[24 novembre ]
Introduzione
Il nostro nuovo movimento politico, se vuole avere realmente qualche speranza di successo, deve affrontare anche il nodo della Comunicazione. Chiariamoci e siamo onesti con noi stessi: la nostra area politica ha, da almeno 20 anni, il problema del linguaggio da adottare con il nostro blocco sociale di riferimento.
Prima di andare avanti domandiamoci: cos’è la Comunicazione? È niente di più che utilizzare il linguaggio, ed entrare in contatto con la nostra gente, con coloro con cui vorremmo parlare. E, invece, qual è stato il tipo di comunicazione adottato e, soprattutto, la sua percezione?
Un linguaggio elitario, che comprende solo chi fa parte di ristretti gruppi di sinistra radicale (sempre più ristretti a dire la verità) senza la capacità e la volontà di parlare il linguaggio di tutti.
Il problema, dunque, è ben più grave di una sterile contrapposizione tra linguaggio vecchio/giovane. Non si tratta soltanto di abbandonare, o mantenere, termini come: “militanza”, “partito”, “lotta di classe”, ma si tratta, da un lato, di dare reale sostanza e contenuto a quei termini, che non siano narcisistiche dichiarazioni di principio e di autoaffermazione di sé stessi (e quindi: partito di che tipo? Lotta di classe tra chi? Militanza con chi?) e, dall’altro, ritornare in contatto con il nostro popolo e utilizzare un linguaggio che sia reale condivisione di valori comuni.
Dispiace costatare che, a volte, la questione della Comunicazione sia semplificata, non solo a contrapposizione vecchi/giovani, ma anche a mera questione di forma. Va ricordato che, invece, la comunicazione sancisce la nascita, non solo di ogni forma di comunità nazionale, ma anche di qualsiasi forma di organizzazione politica e umana.
Non è questo il luogo per approfondimenti di tipo storico o teorico. Ancora prima, però, di riflettere su come (e quale) tipo di linguaggio e di forme organizzative realizzare, è necessaria la condivisione di questo assunto e l’accettazione del primo e reale problema. In quale tempo storico viviamo? Qual è il linguaggio che utilizzano gli elementi con cui vorremmo parlare? Quale tipo di comunicazione vogliamo adottare?
Il tema del linguaggio non può, però, essere affrontato soltanto intellettualmente. Il linguaggio è SEMPRE espressione di un momento storico e di determinati interessi, desideri, bisogni. Il che vuol dire anche scegliere a “chi” parlare e “come”. Il tipo di linguaggio che adotteremo sarà, infatti, legato indissolubilmente al tipo di forma che il nostro nuovo movimento politico sceglierà di adottare. Un linguaggio verticale e leaderistico o, in alternativa, comunitario e partecipativo (il che non esclude, ovviamente, la presenza di dirigenti e di portavoce).
L’altro elemento da prendere in considerazione, se si parla di comunicazione, è quello della presenza mediatica. Una premessa: un movimento realmente antagonista non avrà una visibilità né televisiva né della carta stampata. La cosa da fare dovrebbe essere quella di prendere in considerazione e utilizzare gli strumenti che il Web ci mette a disposizione, senza “luddismi” fuori tempo massimo.
Anche da questo punto di vista, se si sceglierà di utilizzare il Web rispetto a strumenti più tradizionali, vorrà dire adottare il linguaggio ai nuovi media. Non dobbiamo sottovalutare questi strumenti, o pensare che ci daranno meno visibilità rispetto a quelli tradizionali.
Internet se utilizzato in maniera ottimale può darci una visibilità importante (solo per fare un esempio: un annuncio su Facebook può, mediamente, con un minimo impegno economico, raggiungere anche 50.000 utenti con persone interessate a ciò che proponiamo, al contrario della Televisione che invece si rivolgerebbe comunque a un pubblico indifferenziato e generalista).
Tavolo di Lavoro. Alcune proposte operative.
In accordo con l’introduzione, si individuano alcune linee guida che dovranno essere sviluppate all'interno del tavolo di lavoro:
1. Analisi dell’attuale comunicazione politica
2. Analisi della comunicazione adottata dai movimenti politici di opposizione
3. Il Rapporto Linguaggio/Forma e Linguaggio/Gruppo Sociale
4. Quale Linguaggio e quali Canali utilizzare
5. Varie
In aggiunta alle linee guida, si individuano alcuni strumenti da adottare che saranno vagliati dal tavolo di lavoro:
1. Utilizzo dello strumento video (Il commento dei fatti della settimana)
2. Trasmissione Poadcast quindicinale (simile a una trasmissione radio con interviste a economisti e politici; commenti sui fatti nazionali e internazionali, eccetera)
3. Ricostruzione della mailing list e invio di una newsletter settimanale
4. Varie
Il Seminario per un nuovo movimento politico di unità popolare (Roma, 12-13 dicembre) è alle porte.
Il Consiglio nazionale di Ora-Costituente, riunitosi a Bologna l' 8 novembre scorso, ha licenziato i documenti per i cinque tavoli di lavoro previsti. Presentiamo il terzo, una riflessione e delle proposte su comunicazione e linguaggio.
Il Consiglio nazionale di Ora-Costituente, riunitosi a Bologna l' 8 novembre scorso, ha licenziato i documenti per i cinque tavoli di lavoro previsti. Presentiamo il terzo, una riflessione e delle proposte su comunicazione e linguaggio.
