sabato 1 marzo 2014

"PERCHÉ NON MI CANDIDO" di Emiliano Brancaccio

1 marzo. Emiliano Brancaccio spiega perché ha respinto la richiesta di candidarsi per le elezioni europee rivoltagli dai promotori della lista Tsipras.
«In queste ore ho ricevuto moltissime esortazioni ad accettare la proposta di candidatura alle elezioni europee con la lista Tsipras, per la circoscrizione Sud. In tutta franchezza non mi aspettavo una tale mobilitazione intorno al mio nome. 
Sono sinceramente onorato per gli appelli e le raccolte di firme a sostegno della mia candidatura e per i tanti messaggi di apprezzamento che ho ricevuto. Con rammarico, tuttavia, devo comunicare che non posso accettare la proposta di candidatura alle europee: il personale contributo alla critica dell’ideologia dominante non termina ed anzi trova adesso nuove ragioni, ma in questo momento della mia vita il mio posto deve essere all’università, con gli studenti.
Le persone a cui vorrei dire grazie sono numerosissime. Ne cito solo alcune e chiedo scusa ai tanti che per mere ragioni di spazio non menzionerò. Vorrei ringraziare Barbara Spinelli, che ha speso parole di elogio nei confronti del “monito degli economisti” e Paolo Flores d’Arcais, che mi aveva annunciato l’intenzione dei comitati a sostegno della lista Tsipras di indicarmi per la candidatura. Ringrazio anche Vladimiro Giacché, con il quale condivido molte tesi e previsioni. E ringrazio Gianni Rinaldini, che mi aveva onorato comunicandomi l’appoggio di tante compagne e compagni della FIOM. Tengo inoltre a ringraziare Paolo Ferrero, Fausto Sorini, Claudio Grassi e gli altri dirigenti dei partiti che hanno sostenuto con convinzione la mia candidatura. Ringrazio i compagni e gli amici delle varie realtà di movimento, con i quali avevo collaborato ai tempi del social forum di Firenze e che in questi giorni hanno rinnovato parole di fiducia nei miei confronti. A tutti dico che non farò mancare il mio contributo di analisi e di proposta alle future iniziative che abbiano come fulcro l’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori. Interesse che un tempo, a giusta ragione, si riteneva coincidente con l’interesse generale dell’intera collettività.
Permettetemi anche di esprimere due brevissime considerazioni di ordine politico.
In primo luogo, auspico che ci si liberi presto dall’illusione che la tremenda crisi economica e democratica che stiamo attraversando possa essere affrontata assecondando i fatui fuochi dell’individualismo narcisistico, il cui nefasto corrispettivo politico è sempre costituito dal leaderismo plebiscitario. Per affrontare le colossali sfide del tempo presente la funzione dei singoli, per quanto illuminati, è pressoché irrilevante. Piuttosto, sarebbe utile dare inizio a un investimento generazionale, un lavoro critico e costruttivo per delineare una nuova concezione del collettivo, in particolare della forma-partito.
Se non è zuppa è panbagnato
La seconda considerazione che vorrei condividere con voi è maggiormente legata alla campagna per le elezioni europee. 
L’attuale scenario politico può esser ben descritto tratteggiando un orrido trittico: al centro l’arrocco intorno alle leve del potere dei pasdaran favorevoli all’euro e all’austerity; al fianco di quell’arrocco la comparsa di un nuovo liberismo gattopardesco, pronto a sbarazzarsi dell’euro pur di proseguire con le politiche di smantellamento dei diritti sociali; ed infine, all’orizzonte, l’avanzata in certi casi poderosa di nuove forze ultranazionaliste e xenofobe. Ebbene, è stato detto che all’interno di questo cupo scacchiere politico esisterebbe per la sinistra uno spazio ancora inesplorato. In effetti, nel mio pur modesto ambito, ho avuto modo di verificare che uno spazio in cui esercitare un efficace antagonismo contro i tre gruppi descritti sussiste davvero: lo testimonia il fatto che la protervia dei pasdaran pro-euro e dei gattopardi anti-euro si scioglie sistematicamente, come neve al sole, in ogni confronto dialettico che sia fondato su basi scientifiche; e che nelle società europee è ancora possibile trovare anticorpi sociali e culturali contro la funesta avanzata dell’ultranazionalismo reazionario.
Tuttavia, se questa è la durissima sfida nella quale ci si vuol cimentare, allora mi permetto di avanzare una duplice riflessione. L’idea che una forza orientata a sinistra possa vincere una battaglia di tali proporzioni scimmiottando le ipocrite banalizzazioni interclassiste dei gattopardi anti-euro è ovviamente assurda. Ma la stessa battaglia rischia di esser perduta in partenza se si rimarrà subalterni al dominio ideologico degli apologeti dell’euro e si commetterà quindi l’errore di considerare l’eurozona un dato fuori discussione. Un errore strategico che temo pregiudicherebbe ogni margine di manovra politica in Europa, e che diventerebbe quindi previsionale.
Da questo punto di vista, è inutile negarlo, Alexis Tspiras è in una posizione delicata. Per molte ragioni, non ultima la sua possibile ascesa al governo della Grecia, egli potrebbe essere indotto a tenere la sua dialettica rigidamente confinata nei limiti angusti di una incondizionata fedeltà all’euro. Se così fosse, il perimetro della sua azione potrebbe restringersi al punto da soffocare l’indubbia forza attrattiva della sua candidatura alla presidenza della Commissione europea. Eppure, nel testo di investitura, egli ha scritto che “l’Unione Europea sarà democratica o cesserà di esistere. E per noi, la Democrazia non è negoziabile”. La Democrazia, per l’appunto: non la moneta unica, né il mercato unico europeo. Sarebbe un dato interessante se Tsipras centrasse la campagna su queste sue stesse parole. La lista italiana e le altre forze europee che lo sostengono ne trarrebbero notevole vantaggio. E le possibilità di anticipare gattopardi e ultranazionalisti aumenterebbero. Staremo a vedere».
27 febbraio

