26 maggio. Fraioli (nella foto) interviene nella disputa tra Pasquinelli e Bagnai sulla crisi dell'euro e come uscirne.
«Prometeo (colui che riflette prima) ed Epimeteo (colui che riflette in ritardo)»
Narra il mito che Prometeo donasse agli uomini le qualità che riusciva a sottrarre agli Dei, mentre Epimeteo le regalava agli animali. Ma chi erano "gli uomini" e "gli animali" al tempo degli Dei? Il mito, si sa, va interpretato, e credo che nel mito "gli uomini" fossero gli aristocratici, "gli animali" gli schiavi.
Premessa indispensabile
Avrei preferito non immischiarmi nella diatriba tra Moreno Pasquinelli (MPL) e Alberto Bagnai perché, a dispetto del mio carattere focoso, e anzi proprio per questo, mi sforzo sempre di essere un "bravo moderatino", cercando di evitare le fratture in favore della possibilità di una sintesi. Talvolta, però, il dato caratteriale prende il sopravvento, specialmente quando è in gioco l'amicizia. Non mi toccate Pasquinelli perché mi arrabbio.
Sul blog del Movimento Popolare di Liberazione è stato pubblicato, a firma di Moreno Paquinelli, un lungo articolo dal titolo "LE DIVERGENZE TRA IL COMPAGNO BAGNAI E NOI" nel quale vengono mosse critiche ad Alberto Bagnai. A mio parere, una delle ragioni di quello che appare, per certi versi, un attacco molto duro, è la preoccupazione di Pasquinelli che la crescente popolarità di Alberto Bagnai possa far sì che le sue posizioni vengano accettate acriticamente da un numero crescente di bloggers. Non è una questione secondaria, perché la dura "battaglia delle ideee" si gioca, oggi e sempre di più in futuro, proprio sulla rete. E' vero che si tratta di poche decine di migliaia di persone, ma è tra queste che si forma l'opinione pubblica. Questo nucleo minoritario, e apparentemente ininfluente di soggetti se valutato sul piano puramente numerico, ha invece la capacità di influenzare moltissimo la visione della grande maggioranza. Sono "attivisti", ovvero persone informate che, a prescindere dal valore e dalla qualità di ciò che sanno, si dedicano anima e corpo alla divulgazione dei loro punti di vista, e dunque per essi non vale l'equazione "uno vale uno". Un "attivista" può valere dieci, cento, mille, anche milioni di voti!
Dopo Beppe Grillo (che per il momento, ha "stracciato tutti"), e Paolo Barnard (tuttavia in fase declinante), Alberto Bagnai è oggi il blogger politico in più rapida ascesa in termini di popolarità. Una popolarità che alcuni tendono a sottostimare, ma che potrebbe esplodere nei prossimi mesi se si verificassero le circostanze opportune. La prima di queste, ovviamente, è il fatto che quello che Bagnai scrive da due anni sul suo blog e, più recentemente, nel libro "Il Tramondo dell'euro", ovvero la dissoluzione dell'eurozona, possa effettivamente verificarsi. In politica la capacità di apparire come profeti di ciò che avverrà regala ampia popolarità. Ricordate le "profezie" di Grillo su Parmalat?
La seconda circostanza, quella che a mio parere maggiormente preoccupa Pasquinelli, è che la popolarità di Bagnai possa essere utilizzata da settori della classe dominante contro gli interessi di classe del mondo del lavoro, dei quali MPL si erge a difesa. Non voglio entrare nel merito della questione se Bagnai sia o meno "di sinistra", e, in caso affermativo, quanto lo sia. Tuttavia, che settori della classe dominante possano, tra qualche tempo, giocare la "carta Bagnai", è lo stesso Alberto a dircelo. Rispondendo sul suo blog a ominonero che chiede "Come persuadere la classe politica facendole considerare questa proposta (il Manifesto di solidarietà europea - n.d.a.) come possibile ed auspicabile?" Bagnai scrive:
MPL ha conosciuto Alberto Bagnai nell'ottobre del 2011, allorché venne invitato ad un convegno dal titolo "Fuori dall'euro fuori dal debito". Era (le date sono importanti) la fine di ottobre del 2011. Ora, se andate sul blog di Bagnai, potete verificare che il suo primo post risale al 23 novembre 2011 (I “salvataggi” che non ci salveranno). Nel post Bagnai fa riferimento ad un suo articolo precedente, pubblicato su lavoce.info, del 26 luglio 2011 (LO SPETTRO DEL 1992), seguito da un intervento sul Manifesto (L'uscita dall'euro prossima ventura) datato 22 agosto 2011. Tutto ciò per dire che, se è vero che Bagnai si espone pubblicamente, da due anni, in una critica serrata dell'euro, è anche vero che esisteva già una forza politica, che è l'MPL, che si trovava su quelle stesse posizioni. Di più: MPL portava avanti, da molti anni, una critica asprissima agli assetti del capitalismo italiano, europeo e anglo-americano.
