[ 30 dicembre ]
Cari Italiani, compatrioti
Sta per iniziare un nuovo anno, il 2016, nel nostro Paese all’insegna della totale assenza di democrazia, giustizia sociale e rispetto per il bene comune.
La democrazia è solo di facciata, mai come ora nella storia degli Stati moderni, votare è stato così inutile; i tre poteri dello Stato democratico progressivamente vengono smantellati o resi inefficaci; il sistema mediatico è totalmente asservito alle logiche dei proprietari che certamente non corrispondono a quelle del Popolo, mentre internet diventa sempre più un non-luogo dove tra l’informarsi e il disinformarsi non corre alcuna differenza; il lavoro stabile e ben retribuito è un miraggio, così come una giusta pensione per tutti; le attività che non hanno ancora chiuso lo stanno per fare per lasciare il campo ai grandi gruppi internazionali; le aziende pubbliche che hanno garantito servizi ai cittadini stanno passando nelle mani delle grandi multinazionali con il conseguente aumento delle tariffe e il taglio dei servizi meno remunerativi - dovremo pagare ogni servizio pur non godendo di un reddito dignitoso, il tutto in un regime fiscale vessatorio; come se non bastasse, le radici storico-culturali che solo noi al mondo possiamo vantare, vengono costantemente attaccate ideologicamente in favore di un meltin pot che ci vuol far dimenticare chi siamo e cosa possiamo se uniti. Il tutto si compie in un’Italia ricca, ma che non conosce più la redistribuzione la quale, applicata nel trentennio del boom post-bellico in ottemperanza ai dettami costituzionali, ha garantito un buon grado di uniformità nella crescita delle condizioni di vita di tutti gli Italiani durante il periodo storico definito “il miracolo italiano”.
In queste condizioni si apre un nuovo anno ancora governato da personaggi mai delegati democraticamente a farlo dove una oligarchia trans-nazionale dirige la politica nazionale rendendo vane, confuse e quasi senza significato le parole “sinistra” e “destra”; in questo quadro i maggiori partiti, che si dichiarano dell’una o dell’altra parte, obbediscono pedissequamente agli ordini pervenuti tramite missive da non rendere pubbliche provenienti dai centri di potere bancario europei, recitando di volta in volta la parte che più conviene.
Tali forze politiche, che ci hanno sin qui condotti, non sono certamente legittimate a trarci da questa situazione – anzi i loro responsabili dovranno affrontare in prima persona le conseguenze del loro tradimento dei valori costituzionali, mentre quelle che in apparenza sembrano contrastarle non possiedono alcuna comune visione della società e pertanto non saranno in grado di restituire agli Italiani un’Italia coesa, democratica e giusta ed infine (in un accenno alla parte politica che rappresento), quelle che potrebbero ricomporre il quadro istituzionale, l’assetto economico e lo stato di democrazia, in conformità ai dettami costituzionali sono ancora ininfluenti e lo resteranno a lungo in assenza di una volontà a collaborare, ma soprattutto in assenza di consapevolezza, da parte della maggioranza dei nostri concittadini, della propria condizione di sudditanza nei confronti di una élite determinata a sottomettere tutti noi.
Le forze globalizzatrici del grande capitale finanziario, predatorie per loro natura, si stanno riprendendo quanto conquistato dai nostri genitori e nonni dalla fine della seconda guerra mondiale fino agli inizi degli anni ’80 e non si limiteranno a questo, ma andranno oltre fino a renderci tutti “servi della gleba” inconsapevoli di esserlo ed ai nostri figli resterà solo la miseria e la sottomissione e la storia avrà insegnato una volta ancora che da essa l’umanità non apprende nulla.
Tutti i diritti conquistati dalle generazioni precedenti, grazie alla protezione offerta della nostra Carta Costituzionale, stanno scomparendo uno ad uno proprio a causa della esautorazione di ogni istituzione democratica e quindi della Costituzione Repubblicana del ’48 in favore del “volere dei mercati” fermamente tutelato dalle norme che regolano l’Unione Europea; tutte le nostre ricchezze più o meno grandi passeranno di mano secondo la logica darwinian-capitalistica del pesce grande che si mangia il più piccolo.
Come ho prima accennato l’Italia è un paese ricco, molto ricco (prima di rimanere invischiato tra le regole liberiste che lo hanno condotto nella U.E. – patria elettiva del liberismo che mai si farà patria dei suoi cittadini - era un paese leader dell’economia mondiale), e non solo per il suo patrimonio culturale e paesaggistico ora impossibile da preservare a causa di una politica di bilancio delegata a terzi, non solo per la nostra capacità imprenditoriale e la nostra inventiva ora rese inefficaci da regole e burocrazia europee, non solo per la nostra capacità di raggiungere la migliore qualità di vita possibile ora annullata dalle leggi di mercato, ma è soprattutto ricca dei conti correnti e delle case degli Italiani.
