[ 4 agosto ]
Un attacco al vetriolo, come al solito arguto, quello di Alberto Bagnai, contro tutti coloro che hanno insistito e insistono sulla "uscita da sinistra dall'euro".
Valida la proprietà transitiva —malgrado al Nostro non sfugga che la sinistra è un'entità non solo eterogenea ma conflittuale—è una critica anche a noi. E va bene.
Alberto ci concederà, ne siamo sicuri, il diritto retroattivo all'autodifesa.
Non condividemmo il suo enunciato per cui, siccome "l'euro è di destra" (egli scrisse anzi "nazista"), l'uscita non potrà che essere "di sinistra" cioè favorevole ai lavoratori —non vi può essere un'uscita da destra dal nazismo, scrisse. Si trattava, com'è evidente, di un cattivo sillogismo, non fosse perché affinché una conclusione sia vera, occorrono almeno due premesse, non una sola.
Siamo tutti cretini perché pensiamo che, invece, al peggio non c'è limite? Esclude davvero, Alberto, che in assenza di una direzione politica democratica, la fine del regime dell'euro, la riconquista della sovranità statuale, potrebbe risolversi in uno sbocco di tipo fascista o nazional-liberista?
Ci permetterà infine, Alberto, di segnalare l'antinomia in cui cade.
Egli ricorda come, nel suo Tramonto dell'euro, indicò con precisione che contestualmente all'uscita "occorrerà fare tante altre cose". Esatto, e le cose da fare che segnalava, erano tutte "di sinistra" o, nel lessico puritano della postmodernità imperiale, per cui "non c'è più né destra né sinistra", di marca keynesiana.
Veniamo all'antinomia, che è appunto sul piano logico: l'uscita dall'euro, di per sé, è una condizione necessaria, ma non sufficiente per realizzare le misure di politica economica a tutela delle classi popolari che Alberto propone.
E qual'è, dunque, la condizione sufficiente che dev'essere soddisfatta affinché sia garantita la verità della proposizione di Alberto (la realizzazione di misure di marca keynesiana)? E' che l'uscita dall'eurozona (condizione necessaria) sia guidata da forze di stampo keynesiano, cioè di sinistra (condizione sufficiente).
Ricorrendo ora noi ad una delle figure del sillogismo la nostra proposizione era ed è quindi la seguente: un'uscita guidata da forze non-keynesiane (neo-fasciste o nazional-liberiste) non potrà applicare misure a favore del popolo lavoratore (quelle, appunto, indicate da Alberto nel suo Tramonto dell'euro).
Ad Alberto l'onere di dimostrare il contrario.
Se ne riparlerà comunque, proprio con Bagnai, D'Attorre e Barra Caracciolo, nella Tavola rotonda "Italia: chi guiderà l'uscita dall'euro" al III. Forum internazionale no euro.
«La legge è uguale per tutti, almeno in teoria. La logica no. Pensate alle differenza fra condizione necessaria e sufficiente. Una condizione necessaria è un evento E che occorre si verifichi affinché accada l'evento A. Una condizione sufficiente è un evento E che basta si verifichi perché necessariamente accada l'evento A.
Un attacco al vetriolo, come al solito arguto, quello di Alberto Bagnai, contro tutti coloro che hanno insistito e insistono sulla "uscita da sinistra dall'euro".
Valida la proprietà transitiva —malgrado al Nostro non sfugga che la sinistra è un'entità non solo eterogenea ma conflittuale—è una critica anche a noi. E va bene.
Alberto ci concederà, ne siamo sicuri, il diritto retroattivo all'autodifesa.
Non condividemmo il suo enunciato per cui, siccome "l'euro è di destra" (egli scrisse anzi "nazista"), l'uscita non potrà che essere "di sinistra" cioè favorevole ai lavoratori —non vi può essere un'uscita da destra dal nazismo, scrisse. Si trattava, com'è evidente, di un cattivo sillogismo, non fosse perché affinché una conclusione sia vera, occorrono almeno due premesse, non una sola.
