Salvini e il suo consigliere (liberista) Armando Siri |
«E portavoce di questa casta si è fatto ben volentieri il solito Briatore: "Finalmente una legge che serve a fare arrivare in Italia un po' di gente ricca... che di poveri ce ne sono già abbastanza e a quanto mi risulta non hanno mai creato lavoro".»
Dunque l'Italia si appresta a diventare un paradiso fiscale.
Paradiso ovviamente per ricchi, anzi per straricchi Paperoni come oggi si usa dire. La novità era stata opportunamente nascosta nelle pieghe della Legge di bilancio di Renzi. Quindi era stata tranquillamente votata anche dai transfughi bersaniani che oggi tanto parlano di Costituzione.
Ma la Costituzione non lascia adito a dubbi: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività» (art. 53).
Di questi principi si fa ora carta straccia. E per giunta nel silenzio dei tanti moralisti sempre pronti a dar la caccia ai piccoli evasori delle fasce basse del lavoro autonomo. Ma non avevano detto di voler combattere tutti i paradisi fiscali, tutte le forme di evasione? L'avevano detto, ma per il moralista è in genere più facile prendersela con la povera gente. Cerchiamo almeno di ricordarcelo alla prossima predica sulla bellezza dei sacrifici.
In ogni caso la norma illustrata dal governo nei giorni scorsi non lascia adito a dubbi. Gli stranieri, o gli italiani residenti all'estero da almeno 9 anni, che decideranno di trasferire la propria residenza fiscale in Italia godranno per 15 anni della possibilità di pagare una tassa forfettaria di 100mila euro sui propri redditi, più 25mila euro per ogni familiare.
Viste le cifre è chiaro l'obiettivo. Spingere a trasferirsi nel Belpaese tanti habitué dei paradisi fiscali. Di cui, sia chiaro, il mondo è pieno e pure l'Europa. Emiri, imprenditori, calciatori, cantanti... questa è la lista dei beneficiari della legge di cui si parla senza pudore sui giornali.
L'impressione è che la gravità di questa norma non sia ancora ben compresa. Certo, gli imbonitori sono all'opera per spiegarci che la flat tax riguarderà solo i redditi prodotti all'estero, mentre per quelli eventualmente realizzati in Italia vale la legge ordinaria. Tante grazie, e vorremmo anche vedere!
Ma il punto è un altro: si tratta o no di un premio all'evasione fiscale? La verità è che quello congegnato è un megapremio agli evasori, purché siano high net worth individual, cioè persone con un patrimonio netto alto. Per semplificare Renzi ha parlato dello «sceicco che vuole abitare a Capri». Avete capito di chi ci si preoccupa?
Insomma, se ci fosse una graduatoria delle leggi più classiste in vigore in Italia questa figurerebbe di certo al primo posto. Non solo per i suoi effetti pratici, ma anche per il messaggio che invia: quello che ci dice che ai ricchi tutto è permesso, che tutto si fa per loro. Un messaggio che, a pensarci bene, più che di classe sembra addirittura di casta.
E portavoce di questa casta si è fatto ben volentieri il solito Briatore: «Finalmente una legge che serve a fare arrivare in Italia un po' di gente ricca... che di poveri ce ne sono già abbastanza e a quanto mi risulta non hanno mai creato lavoro».
Parole che non hanno bisogno di commenti. Odio allo stato puro per la povera gente, per chi sgobba e fatica ad arrivare in fondo al mese. Un odio certamente contraccambiato, così almeno ci auguriamo, da ogni persona minimamente seria ogni volta che costui apre la bocca.
Ma torniamo alla legge di Renzi. L'abbiamo denominata flat tax giusto per intenderci, perché così la chiamano tutti i mezzi di informazione. In realtà questa definizione è un po' impropria, perché la flat tax prevede sì un'aliquota piatta, che determina però versamenti crescenti, anche se non progressivi, in base al reddito. Qui è anche peggio, perché siamo invece di fronte ad un'imposta capitaria, cioè ad una tassa a somma fissa per tutti i contribuenti ricadenti nella norma. Per cui non solo non c'è progressività, ma la cifra è identica per chi ha redditi per un milione come per cento milioni di euro (questo è il livello di ricchezza dei personaggi che si vogliono attrarre).
