[ 10 marzo 2010 ]
MANIFESTARE SABATO PROSSIMO?
In queste condizioni no
Alla fine i nostri timori si sono avverati. Come l’adagio, per cui “Can che abbia non morde”, le componenti più radicali del centro-sinistra, IDV, Federazione di sinistra e pannelliani, hanno abdicato al Partito (anti)Democratico. Chi rifiutandosi di chiedere la Messa in stato d’accusa del presidente Napolitano (Di Pietro), chi rimangiandosi l’idea di un Aventino con relativo ritiro dalla competizione elettorale. Sinistra e Libertà, il PRC e la Federazione di sinistra hanno forse fatto peggio, in questo torbido tornante della vita del paese hanno deciso di tenere il profilo più basso possibile. Pur di non incrinare la salda alleanza col PD, né hanno fatto loro la richiesta di Messa in stato d’accusa di Napolitano, né quella dell’Aventino.
Alla fine i nostri timori si sono avverati. Come l’adagio, per cui “Can che abbia non morde”, le componenti più radicali del centro-sinistra, IDV, Federazione di sinistra e pannelliani, hanno abdicato al Partito (anti)Democratico. Chi rifiutandosi di chiedere la Messa in stato d’accusa del presidente Napolitano (Di Pietro), chi rimangiandosi l’idea di un Aventino con relativo ritiro dalla competizione elettorale. Sinistra e Libertà, il PRC e la Federazione di sinistra hanno forse fatto peggio, in questo torbido tornante della vita del paese hanno deciso di tenere il profilo più basso possibile. Pur di non incrinare la salda alleanza col PD, né hanno fatto loro la richiesta di Messa in stato d’accusa di Napolitano, né quella dell’Aventino.
Avevano un’occasione d’oro, un’occasione per accrescere i consensi a se stessi, quella di dare forza all’onda dell’indignazione democratica, antiberlusconiana e antioligarchica, e invece hanno fatto dietrofront.
Non alambiccattevi il cervello. Tolti i casi di strutturale stupidità politica, la causa è la mancanza di coraggio, che in politichese si traduce così: tutto è stato sacrificato sull’altare dei seggi nei consigli regionali, degli assessorati dei posti nel sottobosco delle cariche amministrative.
Un approccio da classico ceto politico, alla disperata ricerca della propria sopravvivenza.
Non la rivoluzione o la causa del socialismo sono stati sacrificati, ma gli stessi principi democratici, la stessa difesa della Costituzione, che ora scopriamo che solo a parole per queste forze era un principio inviolabile.
Così abbiamo che Berlusconi ha compiuto uno sfregio, Napolitano l’ha sancito e le opposizioni l’hanno avallato, per il meschino calcolo che andare a votare con il Cavaliere in discesa porterà loro un bel gruzzoletto di voti per aver più seggi in assembleee lettive oramai svuotate di ogni prerogativa, orgaimsi ombra degli esecutivi e dei governatori- podestà.
Non alambiccattevi il cervello. Tolti i casi di strutturale stupidità politica, la causa è la mancanza di coraggio, che in politichese si traduce così: tutto è stato sacrificato sull’altare dei seggi nei consigli regionali, degli assessorati dei posti nel sottobosco delle cariche amministrative.
Un approccio da classico ceto politico, alla disperata ricerca della propria sopravvivenza.
Non la rivoluzione o la causa del socialismo sono stati sacrificati, ma gli stessi principi democratici, la stessa difesa della Costituzione, che ora scopriamo che solo a parole per queste forze era un principio inviolabile.
Così abbiamo che Berlusconi ha compiuto uno sfregio, Napolitano l’ha sancito e le opposizioni l’hanno avallato, per il meschino calcolo che andare a votare con il Cavaliere in discesa porterà loro un bel gruzzoletto di voti per aver più seggi in assembleee lettive oramai svuotate di ogni prerogativa, orgaimsi ombra degli esecutivi e dei governatori- podestà.
E così una brutta fine ha fatto anche la manifestazione indetta per Sabato, che da atto di protesta, anche contro la Presidenza della Repubblica e contro ogni inciucio, sarà una sfilata elettorale dell’antiberlusconismo addomesticato e opportunista, ovvero del berlusconismo di centro-sinistra.
Non andremo quindi a Roma il 13 marzo, almeno fino a prova contraria. Qual è questa prova? Che il cosiddetto “popolo viola” abbia un sussulto e decida di manifestare autonomamente.
Non andremo a fare le comparse di una casta politica che anzitutto desidera la stabilità istituzionale, che cerca in ogni modo si spegnere la legittima rabbia dei loro stessi elettori, che tutto subordina alle proprie ambizioni di potere.
Confermiamo infine anche la nostra astensione. Finché il popolo non volterà le spalle ai rappresentanti che offre questo indegno mercato, finche non ci sarà un Aventino di massa, non ci sarà alcuna svolta politica reale.
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