Alberto Bagnai venne al convegno, parlò, fu molto apprezzato per quello che disse. Piacquero il suo modo di esporre i dati, la chiarezza, l'affabilità dei suoi modi. In breve, Alberto Bagnai finì per essere uno degli autori più citati nel piccolo mondo resistente che gravitava intorno a MPL. Anche ecodellarete ci mise del suo, sebbene sia giusto sottolineare come la crescita del blog di Alberto Bagnai sia ascrivibile soprattutto, se non esclusivamente, alle sue qualità di scrittore e divulgatore. E' però anche giusto ricordare, e rimarcare ancora, che quel mondo era già da tempo, da molto tempo, su posizioni anti-euriste, come pure il fatto che, sebbene piccolo e minoritario, non era costituito da una singola persona, bensì da alcune centinaia di attivisti in tutta Italia.
Il rosso di Nomura
Con il passare del tempo, in particolare a partire dalla metà del 2012, si è verificato un cambiamento. Pian piano tra i dirigenti di MPL si è fatta strada la consapevolezza che tra la loro visione d'insieme e quella di Alberto Bagnai vi sono differenze irriducibili. Di ciò parla l'articolo pubblicato da Pasquinelli. I toni non sono particolarmente amichevoli, ma le ragioni di allarme ci sono tutte, e sono rilevanti. L'occasione che ha indotto MPL, per bocca di Pasquinelli, ad uscire allo scoperto, è stata la pubblicazione sul blog di Bagnai della traduzione in italiano del Manifesto di solidarietà europea (già pubblicato in inglese il 24 gennaio 2013 e rimasto sconosciuto ai più), come pure le voci, sempre più insistenti, di una possibile "discesa in politica" dello stesso Bagnai, sebbene egli le smentisca con forza. La lettura del documento, e l'elenco dei primi firmatari, pongono più di una questione. La prma che salta agli occhi è la dichiarata volontà di preservare "l’esistenza dell’Unione Europea e del Mercato Comune Europeo", messe a rischio dall'esistenza dell'euro. Dunque, non più l'euro come strumento monetario di un più ampio disegno di guerra di classe culminato nell'istituzione dell'Unione Europea e del Mercato Comune (ma sarebbe più corretto parlare di Mercato Unico), bensì esattamente il contrario. Che dire? Una lieve differenza rispetto a quanto Bagnai va ripetendo da due anni!
Vero è che Bagnai, nel primo commento scrive (grassetto aggiunto): "Siete tutti abbastanza intelligenti da capire cosa posso condividere o meno nella diagnosi che il manifesto esprime, e anche nella terapia", ma immediatamente dopo aggiunge «Non è il mio manifesto, come qualche relitto umano ieri latrava sul web: è il manifesto proposto da un gruppo di economisti col quale sono entrato in contatto a novembre, e con i quali ritengo valga la pena di confrontarsi e di mediare. Non vi aspetterete da me una mediazione coi platelminti, o con gli anellidi, e nemmeno coi nematelminti (che non vi ho ancora presentato), insomma, con tutti gli infiniti vermi del terrario nostrano, provinciale, egotista, intellettualmente ed eticamente deficitario. Ma rispetto a una proposta operativa che è l’unica sensata allo stato attuale e che è proposta da persone di elevatissimo livello scientifico, che hanno rivestito posizioni di responsabilità, che sanno di cosa parlano (cosa rara da queste parti), mi sento di potere e dover giungere a un compromesso e a un dialogo, di dover avere un atteggiamento di ascolto».
Vabbè. Linguaggio a parte, Bagnai afferma:
1. è l'unica proposta sensata allo stato attuale
2. è proposta da persone di elevatissimo livello scientifico, che hanno rivestito posizioni di responsabilità, che sanno di cosa parlano
Rimando ad altra occasione l'esame della prima affermazione per concentrarmi sulla seconda. Bagnai parla di persone di "elevatissimo livello scientifico", e su questo non possiamo non essere d'accordo. Ma quali interessi concreti e reali rappresentano e difendono costoro? In nome di quali poteri queste competenze tecniche agiranno, fino al punto di ordinare a Gianni Letta "zitto e togli gli aracnidi dalla Rai"? E soprattutto, noi che cosa esistiamo a fare? Come si permette, Alberto Bagnai, di usare questo tono e questo linguaggio? Chi è Alberto Bagnai? Lo abbiamo detto poc'anzi: Alberto Bagnai è un blogger politico in fortissima ascesa, dunque una persona in grado di influenzare in profondità le scelte elettorali qualora, come è probabile, decida di scendere in politica. Ma ha detto che non lo farà! Esticazzi?
Firmando il "Manifesto di solidarietà europea" Alberto Bagnai è già sceso in politica, la sua non è più solo una benemerita opera di divulgazione economica. Di questo non si può non tener conto, come non gli si può più consentire l'uso di un linguaggio, spesso offensivo, senza rispondergli come merita. Opera alla quale mi accingo immediatamente.
