Palermo, 6 marzo 2012 |
Corrispondenza da Palermo
«E questo sarebbe un giornale antagonista e comunista? Vergogna! Con quale faccia tosta ci chiedete soldi per sopravvivere. Noi siciliani non cacceremo una lira, la nostra vita è più importante».
Ieri a Palermo hanno manifestato i Forconi. Ad un anno dalla loro nascita, a poco più di un mese dalla grande prova di forza dei blocchi di gennaio, la massiccia partecipazione al corteo conferma che il Movimento dei Forconi, malgrado l'accerchiamento, resiste, tiene le posizioni.
Anzi, ieri si è avuta la sensazione che, malgrado le difficoltà (e quella della scissione con Morsello è la meno importante), si è fatto un passo avanti. Si sono visti altri pezzi di società civile mobilitarsi e scendere in strada.
Le difficoltà sono politiche, di tattica e di strategia. Tante sono le idee e le proposte su come proseguire, ma la quadra di come andare avanti non è stata trovata. E questo, per un movimento popolare e spontaneo a me pare fisiologico. Il potere siciliano, come quello nazionale, una tattica ce l'ha: prendere i Forconi per sfinimento, pensano che col tempo tutto si sgonfierà. Pensano e sperano. Ma si sbagliano: la situazione in Sicilia è drammatica e la rivolta di gennaio è stata solo un vagito, un annuncio di quel che potrebbe essere la sollevazione futura.
Palermo: 6 marzo 2012 |
I leader dei Forconi hanno una bella gatta da pelare: come allargare il consenso? Come acquisire più forza? Come evitare che la manfrina dei partiti e dei poteri costituiti sfianchi la spina dorsale di un movimento che, per quanto ampio, consiste in alcune centinaia di attivisti impegnati a tempo pieno alla causa? Uomini e padri di famiglia in carne ed ossa?
E' triste per me vedere che la sinistra è uno dei fattori che, facendo finta di niente, o addirittura insinuando che i Forconi sono "mafiosi" e/o un pezzo del blocco sociale consarvatore-berlusconiano, contribuiscono alla morte per asfissia dei Forconi. La sinistra, quella siciliana, ma anche quella nazionale, in questa vicenda, con la loro dichiarazione di ostracismo, stanno dando una mano a Monti e alla classe dominante a far morire il movimento di rivolta.
In questa opera si distingue il quotidiano il manifesto. Guardate la edizione di oggi, 7 marzo. Neanche un articolo, nemmeno un trafiletto sulla grande manifestazione di ieri a Palermo. Sono indignata, sono indignati quelli che, come me, hanno partecipato al corteo, sentendosi a casa loro e che considerano i Forconi, non certo un soggetto che potrà fare miracoli, ma una delle leve per costruire una opposizione sociale nuova in questo paese.
Niente di niente! nemmeno quattro righe!! Al limite potevano scrivere un articolo criticando, esprimere dei dubbi amletici. No, il silenzio. Mentre intere paginate sono state dedicate e vengono dedicate alla Val di Susa o alla Fiom.
Scusate, ma questa è censura, la stessa che operano gli altri organi di stampa, a cominciare dai giornali filo-Monti.
E questo sarebbe un giornale antagonista e comunista? Vergogna! Con quale faccia tosta ci chiedete soldi per sopravvivere. Noi siciliani non cacceremo una lira, la nostra vita è più importante.
3 commenti:
D'accordo nella critica al "Manifesto", quotidiano ormai da tempo tutto interno ad un discorso di ricomposizione in chiave vendoliana della "sinistra di governo" dell'ex Ulivo o Unione e quindi estraneo se non ostile ad una lotta sociale potenzialmente senza mediazioni.
La stessa attenzione di questo quotidiano per la Fiom o per la Val di Susa è vista esclusivamente in quest'ottica ... come potenziale spinta esterna per ricreare quel tipo di alleanza ....
Trovo però molto sbagliato da parte dell'articolista contrapporre i Forconi alle stesse Fiom e Val di Susa.
E' una cosa che finisce, pur partendo dal segno opposto, per fare lo stesso gioco del "Manifesto".
Ieri a Palermo coi Forconi hanno manifestato anche l'area antagonista palermitana ( la stessa foto delle bandiere No Tav pubblicata lo dimostra) e gli operai Fiom dell'ex Fiat di Termini Imerese, anche se questi ultimi poi hanno deviato verso la stazione bloccando i treni per oltre un'ora.
E' questa possibile ricomposizione complessiva della protesta sociale che terrorizza il potere.
Cercare invece la divisione a tutti i costi ... in un modo o nell'altro .... è invece profondamente sbagliato ... e funzionale appunto al potere ...
caro Keoma08, ci pare tu abbia frainteso la spirito della corrispondenza.
Comunque: d'accordo al cento per cento con quanto affermi, ed è proprio in questa direzione che proviamo a muoverci: unificare in un fronte ampio tutti i pezzi dell'opposizione sociale realmente esistente (non di quella immaginaria).
Concordo, l'unica opposizione realmente esistente è quella sociale (e non più politica). E questo è l'unico indirizzo programmatico possibile prima della catastrofe!
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