29 commenti:

Anonimo ha detto...

Un gentile, elegante affondo al cuore della contraddizione di Tsipras. Standing ovation. Il migliore in assoluto. Paolo

Anonimo ha detto...

E' tanto bravo Brancaccio, è molto meglio di Bagnai sia come economista sia come visione politica sia come persona ma alla fine se vai a stringere vedi che si guarda bene dal mettersi davvero in gioco.
Perché l'unico che si è mosso per andare in mezzo alla gente, per cercare di svegliarla, di farla arrabbiare è stato Grillo?
E i sapientoni imbecilli, elegantemente blasés lo giudicano e lo criticano senza però rischiare di sporcarsi le manine pure loro a contatto con la vita reale, con le contraddizioni esasperanti del "popolo".

Peccato perché Brancaccio ha un passo diverso da tutti gli altri ma evidentemente non è un generosissimo cuor di leone, diciamola così.

Purtroppo nessuno avrà mai il coraggio di dirglielo in faccia e si ritroverà come sempre circondato di ammiratrici e ammiratori adoranti che non capiscono che l'unica (l'unica) cosa che conta è ciò che fai per gli altri più deboli di te, non ciò che scrivi o dici o insegni.
Un signore di deumila anni fa si incazzò terribilmente contro un albero di fico che non faceva frutti ma che era pieno di foglie.

Anonimo ha detto...

Brancaccio in questo caso ha fatto bene a non candidarsi perché già me li immagino i suoi detrattori quali eleganti epiteti gli avrebbero rifilato.

William Wilson

Anonimo ha detto...

@Anonimo 12:58

Ma adesso cosa c'entra Brancaccio con Grillo? Certo che per voler a tutti i costi polemizzare si va sempre fuori argomento.
Ah comunque perché non vai a dire le stesse cose anche a Bagnai? Non mi pare che anche lui si stia candidando. O non glielo vai a dire perché Bagnai ti bannerenne in cinque secondi?

E comunque dovete spiegarmi qualcosa, voi onniscenti della rete. Uno paga le tasse per mantenere:
-polizia,
-carabinieri,
-guardia di finanza,
-servizi segreti
per controllare i politici
e si deve pure sentire dire "Eh, ma tu non ti metti in gioco". Già non bastano i bigliettoni che ogni giorno uno è costretto a versare allo stato, pure la ramanzina.

