[ 14 agosto ]
Abbiamo ricevuto non solo condivisioni ma critiche, spesso dure, alla nostra idea che per uscire da Eurozona ed Unione europea, occorre un'alleanza ampia su un programma per mettere in sicurezza il Paese, in stile Comitato di liberazione nazionale. Pubblichiamo uno dei documenti che Programma 101 ha proposto come base del proprio processo costituente. Anzitutto i critici vi troveranno quelle che a noi paiono serie e convincenti risposte.
(A) Si può trasformare la società e in diversi modi, due su tutti: quello autoritario e quello democratico. Noi vogliamo farlo alla seconda maniera, non solo con il consenso dei cittadini, ma con la loro partecipazione attiva al cambiamento, quantomeno della parte più informata, consapevole ed attiva di essi . E desideriamo farlo nell’interesse della grande maggioranza del popolo, ovvero dei cittadini che si guadagnano da vivere con il loro lavoro, salariati e non, e di quelli che, privati del diritto al lavoro sono costretti a vivere di espedienti o addirittura gettati nella povertà e nell’esclusione sociale.
(B) Noi puntiamo quindi a rovesciare il regime neoliberista diventato dominante negli ultimi decenni e rimpiazzarlo con un sistema sociale alternativo fondato su tre pilastri: sovranità popolare, democrazia ed eguaglianza. Siamo fiduciosi della vittoria. La maggioranza dei cittadini ha già capito che il sistema neoliberista è ingiusto, non funziona, che con esso il nostro Paese non ha alcun futuro. Appoggiandosi a questa comprensione noi dobbiamo convincere il popolo lavoratore a contare sulle sue immense ma inutilizzate forze ed a prendere coscienza che l’alternativa non solo è auspicabile ma è realistica.
(C) Non vendiamo illusioni. La classe dominante, in particolare la nuova aristocrazia finanziaria che vive parassitariamente non solo sfruttando i lavoratori ma saccheggiando le ricorse pubbliche, opporrà una strenua resistenza al cambiamento. Le forze popolari tenteranno di cacciare questi parassiti dai loro troni rispettando le regole costituzionali, ove i dominanti non rispetteranno, come già accaduto, la volontà popolare, la sollevazione, una rivoluzione democratica saranno non solo legittime ma inevitabili.
(D) Respingiamo ogni fuga in avanti, non ci appartiene il culto dell’azione esemplare di minoranze eroiche del “tutto o niente”, del “meglio pochi ma buoni”. La vittoria sarà possibile solo se la maggioranza del popolo, seguendo la sua prima linea, si mobiliterà e lotterà per affermare non solo questo o quel diritto, ma il dovere di governare il Paese. Per questo non è sufficiente la forza d’urto di una minoranza, men che meno di un singolo partito. In seno al popolo esistono le più diverse forze politiche, culturali, sociali, sindacali e religiose, ostili al neoliberismo. Oggi esse sono, per la gioia dei parassiti dominanti, profondamente divise. La loro unità non è solo auspicabile ma assolutamente necessaria. Noi consideriamo un nostro compito prioritario dare vita a questo FRONTE DI UNITÀ POPOLARE. Quale possa essere la piattaforma di questo fronte l’abbiamo indicato.
(E) Di esso dovranno farne parte non solo i partiti politici, ma pure i diversi organismi sociali e sindacali, le diverse associazioni della società civile che già oggi vedono impegnati nel nostro Paese decine di migliaia di cittadini nella difesa dei diritti sociali, della democrazia come dell’ambiente. Unificare in un fronte di unità popolare il poliverso sociale e politico antiliberista non sarà tuttavia sufficiente per rovesciare il regime neoliberista. Per vincere e salvare il popolo ed il Paese che abita sarà necessario la più largo e inclusivo BLOCCO DEMOCRATICO E COSTITUZIONALE. Il fronte di unità popolare è la prima, necessaria tappa, per portare fuori il popolo dal letargo e preparare il terreno alla vittoria.
