14 gennaio - ULTIM'ORA
Apprendiamo che il noto comico e attore francese Dieudonné M'bala M'bala (nella foto) è stato arrestato questa mattina con l'accusa di "apologia di terrorismo".
Apprendiamo che il noto comico e attore francese Dieudonné M'bala M'bala (nella foto) è stato arrestato questa mattina con l'accusa di "apologia di terrorismo".
Dieudonné a causa delle sue battaglie in difesa del popolo palestinese e della Resistenza dei popoli oppressi contro le aggressioni imperialiste, da anni subiva l'accusa dei media di regime di essere "antisemita" (accusa sempre respinta dall'attore).
Dieudonné aveva partecipato alla marcia dell'11 gennaio, definendola tuttavia, nel suo proverbiale stile beffardo, come un "evento magico paragonabile al big bang o alla incoronazione di Vercingetorige".
Di cosa sarebbe colpevole Dieudonné? Di aver scritto nella sua pagina facebook: «Je me sens Charlie Coulibaly», "Mi sento Charlie Colulibaly". (Amedy Coulibaly è l'autore della strage nel supermercato ebraico).
Come volevasi dimostrare: in nome della "libertà di pensiero" il regime francese tenta in realtà di sopprimerla.
Commentando l'altro ieri la risposta dei potenti ai tragici fatti di Parigi scrivevamo:
«La commemorazione delle vittime degli attacchi jihadististi sta trasformando il macabro psicodramma che ha scosso la Francia nella più ripugnante ostentazione d'ipocrisia che si sia mai vista. In nome della "libertà d'espressione" il potere globale vuole mettere definitivamente al bando proprio il pensiero critico, dialettico, antagonista». [Libertà di pensiero... Quale pensiero?]
Non immaginavamo tuttavia che il più fosco dei presagi si sarebbe materializzato tanto presto. Si tratta di un segnale inquietante delle pulsioni autoritarie che covano in Europa, la spia che in nome della democrazia il sistema procede verso uno stato di polizia.
L'arresto in stile fascista di Dieudonné è un atto politico e giudiziario gravissimo.
Vedremo se lo sciame di politici, giornalisti, intellettuali che hanno gridato di essere tutti Charlie in nome delle libertà d'espressione, avranno il coraggio della coerenza denunciando l'arresto del comico francese. C'è di che dubitarne.
Che siano riconsegnate a Dieudonné la sua libertà personale, e la sua libertà d'espressione!
12 commenti:
Non sorprende affatto considerando come il pensiero unico ha da sempre trattato la critica sociale.
E questo in ogni parte del mondo in cui la satira ha raggiunto un certo tipo di dignità artistica(legata a doppia mandata con il livello della critica espressa in essa).
Dieudonné è un comico di altissimo valore, ma trovandosi da un'altra parte della barricata ne subisce le conseguenze. Peccato proprio perché i frutti della sua intelligente arguzia vanno perduti e dispiace di non poterne fruire.
Finora è stato perseguitato in ogni modo. Speriamo che l'aria si rinfreschi un po' perché sta diventando sempre più mefitica.
Incredibile.
Davvero incredibile.
Anzi scandaloso.
Ebbi modo di assistere a Parigi ad uno spettacolo di Dieudonnè e posso assicurare che l'accusa di antisemitismo è una bufala —malgrado abbia avuto il coraggio di difendere Faurisson. Lo perseguitano perché è un pericolso veicolo del messaggio antimperialista e antisionista. Dieudonnè, pur non essendo certo indulgente con l'Islam, è da anni il bersaglio di Israele e della potentissima comunità sionista francese.
FACCIAMO QUALCOSA!!
A naso, non conoscendo (poco) l'artista e le cose che gli imputano, così come non conoscevo quelle imputate alla redazione di charlie, prendersela con la satira, arrestando o uccidendo, è da fascisti.
Come già detto: è un delitto perché se fa ridere allora è sacra (la risata è il linguaggio universale) se non fa ridere è irrilevante, inclusi gli eventuali intenti propagandistici, anzi, questi verrebbero svelati perché niente è più rivelatore dell'assenza di umorismo sull'argomento che si è scelto di trattare: tale assenza denuncia uno sganciamento dal senso collettivo, di come vanno letti i fatti, per esempio quelli del sionismo.