Saldos.

Anonimo ha detto...

@Anonimo 12:58
Intanto porta le prove che quel signore sia veramente esistito e poi ne riparliamo

SOLLEVAZIONE ha detto...

Forse l'anonimo di cui sopra ha ragione, forse Brancaccio si tiene in disparte perché non ha coraggio e quindi non vuole mettere la faccia per dare forza all'opzione "uscita da sinistra dall'euro".

Intanto cerchiamo di capire la sostanza del suo ragionamento. Leggiamo su IL MANIFESTO del 27 febbraio:
«Allo stato attuale le infondate opinioni dei pasdaran dell’euro risultano preponderanti nel dibattito politico. Tuttavia anche i sostenitori dell’uscita dall’euro commettono spesso errori e omissioni. Alcuni di essi, per esempio, glissano su un altro aspetto cruciale sottolineato dal “monito degli economisti”: esistono modalità alternative di gestione di una eventuale uscita dall’euro, ognuna delle quali avrebbe ricadute molto diverse sui diversi gruppi sociali coinvolti. Una prova di ciò sta nel fatto che in questa fase sta guadagnando consensi quella che personalmente ho definito una modalità “gattopardesca” di gestione della crisi, in base alla quale si sarebbe disposti a cambiare tutto, persino la moneta unica, pur di non cambiare in fondo nulla, ossia pur di non mettere in discussione le politiche liberiste, liberoscambiste e di austerity di questi anni, nonostante le sperequazioni e i tracolli occupazionali che hanno provocato.

Il fatto che l’oltranzismo pro-euro sia diffuso soprattutto tra gli eredi del movimento operaio novecentesco implica automaticamente che una uscita “gattopardesca” dalla moneta unica sia oggi l’eventualità più probabile. Si tratta di un cortocircuito funesto, ed è difficile dire ci si sia ancora tempo e modo per cercare di spezzarlo».

In buona sostanza da per scontato che l'auspicata uscita da sinistra è praticamente impossibile. QUindi, sostiene Brancaccio, è una battaglia persa in anticipo. Questo è l'alibi per non scendere in campo.

Che dire?
Che, chi vuole in anticipo garanzie di vittoria non è proprio tagliato per gettarsi nella mischia.

L'alibi è tuttavia discutibile. Esiste nel Paese (e l'avanzata di M5S ne è una prova) uno schieramento in potenza che può sfidare i dominanti e le sua componenti "gattopardesche" e pilotare un'uscita democratica e non liberista dall'euro.
Mollare adesso è inaccettabile.

Anonimo ha detto...

Scusate redazione, ma qua non si discute del coraggio di Brancaccio o meno, ma dall'opportunità di candidarsi nella lista Tsipras, lista che pure voi giustamente sottolineo avete molte volte criticato, appunto perché non si pone come programma il superamento dell'euro ma una "riforma dell'UE".
Ora ormai siamo tutti concordi che al giorno d'oggi i pazzi si dividono in due categorie: quelli che si credono Napoleone e quelli che credono che si possa riformare l'Europa.
Non mi pare che Brancaccio ormai sia d'accordo sul fatto che l'UE sia riformabile, quindi la sua scelta sarebbe stata un controsenso e magari bersaglio di parecchie critiche gratuite (mi viene in mente qualcuno in particolare....).

Perciò vorrei chiedervi, senza alcuno spirito polemico, se Brancaccio avesse accettato la candidatura di Tsipras voi come l'avreste giudicata tale scelta?

Anonimo ha detto...

@anonimo delle 12:58.
Una curiosità: ma tu per i più deboli cosa fai?

Brezzarossa ha detto...

E' obbligatorio fare contemporaneamente lo stratega ed il soldato?
Sono anni che Brancaccio e' un riferimento economico e poltitico, Un signor intellettuale. Ma questo non basta, perché per alcuni se qualcuno rutta allora diventa necessario che anche il gran signore rutti. Piacciono gli spaccatutto? Quelli che arrivano e vincono la gara a chi piscia più lontano? Ecco lui non è proprio adatto per questo, in compenso riesce a descrivere e a dare informazioni su come immunizzarci dai ruttattori e i pisciatori. Massimo rispetto.