(F) Chiamiamo democratico e costituzionale questo blocco perché esso raggrupperà anche forze sociali e politiche che oggi sono nel mezzo o addirittura stanno nel campo avversario. La vittoria non ci sarà se le forze popolari non riusciranno ad aprire una breccia nel fronte avversario (di cui il Partito democratico è il principale braccio politico), se non sapranno dividere ciò che dall’altra parte oggi appare unito. La crisi inesorabile del sistema neoliberista libererà energie in ogni direzione. Nel blocco ci sarà posto anche per quelle frazioni della borghesia e della destra che, nel rispetto dello spirito e del dettato costituzionale, romperanno il loro attuale rapporto di sudditanza con l’aristocrazia finanziaria, che vorranno dare il loro contributo per consegnare al popolo la sua sovranità ed al Paese la salvezza.
(G) Questo blocco, ottenuto il consenso della maggioranza dei cittadini, dovrà essere pronto a prendere nelle proprie mani il governo del Paese, per portarlo fuori dalla secche della globalizzazione e dalla gabbia dell’Unione europea, ovvero a costituire un GOVERNO POPOLARE D’EMERGENZA. Anche in questo caso abbiamo indicato quali siano i provvedimenti essenziali e più urgenti che questo governo d’emergenza dovrebbe adottare. Se, come è probabile, le cricche parassitarie oggi dominanti, spalleggiate degli attuali padroni del mondo, saboteranno il cambiamento democratico, questo blocco dovrà agire come un vero e proprio COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE. Nella lotta e nei fatti si deciderà quanto ampio potrà eventualmente essere questo CLN. Non ci leghiamo le mani
(H) Tutto sarebbe più facile se nello scontro che si prepara, ci fossero solo due campi, divisi da una linea netta: quello sovranista democratico e quello globalista liberista. Non sarà così. Già oggi, annusato il pericolo, i dominanti, non si limitano a manipolare le coscienze, ma tentano di ingannare i cittadini immettendo nel campo politico dei fantocci travestiti da sovversivi. Questi fantocci sono anche molto diversi fra loro —da gruppuscoli nazional-fascisti ai leghisti-liberisti che non hanno abbandonato l’idea di smembrare l’Italia—, ma essi sono giocatori della medesima squadra, uniti dalla stessa idea di uno Stato di polizia, corporativo e xenofobo. Ci sono poi forze politiche nuove, portate alla ribalta dall’indignazione popolare, ad esempio M5S le quali, per loro natura sono instabili e contraddittorie e dal cui seno i dominanti potrebbero attingere le ultime risorse per la conservazione del sistema.
(I) Certi che con l’approfondirsi della crisi sociale il popolo rialzerà la testa e che in una forma o nell’altra un FRONTE DI UNITÀ POPOLARE prenderà forma, noi ci poniamo l’obbiettivo di agire al suo interno come la sua ala radicale ed egualitaria, dando cioè voce e dignità politica alla moltitudine dei nuovi poveri, con lo sguardo rivolto alle giovani generazioni, che saranno la forza motrice del cambiamento che verrà. E lo faremo, con la necessaria sagacia e la dovuta determinazione.
Abbiamo ricevuto non solo condivisioni ma critiche, spesso dure, alla nostra idea che per uscire da Eurozona ed Unione europea, occorre un'alleanza ampia su un programma per mettere in sicurezza il Paese, in stile Comitato di liberazione nazionale. Pubblichiamo uno dei documenti che Programma 101 ha proposto come base del proprio processo costituente. Anzitutto i critici vi troveranno quelle che a noi paiono serie e convincenti risposte.
(A) Si può trasformare la società e in diversi modi, due su tutti: quello autoritario e quello democratico. Noi vogliamo farlo alla seconda maniera, non solo con il consenso dei cittadini, ma con la loro partecipazione attiva al cambiamento, quantomeno della parte più informata, consapevole ed attiva di essi . E desideriamo farlo nell’interesse della grande maggioranza del popolo, ovvero dei cittadini che si guadagnano da vivere con il loro lavoro, salariati e non, e di quelli che, privati del diritto al lavoro sono costretti a vivere di espedienti o addirittura gettati nella povertà e nell’esclusione sociale.
