4 dicembre
Nella foto accanto i tre leader delle destre no-euro. Tre paraculi. Dopo avere assunto responsabilità di prima grandezza per aver portato allo sfascio il Paese, dopo aver accettato ogni sorta di porcate in nome dell'Europa, dopo aver fatto parte per vent'anni della corte dei miracoli di Silvio Berlusconi; hanno pensato bene, sentita l'aria, di sventolare la bandiera della sovranità monetaria.
Meglio tardi che mai, ci si dirà. E' un fatto certamente positivo che il fianco destro del fronte eurista si sia diviso. Meglio che il nemico sia diviso piuttosto che compatto, che si siano aperte in quella zona delle crepe.
Simili risposizionamenti, del resto, sono in atto anche sul fianco sinistra del fronte eurista.
Non mettiamo in discussione che questi ripensamenti abbiano effetti salutari. E nemmeno la sincerità di questi ripensamenti. Quel che mettiamo in discussione è la credibilità di certi personaggi, la loro affidabilità politica.
I lettori converranno che non si giudica mai un esponente politico da quel che dice di se stesso. da che si giudica allora? Se il passato ha la sua importanza, ce l'ha non di meno la visione del mondo di questo o quel leader. Poi è decisivo vedere, accanto al No all'euro, quale sia la politica economica che propone. Infine, come si suol dire: "dimmi con chi vai e ti dirò chi sei".
Sia la Lega Nord che Fratelli d'Italia, come si è visto nelle recenti elezioni in Emilia-Romagna, hanno ribadito il loro patto indecente con Silvio Berlusconi e Forza Italia. La qual cosa ci dice che Salvini, Alemanno e Meloni sono solo dei furbastri, che cavalcano opportunisticamente il crescente disamore degli italiani per la moneta unica e l'Unione europea, con lo scopo primario di restare a galla e di preservare... le loro ditte.
Già questa loro scelta di campo con il milionario puttaniere di Arcore spiega perché sarebbe folle affidare il destino del Paese, tanto più nel caso del terremoto economico e geopolitico conseguente alla rottura dell'eurozona, a codesti paraculi e mezze tacche.
Di che pasta siano fatti questi signori lo confermano le ultime vicende.
Il Matteo Salvini che si fa immortalare "desnudo" dal settimanale di gossip OGGI. Un'autentica e colossale buffonata. Una mossa da vero statista, un gesto che la dice lunga sul personaggio. Ve la immaginate la Le Pen che fa una simile puttanata?
Quel che è capitato a Gianni Alemanno è invece su un altro piano. Indagato per "associazione mafiosa" nel contesto di un'inchiesta che fa raccaponare la pelle e che mostra quanto putrido sia il sistema politico e marci i suoi partiti (Pd e del Pdl anzitutto).
E che certi anti-euro che alle recenti elezioni europee hanno votato per la Lega e Fratelli d'Italia non ci vengano a dire che..."corruzione e casta non sono un problema".
Lo sono e come!
Qui non è solo questione che dall'euro si può uscire con politiche di destra o politiche di sinistra.
Coloro che ci dicono che "l'importante è uscire punto e basta", e che in nome di questo mantra hanno sostenuto e han detto che sosterranno partiti guidati da simili leader, ci devono spiegare se la pensano ancora alla stessa maniera, se cioè pensano che dobbiamo mettere il futuro del Paese nelle mani di pseudo-patrioti, che si sono mostrati anche cialtroni, mezze tacche e ladri.
Nella foto accanto i tre leader delle destre no-euro. Tre paraculi. Dopo avere assunto responsabilità di prima grandezza per aver portato allo sfascio il Paese, dopo aver accettato ogni sorta di porcate in nome dell'Europa, dopo aver fatto parte per vent'anni della corte dei miracoli di Silvio Berlusconi; hanno pensato bene, sentita l'aria, di sventolare la bandiera della sovranità monetaria.
Meglio tardi che mai, ci si dirà. E' un fatto certamente positivo che il fianco destro del fronte eurista si sia diviso. Meglio che il nemico sia diviso piuttosto che compatto, che si siano aperte in quella zona delle crepe.