SOLLEVAZIONE ha detto...

A scanso di equivoci

ma è evidente che noi abbiamo molto apprezzato la decisione di Brancaccio di non farsi invischiare mell'operazione filo-eurista di Tsipras!

Il lettore a cui abbiamo rispostoaveva posto una questione ben diversa: allora cosa Brancaccio propone di FARE affinché la sinistra anti-euro si apra una strada? Ce ne stiamo tutti alla finestra o ci battiamo?
E noi a quella rispondevamo.

Anonimo ha detto...

Anche Sollevazione spara a salve su Brancaccio, vedo. Mossa molto stupida, visto che quest'uomo eccezionale ha dimostrato di poter piallare chiunque con la forza delle sue lungimiranti argomentazioni. Ed è pure ridicolo pensare che lui prenda decisioni sulla base delle critiche che potrebbe ricevere da qualche dilettante allo sbaraglio. Il metro di misura di Brancaccio è la Storia, solo quella. Se un giorno ve lo ritroverete dal vivo farete la stessa fine di Bagnai, vedrete. RedWolf

Anonimo ha detto...

Bella questa: voi di Sollevazione dopo una scelta simile state pure a fare le pulci a Brancaccio? Vi dovreste solo vergognare. Spero che lui non vi conceda più nemmeno una mezza intervista.

In mezzo a tanti piccoli schifosi intellettualucoli "gattopardi", che fanno il filo a un distruttore del diritto del lavoro come Berlusconi, o a una neofascista come Marine Le Pen, o a un razzista come Salvini, bisognerebbe solo inchinarsi di fronte alle difficili scelte di Emiliano Brancaccio. Per me questo professore sarà da oggi un gigante dell'etica e della politica, oltre che dell'economia.

E ai coglioni che citano Gesù Cristo e dicono che bisogna gettarsi nella mischia rispondo: MA GETTARSI DOVE, COGLIONI? Ma dove cazzo andate se scambiate la politica con la religione, ebeti! Lo avete letto Brancaccio? Occorre un collettivo, i singoli per quanto illuminati non contano un beneamato cazzo.

Quindi, dico a Sollevazione: ringraziate soltanto il professore e mettetevi pancia a terra a lavorare per cercare di fare massa critica, che siete ancora quattro gatti.

Anonimo ha detto...

@anonimo delle 13:33

Purtroppo per la tua domandina insinuante io faccio qualcosa sborsando di tasca mia. E' poco, me ne rendo conto, ma nei limiti delle mie possibilità ci metto del mio.

Una piccola curiosità (sempre per l'anonimo delle 13:33): tu sei solo uno che viene nei blog a scrivere frasette o sganci (o eventualmente ti impegni dedicando il tuo tempo libero)? Mi sa nessuna delle due, ho indovinato?

In ogni caso Sollevazione ha capito benissimo il senso della mia domanda (e ribadisco che ultimamente Sollevazione si muove molto bene, certo non sostenuta da nessuno con lo stessa loro convinzione): Brancaccio è il tipico intellettuale italico che (parole sue) spreferisce starsene col sederino al caldo nella sua Università e sostanzialmente se ne frega.
Se ne frega perché (spero di riuscire a essere chiaro una buona volta) oggi la gente si smuove solo se qualcuno con un nome va nelle piazze e gli parla.
Grillo lo ha fatto forse non nella maniera mugliore ma lo ha fatto e ha avuto un successo straordinario.

I "padroni" invece lo hanno capito benissimo e scelgono un Renzi che sarà pessimo quanto si vuole ma sa parlare, ha quello che gli americani chiamano il "drive" e la "stamina".
Le signorine della sinistra invece si accontentano di dire che loro hanno capito tutto e che loro lo avevano detto prima.

Anonimo ha detto...

Ha fatto bene Brancaccio a rifiutare l'invito . Poi smettiamola di vedere necessariamente lider economisti ,quello che manca resta la politica ,una visione chiara di costruzione di una nuova società in un mondo che è cambiato e continua a cambiare in peggio se non si ha la possibilità di conquistare il Timone.