QUI le informazioni per compagni ed i cittadini che vogliano darci una mano e partecipare al Seminario. Astenersi perditempo.
Introduzione
Il nostro nuovo movimento politico, se vuole avere realmente qualche speranza di successo, deve affrontare anche il nodo della Comunicazione. Chiariamoci e siamo onesti con noi stessi: la nostra area politica ha, da almeno 20 anni, il problema del linguaggio da adottare con il nostro blocco sociale di riferimento.
Prima di andare avanti domandiamoci: cos’è la Comunicazione? È niente di più che utilizzare il linguaggio, ed entrare in contatto con la nostra gente, con coloro con cui vorremmo parlare. E, invece, qual è stato il tipo di comunicazione adottato e, soprattutto, la sua percezione?
Un linguaggio elitario, che comprende solo chi fa parte di ristretti gruppi di sinistra radicale (sempre più ristretti a dire la verità) senza la capacità e la volontà di parlare il linguaggio di tutti.
Il problema, dunque, è ben più grave di una sterile contrapposizione tra linguaggio vecchio/giovane. Non si tratta soltanto di abbandonare, o mantenere, termini come: “militanza”, “partito”, “lotta di classe”, ma si tratta, da un lato, di dare reale sostanza e contenuto a quei termini, che non siano narcisistiche dichiarazioni di principio e di autoaffermazione di sé stessi (e quindi: partito di che tipo? Lotta di classe tra chi? Militanza con chi?) e, dall’altro, ritornare in contatto con il nostro popolo e utilizzare un linguaggio che sia reale condivisione di valori comuni.
Dispiace costatare che, a volte, la questione della Comunicazione sia semplificata, non solo a contrapposizione vecchi/giovani, ma anche a mera questione di forma. Va ricordato che, invece, la comunicazione sancisce la nascita, non solo di ogni forma di comunità nazionale, ma anche di qualsiasi forma di organizzazione politica e umana.
Non è questo il luogo per approfondimenti di tipo storico o teorico. Ancora prima, però, di riflettere su come (e quale) tipo di linguaggio e di forme organizzative realizzare, è necessaria la condivisione di questo assunto e l’accettazione del primo e reale problema. In quale tempo storico viviamo? Qual è il linguaggio che utilizzano gli elementi con cui vorremmo parlare? Quale tipo di comunicazione vogliamo adottare?
Il tema del linguaggio non può, però, essere affrontato soltanto intellettualmente. Il linguaggio è SEMPRE espressione di un momento storico e di determinati interessi, desideri, bisogni. Il che vuol dire anche scegliere a “chi” parlare e “come”. Il tipo di linguaggio che adotteremo sarà, infatti, legato indissolubilmente al tipo di forma che il nostro nuovo movimento politico sceglierà di adottare. Un linguaggio verticale e leaderistico o, in alternativa, comunitario e partecipativo (il che non esclude, ovviamente, la presenza di dirigenti e di portavoce).
L’altro elemento da prendere in considerazione, se si parla di comunicazione, è quello della presenza mediatica. Una premessa: un movimento realmente antagonista non avrà una visibilità né televisiva né della carta stampata. La cosa da fare dovrebbe essere quella di prendere in considerazione e utilizzare gli strumenti che il Web ci mette a disposizione, senza “luddismi” fuori tempo massimo.
Anche da questo punto di vista, se si sceglierà di utilizzare il Web rispetto a strumenti più tradizionali, vorrà dire adottare il linguaggio ai nuovi media. Non dobbiamo sottovalutare questi strumenti, o pensare che ci daranno meno visibilità rispetto a quelli tradizionali.
Internet se utilizzato in maniera ottimale può darci una visibilità importante (solo per fare un esempio: un annuncio su Facebook può, mediamente, con un minimo impegno economico, raggiungere anche 50.000 utenti con persone interessate a ciò che proponiamo, al contrario della Televisione che invece si rivolgerebbe comunque a un pubblico indifferenziato e generalista).
Tavolo di Lavoro. Alcune proposte operative.
In accordo con l’introduzione, si individuano alcune linee guida che dovranno essere sviluppate all'interno del tavolo di lavoro:
1. Analisi dell’attuale comunicazione politica
2. Analisi della comunicazione adottata dai movimenti politici di opposizione
3. Il Rapporto Linguaggio/Forma e Linguaggio/Gruppo Sociale
4. Quale Linguaggio e quali Canali utilizzare
5. Varie
In aggiunta alle linee guida, si individuano alcuni strumenti da adottare che saranno vagliati dal tavolo di lavoro:
1. Utilizzo dello strumento video (Il commento dei fatti della settimana)
2. Trasmissione Poadcast quindicinale (simile a una trasmissione radio con interviste a economisti e politici; commenti sui fatti nazionali e internazionali, eccetera)
3. Ricostruzione della mailing list e invio di una newsletter settimanale
4. Varie
1 commento:
Scusate, ho distrattamente seguito questa cosa del movimento.
Spiegateci, trattasi di un movimento di opinione o di una vera
e propria lista, tipo SI sinistra italiana, da presentare alle elezioni?
In tal caso non avrete il mio voto. Un movimento di opposizione
c'è già e sta andando benino. Direi di concentrarci su quello.
Il guru e l'elevato hanno già espresso un desiderio di prepensionamento.
Dopodichè M5S evolverà sempre di più come veicolo e strumento
nelle mani del popolo.
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