[ 30 MARZO ]
NELL'AMBITO DELLA DISCUSSIONE CHE ABBIAMO AVVIATO SULLA MANIFESTAZIONE DEL 25 MARZO, E SUL PESO AVUTO DAL PROVOCATORIO DISPOSITIVO REPRESSIVO, CHE ALCUNI SOTTOVALUTANO, SEGNALIAMO L'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DI ERASMO PALAZZOTO AL MINISTRO DELL'INTERNO MINNITI.
«Al Ministro dell’interno – Per sapere – premesso che:
sabato 25 marzo 2017 il Ministro interrogato dichiarava con comunicato stampa che quella delle celebrazioni del sessantesimo dei Trattati di Roma “è stata una bella giornata per l’Italia e l’Europa” con riferimento “alle donne e agli uomini delle Forze di Polizia” per averne garantito la “assoluta serenità, consentendo a tutti di poter manifestare liberamente le proprie opinioni e tranquillità e sicurezza alla città di Roma”, concludendo che “questa è la vera forza di una democrazia”, sottolineando di avere telefonato al Capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, “per congratularsi per la gestione esemplare del lavoro svolto da tutte le Forze dell’ordine”;
al termine della stessa giornata il Questore di Roma Guido Marino, nel corso di una conferenza stampa dichiarava, riferendosi nello specifico alla manifestazione indetta dalla piattaforma Eurostop, che a fronte di “circa 3000 persone controllate preventivamente” erano state “rimpatriate con foglio di via circa 30 persone prevalentemente provenienti dal Piemonte e dal Veneto”, pur attestando che in questa come nelle altre svoltesi non si era “verificata nessun momento di tensione”. A tal proposito, a domanda sui riscontri raccolti a carico degli interessati per motivare l’intimazione dei rimpatri ai diversi manifestanti, l’autorità di Pubblica Sicurezza rispondeva di avere “controllato non solo i loro precedenti penali ma anche il loro orientamento ideologico” quale uno degli “elementi attentamente valutati” che avevano “portato a questa conclusione” in termini di prevenzione;
nella mattinata del medesimo giorno diversi pullman di manifestanti erano stati fermati alle porte di Roma per controlli di polizia e successivamente condotti con i 200 occupanti, presso il centro di identificazione di Tor Cervara dove gli stessi manifestanti sono stati trattenuti per ore inibendo così loro la partecipazione al corteo nel frattempo partito dalla Piramide Cestia dopo un pur prolungata attesa causata proprio dalla notizia di questi fatti;
a 23 tra i suddetti manifestanti trattenuti erano stati preventivamente notificati fogli di via per il periodo massimo consentito, ossia 3 anni;
nel corso delle perquisizioni dei pullman e dei circa 200 occupanti sarebbe stato rivenuto un coltellino da formaggio detenuto da un cittadino sessantenne originario della Val di Susa;
al termine della giornata, per giustificare l’improvviso intervento di due idranti, di una decina di blindati ed un numero ingente di uomini in assetto antisommossa, mandati a interrompere sul Lungotevere Aventino all’altezza del Clivio di Rocca Savella il normale corso del corteo della piattaforma Eurostop, isolandone la coda dal resto dei manifestanti quando la testa era già giunta alla destinazione in Piazza Bocca della Verità, la Questura ha dichiarato che l’intervento in questione aveva “sventato un chiaro disegno di devastazione della città di Roma”;
se non ritenga che l’impedimento per centinaia di manifestanti a partecipare alle iniziative alle quali aderivano senza alcuna apparante giustificazione avente riscontro nell’ordinamento sia incompatibile con la garanzia costituzionale della libertà d’espressione;
se non ritenga di dover riferire al Parlamento su quale fosse il “chiaro disegno di devastazione della città di Roma” nel corso di un avvenimento tanto importante che sarebbe stato sventato dalla condotta reale delle forze di polizia impegnate nel dispositivo di sicurezza direttamente coordinato dai vertici della Pubblica Sicurezza presso il suo Ministero;
se non ritenga gravi le dichiarazioni del Questore di Roma in ordine alla valutazione di un “orientamento ideologico” quale elemento per fondare la decisione di impartire misure di prevenzione e restrittive a singoli cittadini, considerate le libertà fondamentali e i requisiti di uguaglianza davanti alla legge che la Costituzione della Repubblica Italiana sancisce nel suo Articolo 3 nonché i limiti invalicabili all’applicazione di misure restrittive sanciti nell’Articolo 16 della Costituzione medesima».
NELL'AMBITO DELLA DISCUSSIONE CHE ABBIAMO AVVIATO SULLA MANIFESTAZIONE DEL 25 MARZO, E SUL PESO AVUTO DAL PROVOCATORIO DISPOSITIVO REPRESSIVO, CHE ALCUNI SOTTOVALUTANO, SEGNALIAMO L'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DI ERASMO PALAZZOTO AL MINISTRO DELL'INTERNO MINNITI.