Uno dei firmatari del Manifesto è tale Jens Nordvig, classe 1974, Amministratore delegato di Nomura, banca d'investimento globale. Si tratta, per capirci, della stessa banca con la quale il Monte dei Paschi di Siena avrebbe stipulato un accordo segreto per truccare i conti. Ho come la sensazione che in casa Nordvig si beva dell'ottimo vino, di quello che dà veramente alla testa. Non conoscete il rosso di Nomura? Ah, ragazzi, al primo sorso ci si sente già in paradiso. Un paio di bicchieri e si vola alto, tanto in alto.... chi sono quei puntini laggiù? So' òmini? Ah, è 'na manifestazione de disoccupati. Più in alto! Più in alto! Stappiamo la seconda... ecco, va meglio. Dicevi Jens? Ah si, limità l'hair-cut e rilancià l'economia co' 'n piano de stabilizzazzzione globale concordato.. certo certo... i costi vanno distribuiti... hic.. hic... sta tranquillo che je parlo io... e ché? nun so de sinistra io? Ma io mica so' compagno così... ahò, io so' veramente compagno... de bevute... ma chi li conosce a questi? A pasquiné, e nummerompelicojoni!
Scherzi a parte, credo che l'articolo di Pasquinelli sia stato assolutamente opportuno. Non è accettabile che passi l'idea che la soluzione alla crisi possa essere di natura unicamente esogena, attraverso l'intervento dall'alto di competenze tecniche offerte da personaggi che, per quanto scientificamente validi, non possono credibilmente rappresentare gli interessi popolari. Per quanto possa essere difficile, è necessaria una componente endogena, vale a dire il contributo di una classe dirigente che sia diretta espressione degli interessi popolari. Il processo attraverso il quale questa classe dirigente emergerà è appena agli albori, ma deve essere portato avanti con urgente determinazione. Spiace dirlo, ma Alberto Bagnai, a causa dei suoi atteggiamenti élitari, si è posto fuori, per sua volontà, da questa prospettiva.
Fonte: Eco della Rete
«Prometeo (colui che riflette prima) ed Epimeteo (colui che riflette in ritardo)»
Narra il mito che Prometeo donasse agli uomini le qualità che riusciva a sottrarre agli Dei, mentre Epimeteo le regalava agli animali. Ma chi erano "gli uomini" e "gli animali" al tempo degli Dei? Il mito, si sa, va interpretato, e credo che nel mito "gli uomini" fossero gli aristocratici, "gli animali" gli schiavi.
Premessa indispensabile
Avrei preferito non immischiarmi nella diatriba tra Moreno Pasquinelli (MPL) e Alberto Bagnai perché, a dispetto del mio carattere focoso, e anzi proprio per questo, mi sforzo sempre di essere un "bravo moderatino", cercando di evitare le fratture in favore della possibilità di una sintesi. Talvolta, però, il dato caratteriale prende il sopravvento, specialmente quando è in gioco l'amicizia. Non mi toccate Pasquinelli perché mi arrabbio.
Sul blog del Movimento Popolare di Liberazione è stato pubblicato, a firma di Moreno Paquinelli, un lungo articolo dal titolo "LE DIVERGENZE TRA IL COMPAGNO BAGNAI E NOI" nel quale vengono mosse critiche ad Alberto Bagnai. A mio parere, una delle ragioni di quello che appare, per certi versi, un attacco molto duro, è la preoccupazione di Pasquinelli che la crescente popolarità di Alberto Bagnai possa far sì che le sue posizioni vengano accettate acriticamente da un numero crescente di bloggers. Non è una questione secondaria, perché la dura "battaglia delle ideee" si gioca, oggi e sempre di più in futuro, proprio sulla rete. E' vero che si tratta di poche decine di migliaia di persone, ma è tra queste che si forma l'opinione pubblica. Questo nucleo minoritario, e apparentemente ininfluente di soggetti se valutato sul piano puramente numerico, ha invece la capacità di influenzare moltissimo la visione della grande maggioranza. Sono "attivisti", ovvero persone informate che, a prescindere dal valore e dalla qualità di ciò che sanno, si dedicano anima e corpo alla divulgazione dei loro punti di vista, e dunque per essi non vale l'equazione "uno vale uno". Un "attivista" può valere dieci, cento, mille, anche milioni di voti!
Dopo Beppe Grillo (che per il momento, ha "stracciato tutti"), e Paolo Barnard (tuttavia in fase declinante), Alberto Bagnai è oggi il blogger politico in più rapida ascesa in termini di popolarità. Una popolarità che alcuni tendono a sottostimare, ma che potrebbe esplodere nei prossimi mesi se si verificassero le circostanze opportune. La prima di queste, ovviamente, è il fatto che quello che Bagnai scrive da due anni sul suo blog e, più recentemente, nel libro "Il Tramondo dell'euro", ovvero la dissoluzione dell'eurozona, possa effettivamente verificarsi. In politica la capacità di apparire come profeti di ciò che avverrà regala ampia popolarità. Ricordate le "profezie" di Grillo su Parmalat?