La tesi che ridere sul profeta è prendersela con la palestina o con i popoli arabi soggiogati dai cristiani, non fossero bastate le "dosi di democrazia" inviate via aerea, specularmente apre alla possibilità, non so se da qualcuno considerata, che si possa ridere di abramo e del patto del brit milàh per prendersela con la politica espansionistica di israele.
Infatti (imho) quello che questa vicenda parigina dimostra è che spesso le questioni politiche af-fondano le radici nelle questioni identitarie, prevalentemente radici iniziatiche-rituali, "religiose".
Prima di credere a qualunque teoria economica o sociale si crede in dio e alla sua legge.
Se non si vede questo si continuerà a subire l'azione di chi sa quali corde toccare dentro ogni individuo e continua a seminare o-dio, confusione semantica (babele), doppio-moralismo, sfiducia in se stessi e nel prossimo.
Per questo, secondo me, si deve denunciare il fonda-mentalismo di ogni "religione" (dividi e impera), creatrici cioè di menti fondate su dogmi...c'è poco da discutere o da ridere, "ce lo chiede dio".
Il pensiero forte è un pensiero dogmatico, che rende forti in teoria-e ma debolissimi di fronte ai fatti, e che dunque vanno distrutti.
Come nel caso dell'euro (dogma neoliberale monetaristico) procedere dogmaticamente ha consentito di stravolgere la percezione sui fondamentali economici dei paesi dell'ue, al punto che alla fine il cane è stato ribaltato dalla sua coda (keynes).
Forti del dogma, e grazie al senso di appartenenza che intorno ad esso si organizza, tutto si può buttare in caciara, come lo è stato forzare la cornice ideologico-ideale dei ragazzi di ventotene per includere il campo di quella economico-finanziaria dei chicago boys. Dopo i fatti di parigi sento qualcuno ritenere che il problema (laicità) sarebbe stato non inserire "le radici cristiane" in costituzione, dogma su dogma, bugia su bugia, frame su frame, "più europa cristiana", appunto. francesco
https://www.youtube.com/watch?v=QQ6tjeFh9ZQ
http://www.governo.it/bioetica/testi/250998.html
http://archiviostorico.corriere.it/2007/ottobre/25/Israele_nasce_protesta_laica_Basta_co_9_071025039.shtml
http://it.wikipedia.org/wiki/Trauma_psicologico
http://www.oshoba.it/prod/1040/GUERRA-E-AMORE---DVD.html
Non posso commentare, in quanto non sono capace di traslitterare i conati di vomito che mi provoca l' indecente esibizione di ipocrisia filoimperialistica e occidentalocentrica in atto.
Voltaire si starà rivoltando nella tomba!
G.B.
Voltaire era un miserabile parvenu che appena riuscì a comprarsi abbastanza terra si cominciò a lamentare delle pretese assurde dei lavoratori che chiedevano tanto e non facevano un cazzo affermando chiaramente che l'istruzione deve essere riservata ai buoni borghesi e negata al popolo.
La cosa interessante è che per popolo Voltaire intende proprio il proletariato ossia quelli la cui unica proprietà sono le braccia per lavorare.
Qui il testo di una sua famosa lettera, prego apprezzate il tono disgustoso da "ah signora mia, che gente...":
"Je crois que nous ne nous entendons pas sur l’article du peuple, que vous croyez digne d’être instruit. J’entends, par peuple, la populace qui n’a que ses bras pour vivre. Je doute que cet ordre de citoyens ait jamais le temps ni la capacité de s’instruire; ils mourraient de faim avant de devenir philosophes. Il me paraît essentiel qu’il y ait des gueux ignorants. Si vous faisiez valoir, comme moi, une terre, et si vous aviez des charrues, vous seriez bien de mon avis. Ce n’est pas le manoeuvre qu’il faut instruire, c’est le bon bourgeois, c’est l’habitant des villes : cette entreprise est assez forte et assez grande."
Di commento in commento si perde il filo del discorso. Voltaire apparteneva all'aristocrazia illuminista e, come tale, teneva a mantenere le distanze dai "vulgares.
Lasciamolo dov'è.
