11 gennaio
Mentre il macellaio Netanyahu sarà oggi alla testa della manifestazione di Parigi la Annunziata fa la chiamata alle armi... contro l'Islam.
«Prendere atto della Terza Guerra Mondiale»: l'Annunziata c'è andata piano. Certo, i titoloni sparati sono uno dei due punti di forza dell'Huffington Post (HP). L'altro sono i finanziamenti dell'Eni.
La sua tesi è tutta in quella «presa d'atto». Chi ne volesse ricercare le argomentazioni a supporto clicchi QUI: troverà il vuoto assoluto.
Insomma, la «grande» giornalista ha fatto boom. Può capitare, ma il tema non è di quelli su cui si possa sparacchiare a casaccio per raggranellare qualche pugno di clic.
Dire Terza Guerra Mondiale (d'ora in poi TGM) è cosa impegnativa. Dire che è già iniziata pure. Che il mondo sia sull'orlo del baratro siamo i primi a dirlo, ma non lo si può fare in maniera così generica. Passi per una discussione al bar, ma da una giornalista di lungo corso come Lucia Annunziata ci si aspetterebbe qualcosa di più.
E sì che i temi reali non mancherebbero. Tra i fattori in grado di spingere realmente verso una grande guerra se ne potrebbero indicare almeno tre: 1) la crisi sistemica che il capitalismo non riesce a risolvere con altri mezzi; 2) l'aggressività della NATO nei confronti di una grande potenza nucleare come la Russia; 3) l'interventismo armato dell'Occidente in tanti paesi del Medio oriente e dell'Africa.
Bene, nessuno di questi temi è evidentemente degno della preziosissima penna dell'Annunziata. Che infatti non gli dedica neppure una parola di sfuggita. Per lei il segno che laTGM è arrivata tra noi viene dai fatti francesi, capitolo europeo di un conflitto globale iniziato l'11 settembre.
Dunque, tre persone, che per tre giorni hanno messo in scacco la Francia, per un bilancio globale di 20 morti sarebbero il segno inequivocabile della TGM. Nella sola Siria, secondo fonti ONU, le vittime sono state oltre 76mila soltanto nel 2014... Dove sia andato a finire il senso delle proporzioni proprio non si sa...
Vi dice niente la parola "eurocentrismo"?
E sempre a proposito di proporzioni (e di "titoloni") altri hanno parlato di un "11 settembre europeo". Parole già sentite dopo gli attentati ai treni di Madrid (marzo 2004) ed alla metropolitana di Londra (luglio 2005). Nel primo caso vi furono 191 morti e 2.057 feriti, nel secondo 55 morti e circa 700 feriti.
Dunque, se davvero volessimo seguire gli sragionamenti di certi giornalisti, saremmo ora arrivati (11x3) al "33 settembre europeo". Un di più propagandistico che forse dovrebbe far riflettere.
Ma non pretendiamo troppo, e poniamoci invece una domanda. Quante vittime ha avuto l'Occidente, sul proprio territorio, da quell'11 settembre che per l'Annunziata rappresenta la fatale dichiarazione di guerra della TGM? Il numero esatto non lo conosciamo, ma esso è comunque nell'ordine delle poche centinaia. Solo in Iraq, invece, l'occupazione americana ha prodotto centinaia di migliaia di vittime. E questo è l'ordine di grandezza dell'Afghanistan. Vogliamo poi parlare della Libia? O magari dei tanti paesi africani dove i militari occidentali (francesi in primo luogo) bombardano ed uccidono ogni giorno? E perché non parlare del sistematico killeraggio tecnologico operato con i droni, ad esempio in Pakistan, nello Yemen, in Somalia? E perché non ricordare, almeno per una volta, la strage di Gaza, dove ora, a causa dell'assedio che continua, i bambini muoiono addirittura di freddo?
L'Annunziata elenca queste guerre, ma solo per dimostrare che la TGM è in atto e va semplicemente combattuta. Stranamente, però, tutti questi conflitti si combattono quasi esclusivamente sul suolo nemico. Quel nemico che è invece presentato come aggressore. Che ci sia qualcosa che non torna nel discorso della direttrice dell'HP?
Se proprio vogliamo chiamare TGM quella in atto dal 2001, allora dobbiamo concludere che essa consiste di fatto nella somma delle varie aggressioni perpetrate dall'occidente in questo periodo. Ma sappiamo benissimo che non è certo questa l'intenzione della giornalista, il cui punto di vista è totalmente eurocentrico, o se si preferisce occidentalo-centrico.
Se le parole hanno ancora un senso, per dire TGM bisognerebbe saper indicare quali forze (stati, alleanze militari, eccetera) la stanno combattendo e per quali obiettivi. Di tutto ciò non c'è traccia nell'articolo di Lucia Annunziata. Ma questo non deve stupire, perché il suo non è un articolo, è una dichiarazione di guerra in pieno stile fallaciano.
