24 gennaio
Stefano Fassina ha rilasciato la settimana scorsa la seguente intervista alla nota testata della sinistra tedesca Junge Welt. SOLLEVAZIONE la pubblica in esclusiva. L'intervista è a cura di Wilhelm Langthaler
D. Il premier Renzi sta applicando il programma tedesco neoliberale a suo tempo messo in atto in Germania di Schröder & Co: abbassare i salari allo scopo di recuperare la competitività. Perché Lei è contrario?
Stefano Fassina ha rilasciato la settimana scorsa la seguente intervista alla nota testata della sinistra tedesca Junge Welt. SOLLEVAZIONE la pubblica in esclusiva. L'intervista è a cura di Wilhelm Langthaler
D. Il premier Renzi sta applicando il programma tedesco neoliberale a suo tempo messo in atto in Germania di Schröder & Co: abbassare i salari allo scopo di recuperare la competitività. Perché Lei è contrario?
R. Perché, innanzitutto, vi è solo una parte dell'impostazione
di Schröder, ossia la parte di ulteriore flessibilizzazione del mercato del
lavoro. È assente la parte che riguarda gli investimenti delle imprese che in
Germania si impegnarono e realizzarono investimenti. In secondo luogo, ma è
punto decisivo, perché la via alla crescita attraverso la svalutazione del
lavoro può funzionare quando è attuata soltanto da alcuni, mentre gli altri
importano. Quando tutti seguono il mercantilismo liberista, si viene a
determinare un deficit di domanda interna in ciascuno, quindi in tutta
l'euro-zona e si cade in deflazione, ossia, la situazione e lo scenario nel
quale siamo.
D. L’ondata di lotte sociali, i cortei e gli
scioperi, saranno sufficienti a fermare Renzi? O non ci vuole piuttosto una
risposta politica?
Le mobilitazioni sono condizione necessaria per
cambiare i rapporti di forza sul terreno politico. Ma, vanno estesi di fronte
al peggioramento delle condizioni dell'economia e del lavoro, inevitabile date
le politiche attuate. La politica deve interagire e mettere in campo risposte
alternative all'agenda del mercantilismo liberista.
R. Perché non vi sono le condizioni politiche
nell'euro-zona per arrivare alle correzioni necessarie. Non è solo un problema
di interessi forti arroccati ciecamente nella difesa dei loro crediti. Non è
soltanto un problema di classi dirigenti. È anche un problema di opinioni
pubbliche nei Paesi leader. Poiché la rotta del mercantilismo liberista è
insostenibile, prima che il Titanic Europa vada a sbattere contro l'iceberg
delle destre xenofobe, va esplorata la possibilità di separazione consensuale
per arrivare a un regime monetario plurale nell'euro-zona. È un percorso
difficile, ma stare fermi vorrebbe dire rassegnarsi al peggio.
D. A parte la politica della moneta a buon
prezzo e gli aiuti alle banche, Berlino e Bruxelles stanno bloccando ogni politica
keynesiana che punti a incrementare la domanda. Renzi pare muoversi sulla
stessa linea. Con quali forze, con quali alleanze pensate di vincere questo
fronte delle elite europee inclusa
quella italiana?
R. Il Governo Renzi mi pare abbia capito la necessità
di politiche di sostegno alla domanda. Ha impostato male la presidenza italiana
della Ue. Invece che concentrarsi sulla richiesta di flessibilità a regole
date, avrebbe dovuto fare un'operazione verità sull'insostenibilità della rotta
mercantilista. Le alleanze vanno costruite con i paesi più in difficoltà e con
le forze a sinistra più consapevoli e più determinate a cambiare rotta.
Purtroppo, larga parte del Pse è subalterna al mercantilismo liberista.
D. Come Lei potrà seguire un progetto storico opposto
a quello di Renzi restando nello stesso partito? Non è il caso di fare una
nuova alleanza anti-liberista e per l’uscita dell’Euro anche in vista delle
prossime elezioni?
R. La priorità è mobilitare le energie autonome dal
renzismo che ancora sono in larga misura presenti nel Pd e provare a correggere
la rotta. Una scissione per fare una forza politica minoritaria non verrebbe
compresa neanche dalle fasce del lavoro più mobilitate.
D. La Lega Nord sta
anche chiedendo l’uscita dell’Euro con un programma xenofobo a neoliberista (come in Germania l’AfD). Quale
relazione avete con loro? Alcuni alzano lo spauracchio del “fronto
rosso-bruno”. Come risponde all’accusa di nazionalismo?
R. Non abbiamo rapporti politici con la Lega. Noi
vogliamo riprendere in mano l'interesse nazionale senza cadere nel vicolo cieco
del nazionalismo.
