Assemblea del Movimento Popolare di Liberazione (7) L'intervento di Leonardo Mazzei Dibattito. Seconda Sessione. Sabato 10 marzo pomeriggio
5 commenti:
Anonimo
ha detto...
E' con le parole di Elena nel cuore che propongo qui la mia breve riflessione sul nervo scoperto dell'euro.
Una rivoluzione normativa di questa portata (nazionalizzazioni, definanziarizzazione, vincoli commerciali, ecc.) non va contro il governo Monti, non va neppure contro l'attuale euro della Merkel, non va nemmeno contro la FED e l'impero occidentale a guida anglofona.
Questa rivoluzione del buon senso va contro la concezione stessa della moneta elaborata fino a qui dall'umanità, è una rivoluzione di paradigma che esprime un risveglio, e la necessaria transizione che ne consegue. Uscire o no dall'euro in questo contesto è la domanda sbagliata, un non-senso logico. Tant'è che la risposta in ogni caso può significare tutto e il suo contrario. La sovranità monetaria è parte di questo equivoco, nel senso che può relazionarsi indifferentemente col "sì" e col "no". Cambierebbero molte tecnalità, ma nulla nella sostanza. Tranne il fatto di di atteggiarsi a Davide contro Golia da soli, oppure no.
Elena non ne sa nulla di tutto ciò, come tutti. Perchè se tutti sapessero il problema sarebbe già risolto. Il problema di Elena è che è dentro una società dove molti mangiano serviti, ma molti e molti di più sono servi dedicati alla peggior sperequazione di ricchezza che l'umanità abbia mai conosciuto, nel momento stesso in cui questa ricchezza sta esaurendosi.
Il "più grande crimine" è quello di non aver compreso cos'è la moneta, affidandola alle iene più intelligenti, quelle che dicono che "il debito pubblico non ha limite, ed è bene così perchè rappresenta la ricchezza dei cittadini".
Flirtare con idioti come Barnard vuol dire tradire Elena, questo è ormai evidente. Ma non basta aver superato il gradino dell'assurdo. Bisogna salirne molti altri di gradini, e non da soli. La rivoluzione è guerra, e se sarà dichiarata, spiegata, motivata nei modi veramente corretti, è già vinta. E viceversa.
E' per la figlia di Elena che lottiamo, per tutti i figli dell'umanità, e le nostre armi sono i neuroni, che dovranno poi produrre gli "euroni"!
Mah! Che dire? Le osservazioni di Alberto Conti mi appaiono apodittiche. Eccessivi anche i toni. Estremamente eccessivi. Veramente troppo eccessivi. Non mi piacciono le discussioni con chi etichetta coloro che hanno idee diverse con l'epiteto "iene". Parole di questo genere sono giustificabili solo nei confronti di chi ci mette le mani in tasca, di chi ci manda a combattere guerre folli e spregevoli, di chi butta a mare la povera gente che viene dall'Africa.
Coloro che elaborano concetti, teorie, visioni, devono essere trattati con maggior garbo. Anche se fossero dei pennivendoli prezzolati, e sapete perché? Perché la guerra delle idee la si fa con i ragionamenti, non con gli insulti.
"Apodittiche" non ho capito se è un complimento o una censura alle mie osservazioni. Dal seguito (Eccessivi anche...) mi pare più una censura, che meriterebbe allora un commento di merito esplicativo.
Quanto all'epiteto mi scuso per la specie, quella delle iene, che non intendo offendere minimamente. E' solo un espediente didattico, ispirato dai toni del soggetto stesso di riferimento, il caro Paolo Barnard, del quale ho grande rispetto e dal quale ho imparato a non misurare i termini quando si tratta di enucleare i concetti in modo efficace. Intendo dire che mentre lui vede tutto il male negli interpreti del "grande crimine", che descrive con dovizia di particolari e riferimenti biografici, io lo vedo piuttosto nelle omissioni interpretative dei suoi mentori della MMT, ottime per dare copertura all'ideologia sviluppatasi nella carne viva del loro paese, e da lì esportata al mondo intero come religione dominante.
Nelle mie maldestre e zotiche intenzioni si trattava solo di un aggettivazione rivolta alle idee nel loro complesso, cioè alle conclusioni cui portano (singolarmente alcune parti le trovo invece splendide, e questo rende l'operazione ancora più insidiosa). Ho cercato di mettere in guardia il buon Paolo di questo, ovviamente invano, mentre invece vedevo crescere l'acredine verso i "false flags" e il dogmatismo quasi talebano verso questa falsa "soluzione" della MMT.
Per par condicio il commento a una singola parola mia da parte di Ecodellarete.net dovrebbe essere moltiplicato per 1.000 per i moltissimi (e molto più pesanti) insulti rivolti da Barnard anche ai suoi più fedeli ammiratori. Ne faccio volentieri a meno.
mmt o non mmt, che poi non ha nulla di nuovo, è solo la riproposizione di ricette keynesiane ( ben vengano chi se ne frega della consulenza mmt ma rimane il fatto che uno stato sovrano deve applicare quelle politiche punto, poi che la consulenza sia mmt o altro poco importa), ovvero di uno stato interventista, la strada è la riappropriazione della sovranità monetaria. il problema è che tanti non hanno capito che la sovranità monetaria non c' entra niente con le pippe mentali internettiane sulla moneta ( signoraggio ecc)
5 commenti:
E' con le parole di Elena nel cuore che propongo qui la mia breve riflessione sul nervo scoperto dell'euro.