Il Popolo Italiano, popolo di lavoratori, dal dopoguerra si è contraddistinto per le sue capacità di risparmio; i frutti del lavoro dei nostri nonni e dei nostri padri, ed in parte anche nostri, comunemente sono finiti in case di proprietà familiare, libretti di conto postali, conti correnti bancari e titoli di Stato, il tutto sotto la tutela della Costituzione del ’48; ora non saprei se possiamo ancora vantare il maggior risparmio al mondo, ma in passato (sicuramente prima di entrare nella Unione Europea) eravamo i primi al mondo sia in termini di risparmio che di proprietà degli alloggi di residenza.
Gran parte (se non tutta) questa ricchezza è destinata a finire in mano delle grandi realtà finanziarie globali.
Dall’andamento dell’economia degli ultimi decenni e considerata la inarrestabile decelerazione degli ultimi anni, dalla piega che sta prendendo la subordinazione dei governi alle cosiddette istituzioni europee oligarchiche e conseguente progressivo arretramento della democrazia, fino all’esempio greco precursore di ciò che avverrà presto in tutta l’Europa del sud, tutto fa dedurre che gli spazi per la sovranità del Popolo Italiano e per la Democrazia previste addirittura dal primo articolo della nostra Carta, andranno sempre più assottigliandosi fino a scomparire determinando la nostra assoluta sottomissione al “volere dei mercati”.
In tutto ciò, nella più completa ignoranza delle vere ragioni di quella che loro sentono come crisi (ma che invece è il sistema), la maggioranza dei cittadini sceglie di stare dalla parte del proprio nemico in aderenza alla propaganda totalitaria dominante, che narra proprio di un presunto impoverimento della popolazione in caso di fuoriuscita dal “sistema liberista europeo”. Non vedono, non vogliono o non possono vedere, che il processo dell’impoverimento di massa è in atto e che pertanto toccherà pure loro – l’esempio offerto dalla faccenda dell’unione bancaria e dei salvataggi con i soldi dei risparmiatori, fa proprio al caso per dimostrare l’assoluta incostituzionalità delle norme europee e con essa la loro perniciosità per la vita stessa dei cittadini.
La più o meno voluta inconsapevolezza da parte dei nostri concittadini circa la propria condizione di sudditi, non gioca certamente a loro favore, ma quando ad una famiglia dove si vive di entrate abbastanza sicure in un alloggio di proprietà si dovesse chiedere di contestare il sistema, cosa ci possiamo aspettare di ottenere come risposta? (il tutto in considerazione della propaganda mediatica tambureggiante condotta ad arte per ingannarli).
E’ amaro doverlo constatare, ma purtroppo fintanto che ci saranno gli stipendi più o meno equi, le stra-meritate pensioni dei nonni, le case di famiglia ed i risparmi (in esaurimento) di vite di lavoro, quelli che li hanno non si presteranno mai al cambiamento, per paura di perdere tutto; ma questa paura sarà la ragione per la quale invece perderanno tutto, proprio tutto, a partire dalla loro dignità.
Ma i nostri concittadini, che nella loro maggioranza scambiano per crisi quello che invece è un sistema (è bene ripeterlo), non si rendono conto che un figlio laureato incapace di trovare un lavoro appropriato e dignitoso rappresenta per loro una voce passiva nel bilancio familiare? Non si rendono conto che il conto in banca perde costantemente valore in un sistema che ad ogni momento attinge tramite la tassazione o prelievi forzosi dalle loro piccole risorse? Non si rendono conto che la casa, magari costruita con i sacrifici di tutta la famiglia, sta perdendo inesorabilmente valore spesso per mancanza di risorse per mantenerla, ma soprattutto perché tassata in quanto “bene rifugio” degli italiani? Non si rendono conto che chiunque vada al governo continua la politica di quello precedente nonostante il perpetuo aggravarsi delle loro condizioni economiche? Non si rendono conto che quelli che una volta venivano ritenuti dei indiscutibili diritti conquistati anche duramente ora sono diventati degli odiosi privilegi da tagliare? Non si rendono conto, che ciò prima veniva garantito loro, ora diviene fatto oggetto di tariffazioni sempre più onerose? E quel che è più grave, non si rendono conto delle reiterate bugie di regime trasmesse a reti unificate puntualmente smentite dai fatti (da quanti anni ci sentiamo ripetere che quello successivo sarà caratterizzato dalla ripresa)?