(B) Noi puntiamo quindi a rovesciare il regime neoliberista diventato dominante negli ultimi decenni e rimpiazzarlo con un sistema sociale alternativo fondato su tre pilastri: sovranità popolare, democrazia ed eguaglianza. Siamo fiduciosi della vittoria. La maggioranza dei cittadini ha già capito che il sistema neoliberista è ingiusto, non funziona, che con esso il nostro Paese non ha alcun futuro. Appoggiandosi a questa comprensione noi dobbiamo convincere il popolo lavoratore a contare sulle sue immense ma inutilizzate forze ed a prendere coscienza che l’alternativa non solo è auspicabile ma è realistica.
(C) Non vendiamo illusioni. La classe dominante, in particolare la nuova aristocrazia finanziaria che vive parassitariamente non solo sfruttando i lavoratori ma saccheggiando le ricorse pubbliche, opporrà una strenua resistenza al cambiamento. Le forze popolari tenteranno di cacciare questi parassiti dai loro troni rispettando le regole costituzionali, ove i dominanti non rispetteranno, come già accaduto, la volontà popolare, la sollevazione, una rivoluzione democratica saranno non solo legittime ma inevitabili.
(D) Respingiamo ogni fuga in avanti, non ci appartiene il culto dell’azione esemplare di minoranze eroiche del “tutto o niente”, del “meglio pochi ma buoni”. La vittoria sarà possibile solo se la maggioranza del popolo, seguendo la sua prima linea, si mobiliterà e lotterà per affermare non solo questo o quel diritto, ma il dovere di governare il Paese. Per questo non è sufficiente la forza d’urto di una minoranza, men che meno di un singolo partito. In seno al popolo esistono le più diverse forze politiche, culturali, sociali, sindacali e religiose, ostili al neoliberismo. Oggi esse sono, per la gioia dei parassiti dominanti, profondamente divise. La loro unità non è solo auspicabile ma assolutamente necessaria. Noi consideriamo un nostro compito prioritario dare vita a questo FRONTE DI UNITÀ POPOLARE. Quale possa essere la piattaforma di questo fronte l’abbiamo indicato.
(E) Di esso dovranno farne parte non solo i partiti politici, ma pure i diversi organismi sociali e sindacali, le diverse associazioni della società civile che già oggi vedono impegnati nel nostro Paese decine di migliaia di cittadini nella difesa dei diritti sociali, della democrazia come dell’ambiente. Unificare in un fronte di unità popolare il poliverso sociale e politico antiliberista non sarà tuttavia sufficiente per rovesciare il regime neoliberista. Per vincere e salvare il popolo ed il Paese che abita sarà necessario la più largo e inclusivo BLOCCO DEMOCRATICO E COSTITUZIONALE. Il fronte di unità popolare è la prima, necessaria tappa, per portare fuori il popolo dal letargo e preparare il terreno alla vittoria.
(F) Chiamiamo democratico e costituzionale questo blocco perché esso raggrupperà anche forze sociali e politiche che oggi sono nel mezzo o addirittura stanno nel campo avversario. La vittoria non ci sarà se le forze popolari non riusciranno ad aprire una breccia nel fronte avversario (di cui il Partito democratico è il principale braccio politico), se non sapranno dividere ciò che dall’altra parte oggi appare unito. La crisi inesorabile del sistema neoliberista libererà energie in ogni direzione. Nel blocco ci sarà posto anche per quelle frazioni della borghesia e della destra che, nel rispetto dello spirito e del dettato costituzionale, romperanno il loro attuale rapporto di sudditanza con l’aristocrazia finanziaria, che vorranno dare il loro contributo per consegnare al popolo la sua sovranità ed al Paese la salvezza.
