3 marzo. IL CARROZZONE DEL "PIÙ EUROPA" PRENDE FORMA. UNA BRUTTA FORMA.
Alla fine Emiliano Brancaccio ha detto di no, mentre Barbara Spinelli si è detta di sì: sarà candidata alle prossime europee.
Lei, che insieme agli altri 5 generali senza truppa, funge anche da "garante". Ma garante di che cosa? Ecco una bella domanda da porsi mentre la lista del «più Europa» comincia a prendere forma.
I sei generali senza truppa che hanno preso in mano la «lista Tsipras» hanno sempre lasciato intendere che loro non si sarebbero candidati. Ed invece no. Come fossero un Renzi qualunque si sono subito smentiti. Barbara Spinelli ed Andrea Camilleri saranno infatti candidati, più esattamente - non lo hanno detto, ma si accettano scommesse - saranno capolista in qualche circoscrizione.
I due, insieme a Moni Ovadia ed Adriano Prosperi, annunciano che: «Se eletti, lasceremo il nostro posto al parlamento a candidati che più di noi hanno le energie e le competenze per portare a Bruxelles e Strasburgo la nostra voce e i nostri valori in un lavoro quotidiano che sarebbe al di sopra delle nostre forze».
Oh bella! E che giochetto è questo? E' onesto mettere un nome per attrarre consensi e poi defilarsi? E poi, che presunzione! Quanti voti pensano di poter catturare in questo modo? E cosa direbbero costoro se ad usare i loro stessi metodi arroganti ed accentratori fossero sei "generali" di destra, anziché di sinistra?
Domande che non avranno mai una risposta, salvo quella che gli daranno gli elettori il 25 maggio. E sulla quale confidiamo. Ma andiamo ora al cuore del problema, che si chiama Barbara Spinelli. Perché è il suo il nome che conta. La ragione della candidatura della giornalista di "Repubblica" è piuttosto evidente.
Tralasciando qui ogni considerazione sulle ragioni dell'intenso attivismo del maneggione De Benedetti, che di quel giornale è comunque proprietario, chiara è la finalità politica della scelta annunciata ieri. A scanso di equivoci, e nonostante il gruppo dirigente del Prc gli abbia già baciato mani e piedi, ci vuole un'ulteriore garanzia sul fatto che quella in costruzione sia solo e soltanto la lista del «più Europa». Dunque, tradotto in soldoni, in Italia la «lista Tsipras» diventerà mediaticamente (e dunque nei fatti) la «lista Spinelli».
In fondo, per come l'operazione è partita, per come è stata gestita, per la totale subalternità di Rifondazione, per la stessa volontà del leader di Syriza, è giusto e naturale che sia così.
Alcune cose vanno però dette.
In primo luogo siamo di fronte ad un operazione di rara disonestà intellettuale. Si denunciano e si marginalizzano i partiti anche in quanto portatori di verticismo, e si da luogo ad un verticismo senza precedenti. Si denuncia l'attacco alla democrazia, e si attiva un meccanismo che più antidemocratico non si può. Si denunciano le élite proprio mentre si assume un atteggiamento elitario senza limiti.
In secondo luogo, e questo è il punto centrale, si vorrebbe illudere (poi vedremo quanti davvero abboccheranno) sulla riformabilità in senso solidaristico dell'Unione Europea, che sarebbe come pretendere di riformare in senso democratico il Ku Klux Klan.
I "sei" credono davvero a questa riformabilità? Non lo sappiamo. Di certo, se c'è un punto che promotori e sostenitori di questa lista non si scordano mai nei loro discorsi è il «più Europa». Lo dicono i quattro che ieri hanno annunciato la loro candidatura: «più Europa, non meno». Lo dice Rodotà in un'intervista alla Stampa dove auspica un raggruppamento con Sel, Civati e dissidenti del M5S, tanto per ribadire che l'operazione spinelliana è anche un modo per ricondurre un dissenso di sinistra verso il centrosinistra. Lo dice - con un articoletto scritto subito prima di andare ad applaudire Shultz - anche Vendola, per il quale l'importante è che il progetto sia «lontano da ogni ritorno all'idea di stato-nazione».
Insomma, lo dicono tutti: l'«altra Europa», altro non è che il «più Europa». E che questo venga rappresentato da una fondatrice di Repubblica è del tutto normale, come una ciliegina sulla torta. Meno normale è che qualche migliaio di militanti che si sentono comunisti gli vadano a raccogliere le firme ai tavoli.
