23 dicembre
Ci chiedono cosa stia accadendo al proteiforme campo di coloro che per primi hanno alzato la bandiera dell'uscita dall'euro. Semplice: accade che quel campo, per sua stessa natura (ed in barba a tutte le tiritere soporifere sulla fine della "dicotomia destra-sinistra), si è scisso in due settori fondamentali e opposti, per l'appunto: uno di destra e uno di sinistra. Il settore neo-democristiano che occupava la posizione centrale tra le due ali tenta di barcamenarsi ma è destinato ben presto a buttarsi, o di qua o di là.
Come spiegare questa polarizzazione? Ciò accade per almeno tre ragioni. (1) L'aggravarsi della crisi sociale, la sua accelerazione, alimentano la sensazione che non solo l'uscita dall'euro sia nell'ordine delle cose, ma che si sia alle porte di eventi sociali drammatici; (2) ciò non soltanto allarga la domanda su come uscire dal marasma, ma fa diventare senso comune l'idea che non si possa uscire da esso con mezze misure e rattoppamenti; (3) il combinato disposto di questi due fattori, mentre toglie terreno alle forze politiche euriste, apre spazi grandi alle forze le quali, appunto, avanzano soluzioni radicali, tra cui l'uscita dall'eurozona.
Così ci spieghiamo il fenomeno che negli ultimi mesi ha visto spostarsi su posizioni no-euro, non solo la Lega Nord e M5S, ma pure alcuni pezzi del Partito democratico, come anche il momentaneo successo del "renzismo", dovuto tra l'altro alla formale spavalderia nello sfidare le euro-oligarchie —stendiamo per il momento un velo pietoso sulla cosiddetta "sinistra radicale", la quale ci ricorda il pianista che continua a strimpellare mentre il saloon è sconvolto da una rissa furibonda.
Il campo sovranista, quello che per primo aveva sostenuto la via dell'uscita dall'eurozona, invece di fungere da motore di un nuovo movimento politico, è stato sconquassato dai riposizionamenti, più o meno furbetti, più o meno sinceri, del ceto politico che fino a ieri era nel campo eurista.
Al netto delle psicopatologie di alcuni dei pionieri del no-euro che tanti danni han fatto—narcisismi, deliri autocarismatici di onnipotenza, alterazioni nella percezione delle realtà, fino agli esibizionismi pornografici—, che hanno impedito loro di assolvere le più elementari funzioni politiche, le cause dello sbragamento del campo sovranista sono di natura squisitamente politica.
La mossa astuta della Lega di Matteo Salvini di andare alle elezioni europee con una lista "Basta Euro", ha calamitato una buona parte del campo cosiddetto "sovranista". L'immagine accanto è significativa, addirittura icastica, nell'esprimere quanto forte sia stata la capacità calamitante della Lega Nord.
Ciò è stato possibile per il discorso di fondo di buona parte dei "sovranisti". Ci riferiamo alla litania "oltre la destra e oltre la sinistra". Questa non esprimeva solo un adeguamento alla concezione della politica diventata predominante negli ultimi decenni —la politica senza "ideologie", senza visioni del mondo, quindi fondata, proprio come vuole il pensiero dominante, sui tecnicismi, la centralità dei leader e l'avaporazione di partiti degni di questo nome, ovvero portatori di idee sociali forti. Questa litania indicava l'opportunistico rifiuto di ammettere che dall'euro si può uscire da destra come da sinistra, ovvero con politiche anti-neoliberiste pro-lavoro o invece neoliberiste pro-capitale.
Alla fine della fiera, nascosti dietro alla foglia di fico del "né destra né sinistra", questi paladini si sono arruolati, chi come ausiliari chi in servizio permanente effettivo, nell'armata leghista. I peggiori sgomitano per avere un posto nel nascituro "Noi con Salvini", senza farsi scrupoli di sorta sul fatto che Salvini sta raccattando ogni sorta di rottame politico, a partire dai neofascisti. Né si fanno scrupolo alcuno, questi sgomitatori, che Salvini, oltre alla xenofobia, faccia della Flat tax (che del neoliberismo è la quint'essenza) il suo cavallo di battaglia. E pensare che questi opportunisti solo ieri parlavano di Keynes, di aumento della spesa pubblica per la piena occupazione, di rispetto della Costituzione.