Siamo tutti cretini perché pensiamo che, invece, al peggio non c'è limite? Esclude davvero, Alberto, che in assenza di una direzione politica democratica, la fine del regime dell'euro, la riconquista della sovranità statuale, potrebbe risolversi in uno sbocco di tipo fascista o nazional-liberista?
Ci permetterà infine, Alberto, di segnalare l'antinomia in cui cade.
Egli ricorda come, nel suo Tramonto dell'euro, indicò con precisione che contestualmente all'uscita "occorrerà fare tante altre cose". Esatto, e le cose da fare che segnalava, erano tutte "di sinistra" o, nel lessico puritano della postmodernità imperiale, per cui "non c'è più né destra né sinistra", di marca keynesiana.
Veniamo all'antinomia, che è appunto sul piano logico: l'uscita dall'euro, di per sé, è una condizione necessaria, ma non sufficiente per realizzare le misure di politica economica a tutela delle classi popolari che Alberto propone.
E qual'è, dunque, la condizione sufficiente che dev'essere soddisfatta affinché sia garantita la verità della proposizione di Alberto (la realizzazione di misure di marca keynesiana)? E' che l'uscita dall'eurozona (condizione necessaria) sia guidata da forze di stampo keynesiano, cioè di sinistra (condizione sufficiente).
Ricorrendo ora noi ad una delle figure del sillogismo la nostra proposizione era ed è quindi la seguente: un'uscita guidata da forze non-keynesiane (neo-fasciste o nazional-liberiste) non potrà applicare misure a favore del popolo lavoratore (quelle, appunto, indicate da Alberto nel suo Tramonto dell'euro).
Ad Alberto l'onere di dimostrare il contrario.
Se ne riparlerà comunque, proprio con Bagnai, D'Attorre e Barra Caracciolo, nella Tavola rotonda "Italia: chi guiderà l'uscita dall'euro" al III. Forum internazionale no euro.
LA CRISI E I CDS
di Alberto Bagnai
«La legge è uguale per tutti, almeno in teoria. La logica no. Pensate alle differenza fra condizione necessaria e sufficiente. Una condizione necessaria è un evento E che occorre si verifichi affinché accada l'evento A. Una condizione sufficiente è un evento E che basta si verifichi perché necessariamente accada l'evento A.
Se la condizione necessaria non si verifica, A non accade. Se la condizione sufficiente non si verifica, A può accadere (proprio perché la condizione sufficiente non è necessaria).
Ci sono due modi di essere diversamente logici, o diversamente leali, nel dibattito. Il primo è quello di attribuire al proprio avversario l'affermazione che una condizione necessaria sia sufficiente.
I CDS con me l'hanno fatto migliaia di volte: "Bagnai dice che basta che usciamo (condizione sufficiente)...". No. Io (cioè i fatti) dicono che occorre che usciamo, ma non basta. Dopo occorrerà fare tante altre cose: tutte quelle descritte nel Tramonto dell'euro, cui aggiungere, al primo posto, dopo quattro anni di tentativi dei CDS di appropriarsene, riscoprendo in pompa magna l'acqua calda (via "uscita da sinistra"), due chiacchiere coi sullodati CDS.
Il secondo modo di essere diversamente logici (o leali) è opposto: attribuire all'avversario l'idea che una condizione sufficiente sia necessaria.
E anche questo i CDS con me l'hanno fatto migliaia di volte: "Tu dici che l'euro implica l'austerità! Ma l'Inghilterra (o il Guatemala, o la Terra del principe Giorgio) non ha l'euro e ha fatto austerità!" E certo: perché l'euro è condizione sufficiente per l'austerità. Basta che ci sia il cambio fisso (o la moneta unica), e l'aggiustamento si scarica sui redditi (il recupero di competitività passa per il taglio dei salari).
Ciò non significa che dove non esiste questo ulteriore meccanismo di pressione i capitalisti siano presi da insana generosità. Significa solo che il loro compito è meno agevole.
Ma i CDS non ammetteranno mai di essere stati i loro utili idioti.
Ah, a proposito: CDS non significa Credit Default Swap. In questo caso significa Cretini Di Sinistra. Non una scommessa sul fallimento di uno stato. La certezza del fallimento dell'appartenenza.