La seconda circostanza, quella che a mio parere maggiormente preoccupa Pasquinelli, è che la popolarità di Bagnai possa essere utilizzata da settori della classe dominante contro gli interessi di classe del mondo del lavoro, dei quali MPL si erge a difesa. Non voglio entrare nel merito della questione se Bagnai sia o meno "di sinistra", e, in caso affermativo, quanto lo sia. Tuttavia, che settori della classe dominante possano, tra qualche tempo, giocare la "carta Bagnai", è lo stesso Alberto a dircelo. Rispondendo sul suo blog a ominonero che chiede "Come persuadere la classe politica facendole considerare questa proposta (il Manifesto di solidarietà europea - n.d.a.) come possibile ed auspicabile?" Bagnai scrive:
«Dando la propria disponibilità alla classe politica giusta, che non è quella dei collaborazionisti italiani, ma quella di chi fuori dalla colonia Italia si è accorto che questo gioco non può durare. Voi pensate che Letta, o i suoi elettori, conteranno qualcosa nel momento in cui questa proposta dovesse catalizzare sufficiente attenzione all'estero? Gli direbbero: zitto e togli gli aracnidi dalla Rai, e il giorno dopo, previo passaggio di Rinaldi o Borghi al Tg1, saremmo tutti d'accordo. Scusate, ma il problema è causato dalla costruzione europea e credo si debba provare a risolverlo in Europa».La domanda che non possiamo sottacere è: chi direbbe a Letta "zitto e togli gli aracnidi dalla Rai"? Qui non è in discussione quanto e in che modo Bagnai sia sincero, allorché ricorda che lui vorrebbe essere di sinistra se una sinistra ci fosse. Che in Italia la "pseudo-sinistra televisiva e politically correct" sia una, per altro piccola, articolazione della classe dominante, è cosa che la maggioranza dei lettori di questo articolo daranno per scontato, e dunque Bagnai sembra aver ragione. Occorre ricordare, però, che la "pseudo-sinistra televisiva e politically correct" non comprende alcune piccole ma determinate sacche di resistenza che sono riuscite, in questi anni, a sopravvivere, nonostante l'imponente bombardamento mediatico e culturale che è stato messo in campo per eradicarla completamente. Di questa affermazione darò immediatamente la prova.
MPL ha conosciuto Alberto Bagnai nell'ottobre del 2011, allorché venne invitato ad un convegno dal titolo "Fuori dall'euro fuori dal debito". Era (le date sono importanti) la fine di ottobre del 2011. Ora, se andate sul blog di Bagnai, potete verificare che il suo primo post risale al 23 novembre 2011 (I “salvataggi” che non ci salveranno). Nel post Bagnai fa riferimento ad un suo articolo precedente, pubblicato su lavoce.info, del 26 luglio 2011 (LO SPETTRO DEL 1992), seguito da un intervento sul Manifesto (L'uscita dall'euro prossima ventura) datato 22 agosto 2011. Tutto ciò per dire che, se è vero che Bagnai si espone pubblicamente, da due anni, in una critica serrata dell'euro, è anche vero che esisteva già una forza politica, che è l'MPL, che si trovava su quelle stesse posizioni. Di più: MPL portava avanti, da molti anni, una critica asprissima agli assetti del capitalismo italiano, europeo e anglo-americano.
Alberto Bagnai venne al convegno, parlò, fu molto apprezzato per quello che disse. Piacquero il suo modo di esporre i dati, la chiarezza, l'affabilità dei suoi modi. In breve, Alberto Bagnai finì per essere uno degli autori più citati nel piccolo mondo resistente che gravitava intorno a MPL. Anche ecodellarete ci mise del suo, sebbene sia giusto sottolineare come la crescita del blog di Alberto Bagnai sia ascrivibile soprattutto, se non esclusivamente, alle sue qualità di scrittore e divulgatore. E' però anche giusto ricordare, e rimarcare ancora, che quel mondo era già da tempo, da molto tempo, su posizioni anti-euriste, come pure il fatto che, sebbene piccolo e minoritario, non era costituito da una singola persona, bensì da alcune centinaia di attivisti in tutta Italia.
