[ martedì 15 ottobre 2019 ]
Stefano D'Andrea, presidente del FSI non si smentisce mai.
«Noi abbiamo impiegato 7 anni a mettere assieme quasi 1000 persone con due o tremila simpatizzanti. E l'entusiasmo degli iscritti cresce continuamente e da tre anni non va via nessuno che si sia impegnato. La disciplina è massima, la fede alta, la contentezza di stare in questo partito generale. Ebbene a un certo punto gente che non ha costruito nulla che ha fallito quasi dieci volte, che le ha tentate tutte eppure non è riuscita a muoversi dal punto di partenza, organizza una manifestazione nella quale non devono esserci i simboli di partito. Ma stiamo scherzando? Vuoi far fuori gli unici che hanno dimostrato di saper fare qualche cosa? Che crescono di numero non subiscono scissioni si candidano in comuni e regioni e almeno dimostrano di raccogliere le firme e diffondono in 300 un editoriale tutti i giorni su facebook? Perché li vuoi fare fuori? Perché del movimento non ti interessa niente. Cerchi quel ruolo che la storia ha dimostrato non devi avere. Dico vuoi non per riferirmi a te ma a chi ha organizzato la manifestazione. Non c'è processo aggregativo che non sia anche non processo di selezione. Far fuori e toglierci dalle balle quelli che hanno fallito più volte è vitale. Adesso speriamo che Vox si consolidi (non sono certo che riuscirà ma mi auguro di si). Poi noi e vox organizzeremo una manifestazione nella quale tutti dovranno avere un simbolo di partito o associativo. Gli individui individualisti, gente che non sta con noi non sta con vox non sta con altra direzione non sta con senso comune perché chi sa chi credono di essere, anche se non ne hanno mai azzeccata una, hanno rotto le balle. Il problema sono loro ma ancora per poco, uno o due anni al massimo.
Stefano D'Andrea»
Stefano D'Andrea ci sono nel tuo post tante inesattezze quante sono le righe.
Per cominciare parli come se la tua organizzazione fosse una azienda che deve conquistare quote di mercato, con un proprio marketing e un logo da estendere. Con te stesso come amministratore delegato, presidente, ragioniere e contabile. Noi contro loro, noi contro tutti. Voi i migliori, gli illuminati, i più disciplinati, gioiosa armata alla conquista del mondo, loro i falliti, quelli che non riescono a muoversi dal punto di partenza. Una filosofia politica che puzza di competizionismo e neoliberalismo da ogni poro.
Poi però scopriamo che "i falliti" portano 3.000 persone in piazza sotto una unica bandiera quella della indipendenza e sovranità popolare. Allora tanto falliti non sono.
In un soprassalto di narcisismo passi ad identificarti con la Storia, il supremo giudice che caccerà i reprobi (gli organizzatori del 12 ottobre che non devono avere nessun posto nella storia) e metterà al loro posto i valorosi dell'FSI, i quali a passo di lumaca si faranno spazio tra le folle conquistando il mondo!
Alla fine dal narcisismo, con scatto felino e volo pindarico, passi addirittura alle minacce, alla caccia all'untore, rivolgendo un accorato appello urbi et orbi "a far fuori quelli che hanno fallito" (che sono sempre quelli del 12 ottobre senza bandiere di partito).
Stefano D'Andrea qui forse ci vuole un bravo terapista, perché stiamo andando oltre i confini del politico, in una terra dove primeggiano quelle che Spinoza chiamava passioni tristi, l'odio, il senso di rivalsa, la competizione, etc, che non a caso sono il concime, ma sarebbe meglio dire il letame del neoliberismo.
Dulcis in fundo concludi con una delle tue solite perle :
Stefano D'Andrea, presidente del FSI non si smentisce mai.
In Italia si svolge la prima manifestazione di piazza per l'Italexit, e lui cosa fa? Ovviamente l'attacca. Fin qui nulla di male, l'uomo e lo stile sono quelli. Però a tutto c'è, o ci dovrebbe essere, un limite.
Evidentemente il D'Andrea mastica amaro. Prima ha provato (in compagnia di quattro rancorosi che si sono spinti fino all'infamia) a sabotare la manifestazione dicendo che sarebbe fallita; poi, di fronte all'evidente successo, si inventa che noi saremmo i sovranisti dell'«io», mentre lui rappresenterebbe il «noi». E qui siamo alle comiche. Alla manifestazione hanno aderito 33 (trentatre) associazioni (incluse quelle da lui citate), ma mancando per sua scelta il suo Fsi noi saremmo quelli dell'«io»...