Comunque, come i fatti dimostrano, essere di sinistra non è condizione necessaria né sufficiente per essere un cretino. Anche se qualche volta aiuta. Ma cambierà, vedrete... Appena le élite daranno il liberi tutti, vedrete il fuggi fuggi degli intellettuali organici per sfuggire alla loro naturale destinazione: il cassonetto dell'umido!
Sarà un momento tragico, ma anche spassoso.
Dieu et mon droit!»
* Fonte: Goofynomics
12 commenti:
Posso suggerire che ci sia qualche differenza fra neofascismo (= nazionalismo radicale e razzismo) e liberismo ultraglobalista che vive sull'importazione della manodopera?
Che il c.d. "neofascismo" potrebbe facilmente intraprendere soluzioni di stampo neokeynesiano, che figurano nel programma di un po' tutti i movimenti di destra (chiamarli neofascisti è un'iperbole) europei e mondiali?
Che forse questo è il motivo per cui la classe operaia francese vota Front national, gli americani della rustle belt votano Trump e le regioni ex-rosse inglesi hanno votato la Brexit caldeggiata dai tories radicali?
Sullo sfondo sta la domanda che vi ho posto ripetutamente e a cui né voi né Bagnai né altri gruppi di sinistra avete risposto: come conciliare la difesa del benessere delle masse del primo mondo con la difesa di quelle del terzo, la tutela dei migranti e la vs. militanza antiimperialista (il tutto magari nel contesto della decrescita ecologica)? Sarà mica che il keynesianesimo di destra saprebbe difendere identità e interessi delle masse lavoratrici EUROPEE meglio di quello di sinistra?
Comprendo che percepiate queste domande come eretiche, ma le domande eretiche sono spesso le uniche che valga la pena di porsi.
PS: sembra che il voto ai partiti di destra qualche effetto keynesiano ce l'abbia:
http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-08-03/theresa-may-ricerca-una-politica-industriale-215310_PRV.shtml?uuid=ADh63k1
Forse vi è sfuggito un commento recente del nostro amico pescarese il quale in data 23 luglio 2016 alle ore 10:43 ha affermato quanto segue (parole testuali):
"È possibilissima una uscita "laburista", ma certo non con questa gente."
Trattandosi di una affermazione,a mio modo di vedere, significativa ed impegnativa, gli ho chiesto
"Prof,
una domanda: ci potrebbe dire come potrebbe diventare realistica la "possibilissima uscita laburista"?"
ma il nostro amico pescarese ha fatto finta di nulla e non mi ha risposto.
Sarebbe intessante capire come potrebbe svilupparsi e concretizzarsi, secondo il nostro amico pescarese, la "possibilissima uscita laburista" senza gli "uscisti di sinistra" che lui vitupera giorno e notte.
Si sta facendo confusione tra condizioni, necessariamente necessarie, ed azioni che oltre che necessarie possono essere sufficienti o insufficienti.
Uscire dall' euro non è una condizione bensì una azione e come tale è certamente necessaria, ma non necessariamente sufficiente.
In pratica questa distinzione mi sembra capziosa al fine di distinguere furbescamente ciò che nei fatti non si può distinguere.
Grimaldi,
che guazzabuglio inestricabile!
Nell'attuale fase di crisi della sinistra (ma anche della destra) e della politica in genere, pensare di risolvere i problemi dell'Italia scrivendo e riscrivendo articoli da diversi anni sempre sugli stessi temi, come fa l'illustre vate Bagnai, e concedendogli spazio con profonde riflessioni polemiche di risposta, sempre rispettando le norme del politically correct … rischia di ridurre la capacità di comprensione anche delle menti più raffinate circa il vero problema … che consiste unicamente nella raccolta del consenso e nella presa del potere !!
Sta diventando sempre più evidente come il M5S si sia mosso nel modo giusto, perché ha affrontato la crisi economica e politica dell'Italia concedendo spazio a tutti i problemi in campo a 360 gradi, senza limitarsi a continue problematizzazioni astratte sull'euro e la sua uscita, perché ogni teoria economica è semplicemente un atto di fede finché non c'è un governo che si impegni ad applicarla. Infatti, mentre i noti economisti d'assalto hanno dedicato il loro tempo ad approfondimenti elitari in campo economico, il MoV invece si è preoccupato di raccattare consensi politici, perché solo in questo modo si può arrivare al governo del paese.