Ma le parolette "flat tax" hanno fatto comunque sfavillare gli occhi di Matteo Salvini. Il quale è in questo caso ben favorevole all'arrivo di certi immigrati. Mica si tratta di poveracci da mantenere...
Piccole contraddizioni in casa di questo sovranismo de noantri in salsa ultra-liberista e padana. Una contraddizione che fa il paio con quella di quei globalisti che oggi applaudono alla sovrana decisione dello Stato italiano di dare ospitalità a questi profughi dal portafoglio pieno: mica chiedono l'intervento di Bruxelles in questo caso!
Alle parole del leader della Lega, che pensa evidentemente che gli italiani abbiano un numero di neuroni vicino al suo, dedichiamo comunque la conclusione di questo articolo. Questa la sua dichiarazione in merito:
«Il governo applicherà la Flat Tax per i ricchi che dall'estero arriveranno in Italia, una tassa unica di 100.000 euro riservata ai milionari. Bene, ma perché allora Pd e governo ignorano da anni la proposta della Lega di una tassa unica al 15% per tutti gli italiani, famiglie e imprese, non soltanto per i più ricchi? Pagare meno, per pagare tutti: si può fare!».
Ma chi vorrebbe prendere in giro questo qui? La flat tax per sua natura è fatta per i ricchi, solo per i ricchi, e più ancora per gli straricchi. E' così per quella di Renzi come per quella di Salvini. E, come avrebbe detto un vecchio collaboratore del Vernacoliere di Livorno, è così comunque, quantunche e perunque la si rigiri. Amen.
Ma la Costituzione non lascia adito a dubbi: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività» (art. 53).
Di questi principi si fa ora carta straccia. E per giunta nel silenzio dei tanti moralisti sempre pronti a dar la caccia ai piccoli evasori delle fasce basse del lavoro autonomo. Ma non avevano detto di voler combattere tutti i paradisi fiscali, tutte le forme di evasione? L'avevano detto, ma per il moralista è in genere più facile prendersela con la povera gente. Cerchiamo almeno di ricordarcelo alla prossima predica sulla bellezza dei sacrifici.
In ogni caso la norma illustrata dal governo nei giorni scorsi non lascia adito a dubbi. Gli stranieri, o gli italiani residenti all'estero da almeno 9 anni, che decideranno di trasferire la propria residenza fiscale in Italia godranno per 15 anni della possibilità di pagare una tassa forfettaria di 100mila euro sui propri redditi, più 25mila euro per ogni familiare.
Viste le cifre è chiaro l'obiettivo. Spingere a trasferirsi nel Belpaese tanti habitué dei paradisi fiscali. Di cui, sia chiaro, il mondo è pieno e pure l'Europa. Emiri, imprenditori, calciatori, cantanti... questa è la lista dei beneficiari della legge di cui si parla senza pudore sui giornali.
L'impressione è che la gravità di questa norma non sia ancora ben compresa. Certo, gli imbonitori sono all'opera per spiegarci che la flat tax riguarderà solo i redditi prodotti all'estero, mentre per quelli eventualmente realizzati in Italia vale la legge ordinaria. Tante grazie, e vorremmo anche vedere!
Ma il punto è un altro: si tratta o no di un premio all'evasione fiscale? La verità è che quello congegnato è un megapremio agli evasori, purché siano high net worth individual, cioè persone con un patrimonio netto alto. Per semplificare Renzi ha parlato dello «sceicco che vuole abitare a Capri». Avete capito di chi ci si preoccupa?
Insomma, se ci fosse una graduatoria delle leggi più classiste in vigore in Italia questa figurerebbe di certo al primo posto. Non solo per i suoi effetti pratici, ma anche per il messaggio che invia: quello che ci dice che ai ricchi tutto è permesso, che tutto si fa per loro. Un messaggio che, a pensarci bene, più che di classe sembra addirittura di casta.
E portavoce di questa casta si è fatto ben volentieri il solito Briatore: «Finalmente una legge che serve a fare arrivare in Italia un po' di gente ricca... che di poveri ce ne sono già abbastanza e a quanto mi risulta non hanno mai creato lavoro».
Parole che non hanno bisogno di commenti. Odio allo stato puro per la povera gente, per chi sgobba e fatica ad arrivare in fondo al mese. Un odio certamente contraccambiato, così almeno ci auguriamo, da ogni persona minimamente seria ogni volta che costui apre la bocca.