Sono talmente privi di scrupoli, costoro, che han messo da parte anche l'idea della "sovranità nazionale", che badano bene dal rammentare a Salvini ed ai leghisti, per i quali resta in piedi intatta la prospettiva dell'indipendenza del Nord, che la loro "nazione" è solo la Padania, e per i quali l'Italia è solo fumo negli occhi. Non passa per la testa a questi opportunisti che la discesa verso Sud della Lega non sia una resipiscenza ma solo un grimaldello della loro strategia secessionista. Pensano, questi sovranisti da operetta, che se nella Lega Nord milita un fascista nazionalista come Borghezio, ci sarà posto anche per loro, che sapranno usare gli stessi metodi di infiltrazione.
L'ultima trincea dietro alla quale si nascondono questi arruffoni è che "... basta uscire dall'euro, poi si vedrà". E' vero, forse la Lega di Salvini, una volta tornata all'ovile da cui viene, potrebbe trovarsi a gestire l'uscita dell'Italia dall'eurozona. Essa andrà al governo, se ci andrà, per nome e per conto dei settori più neoliberisti delle classi dominanti, facendo pagare lo shock alla povera gente, agli stessi settori di piccola e media borghesia che dice di difendere.
Non credete a coloro che affermano che la partita dell'uscita da sinistra o da destra è già chiusa. Affermare che i giochi sono già fatti è un altro alibi per chi si è messo a correre dietro a Salvini —una corsa senza ritorno.
I sinceri sovranisti, coloro che considerano la riconquista della sovranità nazionale e monetaria un mezzo per cambiare da cima a fondo il Paese, debbono unire le loro forze, battersi per evitare che la dipartita dell'euro si trasformi in uno sfracello per il popolo lavoratore e un toccasana per l'aristocrazia capitalistica. Ciò implica tre cose: (1) strappare il potere ai gruppi oligarchici che oggi comandano; (2) impedire che essi lo conservino vestendo nuove casacche; (3) quindi denunciare, denunciare, denunciare i sovranisti fasulli.
Uscite tutti dalla vostra tana dunque, e datevi una mano!
Ci chiedono cosa stia accadendo al proteiforme campo di coloro che per primi hanno alzato la bandiera dell'uscita dall'euro. Semplice: accade che quel campo, per sua stessa natura (ed in barba a tutte le tiritere soporifere sulla fine della "dicotomia destra-sinistra), si è scisso in due settori fondamentali e opposti, per l'appunto: uno di destra e uno di sinistra. Il settore neo-democristiano che occupava la posizione centrale tra le due ali tenta di barcamenarsi ma è destinato ben presto a buttarsi, o di qua o di là.
Come spiegare questa polarizzazione? Ciò accade per almeno tre ragioni. (1) L'aggravarsi della crisi sociale, la sua accelerazione, alimentano la sensazione che non solo l'uscita dall'euro sia nell'ordine delle cose, ma che si sia alle porte di eventi sociali drammatici; (2) ciò non soltanto allarga la domanda su come uscire dal marasma, ma fa diventare senso comune l'idea che non si possa uscire da esso con mezze misure e rattoppamenti; (3) il combinato disposto di questi due fattori, mentre toglie terreno alle forze politiche euriste, apre spazi grandi alle forze le quali, appunto, avanzano soluzioni radicali, tra cui l'uscita dall'eurozona.
Così ci spieghiamo il fenomeno che negli ultimi mesi ha visto spostarsi su posizioni no-euro, non solo la Lega Nord e M5S, ma pure alcuni pezzi del Partito democratico, come anche il momentaneo successo del "renzismo", dovuto tra l'altro alla formale spavalderia nello sfidare le euro-oligarchie —stendiamo per il momento un velo pietoso sulla cosiddetta "sinistra radicale", la quale ci ricorda il pianista che continua a strimpellare mentre il saloon è sconvolto da una rissa furibonda.
Il campo sovranista, quello che per primo aveva sostenuto la via dell'uscita dall'eurozona, invece di fungere da motore di un nuovo movimento politico, è stato sconquassato dai riposizionamenti, più o meno furbetti, più o meno sinceri, del ceto politico che fino a ieri era nel campo eurista.
Al netto delle psicopatologie di alcuni dei pionieri del no-euro che tanti danni han fatto—narcisismi, deliri autocarismatici di onnipotenza, alterazioni nella percezione delle realtà, fino agli esibizionismi pornografici—, che hanno impedito loro di assolvere le più elementari funzioni politiche, le cause dello sbragamento del campo sovranista sono di natura squisitamente politica.