Evidentemente il D'Andrea mastica amaro. Prima ha provato (in compagnia di quattro rancorosi che si sono spinti fino all'infamia) a sabotare la manifestazione dicendo che sarebbe fallita; poi, di fronte all'evidente successo, si inventa che noi saremmo i sovranisti dell'«io», mentre lui rappresenterebbe il «noi». E qui siamo alle comiche. Alla manifestazione hanno aderito 33 (trentatre) associazioni (incluse quelle da lui citate), ma mancando per sua scelta il suo Fsi noi saremmo quelli dell'«io»...
D'Andrea conosce bene i promotori della manifestazione. E sa benissimo che essi sono tutti per il «noi», cioè per l'organizzazione cosciente dei patrioti costituzionali. Ma, a differenza della sua cronica autoreferenzialità, i promotori del 12 ottobre hanno voluto allargare il campo della partecipazione, raccogliere molteplici spinte. In una parola, hanno teso ad unire anziché dividere. E, piccolo particolare, ci sono riusciti. Riflettere su questo dato forse non sarebbe male. Sta di fatto che la prima manifestazione di piazza per l'Italexit si è tenuta e ad essa il D'Andrea non c'era.
* * *
Ecco cosa scrive il D'Andrea nel suo delirio...
«Noi abbiamo impiegato 7 anni a mettere assieme quasi 1000 persone con due o tremila simpatizzanti. E l'entusiasmo degli iscritti cresce continuamente e da tre anni non va via nessuno che si sia impegnato. La disciplina è massima, la fede alta, la contentezza di stare in questo partito generale. Ebbene a un certo punto gente che non ha costruito nulla che ha fallito quasi dieci volte, che le ha tentate tutte eppure non è riuscita a muoversi dal punto di partenza, organizza una manifestazione nella quale non devono esserci i simboli di partito. Ma stiamo scherzando? Vuoi far fuori gli unici che hanno dimostrato di saper fare qualche cosa? Che crescono di numero non subiscono scissioni si candidano in comuni e regioni e almeno dimostrano di raccogliere le firme e diffondono in 300 un editoriale tutti i giorni su facebook? Perché li vuoi fare fuori? Perché del movimento non ti interessa niente. Cerchi quel ruolo che la storia ha dimostrato non devi avere. Dico vuoi non per riferirmi a te ma a chi ha organizzato la manifestazione. Non c'è processo aggregativo che non sia anche non processo di selezione. Far fuori e toglierci dalle balle quelli che hanno fallito più volte è vitale. Adesso speriamo che Vox si consolidi (non sono certo che riuscirà ma mi auguro di si). Poi noi e vox organizzeremo una manifestazione nella quale tutti dovranno avere un simbolo di partito o associativo. Gli individui individualisti, gente che non sta con noi non sta con vox non sta con altra direzione non sta con senso comune perché chi sa chi credono di essere, anche se non ne hanno mai azzeccata una, hanno rotto le balle. Il problema sono loro ma ancora per poco, uno o due anni al massimo.
Stefano D'Andrea»
... e la risposta di un nostro compagno
Stefano D'Andrea ci sono nel tuo post tante inesattezze quante sono le righe.
Per cominciare parli come se la tua organizzazione fosse una azienda che deve conquistare quote di mercato, con un proprio marketing e un logo da estendere. Con te stesso come amministratore delegato, presidente, ragioniere e contabile. Noi contro loro, noi contro tutti. Voi i migliori, gli illuminati, i più disciplinati, gioiosa armata alla conquista del mondo, loro i falliti, quelli che non riescono a muoversi dal punto di partenza. Una filosofia politica che puzza di competizionismo e neoliberalismo da ogni poro.
Poi però scopriamo che "i falliti" portano 3.000 persone in piazza sotto una unica bandiera quella della indipendenza e sovranità popolare. Allora tanto falliti non sono.
In un soprassalto di narcisismo passi ad identificarti con la Storia, il supremo giudice che caccerà i reprobi (gli organizzatori del 12 ottobre che non devono avere nessun posto nella storia) e metterà al loro posto i valorosi dell'FSI, i quali a passo di lumaca si faranno spazio tra le folle conquistando il mondo!
Alla fine dal narcisismo, con scatto felino e volo pindarico, passi addirittura alle minacce, alla caccia all'untore, rivolgendo un accorato appello urbi et orbi "a far fuori quelli che hanno fallito" (che sono sempre quelli del 12 ottobre senza bandiere di partito).