I sei generali senza truppa che hanno preso in mano la «lista Tsipras» hanno sempre lasciato intendere che loro non si sarebbero candidati. Ed invece no. Come fossero un Renzi qualunque si sono subito smentiti. Barbara Spinelli ed Andrea Camilleri saranno infatti candidati, più esattamente - non lo hanno detto, ma si accettano scommesse - saranno capolista in qualche circoscrizione.
I due, insieme a Moni Ovadia ed Adriano Prosperi, annunciano che: «Se eletti, lasceremo il nostro posto al parlamento a candidati che più di noi hanno le energie e le competenze per portare a Bruxelles e Strasburgo la nostra voce e i nostri valori in un lavoro quotidiano che sarebbe al di sopra delle nostre forze».
Oh bella! E che giochetto è questo? E' onesto mettere un nome per attrarre consensi e poi defilarsi? E poi, che presunzione! Quanti voti pensano di poter catturare in questo modo? E cosa direbbero costoro se ad usare i loro stessi metodi arroganti ed accentratori fossero sei "generali" di destra, anziché di sinistra?
Domande che non avranno mai una risposta, salvo quella che gli daranno gli elettori il 25 maggio. E sulla quale confidiamo. Ma andiamo ora al cuore del problema, che si chiama Barbara Spinelli. Perché è il suo il nome che conta. La ragione della candidatura della giornalista di "Repubblica" è piuttosto evidente.
Tralasciando qui ogni considerazione sulle ragioni dell'intenso attivismo del maneggione De Benedetti, che di quel giornale è comunque proprietario, chiara è la finalità politica della scelta annunciata ieri. A scanso di equivoci, e nonostante il gruppo dirigente del Prc gli abbia già baciato mani e piedi, ci vuole un'ulteriore garanzia sul fatto che quella in costruzione sia solo e soltanto la lista del «più Europa». Dunque, tradotto in soldoni, in Italia la «lista Tsipras» diventerà mediaticamente (e dunque nei fatti) la «lista Spinelli».
In fondo, per come l'operazione è partita, per come è stata gestita, per la totale subalternità di Rifondazione, per la stessa volontà del leader di Syriza, è giusto e naturale che sia così.
Alcune cose vanno però dette.
In primo luogo siamo di fronte ad un operazione di rara disonestà intellettuale. Si denunciano e si marginalizzano i partiti anche in quanto portatori di verticismo, e si da luogo ad un verticismo senza precedenti. Si denuncia l'attacco alla democrazia, e si attiva un meccanismo che più antidemocratico non si può. Si denunciano le élite proprio mentre si assume un atteggiamento elitario senza limiti.
In secondo luogo, e questo è il punto centrale, si vorrebbe illudere (poi vedremo quanti davvero abboccheranno) sulla riformabilità in senso solidaristico dell'Unione Europea, che sarebbe come pretendere di riformare in senso democratico il Ku Klux Klan.
I "sei" credono davvero a questa riformabilità? Non lo sappiamo. Di certo, se c'è un punto che promotori e sostenitori di questa lista non si scordano mai nei loro discorsi è il «più Europa». Lo dicono i quattro che ieri hanno annunciato la loro candidatura: «più Europa, non meno». Lo dice Rodotà in un'intervista alla Stampa dove auspica un raggruppamento con Sel, Civati e dissidenti del M5S, tanto per ribadire che l'operazione spinelliana è anche un modo per ricondurre un dissenso di sinistra verso il centrosinistra. Lo dice - con un articoletto scritto subito prima di andare ad applaudire Shultz - anche Vendola, per il quale l'importante è che il progetto sia «lontano da ogni ritorno all'idea di stato-nazione».
Insomma, lo dicono tutti: l'«altra Europa», altro non è che il «più Europa». E che questo venga rappresentato da una fondatrice di Repubblica è del tutto normale, come una ciliegina sulla torta. Meno normale è che qualche migliaio di militanti che si sentono comunisti gli vadano a raccogliere le firme ai tavoli.
E' vero che il comunismo è in crisi, ma rovesciare il tavolo a volte può far bene. Almeno alla salute.
11 commenti:
Come già detto in altro commento a questi Candidati tipo Renzi per intenderci il Sistema ha promesso posizioni privilegiate e nuova ricchezza alla faccia dei fessi che cadranno nella trappola, in fondo siamo italiani...
E diGiamolo! Non ci sono più i "comunisti" di una volta!
In secondo luogo, e questo è il punto centrale, si vorrebbe illudere (poi vedremo quanti davvero abboccheranno) sulla riformabilità in senso solidaristico dell'Unione Europea, che sarebbe come pretendere di riformare in senso democratico il M5S.
Anonimo ha detto...