«Al Ministro dell’interno – Per sapere – premesso che:
sabato 25 marzo 2017 il Ministro interrogato dichiarava con comunicato stampa che quella delle celebrazioni del sessantesimo dei Trattati di Roma “è stata una bella giornata per l’Italia e l’Europa” con riferimento “alle donne e agli uomini delle Forze di Polizia” per averne garantito la “assoluta serenità, consentendo a tutti di poter manifestare liberamente le proprie opinioni e tranquillità e sicurezza alla città di Roma”, concludendo che “questa è la vera forza di una democrazia”, sottolineando di avere telefonato al Capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, “per congratularsi per la gestione esemplare del lavoro svolto da tutte le Forze dell’ordine”;
al termine della stessa giornata il Questore di Roma Guido Marino, nel corso di una conferenza stampa dichiarava, riferendosi nello specifico alla manifestazione indetta dalla piattaforma Eurostop, che a fronte di “circa 3000 persone controllate preventivamente” erano state “rimpatriate con foglio di via circa 30 persone prevalentemente provenienti dal Piemonte e dal Veneto”, pur attestando che in questa come nelle altre svoltesi non si era “verificata nessun momento di tensione”. A tal proposito, a domanda sui riscontri raccolti a carico degli interessati per motivare l’intimazione dei rimpatri ai diversi manifestanti, l’autorità di Pubblica Sicurezza rispondeva di avere “controllato non solo i loro precedenti penali ma anche il loro orientamento ideologico” quale uno degli “elementi attentamente valutati” che avevano “portato a questa conclusione” in termini di prevenzione;
nella mattinata del medesimo giorno diversi pullman di manifestanti erano stati fermati alle porte di Roma per controlli di polizia e successivamente condotti con i 200 occupanti, presso il centro di identificazione di Tor Cervara dove gli stessi manifestanti sono stati trattenuti per ore inibendo così loro la partecipazione al corteo nel frattempo partito dalla Piramide Cestia dopo un pur prolungata attesa causata proprio dalla notizia di questi fatti;
a 23 tra i suddetti manifestanti trattenuti erano stati preventivamente notificati fogli di via per il periodo massimo consentito, ossia 3 anni;
nel corso delle perquisizioni dei pullman e dei circa 200 occupanti sarebbe stato rivenuto un coltellino da formaggio detenuto da un cittadino sessantenne originario della Val di Susa;
al termine della giornata, per giustificare l’improvviso intervento di due idranti, di una decina di blindati ed un numero ingente di uomini in assetto antisommossa, mandati a interrompere sul Lungotevere Aventino all’altezza del Clivio di Rocca Savella il normale corso del corteo della piattaforma Eurostop, isolandone la coda dal resto dei manifestanti quando la testa era già giunta alla destinazione in Piazza Bocca della Verità, la Questura ha dichiarato che l’intervento in questione aveva “sventato un chiaro disegno di devastazione della città di Roma”;
se non ritenga che l’impedimento per centinaia di manifestanti a partecipare alle iniziative alle quali aderivano senza alcuna apparante giustificazione avente riscontro nell’ordinamento sia incompatibile con la garanzia costituzionale della libertà d’espressione;
se non ritenga di dover riferire al Parlamento su quale fosse il “chiaro disegno di devastazione della città di Roma” nel corso di un avvenimento tanto importante che sarebbe stato sventato dalla condotta reale delle forze di polizia impegnate nel dispositivo di sicurezza direttamente coordinato dai vertici della Pubblica Sicurezza presso il suo Ministero;
se non ritenga gravi le dichiarazioni del Questore di Roma in ordine alla valutazione di un “orientamento ideologico” quale elemento per fondare la decisione di impartire misure di prevenzione e restrittive a singoli cittadini, considerate le libertà fondamentali e i requisiti di uguaglianza davanti alla legge che la Costituzione della Repubblica Italiana sancisce nel suo Articolo 3 nonché i limiti invalicabili all’applicazione di misure restrittive sanciti nell’Articolo 16 della Costituzione medesima».
* Fonte: Sinistra Italiana
2 commenti:
Tutto vero . Ok . Però , chi c'era , se lo ricorda l'apparato di sicurezza dispiegato a Genova 16 anni fa contro i manifestanti ? ( oltre alla campagna mediatica a rete e giornali unificati per scoraggiare la partecipazione , perché si veniva dagli "incidenti" di Napoli del marzo precedente al G8 di Genova ? ) .
L'apparato di sicurezza dispiegato il 25 marzo scorso a Roma non è nemmeno lontanamente paragonabile rispetto al G8 di Genova .. Eppure a Genova c'è stata una marea di partecipazione incredibile ( tesoro andato disperso ... )
Il clima repressivo si inasprisce: segnalo due fatti accaduti a Roma. Alcune centinaia di lavoratori precari della pubblica amministrazione venuti nella capitale per partecipare ad un presidio dell'USB sono stati fermati, identificati, fermati e fotografati uno ad uno dalla polizia con modalità simili a quelle usate con i compagni bloccati sabato scorso prima del corteo: http://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2017/03/30/bloccati-schedati-lavoratori-precari-viaggio-manifestazione-roma-090424
17 antifascisti romani, tra cui attivisti di Militant (aderenti ad Eurostop, sono stati arrestati per una manifestazione contro CasaPound risalente ad un anno fa. http://www.militant-blog.org/?p=14269
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