E mentre la Lega, così sponsorizzata dal Bagnai, nata come partito del Nord contro il Sud, un partito che puntava alla secessione, mascherata da federazione, non potrà mai arrivare a sfondare i livelli di consenso ... e per di più Salvini, così celebrato dal Bagnai, e abile politicante al servizio del sistema, non è stato in grado di rivoltare le fodere del suo partito, proprio perché privo di un progetto vero, ma fornito solo di pura propaganda, composta di slogan efficaci, ma che non sfondano l'immaginario collettivo nazionale ... intanto i 5 stelle invece hanno sfondato il muro dei consensi e sono arrivati a superare il PD …
E mentre Salvini, riesumato alle ultime europee sempre dai soliti noti economisti d'assalto, Bagnai e Borghi ... ultimamente si sta afflosciando come un sacco bucato, che perde consensi piuttosto che incassarli (non dimentichiamoci anche che la Lega trae linfa vitale dal Veneto, terra di fallimenti bancari, Banca Popolare di Vicenza e Banca Veneto) … noi stiamo ancora qui a parlare di uscita a destra o a sinistra, ma tanto … così è se vi pare.
Esatto,e quel tipo li usa ste supercazzole per offendere e denigrare gli altri.
Applausi per la Spadini
E lo dico da "avversario" politico.
@Rosanna
il M5S è la nostra Siryza e DiMaio il nostro Tsipras, siamo semplciemente fottuti e finiti
Pochi minuti fa il nostro amico pescarese ha emesso la sentenza:
"a sinistra siamo fottuti senza speranza alcuna..."
Quindi la "possibilissima uscita laburista" di cui parlava alcuni giorni fa era solo una boutade ....
Bagnai ha avuto il merito di squarciare il sipario sull'euro, cosa che le varie accademie dell'economia, per quello che valgono non hanno saputo e/o voluto fare. Riconosciuto questo merito e messa in conto l'attenuante che forse l'eresia era la più conveniente per la visibilità di un economista di secondo piano in un ateneo di secondo piano e fuori dal giro "giusto", non c'è nessuna ragione per dare tanto rilievo al personaggio come se fosse espressione di un sistema di pensiero alternativo. Egli semplicemente svela ciò che la gaia scienza liberista a cui appartiene, sa benissimo sulle assurdità della moneta unica, ma tace in vista dell'obiettivo politico che l'euro rende possibile, ovvero la diminuzione di democrazia. Proprio questo ha creato una sorta di falso sillogismo e in qualche modo ha collegato alla sinistra o a una speranza di sinistra un provinciale reazionario quale Bagnai in effetti è nella sua totalità. Questo "dialogo" a distanza sa di assurdo e appunto interessa solo alla destra, quella ufficiale xenofoba della Lega che ha subito provato a targare il personaggio, quella del fascismo sociale per così dire e infine anche quella meno evidente, ma presentissima dei 5 stelle, che nasce per assenza di pensiero e che anzi coltiva un'idea di potere come poiesi delle idee che in sé sono "astratte" ossia nulla. Dare spazio nella discussione a queste ambiguità porta davvero a poco.
ROSANNA SPADINI,
non è certo obbligata a risponderci, però ci sorge forte la domanda: ma lei cosa proporrebbe di fare? Di intrupparci tutti in M5S?
Dovremmo chiudere bottega e fare i portatori d'acqua ad uno come Di Maio?
Così, tanto per capire....
Al netto delle supercazzole, il senso del rimprovero del prof è che troppi a sinistra credono che sarebbe giusto uscire dall' euro, ma che questo potrebbe aprire scenari politici e sociali peggiori di quelli attuali,l' insanabile contraddizione tra un altro euro non è possibile, ma un altro liberismo e ancora più duro è possibile.
O almeno così molti di noi a sinistra temono: si preferisce perdere 2-0 piuttosto che giocarsela per vincere avendo paura di poter perdere magari 7-0.
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