Una rivoluzione normativa di questa portata (nazionalizzazioni, definanziarizzazione, vincoli commerciali, ecc.) non va contro il governo Monti, non va neppure contro l'attuale euro della Merkel, non va nemmeno contro la FED e l'impero occidentale a guida anglofona.
Questa rivoluzione del buon senso va contro la concezione stessa della moneta elaborata fino a qui dall'umanità, è una rivoluzione di paradigma che esprime un risveglio, e la necessaria transizione che ne consegue. Uscire o no dall'euro in questo contesto è la domanda sbagliata, un non-senso logico. Tant'è che la risposta in ogni caso può significare tutto e il suo contrario. La sovranità monetaria è parte di questo equivoco, nel senso che può relazionarsi indifferentemente col "sì" e col "no". Cambierebbero molte tecnalità, ma nulla nella sostanza. Tranne il fatto di di atteggiarsi a Davide contro Golia da soli, oppure no.
Elena non ne sa nulla di tutto ciò, come tutti. Perchè se tutti sapessero il problema sarebbe già risolto. Il problema di Elena è che è dentro una società dove molti mangiano serviti, ma molti e molti di più sono servi dedicati alla peggior sperequazione di ricchezza che l'umanità abbia mai conosciuto, nel momento stesso in cui questa ricchezza sta esaurendosi.
Il "più grande crimine" è quello di non aver compreso cos'è la moneta, affidandola alle iene più intelligenti, quelle che dicono che "il debito pubblico non ha limite, ed è bene così perchè rappresenta la ricchezza dei cittadini".
Flirtare con idioti come Barnard vuol dire tradire Elena, questo è ormai evidente. Ma non basta aver superato il gradino dell'assurdo. Bisogna salirne molti altri di gradini, e non da soli. La rivoluzione è guerra, e se sarà dichiarata, spiegata, motivata nei modi veramente corretti, è già vinta. E viceversa.
E' per la figlia di Elena che lottiamo, per tutti i figli dell'umanità, e le nostre armi sono i neuroni, che dovranno poi produrre gli "euroni"!
Alberto Conti
Mah! Che dire? Le osservazioni di Alberto Conti mi appaiono apodittiche. Eccessivi anche i toni. Estremamente eccessivi. Veramente troppo eccessivi. Non mi piacciono le discussioni con chi etichetta coloro che hanno idee diverse con l'epiteto "iene". Parole di questo genere sono giustificabili solo nei confronti di chi ci mette le mani in tasca, di chi ci manda a combattere guerre folli e spregevoli, di chi butta a mare la povera gente che viene dall'Africa.
Coloro che elaborano concetti, teorie, visioni, devono essere trattati con maggior garbo. Anche se fossero dei pennivendoli prezzolati, e sapete perché? Perché la guerra delle idee la si fa con i ragionamenti, non con gli insulti.
"Apodittiche" non ho capito se è un complimento o una censura alle mie osservazioni. Dal seguito (Eccessivi anche...) mi pare più una censura, che meriterebbe allora un commento di merito esplicativo.
Quanto all'epiteto mi scuso per la specie, quella delle iene, che non intendo offendere minimamente. E' solo un espediente didattico, ispirato dai toni del soggetto stesso di riferimento, il caro Paolo Barnard, del quale ho grande rispetto e dal quale ho imparato a non misurare i termini quando si tratta di enucleare i concetti in modo efficace. Intendo dire che mentre lui vede tutto il male negli interpreti del "grande crimine", che descrive con dovizia di particolari e riferimenti biografici, io lo vedo piuttosto nelle omissioni interpretative dei suoi mentori della MMT, ottime per dare copertura all'ideologia sviluppatasi nella carne viva del loro paese, e da lì esportata al mondo intero come religione dominante.
Nelle mie maldestre e zotiche intenzioni si trattava solo di un aggettivazione rivolta alle idee nel loro complesso, cioè alle conclusioni cui portano (singolarmente alcune parti le trovo invece splendide, e questo rende l'operazione ancora più insidiosa). Ho cercato di mettere in guardia il buon Paolo di questo, ovviamente invano, mentre invece vedevo crescere l'acredine verso i "false flags" e il dogmatismo quasi talebano verso questa falsa "soluzione" della MMT.
Per par condicio il commento a una singola parola mia da parte di Ecodellarete.net dovrebbe essere moltiplicato per 1.000 per i moltissimi (e molto più pesanti) insulti rivolti da Barnard anche ai suoi più fedeli ammiratori. Ne faccio volentieri a meno.
Alberto
mmt o non mmt, che poi non ha nulla di nuovo, è solo la riproposizione di ricette keynesiane ( ben vengano chi se ne frega della consulenza mmt ma rimane il fatto che uno stato sovrano deve applicare quelle politiche punto, poi che la consulenza sia mmt o altro poco importa), ovvero di uno stato interventista, la strada è la riappropriazione della sovranità monetaria. il problema è che tanti non hanno capito che la sovranità monetaria non c' entra niente con le pippe mentali internettiane sulla moneta ( signoraggio ecc)
Ahah...spassosissima la domanda sul senso di apodittico. Alberto Conti, decisamente non sei un intellettuale liberale.
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