Michele Boldrin, l’economista liberista, si presente alla seconda conferenza del movimento “Liberi, oltre le illusioni” con una volontà di fondo ben precisa, ossia distruggere l’impianto educativo dell’istruzione italiana a favore di un impianto mirato a sfornare “imprenditori di se stessi” drogati di competizione e scentismo spicciolo.
“Abolire il classico, lo studio del latino è un lusso, la programmazione è un diritto”.
Ma lusso per chi, Boldrin? Lo studio della lingua e della letteratura latina è funzionale agli scopi della scuola, ossia l’educazione di futuri cittadini, il tramandare la paideia che si vorrebbe dimenticare in nome della produttività capitalistica.
No Boldrin, il latino non è un lusso, ma anzi un’esigenza.
E’ un’esigenza per un popolo che deve tornare a sentirsi tale, che vuole esistere nel mondo come libero, unico ed in pace coi propri fratelli. E’ un’esigenza per chi punta a qualcosa di più di una misera esistenza passata alla ricerca del profitto fra gavette interminabili e “bellum omnium contra omnes”, per chi punta ad essere un Cittadino, non un consumatore. I linguaggi di programmazione, conoscenza importantissima e rispettabile al pari di ogni altra, sono utili unicamente all’atto pratico, e solamente come elementi di determinati tipi di lavoro, per i quali esiste una preparazione specializzata che si sviluppa in corsi universitari o privati.
Essendo una conoscenza pratica indirizzata al lavoro non dovrebbero essere argomento della scuola dell’obbligo, che NON deve formare lavoratori, ma educare. Ancor più miserabile risulta la tua proposta se vista col fine di preparare masse schiavili alle “sfide del mercato”, sempre più alla ricerca di personale specializzato per diminuire i costi del lavoro ed aumentare i profitti degli imprenditori-vampiri da te idolatrati e propagandati come punti di riferimento per la società. Non aboliamo ma potenziamo invece lo studio del latino, in modo tale che gli studenti possano leggere dei Gracchi, di Catilina, di Spartaco, e imparare che tiranni ed oligarchi, gli stessi che oggi opprimono il mondo tramite “i Mercati” possono essere combattuti e vinti. Aboliamo il parassitismo di chi vorrebbe distruggere la cultura in nome del profitto. Aboliamo il pensiero liberista, bastoniamo ed allontaniamo chiunque professi e propagandi una società classista e diseguale. Te in primis.
* Fonte: M-48 (Giovine Italia)
“Abolire il classico, lo studio del latino è un lusso, la programmazione è un diritto”.
Ma lusso per chi, Boldrin? Lo studio della lingua e della letteratura latina è funzionale agli scopi della scuola, ossia l’educazione di futuri cittadini, il tramandare la paideia che si vorrebbe dimenticare in nome della produttività capitalistica.
No Boldrin, il latino non è un lusso, ma anzi un’esigenza.
E’ un’esigenza per un popolo che deve tornare a sentirsi tale, che vuole esistere nel mondo come libero, unico ed in pace coi propri fratelli. E’ un’esigenza per chi punta a qualcosa di più di una misera esistenza passata alla ricerca del profitto fra gavette interminabili e “bellum omnium contra omnes”, per chi punta ad essere un Cittadino, non un consumatore. I linguaggi di programmazione, conoscenza importantissima e rispettabile al pari di ogni altra, sono utili unicamente all’atto pratico, e solamente come elementi di determinati tipi di lavoro, per i quali esiste una preparazione specializzata che si sviluppa in corsi universitari o privati.
Essendo una conoscenza pratica indirizzata al lavoro non dovrebbero essere argomento della scuola dell’obbligo, che NON deve formare lavoratori, ma educare. Ancor più miserabile risulta la tua proposta se vista col fine di preparare masse schiavili alle “sfide del mercato”, sempre più alla ricerca di personale specializzato per diminuire i costi del lavoro ed aumentare i profitti degli imprenditori-vampiri da te idolatrati e propagandati come punti di riferimento per la società. Non aboliamo ma potenziamo invece lo studio del latino, in modo tale che gli studenti possano leggere dei Gracchi, di Catilina, di Spartaco, e imparare che tiranni ed oligarchi, gli stessi che oggi opprimono il mondo tramite “i Mercati” possono essere combattuti e vinti. Aboliamo il parassitismo di chi vorrebbe distruggere la cultura in nome del profitto. Aboliamo il pensiero liberista, bastoniamo ed allontaniamo chiunque professi e propagandi una società classista e diseguale. Te in primis.
* Fonte: M-48 (Giovine Italia)
2 commenti:
Bravi, ragazzi di M48, una giusta risposta alla protervia ignorante compiaciuta della sua grettezza e meschinità.
Anche la storia della filosofia andrebbe insegnata secondo me in tutte le branche della scuola dell' obbligo per contribuire a coltivare il senso critico e a formare soggettività razionali, consapevoli, attive, autodirette, capaci di rapportarsi costruttivamente al mondo naturale e sociale (nella mia personale esperienza é stato l' insegnamento che mi ha dato di più in termini di maturazione personale e umana).
Giulio Bonali
La lingua rappresenta l'elemento decisivo nel rappresentare l'identità di un popolo dato che è attraverso essa che si è formata la sua cultura ed il suo modo di vedere ed interpretare il mondo. La lingua non è quindi un elemento neutro ma funziona come una infrastruttura attraverso la quale si trasferiscono questi contenuti. Per questo gli americani profusero enormi finanziamenti dal secondo dopoguerra ad oggi per imporre la conoscenza dell'inglese ai paesi colonizzati, tanto che oggi purtroppo in Italia questo viene insegnato già dalla prima elementare.
Il latino invece è la lingua custode della gloriosa cultura classica europea e dalla quale discendono molte lingue che si parlano nel nostro continente. Non solo quindi la proposta di Boldrin, un economista che guarda caso ha lavorato sempre in università inglesi ed americane, deve essere rigettata ma bisognerebbe invece spingere affinchè questa servile e catastrofica pseudo unione europea almeno una cosa giusta la facesse:
assumere il latino come lingua franca europea da utilizzare da qui a qualche anno nei documenti e negli incontri internazionali (anche al parlamento europeo quindi) nonchè negli articoli sulle riviste specializzate al posto dell'inglese.
Questo sì che contribuirebbe ad avvicinare i popoli europei favorendo progetti comuni ma nel rispetto delle rispettive identità e distanziandoli invece dal mondo anglo americano e dalla sua visione individualista e liberista dell'essere. Sarebbe un passo verso l'autonomia assai più efficace che non la chiusura di una dozzina di basi militari NATO.
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