Il rosso di Nomura
Con il passare del tempo, in particolare a partire dalla metà del 2012, si è verificato un cambiamento. Pian piano tra i dirigenti di MPL si è fatta strada la consapevolezza che tra la loro visione d'insieme e quella di Alberto Bagnai vi sono differenze irriducibili. Di ciò parla l'articolo pubblicato da Pasquinelli. I toni non sono particolarmente amichevoli, ma le ragioni di allarme ci sono tutte, e sono rilevanti. L'occasione che ha indotto MPL, per bocca di Pasquinelli, ad uscire allo scoperto, è stata la pubblicazione sul blog di Bagnai della traduzione in italiano del Manifesto di solidarietà europea (già pubblicato in inglese il 24 gennaio 2013 e rimasto sconosciuto ai più), come pure le voci, sempre più insistenti, di una possibile "discesa in politica" dello stesso Bagnai, sebbene egli le smentisca con forza. La lettura del documento, e l'elenco dei primi firmatari, pongono più di una questione. La prma che salta agli occhi è la dichiarata volontà di preservare "l’esistenza dell’Unione Europea e del Mercato Comune Europeo", messe a rischio dall'esistenza dell'euro. Dunque, non più l'euro come strumento monetario di un più ampio disegno di guerra di classe culminato nell'istituzione dell'Unione Europea e del Mercato Comune (ma sarebbe più corretto parlare di Mercato Unico), bensì esattamente il contrario. Che dire? Una lieve differenza rispetto a quanto Bagnai va ripetendo da due anni!
Vero è che Bagnai, nel primo commento scrive (grassetto aggiunto): "Siete tutti abbastanza intelligenti da capire cosa posso condividere o meno nella diagnosi che il manifesto esprime, e anche nella terapia", ma immediatamente dopo aggiunge «Non è il mio manifesto, come qualche relitto umano ieri latrava sul web: è il manifesto proposto da un gruppo di economisti col quale sono entrato in contatto a novembre, e con i quali ritengo valga la pena di confrontarsi e di mediare. Non vi aspetterete da me una mediazione coi platelminti, o con gli anellidi, e nemmeno coi nematelminti (che non vi ho ancora presentato), insomma, con tutti gli infiniti vermi del terrario nostrano, provinciale, egotista, intellettualmente ed eticamente deficitario. Ma rispetto a una proposta operativa che è l’unica sensata allo stato attuale e che è proposta da persone di elevatissimo livello scientifico, che hanno rivestito posizioni di responsabilità, che sanno di cosa parlano (cosa rara da queste parti), mi sento di potere e dover giungere a un compromesso e a un dialogo, di dover avere un atteggiamento di ascolto».
Vabbè. Linguaggio a parte, Bagnai afferma:
1. è l'unica proposta sensata allo stato attuale
2. è proposta da persone di elevatissimo livello scientifico, che hanno rivestito posizioni di responsabilità, che sanno di cosa parlano
Rimando ad altra occasione l'esame della prima affermazione per concentrarmi sulla seconda. Bagnai parla di persone di "elevatissimo livello scientifico", e su questo non possiamo non essere d'accordo. Ma quali interessi concreti e reali rappresentano e difendono costoro? In nome di quali poteri queste competenze tecniche agiranno, fino al punto di ordinare a Gianni Letta "zitto e togli gli aracnidi dalla Rai"? E soprattutto, noi che cosa esistiamo a fare? Come si permette, Alberto Bagnai, di usare questo tono e questo linguaggio? Chi è Alberto Bagnai? Lo abbiamo detto poc'anzi: Alberto Bagnai è un blogger politico in fortissima ascesa, dunque una persona in grado di influenzare in profondità le scelte elettorali qualora, come è probabile, decida di scendere in politica. Ma ha detto che non lo farà! Esticazzi?
Firmando il "Manifesto di solidarietà europea" Alberto Bagnai è già sceso in politica, la sua non è più solo una benemerita opera di divulgazione economica. Di questo non si può non tener conto, come non gli si può più consentire l'uso di un linguaggio, spesso offensivo, senza rispondergli come merita. Opera alla quale mi accingo immediatamente.
Uno dei firmatari del Manifesto è tale Jens Nordvig, classe 1974, Amministratore delegato di Nomura, banca d'investimento globale. Si tratta, per capirci, della stessa banca con la quale il Monte dei Paschi di Siena avrebbe stipulato un accordo segreto per truccare i conti. Ho come la sensazione che in casa Nordvig si beva dell'ottimo vino, di quello che dà veramente alla testa. Non conoscete il rosso di Nomura? Ah, ragazzi, al primo sorso ci si sente già in paradiso. Un paio di bicchieri e si vola alto, tanto in alto.... chi sono quei puntini laggiù? So' òmini? Ah, è 'na manifestazione de disoccupati. Più in alto! Più in alto! Stappiamo la seconda... ecco, va meglio. Dicevi Jens? Ah si, limità l'hair-cut e rilancià l'economia co' 'n piano de stabilizzazzzione globale concordato.. certo certo... i costi vanno distribuiti... hic.. hic... sta tranquillo che je parlo io... e ché? nun so de sinistra io? Ma io mica so' compagno così... ahò, io so' veramente compagno... de bevute... ma chi li conosce a questi? A pasquiné, e nummerompelicojoni!