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 13:19

Quale signore sarebbe veramente esistito?
Grillo?

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 13:19

Ho capito, dicevi Gesù Cristo.
Bravo, bella domanda, molto importante.
Nel frattempo continuiamo a farci le pippette sui blog.
Adesso qualcuno mi ritorna a dire "cosa fai tu".
Sto dicendo che, come dovrebbe essere evidente ormai, l'impegno dei singoli gruppi non basta, occorre che qualcuno "di peso" si metta in gioco.
Una cosa ovvia ma difficilissima da capire, pare.

Anonimo ha detto...

Ho sollevato un vespaio, pare che c'ho preso...

Anonimo delle 13:19

Mi chiedi perché queste cose non le vado a dire a Bagnai?
Gliele ho dette un sacco di volte e naturalmente mi ha bannato subito.

La cosa da tanto fastidio perché sto dicendo la verità e cioè che manca il coraggio, mancano le palle e manca la passione.
Certo se uno non le ha non se le può dare da solo.

Pigghi ha detto...

anonimo delle 15:52
Dov'è che Sollevazione spara su Brancaccio?

Comunque io sono dell'opinione che Brancaccio abbia ovviamente fatto bene a rifiutare, ma ha dimostrato quella delicatezza di chi non vuole prendere posizione o rischiare di contraddire troppo i "saggi" di micromega.

Alla fine può sembrare che abbia rifiutato solo per continuare il lavoro accademico e non perchè in contraddizione sulla riformabilità dell'unione.

Comunque per quanto riguarda consiglierei di trovare un sistema che obblighi l'adozione di un nickname o qualcosa del genere, renderebbe migliore la discussione.

barbaranotav ha detto...

"Forse l'anonimo di cui sopra ha ragione, forse Brancaccio si tiene in disparte perché non ha coraggio e quindi non vuole mettere la faccia per dare forza all'opzione "uscita da sinistra dall'euro"

forse ti sfugge che Tsipras ripete in ogni occasione che l'uscita dall'euro non è nemmeno in discussione come analizzato nel brillante articolo su questo blog Tsipras? No Grazie

Peter Yanez ha detto...

Il fatto che Brancaccio non abbia accettato la proposta di candidatura alle elezioni europee con la lista Tsipras è del tutto normale visto che Tsipras ritiene che l'eurozona sia riformabile mentre Brancaccio sostiene che "l’eurozona è dominata da divergenze che a lungo andare la faranno implodere"

Sarebbe stato sorprendente il contrario.

Semmai quello che lascia perplessi è la leggerezza con la quale Brancaccio delinea la sua prospettiva : pur auspicando un'eventuale fuoriuscita dall'€ "da sinistra" per arginare "una modalità “gattopardesca” di gestione della crisi" e pur riconoscendo, a differenza di Bagnai, che un'uscita "da destra" dall’euro "non risolverebbe i problemi di fondo, si limiterebbe a spostarli nel tempo", Brancaccio non riesce però a formulare una proposta politico-economica articolata per uscire dall'€ "da sinistra".

Il fatto è che Brancaccio auspica una fuoriuscita dall'€ "da sinistra" che lui stesso ritiene improbabile e questo cortocircuito genera la leggerezza di cui si è detto.

SOLLEVAZIONE ha detto...

CHI SPARA SU BRANCACCIO?

Noi non di sicuro. Oltre alla stima c'è una sincera amicizia. Ma stima ed amicizia non impediscono di essere sinceri. Forse Emiliano vede più chiaro e lontano di noi. Forse la storia dimostrerà che egli ha ragione a ritenere che --vogliamo dirla crudamente?-- l'uscita da sinistra dall'euro è una battaglia persa.
Forse...
Resta che noi non siamo della stessa opinione, noi pensiamo che la partita sia ancora aperta e che occorra quindi attrezzarsi consolidando e rafforzando la sinistra anti-euro che ora è allo stato embrionale.
Possiamo segnalare ciò? E se lo facciamo stiamo forse "sparando" su Emiliano?
Non diciamo stupidaggini!
E possiamo dire qui quanto abbiamo già detto ad Emiliano? Che la battaglia della sinistra anti-euro riceverebbe una grande spinta se una mente come la sua ci aiutasse in maniera più decisa?