Simili risposizionamenti, del resto, sono in atto anche sul fianco sinistra del fronte eurista.
Non mettiamo in discussione che questi ripensamenti abbiano effetti salutari. E nemmeno la sincerità di questi ripensamenti. Quel che mettiamo in discussione è la credibilità di certi personaggi, la loro affidabilità politica.
I lettori converranno che non si giudica mai un esponente politico da quel che dice di se stesso. da che si giudica allora? Se il passato ha la sua importanza, ce l'ha non di meno la visione del mondo di questo o quel leader. Poi è decisivo vedere, accanto al No all'euro, quale sia la politica economica che propone. Infine, come si suol dire: "dimmi con chi vai e ti dirò chi sei".
Sia la Lega Nord che Fratelli d'Italia, come si è visto nelle recenti elezioni in Emilia-Romagna, hanno ribadito il loro patto indecente con Silvio Berlusconi e Forza Italia. La qual cosa ci dice che Salvini, Alemanno e Meloni sono solo dei furbastri, che cavalcano opportunisticamente il crescente disamore degli italiani per la moneta unica e l'Unione europea, con lo scopo primario di restare a galla e di preservare... le loro ditte.
Già questa loro scelta di campo con il milionario puttaniere di Arcore spiega perché sarebbe folle affidare il destino del Paese, tanto più nel caso del terremoto economico e geopolitico conseguente alla rottura dell'eurozona, a codesti paraculi e mezze tacche.
Di che pasta siano fatti questi signori lo confermano le ultime vicende.
Il Matteo Salvini che si fa immortalare "desnudo" dal settimanale di gossip OGGI. Un'autentica e colossale buffonata. Una mossa da vero statista, un gesto che la dice lunga sul personaggio. Ve la immaginate la Le Pen che fa una simile puttanata?
Quel che è capitato a Gianni Alemanno è invece su un altro piano. Indagato per "associazione mafiosa" nel contesto di un'inchiesta che fa raccaponare la pelle e che mostra quanto putrido sia il sistema politico e marci i suoi partiti (Pd e del Pdl anzitutto).
E che certi anti-euro che alle recenti elezioni europee hanno votato per la Lega e Fratelli d'Italia non ci vengano a dire che..."corruzione e casta non sono un problema".
Lo sono e come!
Qui non è solo questione che dall'euro si può uscire con politiche di destra o politiche di sinistra.
Coloro che ci dicono che "l'importante è uscire punto e basta", e che in nome di questo mantra hanno sostenuto e han detto che sosterranno partiti guidati da simili leader, ci devono spiegare se la pensano ancora alla stessa maniera, se cioè pensano che dobbiamo mettere il futuro del Paese nelle mani di pseudo-patrioti, che si sono mostrati anche cialtroni, mezze tacche e ladri.
4 commenti:
è assurdo come chi oggi dovrebbe capire questo genere di cose tramite un analisi politico culturale dei soggetti attivi della politica italiana non tenga conto dei PRINCIPI che muovono questi personaggi.
E tutto cio' avverrebbe (nel migliore dei casi) per una supposta strumentalità tattica dei movimenti in questione.
Qui sta un erroraccio dal quale derivano tutte le teorie strampalate che molte volte leggo nei commenti a questo blog,cioè l'astrazione dei principi fondanti un rapporto di forza politico,o per dirla meno tecnicamente la superiorità della tattica sulla strategia.
Questo frutto marcio della progressiva decomposizione teorico-pratica della sinistra,e dell'accettazione inconsapevole delle dinamiche filosofico comunicative di questo sistema, porta non solo ad errori analitici ma anche attitudinali(a mio avviso prerogativa fondamentale per la costruzione di un rapporto di forza culturale,in appoggio ad uno politico, che si contrapponga a quello oggi dominante).
Voglio dire,in parole povere,che le proposte politiche esprimono i principi che le generano,e che questi sono cio' che fondano l'orientamento futuro non solo della forza politica,ma anche,In caso di successo di quest'ultima,della società intera.
E i comportamenti politici e non di questa gente sono la prova tangibile di cio' che ho scritto.