Scherzi a parte, credo che l'articolo di Pasquinelli sia stato assolutamente opportuno. Non è accettabile che passi l'idea che la soluzione alla crisi possa essere di natura unicamente esogena, attraverso l'intervento dall'alto di competenze tecniche offerte da personaggi che, per quanto scientificamente validi, non possono credibilmente rappresentare gli interessi popolari. Per quanto possa essere difficile, è necessaria una componente endogena, vale a dire il contributo di una classe dirigente che sia diretta espressione degli interessi popolari. Il processo attraverso il quale questa classe dirigente emergerà è appena agli albori, ma deve essere portato avanti con urgente determinazione. Spiace dirlo, ma Alberto Bagnai, a causa dei suoi atteggiamenti élitari, si è posto fuori, per sua volontà, da questa prospettiva.
Fonte: Eco della Rete
24 commenti:
non so, la vostra mi sembra una pura guerra tra bande per il controllo di un potere che non avrete; ho letto Bagnai e penso che buona parte di quello che dice sia vero , ma non sono convinto che le soluzioni proposte portino ai risultati sperati,e non sono così ingenuo da pensare che il capitalismo europeo si adegui alle teorie di un economista anche se fossero le migliori sulla piazza; in quanto agli intellettuali de sinistra ne abbiamo avuti fin troppi in Italia e sempre senza attributi, marginali , ai bordi di una grande torta da cui nutrirsi, sicuramente non è stato un spettacolo decoroso e ripeterlo sarebbe sgradevole;siate più umili, Voi e anche Bagnai
Si potra scrivere qualsiasi cosa ma resterà il fatto che Bagnai è caduto in una contraddizione potenzialmente letale. Non sono convinto che i suoi adepti se ne siano accorti, nel caso gli devono girare alla grande. Non che al tipo importi qualcosa, con l'ego che si ritrova...
Fraioli sei in gamba.
Vorrei far notare che io io non ho scritto nulla sul "Manifesto". Il problema che pongo è quello di una soluzione SOLO dall'alto, e soprattutto quello dell'opera di delegittimazione che Bagnai va facendo di tutti coloro che non lo seguono come soldatini. Il vero problema è questo, non il "Manifestino di solidarietà", che andrà analizzato meglio, anche alla luce di un sano realismo. Da queste parti (non solo MPL) c'è gente che si sforza di analizzare il "reale". I sogni ce li teniamo nel cassetto, e i fogni li sputiamo.
Mah, da uno che scrive queste cose...
"vorrei chiarire: ovviamente sono etilista, cioè elitista, la rivoluzione la facciamo noi, ma al popolo e anche a ecodellarete bisogna dare la soddisfazione di credere di aver capito. Costa poco, ed è segno di buon cuore per quei tanti beati..."
http://goofynomics.blogspot.it/2013/05/una-cortese-richiesta.html
Piuttosto mi meraviglia del ritardo con cui ce ne si è accorti, era abbastanza evidente per la verità.
Ottimo divulgatore ma del tutto inutile dal punto di vista politico.
Purtroppo in questo momento non c'è nessun intellettuale davvero utile dal punto di vista politico e a mio avviso questo è un handicap insormontabile.
Eh, caro Francisco Goya, sapessi che scazzi con Bagnai, e quanto sono stato paziente. Ma semmetoccanopasquinelli... allora me 'ncazzo de brutto.
Scherzi a parte, finché uno pensa che si tratti di battutine, queste si possono tollerare. Il vero problema, per come la vedo io, non è tanto il "manifestino di solidarietà", ma l'atteggiamento elitista. Questo va bene in ambito accademico (seppure con i dovuti limiti), ma in ambito politico è rozzo fascismo.
E lo so ma l'atteggiamento elitista è la cifra più profonda del soggetto in questione, l'unica chiave delle sue motivazioni (molto, per così dire, rivendicative; ma quello è un problema suo).
Non parlo di te in particolare, ma alla gente piace troppo il cavaliere nero, piace troppo essere strapazzata dal soggetto dotato di cattedra pur di poter dire di aver dialogato con lui e questo dovrebbe far riflettere.
E' un discorso lunghissimo, il cui fulcro è l'assoluta necessità di andare a parlare alla gente tenendo presente che il popolo è ridotto in uno stato pauroso di ignoranza e soprattutto di terribile soggezione sociale. Un discorso che ho cercato di fare qui e altrove con nessun risultato e anzi trovandomi mio malgrado a dover litigare su cose che purtroppo sono come dico io e non tutti se ne rendono conto. Mi spiace constatare che avevo ragione anche su questo punto "collaterale" della diatriba sl manifestccio.
Ad esempio qando te la prendi con il livello degli italiani o con la crassa ignoranza dei grillini (pazzesca ignoranza, confermo); bene, o si capisce che siamo noi che abbiamo il "dovere" di schiodarli da quella condizione di subalternità esistenziale o non saremo altro che dei "soggetti" come quello là.
Piero Valerio ha capito che la strada è cercare in tutti i modi di dialogare con i grillini, perché non ci proviamo anche noi?
Saluti
Bagnai sta cercando di entrare nel giro dei soldoni e affanculo il resto (fatto ovviamente di minus habens). Nel privato si fa così, si entra in rapporti con chi conta anche della concorrenza e al momento giusto ci si propone per l'assunzione. Esagero? Vedremo. E Vabbè.