"In secondo luogo, e questo è il punto centrale, si vorrebbe illudere (poi vedremo quanti davvero abboccheranno) sulla riformabilità in senso solidaristico dell'Unione Europea, che sarebbe come pretendere di riformare in senso democratico il M5S."
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No, ma il M5S è molto più pericoloso dell'Europa tecnocratica, vuoi scherzare?
Il M5S è il movimento manovrato dalla CIA e dagli Elkann, Grillo è il vero nemico altro che.
Meno male che lo avete capito per tempo, va'.
Oggi verso le due e mezzo o tre, non sono sicuro, avevo la tv accesa su tg mediaset e stavano intervistando
un tizio che predicava "più Europa"
La giornalista gli chiede quali fossero i vantaggli dell'UE per i cittadini europei e questo tizio risponde (giuro):
bè, penso, da europeo, a certe squadre di calcio in cui vedo tante nazionalità diverse, senza l'Europa questo non ci sarebbe più; e penso a quella cosa che sembra una piccolezza ma è importante, il fatto che dovunque vado in Europa non ho bisogno di cambiare le banconote nella valuta locale..........
Impressionante vero? Soprattutto perché a molti quelle parole hanno comunque fatto effetto.
Io ho avuto la netta impressione che un'intervista del genere fosse il sintomo che non sanno più come tenere in piedi la menzogna.
Prevedo nel giro di non troppo tempo degli sviluppi repentini. Come diceva quel signore "Estote parati" (e pare che gli unici che se ne rendono davvero conto sia MpL).
diGiamolo!
la ListaTsipras è uno specchietto per le allodole (di sinistra). E' l'ennesimo tentativo di chiudere la stalla per impedire ai cittadini che si considerano di sinistra di scappare dal recinto euro(peista) e diventare così sovranisti conservando intatti i loro ideali.
L'Anonimo che ascoltava il tg Mediaset mi fa pensare ,per scrivere su questo blog a parte punti di vista diversi ,ma tutti diciamo hanno capito quello che c'era da capire, come Mai guardi ancora la tv?
Ubi est Religio?
Non ci sono più i Comunisti di una volta?
La realtà è che non ci sono più comunisti. Non so il B. nazionale come facesse a vederne uno in ogni angolo ....
Per esempio, non si vorrà mica dire che ce n'è qualcuno (ma neppure uno solo, altrimenti se ne sarebbe scappato via se fisse un vero comunista) nel PD per caso?
E gli altri frammenti di sinistra contengono comunisti forse allo stato di omogeneizzato o di frullato ...
Quando nell''89 (ma sarebbe meglio retrodatare all'88 l'evento, sebbene qualcuno tenti di non voler sapere cosa avvenne nell'88...) si sfasciò l'URSS, mi dissi: "Ecco: adesso con i Comunisti capita quello che è successo ai fascisti dopo il 1945. E infatti ....
Il guaio è che non si sono accorti che il Capitalismo si era servito del Comunismo per vincere la partita.
Per niente seri, ancora "spirito di servizio" ben remunerato , vibranti comizi di Vendola, professori,ex sessantottini, sempre spostati sul domani, per non vedere quanto schifoso sia l'oggi.. Ancora a farsi portare a passeggio dall'altermondismo, serfismo culturale da ceto-medio. Quanta pigrizia intellettuale per non vedere il fallimento dell' Europa che non è l'unione di popoli liberi ed eguali con la propria cultura di kantiana memoria, ma quello costruita per uccidere i popoli del mediterraneo. Ancora attaccati alla mammella ( latte-morfina) del centro-sinistra: andate da soli al macello non faremo i tacchini che applaudono l'arrivo del Natale.
Fa pena vedere Casarini, in tour televisivo, che fa eco ai sinistri luoghi comuni della socialdemocrazia nostrana, “L’ Ucraina mostra l’assenza di politica estera dell’Unione…”
O non sa cosa dice o come penso si fa sostenitore del polo imperialista europea, dei suoi interessi immediati e geopolitici. Fa eco al PD, sacerdoti del liberismo nostrano,che ha spogliato i lavoratori come un carciofo, immolato i diriti e gli interessi dei lavoratori all’altare di questa europa .
Il blaterare di Keynesismo fuori dal contesto che lo produsse e senza autonomia finanaziaria, dopo 7 anni di recessione, compiti a casa , è accattonaggio , elemosina, sopravvivenza da ceto politico, coprire a sinistra la raccolta voti di maggio
Scandaloso!
"si vorrebbe illudere (poi vedremo quanti davvero abboccheranno) sulla riformabilità in senso solidaristico dell'Unione Europea, che sarebbe come pretendere di riformare in senso democratico il Ku Klux Klan"
Completamente d'accordo!
Matteo
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