Sovranisti? (clicca per ingrandire) |
Ciò è stato possibile per il discorso di fondo di buona parte dei "sovranisti". Ci riferiamo alla litania "oltre la destra e oltre la sinistra". Questa non esprimeva solo un adeguamento alla concezione della politica diventata predominante negli ultimi decenni —la politica senza "ideologie", senza visioni del mondo, quindi fondata, proprio come vuole il pensiero dominante, sui tecnicismi, la centralità dei leader e l'avaporazione di partiti degni di questo nome, ovvero portatori di idee sociali forti. Questa litania indicava l'opportunistico rifiuto di ammettere che dall'euro si può uscire da destra come da sinistra, ovvero con politiche anti-neoliberiste pro-lavoro o invece neoliberiste pro-capitale.
Alla fine della fiera, nascosti dietro alla foglia di fico del "né destra né sinistra", questi paladini si sono arruolati, chi come ausiliari chi in servizio permanente effettivo, nell'armata leghista. I peggiori sgomitano per avere un posto nel nascituro "Noi con Salvini", senza farsi scrupoli di sorta sul fatto che Salvini sta raccattando ogni sorta di rottame politico, a partire dai neofascisti. Né si fanno scrupolo alcuno, questi sgomitatori, che Salvini, oltre alla xenofobia, faccia della Flat tax (che del neoliberismo è la quint'essenza) il suo cavallo di battaglia. E pensare che questi opportunisti solo ieri parlavano di Keynes, di aumento della spesa pubblica per la piena occupazione, di rispetto della Costituzione.
Sono talmente privi di scrupoli, costoro, che han messo da parte anche l'idea della "sovranità nazionale", che badano bene dal rammentare a Salvini ed ai leghisti, per i quali resta in piedi intatta la prospettiva dell'indipendenza del Nord, che la loro "nazione" è solo la Padania, e per i quali l'Italia è solo fumo negli occhi. Non passa per la testa a questi opportunisti che la discesa verso Sud della Lega non sia una resipiscenza ma solo un grimaldello della loro strategia secessionista. Pensano, questi sovranisti da operetta, che se nella Lega Nord milita un fascista nazionalista come Borghezio, ci sarà posto anche per loro, che sapranno usare gli stessi metodi di infiltrazione.
L'ultima trincea dietro alla quale si nascondono questi arruffoni è che "... basta uscire dall'euro, poi si vedrà". E' vero, forse la Lega di Salvini, una volta tornata all'ovile da cui viene, potrebbe trovarsi a gestire l'uscita dell'Italia dall'eurozona. Essa andrà al governo, se ci andrà, per nome e per conto dei settori più neoliberisti delle classi dominanti, facendo pagare lo shock alla povera gente, agli stessi settori di piccola e media borghesia che dice di difendere.
Non credete a coloro che affermano che la partita dell'uscita da sinistra o da destra è già chiusa. Affermare che i giochi sono già fatti è un altro alibi per chi si è messo a correre dietro a Salvini —una corsa senza ritorno.
I sinceri sovranisti, coloro che considerano la riconquista della sovranità nazionale e monetaria un mezzo per cambiare da cima a fondo il Paese, debbono unire le loro forze, battersi per evitare che la dipartita dell'euro si trasformi in uno sfracello per il popolo lavoratore e un toccasana per l'aristocrazia capitalistica. Ciò implica tre cose: (1) strappare il potere ai gruppi oligarchici che oggi comandano; (2) impedire che essi lo conservino vestendo nuove casacche; (3) quindi denunciare, denunciare, denunciare i sovranisti fasulli.
Uscite tutti dalla vostra tana dunque, e datevi una mano!
4 commenti:
Cari compagni,
Siamo d'accordo su Salvini e sui sovranisti furbetti ma dovrete ammettere anche voi che se per ipotesi si votasse domani in Francia e la Le Pen diventasse presidente, per la sinistra anti sistema sarebbe un bel colpaccio.
Intendo dire che il problema grosso della Lega è che è liberista non tanto che è di destra tanto è vero che il Front National è statalista e infatti adempie a tutti quei tre criteri che avete elencato in fondo al post.
Ora non è impossibile che in Grecia si vada alle elezioni e che Tsipras vinca quindi, se davvero manterrà le sue promesse anti Troika e a favore del ripudio del debito, a meno di una improvvisa resipiscenza dei tedeschi l'euro sarà spacciato in breve tempo.
