterebbe in condizioni di forza tali da domare anche la riottosa assemblea di Palazzo Madama: magari sciogliendo quella sola e ripetendo le elezioni all’insegna della “governabilità”, magari con una legge elettorale ad hoc.
A quel punto avrebbe tagliato le unghie agli oppositori interni, disporrebbe di una maggioranza solida alla Camera, metterebbe il Senato in ginocchio e sarebbe anche in grado di imporre le dimissioni a Napolitano ed eleggere un nuovo Presidente di suo gradimento. E forse sarebbe anche in grado di operare una radicale riforma Costituzionale.
A quel punto inizierebbe il vero governo Renzi di cui, questo attuale, è solo un modesto battistrada, con una sola vera operazione politica da fare: le nomine negli enti pubblici da inzeppare di fedelissimi.
E se le cose andassero davvero così, saremmo davvero al regime».
* Fonte: Aldo Giannuli
10 commenti:
Vedo che siamo diventati Bravi a fare i pronostici ,ma intanto questi continuano indisturbati a fare i comodi loro e dei Compari e Noi?Ci lamentiamo ...ti pare poco!
Guardate qua
http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/welcome
Direi che sarebbe il caso di sostenere i grillini che sono più di un milione e poi cercare di instaurare un dialogo portando almeno il fatto concreto di averli sostenuti a spada tratta per le europee.
Andrebbe fatto da tutti i blog antisistema compattamente all'unisono.
No, non ho detto che funzionerà al cento per cento ma che è una possibile via migliore sicuramente del non fare una mazza.
Demetrio
Sembra proprio che il PD sia qualcosa di totalmente diverso da ciò che molti sperano, convinti, che sia. E' dai tempi del governo Monti che il partito si associa compatto a sostenere iniziative che solo neppure cinque anni or sono sarebbero state rigettate a furor di popolo. Adesso salterà quel benedetto Art. 18 che per tanto tempo è stato una vera e propria bandiera di combattimento della cosiddetta"sinistra" italiana. Si sono affermate e moltiplicate iniziative anti welfare che meno popolari di così non potevano essere. La gente tace, vota favorevole e poi magari s'impicca o si dà fuoco. Tutto è allucinante. E' diventato normale mentire senza più alcun pudore per chi dovrebbe guidare e difendere il Popolo- Mentire ha un significato piuttosto simile a tradire e una volta i traditori rischiavano di venire linciati. Adesso la gente preferisce suicidarsi. Cosa si pensa sia possibile fare mediante un semplice blog? E' al momento di votare che occorre riflettere e agire.
Sembra che la scelta del voto sia unica soluzione, senza considerare che esso stesso e' parte della trappola .L'Anonimo sopra dice di appoggiare il M5S perché sono tanti senza porsi minimamente conto delle contraddizioni del movimento e approfondire concretamente sui reali obbiettivi di Casaleggio in primis e Grillo.Dobbiamo smettere di sognare aspettando il Messia ,la strada da percorrere e' lunga,non possiamo pensare di addormentarci la sera e svegliarci l'indomani Cambiati.
Anonimo delle 8:30
Non hai capito una mazza come era prevedibile; se non si facessero i tuoi ragionamenti non saremmo in questa situazione.
Non ho parlato di Messia , dove te lo sei sognato?
Ho detto che oggi il popolo o non reagisce o non capisce o vota 5Stelle.
Grillo e Casaleggio magari sono il demonio travestito ma a me non interessa perché hanno fatto due cose importanti: hanno svegliato un sacco di gente, hanno messo su l'importantissima piattaforma web dove gli aderenti votano e decidono.
A questo punto gli intelligentoni come te si dovrebbero dar da fare per stabilire un dialogo con la gente pentastellata perché (cerca di seguirmi ) se adesso non hanno un programma chiaro su Eutopa e economia prima o poi si dovranno decidere a prendere una posizione.
Ha detto solo in maniera schematica le ragioni per cui è indispensabile oggi sostenere i grillini alle europee ma non entro in dettagli tanto so che non capiresti comunque,
E se non fossimo cosí ottusi non saremmo in questo pantano...
Fai il sapientone ,intanto Casaleggio/Grillo non hanno svegliato nessuno semmai hanno approfittato del malcontento generato dal potere dominante di cui sono strumento lo stesso Casaleggio e Grillo e lo hanno diretto a proprio vantaggio.che sul web gli aderenti votano e decidono mi sa che sei fuoridi testa, coloro che in buona fede hanno aderito al movimento compreso i parlamentari che esprimevano un loro pensiero critico hanno capito finalmentecon chi hanno a che fare.non nascondo che anche io alle elezioni mi sono lasciato fregare ,ma come si dice mi fai fesso una volta, invece per te la regola sembra valere per sempre.
Ok, sono fuori di testa.
Andate per la vostra strada.
Ma io non riesco a capire una cosa:
Com'é possibile che ogni volta che si prospetta un occasione potenziale di cambiamento o comunque si apre un ampio spazio di manovra ci si focalizza su questioni contingenti e le si ingrandisce a dismisura similmente a come fatto dai media?
Anch'io credo che il metodo di espulsione ecc sia da rivedere ampiamente e che il movimento 5 stelle abbia delle gravi lacune e dei lati grigi ma comunque sia hanno dimostrato di avere obbiettivi che una forza anticapitalista può assolutamente condividere. Inoltre c'é anche da dire che grazie alla struttura stessa del movimento é possibile proporre e discutere le più svariate teorie ecc.
Qui non si sta parlando di idolatrare grillo e company ma di fare un azione, a mio modestissimo avviso, rivoluzionaria e finalmente propositiva se non si capisce questo non siamo in alto mare ma siamo in un altra galassia rispetto alla realtà
Caro kart quello che non vuoi capire ,non è la buona fede dei grillino ,ma è in discussione la costruzione del movimento e dei suoi reali obbiettivi che non vanno contro il potere dominante bensì a canalizzare il malcontento per tenerlo meglio sotto controllo .Purtroppo convinciti che si tratta tutto di un inganno, questa e 'la schifosa realtà e speriamo che quanto prima lo capiscano tante persone in buona fede altrimenti saranno Cazzi Amari.
Anonimo delle 6:51
Sí, c'hai propio raggione mannaja li pescetti, ce stanno a cojonnà.
È tutto 'n inganno che vojono fregà ar popolo sti fiji de na mignotta, ahó.
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