Concordo con quanto scrive Ecodellarete. La svolta di Bagnai mi desta molte perplessità. Capisco che la strada è stretta ed occorre fare ciò che è politicamente possibile, ma essendo io fra le categorie a rischio vorrei tanto capire quali gruppi sociali saranno immolati sull'altare del politicamente possibile.
Perché quando Bagnai scrive: "Chi ieri ha parlato di salire o scendere in politica è un povero imbecille, probabilmente atterrito dal proprio inevitabile fallimento" io ho l'inquietante sospetto che si riferisca non solo a Pasquinelli ma anche alle categorie che Pasquinelli vorrebbe rappresentare.
L'esperienza mi ha forse portato ad essere eccessivamente sospettoso, ma quella frase Bagnai non l'ha detta a Pasquinelli, l'ha detta a me (inteso come generico individuo di un gruppo sociale a rischio).
"Bagnai cerca di entare nel giro dei soldoni"
Ma guarda che contano meno i soldi del prestigio sociale cosituito dall' entrare in certi ambienti, molto meno.
Io l'ho detto più di un anno fa in un certo blog attirandomi gli insulti anche pesanti dei goofysti.
L' ho detto anche a lui esplicitamente (del prestigio e non dei soldi) e ha reagito come si può immaginare essendo un soggetto di borghesia medio altina in piena social climbing frenzy.
Purtroppo per lui era la verità e adesso cominciano a vederlo tutti.
Non è che i suoi colleghi siano tanto diversi, eh? Forse l'unico è Screpanti ma me lo dovrei studiare ancora un pochino prima di esserne sicuro.
Guardate che marcia indietro che ingrana se la scalata non dovesse andare a buon fine...;)
@Giovanni
Eheheh...inquietante sospetto...
Posso dire di esserci arrivato per primo...salvo smentita del soggetto, ovvio.
@Francisco Goya
Chi ci sia arrivato per prima non mi importa. Mi amareggia solo l'evento in sé.
Del resto mi sono convinto che la frase "soggetto di borghesia medio altina in piena social climbing frenzy" caratterizzi perfettamente il Prof. Alberto "cimandoilmioassistente" Bagnai (io sono assegnista).
Solo amarezza e due contratti, quello di lavoro e quello della casa, che scadono fra 6 e 12 mesi.
Bah. Anzi, bha, che scritto così gli da più fastidio.
Caro Giovanni, invece a me chi lo ha detto prima (io) interessa perché circa un anno fa in vari blog mi sono preso pesanti insulti di tutti i tipi per aver predetto quello che è puntalmente successo oggi.
Pensa che (parlo di un anno fa) litigando con tutti dicevo:
"Fate attenzione che il senso di quello che dice il soggetto lo capirete davvero solo se e come si deciderà a concretizzare le sue teorie in azione politica altrimenti si tratta solamente di ricerca di visibilità"
Proprio Fiorenzo Fraioli mi rispose che non potevo dirlo perché se il soggetto non se la sentiva non lo si poteva biasimare.
Ecco, rivendico la primazia dell'aver detto che solo ed esclusivamente dai FATTI POLITICI si giudicano i soggetti in questione e che il linguaggio delle classi sociali più alte è indecifrabile per quelli delle classi più basse.
Lo so fa incazzare ma se non partite da questa presa di coscienza non andrete da nessuna parte.
Auguri di cuore Giovanni per il tuo lavoro.
A Fiorè,
io te vojo bbene, ma mi pare che il tuo ego non abbia niente da invidiare da quello di Bagnai. L'ego è maestro nel mimetizzarsi, spesso utilizzando nobili ideali per giustificare le nostre(sue) meschine e infantili pulsioni(invidia, paranoia, incapacità di comprendere, irrazionalità, eccessivo senso d'importanza personale).
Fino a ieri non avevo idea dell'esistenza di Moreno Pasquinelli. Ho letto il suo articolo sul compagno Bagnai, e la mia prima, sincera impressione è stata di profondo sconforto.
Il super-io assume invariabilmente, anche in persone o entità laiche, connotazioni religiose.
Si è sempre a caccia del "traditore" revanscista.
Ci si precipita a giudicare sommariamente, con supremo sprezzo del ridicolo.
Sappiamo tutti che il capitalismo è un sistema instabile e che va superato. L'analisi che ne fa Marx è in buona parte condivisibile ma anche, a questo punto, irrilevante.
Ciò che ADESSO è rilevante è la difesa della democrazia per ottenere la vera democrazia:
l'equa ripartizione dei carichi di lavoro e dei suoi frutti tra TUTTI i cittadini.
Sappiamo tutti che l'euro è fascista. Sappiamo anche che gli stessi "Mercati" lo giudicano insostenibile e che quindi, con ogni probabilità, forniranno la "spinta esogena" atta a liquidarlo. Ne hanno il potere e lo faranno, indirizzando il processo a loro vantaggio.
