[ 18 dicembre ]
Inutile dire che le elezioni di domenica prossima in Spagna hanno una notevole importanza.
L'avanzata (nei sondaggi) di Podemos dopo il successo alle europee dell'anno passato, sembra essersi arrestata. Pablo Iglesias ha impostato la campagna con l'ambizioso obbiettivo di vincere o, quantomeno, di arrivare alla spalle del Partito Popolare dato primo partito. Invece i sondaggi danno Podemos addirittura quarto, alle spalle di Ciudadanos. Ciudadanos: una formazione politica apertamente neoliberista che tuttavia si presenta come "forza antisistema", una versione ispanica del "rottamatore" Renzi.
Vedremo. Quel che tuttavia sembra certo è la fine del sistema bipolare che regge in Spagna sin dalla caduta di Franco. Saranno quindi elezioni che sanciranno la cronicizzazione della crisi politica i istituzionale, risultato a sua volta della gravissima crisi economica e sociale che persiste, malgrado gli apparenti successi della terapia da cavallo di Rajoy.
Inutile dire che le elezioni di domenica prossima in Spagna hanno una notevole importanza.
L'avanzata (nei sondaggi) di Podemos dopo il successo alle europee dell'anno passato, sembra essersi arrestata. Pablo Iglesias ha impostato la campagna con l'ambizioso obbiettivo di vincere o, quantomeno, di arrivare alla spalle del Partito Popolare dato primo partito. Invece i sondaggi danno Podemos addirittura quarto, alle spalle di Ciudadanos. Ciudadanos: una formazione politica apertamente neoliberista che tuttavia si presenta come "forza antisistema", una versione ispanica del "rottamatore" Renzi.
Vedremo. Quel che tuttavia sembra certo è la fine del sistema bipolare che regge in Spagna sin dalla caduta di Franco. Saranno quindi elezioni che sanciranno la cronicizzazione della crisi politica i istituzionale, risultato a sua volta della gravissima crisi economica e sociale che persiste, malgrado gli apparenti successi della terapia da cavallo di Rajoy.
In Spagna si vota il 20 dicembre per il rinnovo del Parlamento (Cortes Generales), ovvero di Camera (Congreso de los Diputados) e Senato (Senado).
Il sistema elettorale spagnolo per il Congreso è un sistema proporzionale basato su circoscrizioni piccole, quindi con un forte effetto maggioritario: se in un territorio si eleggono solo due deputati, andranno ai due maggiori partiti. Un sistema che storicamente in Spagna ha favorito i due partiti maggiori, PP e Psoe. Questo quasi sicuramente cambierà con le elezioni del 20 dicembre a causa della comparsa di due nuovi partiti, Podemos e Ciudadanos.
I seggi sono assegnati nelle singole province in proporzione alla popolazione e sulla base di listini bloccati e col famigerato "Metodo D'Hont". Nella maggior parte delle province si eleggono meno di 10 deputati. A Madrid sono 36, a Barcellona 31.
I volti dei 4 candidati principali nelle affissioni: Rajoy, Sanchez, Rivera, Iglesias |
Esiste una soglia di sbarramento del 3% su base provinciale, ma dato che le circoscrizioni sono piccole la soglia di sbarramento entra in azione di fatto solo a Madrid e Barcellona.
La composizione del Senado è invece mista: 206 senatori sono eletti in occasione del voto generale, sempre su base provinciale, ma in maniera fissa, ovvero 4 senatori per ogni provincia, 3 per le isole maggiori, uno per le isole minori e due per le enclave di Ceuta e Melilla. Ma completano il Senado altri 55 senatori eletti dalle regioni (Comunità autonome), uno per ogni regione più uno per ogni milione di abitanti. Quindi nei risultati elettorali del Senato sono mostrati solo i 206 senatori eletti direttamente e non la composizione del nuovo Senato. In ogni caso, il Senado non dà la fiducia al governo, quindi da un punto di vista politico sono le elezioni del Congreso a contare maggiormente.
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