[ 03 marzo 2010 ]
Scontri per le strade di Atene
Il governo aggrava il piano di sacrifici antipopolare
Mercoledì, 3 marzo. Proprio mentre i pensionati protestavano davanti alla residenza del premier contro i pesanti tagli ai loro danni, il governo Papandreu approvava un pacchetto di «misure aggiuntive» obbedendo al diktat di un "piano extra" lanciato dai plutocrati europei. La risposta non si è fatta attendere, migliaia di dimostranti si stanno scontrando con la polizia per le strade del centro della capitale.
Secondo le anticipazioni delle agenzie greche le misure avrebbero un valore di 4,8 miliardi di euro, esattamente ciò che la BCE e la UE chiedevano come condizione “minima” per prestare il loro soccorso. Sono previsti ulteriori tagli alla tredicesima (-30%) e alla quattordicesima (-60%) per tutti i dipendenti pubblici; una nuova stretta sulle indennità salariali (-12%), il congelamento pensioni, l’aumento dell'Iva (dal 19% al 21%), nuove imposte su benzina, alcol e sigarette. Appena saputa la notizia lo stesso sindacato dei dipendenti pubblici vicino al Pasok, Adedy, ha annunciato per il 16 marzo uno sciopero nazionale.
Nel frattempo non si ferma la protesta delle altre categorie. E’ al secondo giorno lo sciopero dei tassisti e proteste sono attuate anche dai portuali e domani (4 marzo) dagli insegnanti. Marce e proteste sono annunciate per l'8 marzo.
E’ evidente che in Grecia è in atto un decisivo braccio di ferro: da una parte la UE e il governo di Papandreu, dall’altra il popolo lavoratore, che non ha alcuna intenzione di farsi portare al macello. Se come noi riteniamo, la crisi sociale greca annuncia quella europea, se ne deve dedurre che siamo davanti ad una specie di prova generale dal quale dipende l’evoluzione di tutto il continente.
Capire per resistere. Ci auguriamo che non sfugga l’importanza dell’incontro con Savas M. Matsas che svolgeremo sabato prossimo a Firenze.
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