Che dalla dissoluzione dell'euro ne tragga beneficio la classe dei lavoratori dipendenti, piccoli imprenditori etc. dipenderà dalla "spinta endogena" che tu, io, Bagnai, Borghi e pure l'inquisitore Pasquinelli saremo in grado di produrre, facendo del nostro meglio nel nostro piccolo o grande che sia.
Buon lavoro, quindi.
Gli scazzi infantili lasciamoli pure ai nostri politicanti camerieri della Troika.
Beh, paragonare l'ego di un bravo e onesto attivista come Fraioli a quello di Bagnai significa probabilmente non conoscere, o far finta di conoscere, uno dei due. Precisazione a parte ti sei dimenticato di altri valenti economisti accademici, vedo che citi solo Bagnai e Borghi (come mai?) che tra l'altro è uno dei miei preferiti e io mi permetto di aggiungere anche Brancaccio (Bagnai può dirne ciò che vuole ma è un grande), Cesaratto e Zezza, anche il futuro sostituto di Bagnai che Bagnai stesso sta piazzando (è una mia impressione), Rinaldi, sembra in gamba. Il modo in cui avverrà questo benedetto cambio di assetto nell'economia europea e mondiale andrà gestita politicamente e mi sembra legittimo porsi le domande che si pone Pasquinelli e che si è anche posto Brancaccio. Chi vivrà vedrà.
Di Bagnai non sopporto la spocchia da professorone, come già sottolineato da altri. Ma i peggiori sono quelli che gli vanno dietro facendogli da scudieri. E' un po' la logica delle sette, se vogliamo: un leader con un qualche carisma e tanti caproni privi di spirito critico e dignità. Seguite chi e cosa volete ma pensate con la vostra testa, porca puttana!
Scudieri, seguaci, principianti, caproni. Stupisce tanta acrimonia verso chi magari ha solo una idea diversa delle priorità: come scrive bene Alberto Conti "risolvere il problema dell'euro, qui ed ora. Per i larghi orizzonti di una vera riforma monetaria globale ci si potrà attrezzare quando saremo usciti dal gorgo che ci sta inghiottendo". Verso chi si sente al fianco dei lavoratori ma, in attesa della rivoluzione o dell'implosione del sistema capitalistico, si "accontenta" di obiettivi come la repressione finanziaria, il superamento della precarietà, l'indicizzazione dei salari, la difesa del ruolo dello Stato e dei valori democratici della Costituzione.
Caro Anonimo del 27 maggio leggi bene, ho scritto che si può seguire chi si vuole ed avere le idee che si vuole, il problema è quando si è d'accordo a priori su tutto col guru di turno.
E basta sputare sopra ai militanti di sinistra: con tutti i difetti che si possono avere, è gente che si fa il culo giorno dopo giorno per costruire un'alternativa. E soprattutto è gente che ha una visione d'insieme e non ristretta.
Correzione a quanto detto sopra Borghi ha appena scritto che dall'€ dovrebbe uscire solo la Germania il resto rimarrebbe al suo interno. Borghi ERA uno dei miei preferiti. Bho!
@ Brezzarossa: Non ci stupisce che Borghi abbia scoperto le carte.
puoi per cortesia segnalarci il link in cui Borghi afferma apertamente che è per l'uscita della Germania e tutti gli altri dentro?
Grazie
e' una mia deduzione, Borghi non parla esplicitamente di Germania ds un parte ed il resto dall'altra ma dice: "Dividere l'area Euro in due potrebbe essere il primo passo verso una più profonda amicizia futura tra gli Europei, senza cadere nell'abisso di odio che spesso si crea in un matrimonio fallimentare.", se prima si legge il conteuto dell'articolo non è che si possa dire molto di diverso da Germania a Germania+Olanda+Finlandia. Questo è il collegamento all'articolo:
http://vocidallestero.blogspot.it/2013/05/lintervento-di-borghi-bruxelles-perche.html
Ho postato su quel sito una risposta e sto attendendo che me la pubblichino, noto che il tono dei commenti non è generalmente dimesso e con dei ditinguo, ma non ho ancora letto di qualcuno che ricordi ciò da cui si era partiti. Se mi pubblicano almeno lo potrò leggere...
volevo scrivere "non è particolarmente entusiasta" scusate è la stanchezza che stasera mi frega e mi fa scrivere così male....
che strana cosa... seguivo tempo fa bagnai, e lo trovavo molto illuminante. Poi per ragioni che non ho mai compreso, pian piano mi allontanai dal suo blog. La foga anti euro mi puzzava, al pari di come mi puzza la foga dei pro euro. Non ci vuole una scienza a capire che questa moneta è stata usurpata e che così non va, ma che il male sta in questa usurpazione e non nella moneta in sé per sé. Ora che leggo della svolta, comprendo che forse qualcosa non mi convinceva più, anche se non sapevo cosa. Istinto.
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