Stefano D'Andrea qui forse ci vuole un bravo terapista, perché stiamo andando oltre i confini del politico, in una terra dove primeggiano quelle che Spinoza chiamava passioni tristi, l'odio, il senso di rivalsa, la competizione, etc, che non a caso sono il concime, ma sarebbe meglio dire il letame del neoliberismo.
Dulcis in fundo concludi con una delle tue solite perle :
"Far fuori e toglierci dalle balle quelli che hanno fallito più volte è vitale". Gli individui individualisti, gente che non sta con Fsi perché chi sa chi credono di essere, anche se non ne hanno mai azzeccata una, hanno rotto le balle. Il problema sono loro ma ancora per poco, uno o due anni al massimo".
Qui l'aria diventa quasi irrespirabile e si sente tanfo di squadrismo ideologico. Se non fai parte di qualche setta sovranista, che non siano quelle gradite al "Guru" non sei nessuno. E se sei fuori da queste, hai un tempo di vita brevissimo! Tocchiamoci gli zibidei mi verrebbe da dire.
Faccio un accorato appello personale a tutti i militanti del Fronte Sovranista: costruiamo insieme un fronte unitario per la liberazione nazionale e date un po' di calmanti al vostro "leader maximo". Se questi non bastano trovate un bravo terapista!
Qui l'aria diventa quasi irrespirabile e si sente tanfo di squadrismo ideologico. Se non fai parte di qualche setta sovranista, che non siano quelle gradite al "Guru" non sei nessuno. E se sei fuori da queste, hai un tempo di vita brevissimo! Tocchiamoci gli zibidei mi verrebbe da dire.
Faccio un accorato appello personale a tutti i militanti del Fronte Sovranista: costruiamo insieme un fronte unitario per la liberazione nazionale e date un po' di calmanti al vostro "leader maximo". Se questi non bastano trovate un bravo terapista!
Mauro Pasquinelli
3 commenti:
I toni e i contenuti di Stefano D'Andrea sono sicuramente eccessivi, astiosi, livorosi e direi fondati sull’invidia rispetto alla indubbia riuscita della splendida manifestazione del 12 ottobre. Ciò non toglie che tutti i movimenti sovranisti, anti Euro e anti UE hanno di fronte il problema di unire le forze, cosa che si può fare solo mettendo da parte singolarismi e individualismi di sorta e vecchi livori. Ognuno deve rinunciare ad un po’ di visibilità e mettere tra parentesi le proprie convinzioni politiche, di sinistra, di centro o di destra che siano. Mettere tra parentesi non vuol dire rinunciarci per sempre. Bisogna riscoprire l’arte della diplomazia, e questo vale non solo per D'Andrea (che ne ha un grande bisogno) ma per tutti. Prima dobbiamo raggiungere l’obiettivo comune, assolutamente strategico e di interesse nazionale dell’ITALEXIT, che va a favore di tutti gli italiani (anche di quelli che non si interessano di politica), poi possiamo anche ricominciare ad azzuffarci sulle differenze politiche.
Rispetto a quello che ha scritto D’Andrea sono d’accordo solo su una cosa: facciamo una manifestazione dove ognuno porterà le proprie bandiere, che è un grosso incentivo a partecipare per tutti i movimenti ITALEXIT. Noi ci andremo con la BANDIERA NAZIONALE: verde, bianca e rossa, senza stemmi.
Tuttavia SdA non è il FSI, e la posizione ufficiale del FSI circa la manifestazione del 12 è questa:
https://appelloalpopolo.it/?p=53512&fbclid=IwAR0kQ8aI58ooY5YA45T-cFgk2edVavA6akVH_M-u-efGgBoxWvEwQOt290w
Sono assolutamente d'accordo con Eros Cococetta e mi è piaciuto anche il resoconto che ha fatto il militante del FSI della manifestazione. Oggi non è proprio il tempo delle differenze, abbiamo una causa comune affrontiamola insieme. Cerchiamo di rifarci alla storia recente, credete che nel CNL non ci fossero delle diversità? Ce n'erano eccome solo che sapevano bene chi avevano davanti, ricordiamoci che oggi il nostro nemico è ancora più pericoloso di quello degli anni 40 che per quanto efferato era visibile e quindi riconoscibile e perciò attaccabile. Oggi è liquido si incuna negli interstizi della nostra mente e ci confonde, ci destabilizza. Non è con i distinguo, le bandiere tutte uguali o tutte diverse che si può distruggere. Facciamo attenzione! Siate astuti come serpenti e puri come colombe dice il Vangelo. Teniamolo a mente
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