Molti di loro, per il momento sono troppo occupati a denigrare il nostro malridotto Paese, ferito a morte nella loro totale indifferenza e non si rendono conto e, alle attuali condizioni, non lo faranno mai. Ce la faranno solamente quando, nonostante quanto propagandato dal sistema, avranno perso tutto o, nei migliori tra i casi, quando lo stanno perdendo.
Credo che solo allora la maggioranza degli italiani si solleverà al fianco di noi, sempre rimasti Popolo Italiano nonostante le voci autorazziste predominanti, e si faranno anch’essi Popolo rovesciando il sistema oligarchico costituito.
Non credo che l’anno che verrà sarà quello decisivo, ma spero vivamente che, quanto fino a qui da me previsto, prima o poi venga smentito dai fatti; non per effetto di una manovra tanto diversiva quanto subdola (speriamo mai criminale) posta in essere dalle forze oligarchiche liberiste dominanti, ma a totale e perenne merito di noi Italiani che avremo insieme riconquistato la nostra incedibile sovranità e la nostra sacrosanta democrazia.
Ma se tale augurabile smentita non dovesse palesarsi, allora saranno guai! Guai molto seri, per tutti noi, nessuno escluso. Succederà esattamente ciò che ho appena accennato qui sopra, gradatamente, categoria per categoria, in modo da non provocare la reazione di tutti contemporaneamente, verremo scippati di diritti e averi fino al punto di doverci ribellare per riprendere in mano la nostra vita, se non sarà troppo tardi.
Nella speranza di non dover ripetere quanto contenuto in questo appello esattamente tra un anno, sicuramente in una situazione più grave dell’attuale, il mio impegno per l’anno venturo, assieme a molti amici incontrati negli ultimi anni, sarà quello di formare una coscienza comune fra tutte le componenti della società italiana tenute divise da continue campagne in pieno stile “divide et impera”, con i miei modesti mezzi, con i miei limiti, ma con tutto me stesso, coerentemente, affinché si riapra il dialogo tra tutti gli Italiani e che il dialogo diventi solidarietà e (auto)determinazione.
A tutti il miglior 2016 possibile
Cari Italiani, compatrioti
Sta per iniziare un nuovo anno, il 2016, nel nostro Paese all’insegna della totale assenza di democrazia, giustizia sociale e rispetto per il bene comune.
La democrazia è solo di facciata, mai come ora nella storia degli Stati moderni, votare è stato così inutile; i tre poteri dello Stato democratico progressivamente vengono smantellati o resi inefficaci; il sistema mediatico è totalmente asservito alle logiche dei proprietari che certamente non corrispondono a quelle del Popolo, mentre internet diventa sempre più un non-luogo dove tra l’informarsi e il disinformarsi non corre alcuna differenza; il lavoro stabile e ben retribuito è un miraggio, così come una giusta pensione per tutti; le attività che non hanno ancora chiuso lo stanno per fare per lasciare il campo ai grandi gruppi internazionali; le aziende pubbliche che hanno garantito servizi ai cittadini stanno passando nelle mani delle grandi multinazionali con il conseguente aumento delle tariffe e il taglio dei servizi meno remunerativi - dovremo pagare ogni servizio pur non godendo di un reddito dignitoso, il tutto in un regime fiscale vessatorio; come se non bastasse, le radici storico-culturali che solo noi al mondo possiamo vantare, vengono costantemente attaccate ideologicamente in favore di un meltin pot che ci vuol far dimenticare chi siamo e cosa possiamo se uniti. Il tutto si compie in un’Italia ricca, ma che non conosce più la redistribuzione la quale, applicata nel trentennio del boom post-bellico in ottemperanza ai dettami costituzionali, ha garantito un buon grado di uniformità nella crescita delle condizioni di vita di tutti gli Italiani durante il periodo storico definito “il miracolo italiano”.
In queste condizioni si apre un nuovo anno ancora governato da personaggi mai delegati democraticamente a farlo dove una oligarchia trans-nazionale dirige la politica nazionale rendendo vane, confuse e quasi senza significato le parole “sinistra” e “destra”; in questo quadro i maggiori partiti, che si dichiarano dell’una o dell’altra parte, obbediscono pedissequamente agli ordini pervenuti tramite missive da non rendere pubbliche provenienti dai centri di potere bancario europei, recitando di volta in volta la parte che più conviene.