Ma torniamo alla legge di Renzi. L'abbiamo denominata flat tax giusto per intenderci, perché così la chiamano tutti i mezzi di informazione. In realtà questa definizione è un po' impropria, perché la flat tax prevede sì un'aliquota piatta, che determina però versamenti crescenti, anche se non progressivi, in base al reddito. Qui è anche peggio, perché siamo invece di fronte ad un'imposta capitaria, cioè ad una tassa a somma fissa per tutti i contribuenti ricadenti nella norma. Per cui non solo non c'è progressività, ma la cifra è identica per chi ha redditi per un milione come per cento milioni di euro (questo è il livello di ricchezza dei personaggi che si vogliono attrarre).
Ma le parolette "flat tax" hanno fatto comunque sfavillare gli occhi di Matteo Salvini. Il quale è in questo caso ben favorevole all'arrivo di certi immigrati. Mica si tratta di poveracci da mantenere...
Piccole contraddizioni in casa di questo sovranismo de noantri in salsa ultra-liberista e padana. Una contraddizione che fa il paio con quella di quei globalisti che oggi applaudono alla sovrana decisione dello Stato italiano di dare ospitalità a questi profughi dal portafoglio pieno: mica chiedono l'intervento di Bruxelles in questo caso!
Alle parole del leader della Lega, che pensa evidentemente che gli italiani abbiano un numero di neuroni vicino al suo, dedichiamo comunque la conclusione di questo articolo. Questa la sua dichiarazione in merito:
«Il governo applicherà la Flat Tax per i ricchi che dall'estero arriveranno in Italia, una tassa unica di 100.000 euro riservata ai milionari. Bene, ma perché allora Pd e governo ignorano da anni la proposta della Lega di una tassa unica al 15% per tutti gli italiani, famiglie e imprese, non soltanto per i più ricchi? Pagare meno, per pagare tutti: si può fare!».
Ma chi vorrebbe prendere in giro questo qui? La flat tax per sua natura è fatta per i ricchi, solo per i ricchi, e più ancora per gli straricchi. E' così per quella di Renzi come per quella di Salvini. E, come avrebbe detto un vecchio collaboratore del Vernacoliere di Livorno, è così comunque, quantunche e perunque la si rigiri. Amen.
10 commenti:
La flat tax di Gentiloni NON è una flat tax. E' un'una tantum di 100K euro che si applica nello stesso importo sia a chi guadagna 1 milione che a chi guadagna 10 milioni.
La flat tax di Salvini invece è una flat tax che si applica per il 15% (diciamo) del reddito, per cui chi guadagna 1 milione paga 150k euro e chi guadagna 10 milioni paga 1,5 milioni.
Come si vede, sono cose ben diverse quindi, e si puo' non condividerle entrambe. Ma presentarle come "la stessa cosa" è indice di falsità ideologica, che oggi si dice fake news mi pare...
tanto vi dovevo.
quale sarebbe poi la convenienza economica di una misura del genere?
cioè i paradisi fiscali offrono copertura bancaria e elusione del fisco.
così che facciamo? mettiamo in tasca...boh? 10-15 milioni di euro l'anno considerato magari le entrate da tasse per acquisti immobiliari? per farci che???
servirà solo a togliere tasse ai paesi dove queste persone risiedono già...boh...sconcertante.
almeno gli incentivi alle multinazionali...per quanto ingiusti, ogni tanto creano qualche posto di lavoro. in questo caso neanche quello. mah....
Che "La flat tax di Gentiloni NON è una flat tax" l'articolo lo dice chiaramente, basta leggere: "Qui è anche peggio, perché siamo invece di fronte ad un'imposta capitaria, cioè ad una tassa a somma fissa per tutti i contribuenti ricadenti nella norma."
O forse che siccome questa cosa è una vera porcata anche peggiore della flat tax allora la flat tax originale diventa accettabile? No. Sarebbe il solito regalo ai ricchissimi.
Il progetto di Salvini non sfonderà mai al sud. La rivolta di Napoli al suo arrivo lo ha dimostrato. Mi aspettavo un commento della redazione visto che 1) in passato ci si è interrogati sulla possibile guida di De Magistris per un populismo di sinistra, 2) cacciare finalmente i salviniani da questo blog.
