La partecipazione alle elezioni politiche 1948-2008 |
[ 16 marzo 2010 ]
CUI PRODEST?
in risposta agli "elezionisti"
«Che senso ha partecipare ad elezioni che legittimano questi meccanismi antidemocratici e populistici? Come si fa a non comprendere che partecipando al gioco è il gioco (truccato) che vince e viene legittimato assieme ai bari e ai rottamatori (compresi quelli di centro-sinistra) della stessa democrazia parlamentare»?
Sergio Luzzatto, su Il Sole 24 Ore di oggi, in un editoriale dal titolo «Amministrative: le due facce dell'astensione», segnala l'altissimo astensionismo alle recenti elezioni regionali francesi e compie una comparazione con le imminenti regionali in Italia. Egli nota, giustamente che l'importanza attribuita in Italia alle regioni è di gran lunga superiore a quella che ad esse viene attribuita in Francia, stato notoriamente centralista.
Luzzatto afferma: «... a livello del "percepito" oltreché al livello del "reale", le regioni hanno in Francia un'immagine moltodiversa da quella che hanno in Italia. Nel corso dell'ultimo decennio, l'importanza percepita delle regioni italiane è cresciuta di pari passo con la loro importanza effettiva. Da quando è stato modificato il meccanismo elettorale, garantendo l'investitura diretta del cosiddetto "governatore" (in politica, anche il gergo informale conta: qui, suona evidente l'allusione esterofila alla figura dei governatori statunitensi), il ruolo delle regioni è aumentato sensibilmente agli occhi dell'opinione pubblica di casa nostra: in parallelo con l'aumento progressivo dei poteri delle regioni stesse in materia di politiche sanitarie, scolastiche, fiscali, sociali».
E conclude: «Perciò, il significato del massiccio astensionismo nelle elezioni regionali d'Oltralpe appare difficile da confrontare con il significato che avrebbe un astensionismo massiccio nelle prossime elezioni regionali italiane».
In altre parole una crescita sostanziale dell'astensionismo alle prossime regionali in Italia avrebbe un significato politico ben più grande e destabilizzante di quanto non abbia avuto in Francia.
Come dissentire?
Dal nostro punto di vista è elemento che rafforza la scelta astensionista, e destituisce di ogni plausibile fondamento la principale obiezione degli "elezionisti", quella per cui, in fin dei conti, l'astensionismo farebbe il gioco del Palazzo.
A noi pare ovvio che non sia così. Basta osservare l'eversivismo populista di Berlusconi, fondato sul mantra per cui, avendo egli ampio consenso elettorale popolare si ritiene per ciò stesso legittimato a scardinare la democrazia parlamentare e costituzionale. Tutto il giochino si basa dunque sul perno del massiccio "consenso elettorale". Venendo meno questo il populismo elezionista andrebbe a farsi friggere.
Perché l'astensione e non il voto a qualche lista che dica cose giuste? Ma perché la seconda repubblica è già post-democratica, e le sue istituzioni, i parlamenti anzitutto (a comiciare da quelli municipali, per passare ai regionali e finire con quello di Roma) sono organismi svuotati delle loro essenziali prerogative, inghiottiti da meccanismi fortemente presidenzialistici. Sono i Presidenti e gli esecutivi che decidono tutto e che in caso di conflitto con le assembleee elettive, orami ridotte a consessi passacarte, possono dissolverle a loro piacimento.
Che senso ha partecipare ad elezioni che legittimano questi meccanismi antidemocratici e populistici? Come si fa a non comprendere che partecipando al gioco è il gioco (truccato) che vince e viene legittimato assieme ai bari e ai rottamatori (compresi quelli di centro-sinistra) della stessa democrazia parlamentare?
5 commenti:
Condivido in pieno l'analisi, non ci resta che batterci per una nuova legge elettorale, unendo le poche forze a Sinistra che già si sono espresse in merito. Sollecitando l'opinione pubblica attraverso una propaganda forte
sulla RETE, tentando è chiaro di farlo anche sui media.
Sarebbe di buon auspicio farsi promotori di questa iniziativa con un invito
ai vari partiti e movimenti della Sinistra, ben definito nel rispetto reciproco di appartenenza. L'unica via d'uscita da questo tunnel, che ci vede sempre
e comunque tagliati fuori, non solo dalle competizioni elettorali ma, anche
dai dibattiti pubblici nei mezzi d'informazione, le conseguenze le conosciamo.
Se a qualcuno interessa o, ha già avviato un operazione del genere,
vi prego di informarmi. http://caneliberonline.blogspot.com/
Ps. lo so che in molti stanno propagandando tutto cio', pero',
ognuno per conto proprio, in RETE non si vedono molti commenti,
secondo me perche' il tutto in ordine sparso.
Nessuna obiezione. Nessuna. Il dramma è appunto la divisione e la polverizzazione. Il guaio è che in prima battuta diversi soggetti anticapitalistici preferiscono gareggiare, o tentare di gareggiare, malgrado il carattere truffaldino delle regole del gioco. Pigli ad esempio PCL e SInistra critica. Hanno provato in ogni modo a presentarsi raccgliendo firme. Non essendoci riusciti causa sbarramento n.1 (le firme) adesso dichiarano di astenersi. Ma l'astensione qui è solo una subordinata.
teniamoci in contatto...
Condivido. Una cosa e' certa comunque, su questa iniziativa, dipaniamo
la polvere e facciamoci promotori e', un punto fondamentale su cui
puntare insieme anche per tentare, attraverso, un dialogo.
Volere una conversione di tutti su questo punto....a mio modesto parere
darebbe un segnale forte a tutta la Sinistra centrista o perlomeno ai Compagni che la compongono e non vedono altre alternative, OLTRE CHE AL RESTO DELLA SINISTRA IN GENERALE.
Con questo mi rendo conto benissimo che certe anime è difficile metterle insieme.....ma, se non si tenta...che cazzo di rivoluzionari siamo?
Almeno che...io, non stia sbagliando Sito a cui proporlo......?
SE RITENETE OPPORTUNO, AVETE LA MIA MAIL.....NON PERDIAMOCI IN
...SE...MA...ATTIVARSI !!!!! HASTA SIEMPRE.
Tieni conto che la nostra Associazione nacque appunto dall'appello all'astensione per le politiche di due anni fa. SI aggregarono diverse soggettività, poi le cose si son fatte difficili.
In questa occasione non c'è apparso valesse la pena rilanciare sull'astensionismo, non perché la questione non sia centrale, ma vista la fase di profondissima disullusione e polverizzazione. Avrai notato che ci stiamo concentrando sulla crisi, che ci pare si destinata a lungo e alla fine premierà chi avrà saputo lavorare con metodo e idee giuste sul lungo periodo.
Bene, buon lavoro.
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