Ritornando all'infelice Dieudonnè, mi sembra che, essendo Couli bally un umano, ed avendo scontato le sue colpe rimanendo ucciso violentemente nell'azione, un altro umano può anche provare pietà per la sua fine. Certo, gli si attribuisce la morte di altri quattro infelici presi in ostaggio, ma certe volta la morte degli ostaggi è determinata da errori delle forze dell'ordine. E poi, e se quello che ha proclamato Erdogan fosse vero, come la metteremmo?
errore, copiato male.
http://archiviostorico.corriere.it/2007/ottobre/25/Israele_nasce_protesta_laica_Basta_co_9_071025039.shtml
francesco
Naturalmente Voltaire non era minimamente un aristocratico e infatti una volta che si permise di dare una rispostina salace a un nobile che lo aveva insultato, questi lo fece bastonare dai suoi lacchè.
Le proteste di Voltaire non gli valsero altro che un ordine di cattura nei suoi confronti firmato da Filippo di Orléans tanto che dovette emigrare in Inghilterra.
Questo non è fuori tema ma anzi è l'epitome della ipocrisia borghese ammantata di progressismo in nome di una fantomatica "umanità" che nasconde il banalissimo desiderio di essere ammessi al tavolo dei privilegiati per poter condividere lo sfruttamento del popolo, proprio come scrive testualmente Voltaire nella lettera da me citata:"Il me parait essentiel qu'il y ait des gueux ignorants".
La "democrazia", il rispetto (ovviamente selettivo) della libertà di espressione, il politically correct, l'ideale borghese di giustizia, sono solo i metodi - molto raffinati - con cui la classe dominante borghese inibisce fin nell'immaginario la lotta di classe delle classi subalterne.
Intendevo dire, e forse mi sono espresso male, che Voltaire, nella storia della cultura, è considerato un aristocratico dell'Illuminismo. Tutti avranno comunque presente il suo trattatello sull'intolleranza che egli detestava, saggio squisito che si farebbe bene rileggere ogni tanto.
Charlie e ciarlatani: dalla tragedia alla farsa
„Ciarlatano“designava secondo il vocabolario Treccani “chi un tempo, sulle piazze, cavava i denti o vendeva rimedî che decantava miracolosi; la parola è rimasta in uso per indicare prestigiatori, giocolieri, e in genere chi vende in pubblico prodotti specifici o altre merci attirando la gente e incantandola con abbondanza di chiacchiere.” E ancor oggigiorno per estensione “chi si spaccia per quello che non è, chi cerca il proprio guadagno dandola ad intendere, impostore, gabbamondo”
C’è anche una quasi profetica citazione di Ugo Foscolo “ i potenti sono talvolta meno astuti, ma più soverchiatori dei ciarlatani”. (http://www.treccani.it/vocabolario/ciarlatano/).
Etimologicamente il termine deriva da un incrocio fra “Cerretani”, abitanti di Cerreto, noti nel medioevo per svolger le attività sopra descritte in giro per l’Europa, e ciarlare. Anche il detto piemontese “busiard cume ‘n gavadent”, bugiardo come un cavadenti” ha molto probabilmente la medesima origine.
L’associazione di parole del titolo non è casuale poiché il motto “Je suis Charlie” è divenuto immediatamente un marchio di fabbrica (borse, magliette, oggettistica di ogni genere in milioni di esemplari, un non trascurabile business per l’economia francese ed europea in crisi) e l’incredibile campagna mediatica con cui TV e stampa è riuscita a far scendere e marciare in tutta Francia 5 milioni di cittadini essendo stata spacciata come reazione ad un supposto attacco alla “libertà d’opinione e di stampa”. Ma vediamo da vicino di che “libertà di stampa e di opinione” veramente si trattava: in sostanza il diritto di offendere i sentimenti religiosi (il resto a chi interessa nel mio blog)
Per ritardare la caduta dell'Impero si sono fatte cadere le Torri per impossessarsi del petrolio ed elimunare gli indesiderati come Saddam Hussein e Gheddafi, creando un antiislamismo molto utile, ma sotto gli attentati attribuiti ai musulmani, come l'attacco a Charlie Hebdo, c'è la matrice sionista, la sola a trarne vantaggio...
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