Speravo in un vostro articolo, non si può nascondere la testa sotto la sabbia
Rispondo a Guido Parchi, anche se l'anonimo delle 12,34 è stato già chiarissimo in proposito.
Aggiungo solo che ad equiparare le due cose (flat tax ed imposta capitaria) - peraltro entrambe pessime! - è stato semmai lo stesso Salvini (vedi la dichiarazione citata nell'articolo).
In ogni caso capisco che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Sulla flat tax salviniana ci torneremo con calma per dimostrare due cose: 1. il suo carattere violentemente classista ed antipopolare; 2. la sua natura ultra-liberista (altro che keynesismo della Lega di cui pure qualcuno favoleggia...).
E della nuova social card ne vogliamo parlare?
Almeno uno dei seguenti requisiti per accedervi:
-presenza di un componente di età minore di 18 anni;
-presenza di una persona con disabilità e di almeno un suo genitore;
-presenza di una donna in stato di gravidanza accertata;
praticamente una social card per extracomunitari
perchè sarà difficile trovare una donna incinta
nelle famiglie italiane.
Poi se tua madre anziana è disabile ma non ha il genitore
non vale.
Domanda: se alle prossime elezioni il M5S non dovesse
vincere e andasse al governo il solito dentone marcio
seduttore di casalinghe e arruffianatore di pensionati,
cosa facciamo? stiamo ancora qui a rigirarci i pollici
per i prossimi 5 anni ???
"se alle prossime elezioni il M5S non dovesse vincere"
Se invece vincesse cosa farebbe. Lo dice lui stesso: "Hai una pensione di 500 euro? Ne ricevi 280".
Ovvero invece di aumentare incondizionatamente le pensioni più basse gliele si integra con il RdC ma condizionato dall'isee (che gli ignobili governativi avevano già tirato fuori per le reversibilità) del nucleo familiare e le condizionalità per i componenti di in età lavorativa. Insomma, Sturzo redivivo con gli anziani garantiti dai familiari meno anziani invece che dallo stato. Il quale stato se ne lava le mani e magari fa pure la flat-tax.
Scommettiamo che questa proposta convergerebbero M5S e lega?
All'interno del quadro dell'eurozona non si possono che introdurre misure limitate, come appunto il RdC. Il che non significa che sia una misura inutile, è comunque una piccola redistribuzione di ricchezza. Esso non è alternativa all'uscita della zona euro, la volete capire? Siccome uscire sarà un processo lungo e difficilissimo, che impegnerà tempo e negoziati durissimi, nel quale sarà fondamentale l'evoluzione del contesto internazionale (l'Italia da sola non uscirà mai, mai, mai), nel frattempo il RdC darà una boccata di ossigeno nei casi più difficili. Preferite la Flat Tax, in attesa dell'Italexit?
In altri termini, in Eurozona non ci sono le risorse per aumentare incondizionatamente le pensioni più basse. Inoltre il RdC non è solo per i pensionati, è un'altra cosa. Altro punto, il M5S propone comunque l'aumento delle pensioni più basse anche attraverso il taglio delle pensioni d'oro. Ma li leggete i programmi e le proposte di legge o leggete solo quello che vi fa comodo?
Se dentro l'eurozona non si può fare allora occorre fare proposte mirate a far saltare l'eurozona e l'UE. Avanzare ai dominanti, come credo dicesse Preve, soltanto quelle proposte che per loro sono irricevibili. Non il solito menopeggismo con cui la sinistra si suicida e ci annienta da anni.
Io il programma l'ho letto, qui, nella proposta al link che il blog stesso indica, a pagina 14 si trova quanto segue:
agevolare l'incontro tra domanda e offerta di lavori brevi pagabili on-line attraverso voucher o gli incentivi per le aziende che assumono beneficiari
Io non sono a priori contrario ad qualsiasi forma reddito di base emergenziale ma questa è una proposta liberista, con la frammentazione del lavoro, con tanto di voucher e soliti sgravi alle aziende. Questa è una trappola.
A proposito di voucher e di Salvini, mi pare di aver sentito che il nostro voterà NO al referendum. E questa è la lega keynesiana, un bel miraggio.
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