Considerando che la destra comunque esisterà sempre in un sistema autenticamente democratico dove per definizione non la si può eliminare radicalmente bisognerebbe accettare di considerare i destri statalisti e democratici come possibili alleati contro le oligarchie.
A qualcuno meno intelligente questa potrà sembrare una provocazione invece se ci riflettete, ammesso il presupposto del tutto ipotetico della vittoria di Tsipras e della messa in atto da parte di Syriza al governo di politiche fortemente anti Troika e anti Germania, questa inedita e scandalosa alleanza con la destra non liberista diventerà di stringente attualità.
In brevissimo: la distinzione destra-sinistra dovrebbe interessarci molto meno di quella fra neoliberisti transanzionali da un parte e statalisti sovranisti dall'altra.
Sul Font National di Marine Le Pen
abbiamo di quel che si tratta CHE COS'E' IL FRONT NATIONAL.
Giudichino i lettori se valga o meno la categoria di "destra".
Per noi sì.
Non abbocchiamo alle sirene del PENSIERO UNICO, il cui paradigma è proprio la fine delle ideologie.
La fine delle ideologie è una bestialità di regime, ma la loro evoluzione è una possibilità concreta. Nulla osta che la contrapposizione destra/sinistra possa cedere spazio a quella fra liberismo-capitalismo di rapina da una parte e comunitarismo dall’altra (quest’ultimo declinabile in chiave destra o sinistra).
Il punto debole della vs. critica al Front national è che non avete proposte alternative. Polemizzate contro la sua politica antiimmigratoria (punti 6, 7 e buona parte del 10) e di aumento delle spese militari (punto 9). Tuttavia né su Sollevazione né su alcun sito sovranista di sinistra ho mai trovato una e dico una riga in cui si spieghi concretamente:
a) come pensiate di rompere col capitalismo di rapina e quindi con la NATO e gli USA senza un forte strumento militare. Sappiamo benissimo quali metodi adotti l’impero contro i sudditi ribelli.
b) come pensiate di tutelare il benessere degli italiani senza spezzare il principio dei vasi comunicanti con due miliardi e mezzo di disperati che ci guardano famelici dal terzo mondo.
c) come pensiate di affrontare il degrado e la criminalità risultanti dall’immigrazione incontrollata senza chiudere le frontiere e garantire la certezza della pena. NB: l’appello è a tutti gli effetti una garanzia di rimanere legalmente sul territorio nazionale per anni dopo la sentenza d’espulsione: nel 95% dei casi l’extracomunitario entra in clandestinità la settimana prima dell’udienza di appello.
La gente simpatizza col Front national e affini anche perché hanno risposte concrete da dare soprattutto all’ultimo problema. E poi perché l’idea bacata della flat tax è bilanciata da altre come la piena occupazione e lo smantellamento della riforma Fornero, che voi non menzionate mai.
Gentile Lorenzo
ritorneremo andando più in profondità sulla natura e i fini del Front National.
Per l'intanto noi ribadiamo che c'è sovranismo e sovranismo.
Quello della le Pen è un sovranismo sfacciatamente imperialista. Neanche una parola dice il FN sul ritiro delle truppe d'occupazione francesi in diversi paesi africani ed in Afghanistan. Chide sì l'uscita dalla NATO, ma per ristabilire una posizione preminente dell'imperialismo francese. Ed è in quest'ottica che ella flirta con Putin.
Lana caprina?
Per noi per niente! E' il sintomo più infallibile di quale sia la natura del FN, e di come la Le Pen immagina la sua Francia.
Per non scordare la sua islamofobia, che l'ha spinta a difendere (solo qualche gionro fa) l'uso della tortura contro i presunti terroristi da parte della Cia:
"Je crois que les gens qui s'occupent de terroristes et accessoirement de leur tirer des informations" qui "permettent de sauver des vies civiles, sont des gens qui sont responsables", avait notamment déclaré Marine Le Pen, interrogé sur le rapport qui détaille les pratiques de la CIA post-11-Septembre. "Il peut y avoir des cas, permettez-moi de vous dire, quand une bombe -tictac tictac tictac - doit exploser dans une heure ou deux et accessoirement peut faire 200 ou 300 victimes civiles, où il est utile de faire parler la personne".
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