Ora si dirà che, al di là di tutto ciò, qui sono in gioco dei valori irrinunciabili, in primo luogo la libertà d'espressione del pensiero. A dire il vero i primi ad aver rinunciato a questo diritto sono stati spesso proprio i giornalisti occidentali, troppe volte ben felici di essersi ridotti a scribacchiniembedded del pensiero unico imperiale. E quando qualche collega non embedded ha perso la vita sul campo, magari per documentare la barbarie delle guerre occidentali e sioniste (pensiamo, ad esempio, ai reporter uccisi a Gaza nell'estate 2014) le lacrime sono state solo di circostanza. Mica come per i disegnatori di Charlie Hebdo, e ben lo si capisce, dato che le loro penose vignette avevano solo un bersaglio: i musulmani.
Libertà di espressione si dice. D'accordo nel difenderla sempre e comunque, ci mancherebbe. Ma siamo davvero sicuri che l'Occidente sia su questa strada? Provate allora ad immaginarvi come avrebbe reagito la laicissima Francia se Charlie Hebdo avesse cambiato obiettivo, deridendo gli ebrei anziché i musulmani. Antisemitismo! Antisemitismo! Antisemitismo! E perché mai, chiediamo ai difensori senza macchia e senza peccato della libertà di bestemmia elevata a massimo valore occidentale, questo doppiopesismo così scandaloso?
In realtà il motivo è semplice, ed esso risiede in una visione apertamente razzista. Che è poi quella della signora Annunziata. La quale non lo potrà mai ammettere, ma la sua TGM altro non è che la Guerra di civiltà di Oriana Fallaci. Una guerra da combattere dunque non semplicemente contro uno stato (che infatti non viene indicato) od una politica, bensì da scatenare contro un'intera religione. D'altronde, l'idea di definire Terza Guerra Mondiale quella contro l'Isis od al Qaeda sarebbe semplicemente ridicola. Il nemico di Lucia Annunziata è dunque l'Islam in quanto tale.
Naturalmente, nella realtà delle cose, l'imperialismo è assai più duttile di un pensiero così rozzo. Esso non può dichiarare guerra all'intero Islam. Piuttosto, cerca di curare i propri interessi incuneandosi nelle fratture interne allo stesso mondo islamico. E' quel che fece l'occidente alimentando la guerra Iran-Iraq negli anni '80 del secolo scorso. E' quanto cerca di fare oggi inserendosi, con un sistema di alleanze a geometria variabile, nello scontro tra sciiti e sunniti che insanguina da anni il Medio Oriente. E siccome queste fratture attraversano dall'interno anche il campo sunnita (basti pensare allo scontro tra la Fratellanza Musulmana e l'Arabia Saudita wahhabita), le potenze imperialiste - USA in primis - non disdegnano affatto di partecipare a quel gioco.
Nella realtà delle cose il fanatismo fallaciano serve "solo" alla propaganda. Laddove il "solo" è abbondantemente virgolettato, perché la propaganda è ovviamente una parte, a volte addirittura decisiva, della guerra stessa. La volgarizzazione fallaciana ha dunque una funzione ben precisa: quella di preparare i popoli alla guerra, quella vera, facendogli vedere un nemico terribile quanto sfuggente: l'islamico.
Questo nemico non ha da essere uno tra i tanti, ha da essere invece l'unico nemico. Una semplificazione assai utile per i gruppi dirigenti occidentali, per la cricca oligarchica che muove il mondo della finanza, per non parlare dei veri pianificatori della guerra. Quelli che risiedono alla Casa Bianca ed al Pentagono, quelli che stanno ai vertici della NATO, non certo nellebanlieue delle città francesi.
Lucia Annunziata non è l'ultima arrivata. E' invece persona "informata dei fatti". La sua sfrontatezza va dunque denunciata. La sua non è una "presa d'atto", è piuttosto una dichiarazione di guerra che la mette nella scia di Oriana Fallaci, la primatista indiscussa dell'incitamento all'odio razziale e religioso.
Questi campioni dell'Occidente dovrebbero qualche volta fermarsi davanti allo specchio, e magari capirebbero il perché della crisi del modello che vogliono imporre a tutti i popoli, non solo come il "migliore", ma come l'unico accettabile. Non lo faranno mai: glielo impedisce certo il loro fanatismo, glielo impediscono i loro interessi materiali. E a volte viene da pensare che glielo impedisca anche lo specchio.
PS - Apprendiamo che il signor Netanyahu, più noto come il macellaio di Gaza, sarà oggi alla testa della manifestazione di Parigi. Una vergogna, che tuttavia non deve sorprendere. Essa è il frutto della logica dei due pesi e delle due misure. Della pretesa "superiorità" dell'occidente, che Israele rappresenta degnamente a suon di bombe in Palestina.
4 commenti:
La poveretta è affetta da strabismo cronico, non c'è specchio che tenga, vede il mondo rovesciato.
