[ 8 novembre ]
MPL e Coordinamento della sinistra contro l'euro sono tra i promotori dell'assemblea nazionale che si svolgerà il 21 novembre a Roma. Eravamo quasi soli, a sinistra, a porre come decisiva la questione dell'uscita dall'euro e dall'Unione europea. Molta è la strada da fare, ma si va avanti, e le cose cambiano. E' una prima risposta, ci auguriamo non estemporanea, all'ennesimo tentativo delle sinistre uliviste e altreuropeiste di tornare in scena.
Più sotto il testo del manifesto che convoca l'assemblea.
MPL e Coordinamento della sinistra contro l'euro sono tra i promotori dell'assemblea nazionale che si svolgerà il 21 novembre a Roma. Eravamo quasi soli, a sinistra, a porre come decisiva la questione dell'uscita dall'euro e dall'Unione europea. Molta è la strada da fare, ma si va avanti, e le cose cambiano. E' una prima risposta, ci auguriamo non estemporanea, all'ennesimo tentativo delle sinistre uliviste e altreuropeiste di tornare in scena.
Più sotto il testo del manifesto che convoca l'assemblea.
ASSEMBLEA NAZIONALE
Roma - Centro Sociale Intifada Via Casalbruciato 15
Per informazioni eurostop.it@gmail.com
PRIMI
FIRMATARI:
Campagna Eurostop, Giorgio Cremaschi – Forum Diritti Lavoro, Nicoletta
Dosio – No Tav Valle Susa, Ernesto Screpanti - Università di Siena, Franco
Russo Ross@, Luciano Vasapollo – Università La Sapienza, Ugo Boghetta direzione
nazionale PRC, Simone Gimona - segretario PRC Bologna
e coord. naz G. C., Dafne Anastasi
- Direttivo Regionale FP Lombardia, Emiddia Papi esecutivo USB, Giuseppe
Aragno – Storico, Emilia Piccolo - Comitato
3 Ottobre Milano, Fabrizio Tomaselli esecutivo USB, Valerio Tradardi
– SPI, Direttivo Camera del Lavoro Milano, Maria
Pia Zanni – Direttivo nazionale CGIL, Antonella Stirati Università Roma 3,
Nico Vox - Direttivo Nazionale FP, Guido Lutrario USB
Roma, Angelo Baracca - Fisico, Mauro Casadio Rete dei Comunisti, Dario
Filippini - direttivo nazionale SPI Cgil, Pierpaolo
Leonardi esecutivo USB, Francesco Piobbichi - direzione
nazionale PRC, Bruno Steri – Direzione Nazionale PRC, Luca Cangemi –
Direzione Nazionale PRC, Nicola Vetrano – Giuristi Democratici, Andrea Genovese
Università di Sheffield (GB), Francesco Caruso Università di Catanzaro, Pietro
Rinaldi Consigliere Comunale Napoli, Valerio Evangelisti scrittore, Sergio
Cararo Contropiano, Roberto Sassi saggista, Ezio Gallori lotta dei pensionati,
Pasquale Vecchiarelli CPF Roma PRC, Gianni Vattimo filosofo, Carlo
Formenti giornalista, Dino Greco già direttore di Liberazione, Nella Ginatempo
Rete No War, Giorgio Gattei Università Bologna, Unione Sindacale di Base, Centro
Sociale 28 Maggio Brescia, CSO Ricomincio dal Faro, Campagna Noi Restiamo,
Rete No War, Ross@, Comitato Difesa Sociale – Cesena, Coordinamento Sinistra Contro l’Euro, Associazione per la ricostruzione del Partito Comunista,
Collettivo Putilov Firenze, Noi Saremo Tutto, Fronte Popolare, Movimento
popolare di liberazione, Contropiano, Partito Comunista d’Italia – Federazioni
di Roma, Frosinone, Veneto, Rete dei Comunisti.
NO EURO, NO UE, NO NATO,
PIATTAFORMA SOCIALE PER IL LAVORO, LA DEMOCRAZIA E LA PACE
«Oggi tutti i governi europei, nessuno escluso, praticano le politiche di
austerità, di attacco ai diritti sociali e del lavoro, di criminalizzazione dei
poveri nativi e migranti, di
restrizione della democrazia.
La breve stagione di eresia
della Grecia si è per ora conclusa con la resa di quel governo alla Troika e
con l'accettazione di un memorandum che sottomette il paese ad essa.
Non c'è nessun segnale oggi in Europa che faccia pensare ad una revisione o
anche solo ad un allentamento
della stretta delle politiche di austerità. Anzi i piccoli rimbalzi produttivi
dopo anni di recessione vengono
utilizzati dal potere economico e politico nella UE per sostenere la necessità
di affrettare le riforme. Così la disoccupazione di massa si consolida e
accanto ad essa dilagano la precarietà ed il super sfruttamento del lavoro, le
privatizzazioni e il dominio del mercato sui diritti e sulle vite.
