Maria Cristina Ercoli: da un mese in carcere |
Prima forcaioli ora garantisti
«Chi non riconosce il fratello come fratello, prende il nemico come padrone»
Un mese è passato dagli arresti di Orfeo Goracci il «dittatore comunista» [LA NAZIONE del 26 febbraio 2012] di Gubbio e degli altri suoi compagni. Nel frattempo la Procura ha accentuato il suo accanimento e il Riesame ha respinto le richieste di scarcerazione. Un atteggiamento "classico" in perfetto stile inquisitorio, atto a terrorizzare indagati e presunti collusi affinché venissero fuori gli "scheletri nell'armadio", scheletri che tuttavia non si sono trovati.
Scheletri che non erano nelle carte dell'inchiesta che hanno portato agli arresti. Ad un mese di distanza l'inchiesta si sta rivelando per quel che è: una montatura che fa acqua da tutte le parti.
Il muro di ostilità che ha sigillato in cella i compagni eugubini, a cui ha fatto da contraltare quello in difesa dell'operato dei magistrati, ha iniziato a sgretolarsi. Ciò anche grazie al coraggio dei pochi che sin dall'inizio hanno tenuto la schiena diritta e non si sono fatti intimidire. In prima linea tra questi i compagni eugubini.
Orfeo e gli altri, provatissimi dal carcere duro ma fermissimi nel respingere il teorema accusatorio e ogni addebito, hanno ricevuto visite di diversi compagni, purtroppo solo di quelli che potevano, in virtù dei loro incarichi istituzionali. Anche il vescovo di Gubbio ha portato la sua personale solidarietà agli inquisiti.
Ricorderete che la direzione regionale di Rifondazione, il partito di Goracci e degli altri, prese una scandalosa posizione di sostegno sfrontato all'operato della Procura, coll'argomento che la Magistratura doveva andare avanti. Non solo nessuna solidarietà, neanche di vicinanza umana. Rifondazione giunse a commissariare il Circolo Lenin di Gubbio e affermò ufficialmente di costituirsi parte civile (una vera e propria triplice mostruosità: umana, politica e giuridica.
Noi dicemmo che questa posizione non era solo ingiustificata e esecrabile. Dicemmo che era un clamoroso autogol, che avrebbe avuto ripercussioni serie in quel partito. Così è stato.
«Nel comitato regionale di ieri [13 marzo] alla presenza del segretario nazionale di Paolo Ferrero, si è abbandonata la linea della condanna a priori di Orfeo Goracci e dei compagni eugubini. Già nell'equilibrata relazione introduttiva del folignate Cristian Napolitano (assessore comunale), ma soprattutto negli interventi improntati alla presunzione d'innocenza del consigliere provinciale di Perugia Luca Baldelli, è stata condannata la linea forcaiola, difendendo a tratti l'operato politico e l'esperienza eugubina. Il senatore Stefano Zuccherini ha messo in rilievo l'anomalia di una richiesta preventiva di costituzione come parte civile (sposata dalla segreteria regionale e nazionale) senza un processo per qualsivoglia reato e nemmeno una richiesta di rinvio a giudizio, ma con il semplice avviso di garanzia (e il carcere come misura preventiva: anche su questo aspetto si è incentrata la riflessione)» [Corriere dell'Umbria, 14 marzo 2012].
Resisi conto della bestialità commessa, ad un mese di distanza, e si vede anche a causa delle proteste che son salite dall'interno del Prc, i dirigenti di Rifondazione hanno compiuto una giravolta, si sono ri-scoperti "garantisti". Meglio tardi che mai. Che questa giravolta redima i dirigenti regionali e quelli nazionali, tra cui il segretario Ferrero, dai loro peccati, noi non crediamo. Troppo grandi gli errori commessi, il primo morale, il secondo politico, il terzo giuridico.
3 commenti:
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http://www.facebook.com/photo.php?fbid=3360030887273&set=oa.290685764336944&type=1&ref=nf
Cercare Orfeo Goracci (2) nel sito www.donanadreoli.it
a lavorare i dirigenti nazionali di rifondazione, tutti nessuno escluso, a zappare la terra e riflettere per espiare le loro colpevoli stronzate.
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