Tali forze politiche, che ci hanno sin qui condotti, non sono certamente legittimate a trarci da questa situazione – anzi i loro responsabili dovranno affrontare in prima persona le conseguenze del loro tradimento dei valori costituzionali, mentre quelle che in apparenza sembrano contrastarle non possiedono alcuna comune visione della società e pertanto non saranno in grado di restituire agli Italiani un’Italia coesa, democratica e giusta ed infine (in un accenno alla parte politica che rappresento), quelle che potrebbero ricomporre il quadro istituzionale, l’assetto economico e lo stato di democrazia, in conformità ai dettami costituzionali sono ancora ininfluenti e lo resteranno a lungo in assenza di una volontà a collaborare, ma soprattutto in assenza di consapevolezza, da parte della maggioranza dei nostri concittadini, della propria condizione di sudditanza nei confronti di una élite determinata a sottomettere tutti noi.
Le forze globalizzatrici del grande capitale finanziario, predatorie per loro natura, si stanno riprendendo quanto conquistato dai nostri genitori e nonni dalla fine della seconda guerra mondiale fino agli inizi degli anni ’80 e non si limiteranno a questo, ma andranno oltre fino a renderci tutti “servi della gleba” inconsapevoli di esserlo ed ai nostri figli resterà solo la miseria e la sottomissione e la storia avrà insegnato una volta ancora che da essa l’umanità non apprende nulla.
Tutti i diritti conquistati dalle generazioni precedenti, grazie alla protezione offerta della nostra Carta Costituzionale, stanno scomparendo uno ad uno proprio a causa della esautorazione di ogni istituzione democratica e quindi della Costituzione Repubblicana del ’48 in favore del “volere dei mercati” fermamente tutelato dalle norme che regolano l’Unione Europea; tutte le nostre ricchezze più o meno grandi passeranno di mano secondo la logica darwinian-capitalistica del pesce grande che si mangia il più piccolo.
Come ho prima accennato l’Italia è un paese ricco, molto ricco (prima di rimanere invischiato tra le regole liberiste che lo hanno condotto nella U.E. – patria elettiva del liberismo che mai si farà patria dei suoi cittadini - era un paese leader dell’economia mondiale), e non solo per il suo patrimonio culturale e paesaggistico ora impossibile da preservare a causa di una politica di bilancio delegata a terzi, non solo per la nostra capacità imprenditoriale e la nostra inventiva ora rese inefficaci da regole e burocrazia europee, non solo per la nostra capacità di raggiungere la migliore qualità di vita possibile ora annullata dalle leggi di mercato, ma è soprattutto ricca dei conti correnti e delle case degli Italiani.
Il Popolo Italiano, popolo di lavoratori, dal dopoguerra si è contraddistinto per le sue capacità di risparmio; i frutti del lavoro dei nostri nonni e dei nostri padri, ed in parte anche nostri, comunemente sono finiti in case di proprietà familiare, libretti di conto postali, conti correnti bancari e titoli di Stato, il tutto sotto la tutela della Costituzione del ’48; ora non saprei se possiamo ancora vantare il maggior risparmio al mondo, ma in passato (sicuramente prima di entrare nella Unione Europea) eravamo i primi al mondo sia in termini di risparmio che di proprietà degli alloggi di residenza.
Gran parte (se non tutta) questa ricchezza è destinata a finire in mano delle grandi realtà finanziarie globali.
Dall’andamento dell’economia degli ultimi decenni e considerata la inarrestabile decelerazione degli ultimi anni, dalla piega che sta prendendo la subordinazione dei governi alle cosiddette istituzioni europee oligarchiche e conseguente progressivo arretramento della democrazia, fino all’esempio greco precursore di ciò che avverrà presto in tutta l’Europa del sud, tutto fa dedurre che gli spazi per la sovranità del Popolo Italiano e per la Democrazia previste addirittura dal primo articolo della nostra Carta, andranno sempre più assottigliandosi fino a scomparire determinando la nostra assoluta sottomissione al “volere dei mercati”.
In tutto ciò, nella più completa ignoranza delle vere ragioni di quella che loro sentono come crisi (ma che invece è il sistema), la maggioranza dei cittadini sceglie di stare dalla parte del proprio nemico in aderenza alla propaganda totalitaria dominante, che narra proprio di un presunto impoverimento della popolazione in caso di fuoriuscita dal “sistema liberista europeo”. Non vedono, non vogliono o non possono vedere, che il processo dell’impoverimento di massa è in atto e che pertanto toccherà pure loro – l’esempio offerto dalla faccenda dell’unione bancaria e dei salvataggi con i soldi dei risparmiatori, fa proprio al caso per dimostrare l’assoluta incostituzionalità delle norme europee e con essa la loro perniciosità per la vita stessa dei cittadini.