Anonimo ha detto...

Geremia
Brancaccio è un gran nome ma ognuno conosce le proprie forze e non si deve pretendere che si butti in imprese che le travalicano.

Anonimo ha detto...

@Redazione

Avete perfettamente ragione.

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 16:11

Non avevo letto il tuo commento. Pover'uomo, sei ridotto molto male.
Immagino il lavoraccio da pezzente che sarai costretto a fare per sbarcare un miserbile lunario.
Per forza che ti covi dentro tutto quel livore velenoso, povero figlio.
Lotteremo anche per te, non aver paura, però adesso datti una calmata, rilassati che è domenica e recupera le forze per domani lunedì quando dovrai andare a fare lo schiavo sottopogato come meritano i poverelli come te.

Anonimo ha detto...

Camilleri e compani stanno promuovendo la lista Tsipras , si vede che ha finito di arricchirsi con i libri di Mafia e le oligarchie finanziarie gli avranno promesso nuove fonti di ricchezza, tanto pagano i soliti fessi.

Anonimo ha detto...

Grande Brancaccio: decisione rigorosa e ben spiegata. Altro che merde come Borghi e Bagnai, che danno il culo alla Lega alla prima occasione.

Marco T.

P.S. C'è un verme che prima cita Gesù Cristo e subito dopo insulta i lavoratori sottopagati. Se ci dice il nome e cognome lo andiamo a trovare fin sotto casa e portiamo con noi pure una croce.

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 19:24

Ma no caro, non hai caoito una mazza, non ho minimamente insultato i lavoratori sottopagati, leggi bene.
Rifletti: uno mi ha dato per iscritto e in maiuscolo del coglione. Permetti che gli risponda per le rime?
E gli ho detto che lui merita il suo destino di lavoratore sottopagato non che i lavoratori sottopagati sono da biasimare. Capisci la differenza?
Se vengo qui a scrivere è proprio perché ritengo che le condizioni ormai quasi servili in cui sono ridotti i lavoratori siano un'ingiustizia da combattere; ma dico anche, e questa è la parte più amara ma purtroppo verissima, che la gente, oppressa dalle difficoltà economiche e da carichi di lavoro sempre meno sostenibili si riduca allo stato di individui pieni di rabbia incapaci di rendersi conto né delle cause della loro situazione né delle strategie da attuare per costruire un movimento di lotta.

Puoi pure chiamarmi verme ma le cose stanno come dico.

Anonimo ha detto...

Ottimo Brancaccio, come sempre. La parte più interessante è quella in cui critica il narcisismo individualistico e parla della necessità di costruzione di un "collettivo", di una nuova forma-partito. Su questo punto la Lista Tsipras è una aberrazione, ma anche altrove siamo messi ancora male. Saverio

Anonimo ha detto...

Che dire di Brancaccio? Uno studioso economista di primo livello e tra i migliori in circolazione. Collocato in area di sinistra, (quale?). Detto ciò concordo per la rinuncia alla candidatura in Tsipras. Ennesima proposta riformista pasticciona, buona per il mantenimento del sistema capitalista. Tutti i governi riformisti sono falliti, in Francia, in Spagna, in Germania, in Italia e altrove. Direi di più, i populismi reazionari di questi ultimi anni rappresentano il risultato di quei fallimenti. Rabbia delusione smarrimento si concentrano dando corpo a isterismi di massa quali, M5S, Forconi, Lega, europeisti, antieuropeisti, nazionalismi, razzismi e il rinascente nazifascismo. La posta in gioco è altissima. Perciò, o riportiamo la coscienza a livello di verità e rispondiamo al forsennato attacco del capitalismo con la lotta di classe dei lavoratori di tutti i Paesi, o il baratro è imminente.
P.S
Mi permetto di suggerire a Brancaccio la lettura (se non l’ha fatto) del libro “ Perché Marx aveva ragione” di Terry Eagleton.

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