(G) Questo blocco, ottenuto il consenso della maggioranza dei cittadini, dovrà essere pronto a prendere nelle proprie mani il governo del Paese, per portarlo fuori dalla secche della globalizzazione e dalla gabbia dell’Unione europea, ovvero a costituire un GOVERNO POPOLARE D’EMERGENZA. Anche in questo caso abbiamo indicato quali siano i provvedimenti essenziali e più urgenti che questo governo d’emergenza dovrebbe adottare. Se, come è probabile, le cricche parassitarie oggi dominanti, spalleggiate degli attuali padroni del mondo, saboteranno il cambiamento democratico, questo blocco dovrà agire come un vero e proprio COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE. Nella lotta e nei fatti si deciderà quanto ampio potrà eventualmente essere questo CLN. Non ci leghiamo le mani
(H) Tutto sarebbe più facile se nello scontro che si prepara, ci fossero solo due campi, divisi da una linea netta: quello sovranista democratico e quello globalista liberista. Non sarà così. Già oggi, annusato il pericolo, i dominanti, non si limitano a manipolare le coscienze, ma tentano di ingannare i cittadini immettendo nel campo politico dei fantocci travestiti da sovversivi. Questi fantocci sono anche molto diversi fra loro —da gruppuscoli nazional-fascisti ai leghisti-liberisti che non hanno abbandonato l’idea di smembrare l’Italia—, ma essi sono giocatori della medesima squadra, uniti dalla stessa idea di uno Stato di polizia, corporativo e xenofobo. Ci sono poi forze politiche nuove, portate alla ribalta dall’indignazione popolare, ad esempio M5S le quali, per loro natura sono instabili e contraddittorie e dal cui seno i dominanti potrebbero attingere le ultime risorse per la conservazione del sistema.
(I) Certi che con l’approfondirsi della crisi sociale il popolo rialzerà la testa e che in una forma o nell’altra un FRONTE DI UNITÀ POPOLARE prenderà forma, noi ci poniamo l’obbiettivo di agire al suo interno come la sua ala radicale ed egualitaria, dando cioè voce e dignità politica alla moltitudine dei nuovi poveri, con lo sguardo rivolto alle giovani generazioni, che saranno la forza motrice del cambiamento che verrà. E lo faremo, con la necessaria sagacia e la dovuta determinazione.
3 commenti:
Le vostre idee mi sembrano oneste e determinate, ma ancora una volta piuttosto astratte e non facilmente applicabili nel concreto … per vari motivi:
- le analisi politiche ed economiche azzeccate, non garantiscono il cambiamento, che passa inevitabilmente attraverso la pratica politica, quindi la conquista dei consensi per accedere alle stanze del potere
- corretta la vostra analisi delle disfunzioni tragiche provocate dal neoliberismo sul tessuto sociale, ma non si può cambiare la realtà sociale con analisi astratte, il vero problema consiste nella raccolta dei consensi elettorali
- giustissima una rivoluzione democratica contro la casta dominante, ma non ci si può alleare con quelle forze che inevitabilmente approderanno nelle file della destra che ha governato per lunghi anni il Paese e si è macchiata di crimini euristi, perché non è affidabile, né credibile (mi riferisco ad ALI, che approderà necessariamente nelle fauci dei Verdini o Berlusconi di turno, un tentativo fallito si è già riproposto alle ultime amministrative … o ad Alberto Bagnai, che ha sempre invitato caldamente a votare Lega)
- il popolo non si muove secondo logiche corrette e sapienti, ma secondo propagande politiche volutamente manipolate da chi controlla i media, quindi il primo impegno dovrebbe essere quello di diffondere la verità, ma anche e soprattutto di convogliare i consensi con strategie mediatiche raffinate ed efficaci
- il Fronte di unità popolare simile a quello del '43, non è oggi riproponibile, appunto perché la popolazione riceve messaggi divergenti e distraenti, che le impediscono appunto di farsi un'opinione corretta della realtà, e per di più non è sottoposta a quella "necessità storica" che si era presentata appunto dopo l'8 settembre '43