D. L’ultimo tentativo di un programma keynesiano fu quello di Mitterand negli anni 80. Non funzionò anche perché la
globalizzazione era già troppo forte rispetto ad un progetto solo nazionale.
Che fareste di diverso da quanto fece Mittarand? Quali sarebbero le misure
immediate nell’ipotesi che vi trovaste nella situazione di guidare il governo?
R. Il punto fondamentale è il contesto. Se fossimo
alla guida del Governo metteremmo in campo politiche di bilancio espansive per
far ripartire l'economia. I mercati potrebbero capire che è l'unica strada per
evitare il default del debito pubblico. In assenza di comprensione, si
arriverebbe inevitabilmente alla ristrutturazione del debito.
R. La sovranità nazionale perduta nella
globalizzazione si può recuperare soltanto con la condivisione in un soggetto
politico dell'euro-zona. Ma è una strada bloccata. Dobbiamo provare a
recuperare la sovranità democratica possibile a livello nazionale consapevoli
che, comunque, è un second best.
D. Che cosa chiedete alla sinistra tedesca che
non osa criticare il progetto dell’Euro (Oskar Lafontaine propone il ritorno
allo Sme)? Che cosa vuole dire solidarietà internazionale in questo contesto?
R. Chiediamo di guardare con lungimiranza
all'interesse nazionale tedesco. La linea imposta da Berlino porta al naufragio
dell'euro, uno scenario negativo anche per la Germania.
* Fonte: «
«Stillzuhalten hieße, sich mit dem Schlimmsten abzufinden». Junge Welt 24 gennaio 2014
6 commenti:
L'on.le Fassina, almeno dall'aspetto e senza fissarsi sull'abito che non fa il monaco, sarebbe un rivoluzionario ideale. I lineamenti denotano intelligenza, carattere, attitudine al comando, , capacità di trainer, serietà d'intenti, volontà, determinazione.
Starebbe bene a capo di qualche formazione militare, così, a vista. Se però parla di conseguire i suoi obiettivi per mezzo del sostegno del PD , mi comincia a venire qualche dubbio.
..."Una scissione per fare una forza politica minoritaria non verrebbe compresa neanche dalle fasce del lavoro più mobilitate. ". E' Fassina che non ha capito proprio un tubo del mondo del lavoro e delle condizioni delle masse lavoratrici italiane. I cambiamenti, caro Fassina, certi cambiamenti non si fanno con la paura, chi pensa di cambiare ed innovare deve capire e rischiare.
per esperienza dico al compagno Fassina che dopo 5 anni di disoccupazione il coraggio di lasciare il pd lo troverà...
come lo ha trovato mia madre che mi mantiene, mio fratello disoccupato, mia sorella che ha pagato con gli interessi gli 80 euro, etc.
poi se non ritiene migliorabile l'euro e i trattati perché dotrebbe esserlo il pd dei servi zelanti alla renzi, colaninno, serracchiani e democristiani vari o di quelli più rottamabili e compassati alla d'alema, bersani, fassino?
francesco
Mia madre invece la mantengo io perché ha la minima e non basta manco per l'affitto.
Coi risparmi di quando lavoravo, che prima o poi finiranno.
Compagno Fassina ... ma compagno di chi? Mio no di certo.
Perché l' arte di saper indossare abiti diversi è patrimonio della balena rosa, questa sinistra ci ha portato nell' euro e questa sinistra ci porterà fuori, o meglio ci terrà compagnia.
On.Fassina,
la sua analisi attuale (la passata era ancora più marcatamente filo Euro) "tende" ad un maggior rigore scientifico/economico) con la difficoltà di allontanarsi, temporaneamente, dai programmi (che tristezza i programmi al posto delle ideee/ideologia/ideali policiti, ndr)politici del suo partito (? è un partito il pd?).
E' evidente ormai a tutti (tranne i pavidi ed i prezzolati) che la artificiosa ed innaturale rigidità dell'Euro (in un mercato liberist/capitalista, incredibile vero?) rechi danni economici ad ogni paese (sia quelli del sud europa che a quelli del nord europa, e già)
Con quel briciolo di buon senso e quel ancor pallido richiamo al benessere condiviso quale finalità dell'economia/civiltà economica richiami i suoi, minacci anche di separarsi (tanto poi, a risultati raggiunti, e se l'euro cade, lo sa benissimo, i risultati si raggiungeranno) ci si può di nuvo unire per perseguire altri (programmi???) ideali.
Lo faccia e lo faccia presto, noi lavoratori capiamo molto di più di quanto sperate voi, nostri delegati/prescelti .
Lo suggerisco a lei anche se io non sono di sinistra (spero non sia ancora un reato) perchè la credo, in fondo, un "puro" (almeno spero).
Massimiliano
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