Le riforme altro non sono che l'adeguamento dei sistemi sociali e
costituzionali dei singoli paesi della UE alle esigenze di profitto delle
grande imprese multinazionali e della finanza. Tutti i Trattati UE formalizzano
la costituzione autoritaria del liberismo selvaggio, da imporre in ogni paese.
La corruzione sempre più diffusa in tutto il continente a tutti i livelli
del potere, viene usata dalle stesse classi dirigenti che la praticano per
esaltare la necessità delle riforme liberiste e autoritarie. I Mass media sono
tutti diventati megafoni chiassosi della messa sotto accusa dei diritti sociali
e del lavoro, che vengono accusati di essere la causa della crescita del debito
pubblico.
In Italia la controriforma costituzionale, attuata con l'obbligo del
pareggio di bilancio e con il pacchetto di riforme del governo Renzi, realizza
il dettato dei trattati UE e le indicazioni politiche della Troika .
Oggi il sistema di potere che sta portando la condizione europea indietro
di un secolo, cancellando i risultati politici, sociali e morali della
sconfitta del fascismo, questo sistema di potere in mano alla finanza e al capitalismo
multinazionale si chiama Unione Europea. E il suo primo strumento di potere e
ricatto verso i popoli, in particolare quelli più colpiti dalla crisi, è l'Euro
L'Unione Europea di oggi non ha nulla a che vedere con gli ideali
democratici degli europeisti antifascisti. Essa è una costruzione autoritaria
dominata dalla grande finanza e dalle multinazionali, alle quali vuole lasciare assoluta libertà d'azione con il
TTIP che si vuole firmare con gli USA. La UE oggi non incarna nessun ideale o
politica di pace, anzi sempre più si identifica con il militarismo aggressivo e
distruttivo della NATO, in Ucraina, come in Libia, come nel Medio Oriente.
I grandi sindacati, le forze socialdemocratiche, i movimenti sociali e
politici nelle loro maggioranze oggi rifiutano di prendere atto di questa
realtà, cioè che la UE e i suoi governi sono l'avversario.
Così in Europa si è costruito un sistema di potere che ha messo assieme il
capitalismo multinazionale e le grandi borghesie dei paesi europei, le sinistre
convertite al liberismo ed i gruppi dirigenti dei sindacati complici,
tecnocrazie, cultura e informazione di regime. Le destre neofasciste e xenofobe
non sono un'alternativa a questo sistema di potere, ma ne sono solo una
versione più aggressiva e feroce,
quando non vengono semplicemente utilizzate per rafforzarlo.
Il sistema di potere europeo non è riformabile, può solo evolvere
ulteriormente in senso autoritario
e socialmente iniquo. Le politiche di austerità non sono separabili dalla moneta unica che le impone e sostiene.
Non è vero che questa Europa sia un mercato senza politica, al contrario essa è
un mostruoso sistema politico che impone passo dopo passo il privilegio
assoluto del mercato rispetto ai diritti delle persone. Questo sostiene anche
l'appello alle sinistre italiane di Oskar Lafontaine.
Le persone e le organizzazioni che si riconoscono in questi giudizi
ritengono che per troppo tempo i diritti sociali e le conquiste democratiche
del popolo italiano siano state sottoposte al ricatto del vincolo europeo e che
sia giunto il momento di squarciare il velo ipocrita che dietro la fraseologia
europeista nasconde gli interessi dei ricchi, delle banche, del capitalismo
multinazionale.
Crediamo che tutte la classi sociali subalterne d'Europa abbiano interesse
a liberarsi della gabbia liberista della Unione Europea. Per questo ci sentiamo
uniti e vogliamo allearci in un fronte comune con tutte le forze democratiche e
progressiste che in Europa stanno maturando una critica radicale a Euro e UE.
Non intendiamo però aspettare una magica ora X, nella quale tutti i popoli si liberino assieme. Vogliamo
cominciare qui e ora, anche perché oggi l'Italia è il paese più alla retroguardia nel confronto con i
vincoli e con l'austerità europea.
I decenni berlusconiani e poi l'affermarsi del sistema di potere PD hanno
allontanato l'italia dai grandi conflitti europei e così da noi c'è stato il
più pesante e meno contrastato arretramento nelle condizioni sociali e di
democrazia.
Proponiamo quindi la costruzione di una piattaforma sociale No Euro No Ue
No Nato che abbia lo scopo di proporre una via alternativa alle politiche di
austerità, autoritarismo, guerre e che dia forza nel respingere il ricatto
economico, politico, psicologico
esercitato dal potere finanziario attraverso la UE e l'Euro. Una piattaforma
che serva come obiettivo politico generale, ma che sia anche strumento e
riferimento delle lotte quotidiane.
Una piattaforma che serva ai movimenti, ai sindacati,
alle organizzazioni politiche, nelle lotte del lavoro, in quelle sociali
e per l'ambiente . Una piattaforma
non tanto comune, ma IN comune tra forze che lottano e mantengono la loro identità in pratiche
di campi diversi.
