[ 8 marzo ]
Lo “scandalo Consip” non è un semplice episodio giudiziario tra i tanti che portano periodicamente a galla la corruzione nel mondo degli affari e della politica. La vicenda della “centrale degli acquisti” è qualcosa di ben più consistente, visto che – oltre al coinvolgimento familiare – mette al centro della scena il cuore del “Giglio magico” che ha accompagnato l’ascesa di Renzi fin dagli inizi.
Al di là dagli sviluppi dell’inchiesta, quel che conta è il dato politico: la narrazione renziana, basata sul mito del “nuovo” e della “giovinezza”, è ormai al capolinea. L’ex segretario del Pd mantiene una sua forza nel partito, ma nei centri del potere economico, che finora l’hanno appoggiato, chiara è la necessità di nuove soluzioni politiche.
La verità è che – a dispetto di quanti dicevano che nulla sarebbe cambiato – il referendum del 4 dicembre ha terremotato il sistema politico, ed in particolare il suo perno centrale: il Pd. Prima è saltato il governo Renzi, poi il suo partito si è scisso, infine la bufera giudiziaria di questi giorni.
Non è ancora chiaro con quali mosse il blocco dominante cercherà di uscire da questa situazione. Per adesso la scelta è quella di prendere tempo, congelando intanto governo e parlamento fino alla fine della legislatura. E’ grave come questa volontà delle forze dominanti non venga oggi minimamente contrastata dalle opposizioni parlamentari.
Proprio per questo chi si batte per un’alternativa politica, per un governo popolare d’emergenza che sappia mettere in sicurezza il paese, portandolo fuori dalla gabbia eurocratica, deve avere le idee chiare: Renzi e Gentiloni se ne devono andare subito, la parola dev’essere restituita agli elettori.
L’attuale parlamento, eletto con una legge dichiarata incostituzionale, con il record assoluto di cambi di casacca nel corso della legislatura, sconfessato da un referendum popolare che ne ha bocciato l’atto più significativo, è ormai palesemente illegittimo sotto ogni punto di vista.
Lo stesso discorso vale per un governo nato in assoluta continuità con quello battuto nelle urne, privo di una maggioranza nel Paese, popolato da personaggi appartenenti al gruppo di potere renziano oggi sotto inchiesta.
Bisogna farla finita subito con questo governo e con questo parlamento. La pervicacia con la quale l’attuale casta politica resta aggrappata al potere non può essere tollerata oltre. Il disegno delle classi dominanti di prendere tempo per preparare nuove soluzioni antidemocratiche va fermato.
Senza dubbio la spinta più forte al rinvio del voto al 2018 viene dai palazzi dell’oligarchia eurista, ben consapevoli della loro impopolarità. E’ da lì che arriva il più forte attacco alla democrazia, la volontà di ridurre l’Italia in una condizione di tipo greco. E’ da lì che si vorrebbe risolvere la questione del governo di Roma insediandovi al più presto la Troika.
Per dire no a questa pretesa degli oligarchi:
Cacciamo per sempre dal potere la banda renziana!
Via il governo Gentiloni-Padoan!
Nuove elezioni subito!
Consiglio nazionale Programma 101 (P101)
1 commento:
Oggi ho letto una cosa che mi ha lasciato
a bocca aperta.
Sappiamo che il generale Del Sette Saltalamacchia e Lotti sono indagati
per rivelazione del segreto investigativo. Fin qui tutto normale.
Poi scopro che il governo fece nel agosto 2016 una legge che passò inosservata.
articolo 18 del decreto legislativo n. 177 del 19 agosto 2016
Inchieste penali, ora i politici potranno conoscerle in anticipo.
Per le forze di polizia obbligo di informare “le gerarchie”
Una norma passata sotto silenzio impone agli investigatori di polizia,
carabinieri e guardia di finanza di trasmettere le informative di reato,
segrete, ai superiori. Ma così anche le inchieste più delicate su membri
del governo, parlamentari, amministratori locali possono arrivare sui tavoli dei ministeri.
Spataro al Corriere della Sera: "Il segreto investigativo diventa carta straccia"
l'articolo sul Fatto:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/02/inchieste-penali-ora-i-politici-potranno-conoscerle-
in-anticipo-per-le-forze-di-polizia-obbligo-di-informare-le-gerarchie/3231541/
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