Non si crea un cambiamento portando acqua al mulino di gente che in questi principi ci sguazza e lo ha sempre fatto.
Ri-OT
Leggete questo articolo di Icebergfinanza che scrive proprio quello che sto dicendo da un po' e cioè che c'è un vento di cambiamento che difficilmente potrà essere arrestato senza arrivare a un conflitto decisivo fra sfruttati finalmente uniti e sfruttatori.
Il punto è che PRIMA bisogna unirsi e per farlo "politicamente" non bisogna arroccarsi sulle proprie analisi e proposte.
Perché il vento e la corrente spingono verso il conflitto ma bisogna arrivarci solo quando si sarà uniti e organizzati.
E' molto interessante.
http://icebergfinanza.finanza.com/2014/12/04/europa-podemos/
P.S.: Faccio presente un paio di punti che sono il succo di quello che sto cercando di dire qui.
1) Sul fatto che i dominanti non hanno altra scelta che mettere in atto proprio quelle politiche che porteranno il sistema alla rottura, dice Icebergfinanza:
"Solo un manipolo di dementi può pensare di risolvere la tragica situazione europea erodendo salari e ricchezza privata, distruggendo diritti e welfare, conquiste democratiche.
Non è un complotto è solo la naturale evoluzione ideologica di coloro che controllano il denaro, le transazioni finanziarie e le menti dei popoli attraverso i media."
2) Sul fatto che il quantitative easing porterà a una bolla (e quindi impedirà a molti cittadini di capire la situazione rimandando la presa di coscienza che andrà costruita con pazienza e con cura):
"IL QE, allentamento quantitativo per gli amici, eroina pura per gli psicopatici e effetto placebo per i pragmatici, come abbiamo più volte visto non servirà a nulla o quasi!
O meglio se Draghi non è più ostaggio dei tedeschi, farà volare borse e titoli, tutto salirà, ma tutto ciò che sale prima o poi scende!
Non potrà deludere oggi Draghi perchè diversamente potrebbe scatenarsi un inferno!"
Draghi oggi ha deluso ma ha promesso di provvedere a gennaio.
Ora ci stanno due possibilità: applica il QE a inizio 2015 , si forma una bolla e si ritarda lo "scoppio" ma non lo si evita. Oppure non lo applica e il botto succederà prima con il problema che la sinistra non sarà preparata lasciando il campo alle destre o a reazioni autoritarie dei dominanti.
NON DOBBIAMO FORZARE NOI IL CROLLO ma piuttosto dobbiamo approfittare del tempo che ci rimane per costruire un fronte di sinistra compatto e aperto ad alleanze interclassiste.
Il vento soffia dove vogliamo andare noi, se ci andiamo con una flotta di tante barchette a remi quando si alzerà la tempesta rischiamo di essere spazzati via.
Sempre OT
E leggete questo articolo di Ambrose Evans Pritchard!!!
Secondo lui siamo già arrivati al capolinea, Draghi è stato sconfitto dalla Germania e la deflazione catastrofica è solo questione di mesi.
http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/11274343/ECB-paralyzed-by-split-as-irreversible-deflation-trap-draws-closer.html
Allora, se avesse ragione Evans Pritchard a che cavolo servirebbe un fronte unito sull'idea (peregrina) "usciamo dall'euro"?
L'euro crolla da solo e con lui crolla anche l'eterogeneo fronte fondato sul "no euro" che non avrà più ragione di sussistere.
Ci sarà da lottare e se ci si sceglie un'idea aggregante che guarda caso cesserà di avere forza proprio nel momento in cui si comincerà a combattere ci si troverà spiazzati.
Condivido pienamente i commenti dell'Anonimo.
L'idea di fare al "Grosse Koalition Anti-euro" non mi ha mai convinto, sia per i motivi espressi di sopra, sia perchè si basava su forzature storiche assurde e pretestuose (Euro=Germania=Nazismo, Fassina=Togliatti=Salvini=DeGasperi). Ma per piacere, la storia va avanti, altro che euro, altre sfide gravissime ci attenderanno.
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