Giuliano Ferrara invece ci vede benissimo, ma la sua ultima sceneggiata ad annozero lo inchioda a fare il paio con questa squallida massaia prestata al giornalismo più fazioso e oscurantista.
Un'altra "perla" a caso della nostra strabicona, ormai del lontano 2008, è l'intervista a Ciampi, condotta con l'atteggiamento di un amorevole stuoino.
Ma c'è di peggio, ed è la recensione di quella mezz'ora fatta dall'Unità (Enzo Costa), addirittura critica verso l'Annunziata, per ragioni opposte. E' proprio vero che al peggio non c'è mai fine.
Se mai scoppierà la TGM questi loschi figuri ne dovranno rispondere, chissà, forse ad Allah.
Com'è facile cambiare l'agenda politica, fino a ieri si parlava di uscita dall'euro, poi boom boom...e siamo alla guerra di "religione".
E giù la propaganda in tutte le tv, a dire c'hanno ragione i crociati o i mori...fazioni nemiche ma d'accordo che la colpa sia degli atei, privi di valori spirituali, tutto denaro e potere.
Mentre il capo dei crociati ci tiene a far sapere, come ai tempi della teologia della liberazione, che lui non sta coi rossi (atei, per la propaganda, nonostante gli sforzi di qualcuno di dimostrare il contrario)...un gaudente la russa ringrazia per essere rientrato al posto della meloni nel circolo mediatico, insieme a tanti esperti di geopolitica, con la carne da macello degli altri.
Tra una escatologia terrena e una trascendente la teologia è come la pelle delle palle (del papa, imam, rabbino, bush jr e sr...) la tiri dove e come ti pare, e il popolo cresciuto nel gregge ne fa bandiere contro i lupi.
http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2015/01/11/papa-francesco-aver-cura-per-i-poveri-non-e-comunismo-e-nel-vangelo_eefc7090-88e7-41a2-9287-d61ed85ab459.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Teologia_della_liberazione
francesco
Per testimoniare l'ipocrisia di Charlie Hendo basta ricordare l'affaire che coinvolse Philippe Val, allora direttore della pubblicazione e di redazione della rivista, e Siné, uno dei vignettisti.
Pensate un attimo al tono delle vignette anti musulmane e anto cristiane di Charlie Hebdo...poi improvvisamente Siné osa scrivere:
"E bravi il figlio di Sarkozy che per sposare la ricca ereditiera ebrea si converte all'ebraismo. Farà strada il ragazzino..."
Ecco, per questa frase Philippe Val licenzia in tronco Siné per antisemitismo.
Val si giustifica dicendo che la famiglia della futura sposa aveva minacciato di andare in tribunale citando la rivista per incitamento all'odio razziale.
Gli fanno presente da più parti che nessun giudice in Francia si sognerebbe mai di avallare una tesi cosí assurda, tutta la Francia si divide in colpevolisti e innocentisti (grande maggioranza innocentisti) ma Val non recede.
Siné viene indagato dalla magistratura francese che dopo un mese dichiara il non luogo a procedere.
Siné cita in giudizio Val e nel 2010 vince la causa ottenendo un risarcimento di 40.000 euro.
Charlie Hebdo insiste pervicacemente e va in appello dove il giudice ridà ragione a Siné dichiarando immotivato il licenziamento ma aumenta di più del doppio il risarcimento portandolo a 90.000 euro.
Questa era la "libertà di satira" di quel giornaletto da quattro soldi.
Naturalmente rimane la condanna fermissima dell'attentato e dei metodi terroristi ma descrivere quella rivista come un faro di libertà di espressione democratica è una falsità.
Premesso che non faccio alcuna distinzione fra le plutocrazie occidentali e una teocrazia (islamica o altro), mi sembra che prendiate un po’ troppo sul serio le bestialità di questi pennivendoli. Fra il crescente becerume dei media-spazzatura e il sempre maggior conformismo attorno al pensiero unico indotto dal conquistatore anglosassone, qualsiasi azione politica che non si riduca al cabotaggio lobbistico-partitico, fra cui gli attentati di Parigi, suscita gli schiamazzi più indecorosi e servili. Fra questi c’è anche la sparata dell’Huffington Post.
In un mondo in cui una scazzottata fra tifosi diventa una violenza ai valori (inventati) dello sport, una sparatoria viena affabulata in dichiarazione di guerra.
Ho notato che gli attentatori erano più o meno orfani. Gente cresciuta senza un supporto familiare cerca di compensare con identità forti e nella misura in cui questa società non gliene offre se ne vanno a cercare una contro. Quel che salva il cxxx al regime è solo che i giovani si alienano nelle droghe, altrimenti torneremmo presto alla situazione degli anni Settanta-Ottanta, quando attentati del genere avevano luogo con cadenza settimanale senza che nessuno ci facesse particolare caso.
Vedrete comunque che quando la guerra arriverà davvero e le città d’arte italiane saranno ridotte a cumuli di macerie le parole ritroveranno un utilizzo più sobrio.
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