La più o meno voluta inconsapevolezza da parte dei nostri concittadini circa la propria condizione di sudditi, non gioca certamente a loro favore, ma quando ad una famiglia dove si vive di entrate abbastanza sicure in un alloggio di proprietà si dovesse chiedere di contestare il sistema, cosa ci possiamo aspettare di ottenere come risposta? (il tutto in considerazione della propaganda mediatica tambureggiante condotta ad arte per ingannarli).
E’ amaro doverlo constatare, ma purtroppo fintanto che ci saranno gli stipendi più o meno equi, le stra-meritate pensioni dei nonni, le case di famiglia ed i risparmi (in esaurimento) di vite di lavoro, quelli che li hanno non si presteranno mai al cambiamento, per paura di perdere tutto; ma questa paura sarà la ragione per la quale invece perderanno tutto, proprio tutto, a partire dalla loro dignità.
Ma i nostri concittadini, che nella loro maggioranza scambiano per crisi quello che invece è un sistema (è bene ripeterlo), non si rendono conto che un figlio laureato incapace di trovare un lavoro appropriato e dignitoso rappresenta per loro una voce passiva nel bilancio familiare? Non si rendono conto che il conto in banca perde costantemente valore in un sistema che ad ogni momento attinge tramite la tassazione o prelievi forzosi dalle loro piccole risorse? Non si rendono conto che la casa, magari costruita con i sacrifici di tutta la famiglia, sta perdendo inesorabilmente valore spesso per mancanza di risorse per mantenerla, ma soprattutto perché tassata in quanto “bene rifugio” degli italiani? Non si rendono conto che chiunque vada al governo continua la politica di quello precedente nonostante il perpetuo aggravarsi delle loro condizioni economiche? Non si rendono conto che quelli che una volta venivano ritenuti dei indiscutibili diritti conquistati anche duramente ora sono diventati degli odiosi privilegi da tagliare? Non si rendono conto, che ciò prima veniva garantito loro, ora diviene fatto oggetto di tariffazioni sempre più onerose? E quel che è più grave, non si rendono conto delle reiterate bugie di regime trasmesse a reti unificate puntualmente smentite dai fatti (da quanti anni ci sentiamo ripetere che quello successivo sarà caratterizzato dalla ripresa)?
Molti di loro, per il momento sono troppo occupati a denigrare il nostro malridotto Paese, ferito a morte nella loro totale indifferenza e non si rendono conto e, alle attuali condizioni, non lo faranno mai. Ce la faranno solamente quando, nonostante quanto propagandato dal sistema, avranno perso tutto o, nei migliori tra i casi, quando lo stanno perdendo.
Credo che solo allora la maggioranza degli italiani si solleverà al fianco di noi, sempre rimasti Popolo Italiano nonostante le voci autorazziste predominanti, e si faranno anch’essi Popolo rovesciando il sistema oligarchico costituito.
Non credo che l’anno che verrà sarà quello decisivo, ma spero vivamente che, quanto fino a qui da me previsto, prima o poi venga smentito dai fatti; non per effetto di una manovra tanto diversiva quanto subdola (speriamo mai criminale) posta in essere dalle forze oligarchiche liberiste dominanti, ma a totale e perenne merito di noi Italiani che avremo insieme riconquistato la nostra incedibile sovranità e la nostra sacrosanta democrazia.
Ma se tale augurabile smentita non dovesse palesarsi, allora saranno guai! Guai molto seri, per tutti noi, nessuno escluso. Succederà esattamente ciò che ho appena accennato qui sopra, gradatamente, categoria per categoria, in modo da non provocare la reazione di tutti contemporaneamente, verremo scippati di diritti e averi fino al punto di doverci ribellare per riprendere in mano la nostra vita, se non sarà troppo tardi.
Nella speranza di non dover ripetere quanto contenuto in questo appello esattamente tra un anno, sicuramente in una situazione più grave dell’attuale, il mio impegno per l’anno venturo, assieme a molti amici incontrati negli ultimi anni, sarà quello di formare una coscienza comune fra tutte le componenti della società italiana tenute divise da continue campagne in pieno stile “divide et impera”, con i miei modesti mezzi, con i miei limiti, ma con tutto me stesso, coerentemente, affinché si riapra il dialogo tra tutti gli Italiani e che il dialogo diventi solidarietà e (auto)determinazione.
A tutti il miglior 2016 possibile
* Simone Boemio, membro del Consiglio nazionale di Ora-Costituente
** Fonte: Articolo Uno
Nessun commento:
Posta un commento