La piattaforma sociale si articola e distribuisce in quattro capitoli principali:
1) Rottura della e con la UE e l'Euro, partendo dalla disdetta dei
Trattati, condizione per politiche di eguaglianza sociale e di diverso
sviluppo. Riconquista della sovranità democratica dei popoli sulle scelte
economiche partire dalla moneta. Nazionalizzazione delle grandi banche a partire dalla Banca
Centrale, che deve essere dipendente diretta del potere del governo democratico. Questo per poter
finanziare direttamente la spesa pubblica senza ricorrere al mercato
finanziario. Revisione del debito pubblico accumulato. Pubblicizzazione dei
grandi impianti strategici, delle reti, e dei beni comuni. Controllo dei
capitali e lotta all'evasione fiscale a partire dalle grandi ricchezze. Rottura
dei patti di stabilità e restituzione ai comuni e agli enti locali dei loro
poteri democratici.
2) Priorità assoluta all'abbattimento della disoccupazione di massa e alla
lotta alla povertà. Programmi di investimenti pubblici in alternativa alle
grandi opere. Immediata cancellazione del programma Tav a partire dalla Vallesusa. Riduzione generalizzata
dell'orario di lavoro sostenuta da finanziamento pubblico. Reddito ai
disoccupati. Ripubblicizzazione del lavoro nei servizi pubblici col superamento
della catena degli appalti. Casa scuola lavoro per tutti, regolarizzazione dei
migranti, cancellazione delle leggi che precarizzano il lavoro a partire dal
Jobsact.
3) Riconquista di un piena democrazia partecipata, affermando e
sviluppando i principi della
Costituzione Repubblicana del 1948, oggi cancellati dalle
controriforme, da quella dell'articolo 81 a quelle del governo attuale.
Oggi la Costituzione Repubblicana è stata soppressa in favore di un
sistema autoritario e liberista,
per questo parteciperemo alla
campagna per votare No al prossimo referendum sulle riforme. Priorità alla
lotta al sistema della corruzione politica ed economica e alle mafie.
Riconquista della democrazia e delle libertà sindacali oggi messe in
discussioni da accordi come quelli in Fiat o quello del 10 gennaio 2014. Difesa
del diritto di sciopero e di quello a lottare e a manifestare per i diritti e
per l'ambiente
4) Rifiuto di ogni politica e di ogni azione di guerra e sostegno alla modifica degli equilibri
internazionali a favore di paesi a emergenti . In questo contesto è necessario
un nuovo quadro politico ed economico in Europa che operi per l'unità tra tutte
le sponde del Mediterraneo, unica alternativa alle guerre e alle migrazioni di
massa. Priorità al sostegno alla liberazione del popolo palestinese dal dominio
coloniale di Israele . Una politica di disarmo che parta dalla rottura della e
con la NATO, dalla fine di ogni
sostegno alla guerra in Ucraina, dal ritiro delle missioni militari in
Afghanistan e nel Medio Oriente. Fine delle sanzioni alla Russia e delle guerre
economiche, per nuovi equilibri tra Occidente, Brics, paesi in via di sviluppo.
Per affermare ovunque i diritti dei popoli contro ogni sfruttamento
imperialista e neo coloniale».
5 commenti:
Non vedo Porcaro...ci sta o no?
Salvini a Rai news ha dichiarato che non è più per l'abbandono dell'euro.
Ha detto testualmente che occorre una profonda revisione dei trattati.
E' molto diverso da dire "no euro" e anzi significa che non è più contro l'UE tanto che Altieri dei conservatori subito dopo quelle dichiarazioni ha detto che era molto contento e che a queste condizioni il dialogo con la Lega è possibile.
In questo momento non esiste nessun movimento contro l'euro il che però significa che i partiti politici hanno compreso che questo argomento non porta voti.
Il nostro primo e più importante obiettivo è la lotta al neoliberismo (ossia "ottenere il consenso" dei cittadini su questo), l'abbandono della moneta unica invece è un obiettivo prevalentemente strategico che non va rinnegato ma che non deve inficiare quello principale.
Sono sconcertato, stiamo assistendo alla restaurazione delle vecchie contrapposizioni politiche che hanno consegnato i popoli al dominio incontrastato del capitalismo ludopatico.
Salvini sempre più disinvoltamente esplicito; Fassina che non cita più il problema; Grillini sempre più ondivaghi; persino MPL sembra fare marcia indietro in favore di elementi ideologici di distinzione.
Posso capire che in vista di importanti elezioni amministrative si metta da parte la lotta al simbolo e strumento di tale dominazione, ma il sospetto che la vicenda greca abbia lasciato dolorose ferite tanto da indurre comportamenti da evitamento ai sovranisti è forte.
In realtà non è mai esistito un movimento politico che da solo possa restiturci la democrazia costituzionale e la sovranità in tema di politica monetaria. L' unica speranza è quella di convergere uniti come popolo verso un unico obiettivo, speriamo che terminate le elzioni amministrative si torni a parlare con forza di libertà e democrazia.
Non ho capito il post di Ippolito.
Vuol dire che la lotta si deve assolutamente centrare tutta sull'abbandono dell'euro?
O sta dicendo qualcos'altro?
Chiedo lumi, grazie.
Si è la mia posizione.
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