- il Blocco democratico costituzionale si potrà realizzare difficilmente, se coloro che cercano alleanze continuano a screditare e sputtanare ogni giorno sul web proprio quella parte di popolazione che crede al M5S, definendoli con appellativi offensivi e ingiuriosi, bannandoli direttamente dalle loro pagine FB, dimostrando così più una volontà di risposte autoreferenziali, che un onesto desiderio di estensione del consenso (mi riferisco a persone come Marco Mori, Simone Boemio, Alberto Bagnai, Barra Caracciolo … )
- il Blocco democratico costituzionale si potrà realizzare difficilmente, se alcuni di quelli che lo propongono, screditano e offendono il M5S, che oggi ha raggiunto livelli di consenso molto rilevanti, tali da superare addirittura il partito di governo, proponendo politiche antiliberiste e sovraniste
- voi stessi definite il M5S una forza politica nuova "portata alla ribalta dall'indignazione popolare, instabile e contraddittoria", dimostrando così di non aver capito la "rivoluzione politico culturale" che il MoV ha inaugurato, proponendo nuove modalità di raccolta dei consensi, di approccio democratico alle istituzioni, di difesa dei diritti e valori costituzionali, di lotta antiliberista e sovranista … pur con le dovute criticità derivate dalla complessità dell'operazione politico mediatica e dalla difficile condizione storica entro cui si trova ad operare
Quindi per concludere, le vostre proposte pur apprezzabili per ampiezza di vedute e correttezza di analisi, non credo possano essere pienamente condivisibili, per i motivi sopra esposti … ma comunque vi auguro un pieno successo del Forum Internazionale No-Euro e una compiuta affermazione politica dei vostri progetti !!
L'errore fondamentale nel ragionamento della Spadini è, come dire, il suo rigoroso e cartesiano formalismo.
L'analisi, la descrizione delle forze in campo, sembrerebbe impeccabile, logica.
Ovvero: se le cose restassero come stanno, sarebbe Spadini ad avere ragione non noi.
Il fatto che sfugge alla Spadini è che noi basiamo le nostre proposte politiche sull'assunto che la situazione odierna è destinata a repentini mutamenti. In soldoni: solo con un incrudimento della crisi avremo i terremoti sociali e politici che rendono pensabile e viabile una rivoluzione democratica, quindi il Cln.
Il perno su cui fa leva la Spadini è che il CLN venne dopo l'8 settembre, che senza 8 settembre niente Cln.
Esatto!
Ma qui sta il punto: noi siamo certi che un nuovo 8 settembre sia alle porte, e ciò sconquasserà l'attuale quadro politico, farà saltare gli attuali fragili precari equilibri sociali.
Come si dice: non si fa la fritta senza rompere le uova. Tra questa uova che dovranno rompersi c'è anche M5S, che così com'è sarà travolto anch'esso — non da noi Spadini, dalla bufera.
Purtroppo nessun 8 settembre è alle porte, anche se i nostri famosi guru prospettano il collasso dell'euro già dal 2012, o una Germania che segherebbe il ramo su cui poggia … invece l'euro è ancora lì, sempre più forte, e il ramo della Germania non accenna a spezzarsi … perché le forze neoliberiste saranno in grado di gestire anche lo tsunami che avanza, dato che sono loro che detengono le leve del potere economico finanziario, sono loro che controllano gli organi di stampa, sono loro che decidono e impongono le regole alle pseudo-democrazie europee … e così come nel 2008 la crisi delle banche Usa è stata superata senza nessun Cln, ma con aiuti pubblici alle banche e agli istituti di credito, che proprio perché "too big to fail" sono stati ricapitalizzati con denaro pubblico … così accadrà anche stavolta, perché non solo le banche italiane sono in gravi difficoltà, ma anche quelle tedesche mi sembra, con Deutsche Bank in testa …
Alla fine proprio il M5S ne trarrà vantaggio, perché si presenta come forza antisistema e sovranista, che ha combattuto il neoliberismo imperante … mentre i nostri eroi "sovranisti", sempre pronti a screditare i dissidenti, finiranno tra le fauci dei Verdini sopravvissuti … immortali e sempre verdi di nome e di fatto, e sempre pronti ad ingoiarsi le piccole forze politiche, irrilevanti di numero, che a quel punto dovranno rinunciare ai loro progetti velleitari e consegnarsi agli squali della politica.
Ma naturalmente spero che le mie riflessioni siano sbagliate e che le vostre siano giuste e vincenti … che la forza sia con voi !!
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