[ sabato 27 luglio 2019 ]
Ieri Di Maio ha rilasciato una lunga intervista a SKY TG24. Ha detto cose ... "che voi umani"...
Delle diverse chicche ne debbo segnalare almeno tre.
La prima: si è vantato che i parlamentari europei 5 Stelle sono stati determinanti nell'eleggere la Ursula Von Der Leyen.
La seconda: alla giornalista che gli segnalava le parole di Salvini per cui, ove il ministro Tria si mettesse di traverso all'adozione di una finanziaria espansiva, dovrebbe lasciare il suo posto, Di Maio ha risposto che "queste polemiche sono dannose, io ho piena fiducia in Giovanni e Giuseppe".
Quindi la terza chicca: la giornalista chiede cosa egli pensi della proposta leghista della flat tax. Risposta: "stiamo discutendo del nulla... se si abbassano le tasse sono contentissimo, ma ancora non ho visto le coperture".
Dalla prima chicca abbiamo una conferma che dopo tanti tira e molla, molteplici zig-zag, l'attuale Movimento 5 Stelle ha abbandonato ogni discorso no-euro ed è entrato armi e bagagli nel campo europeista.
Dalla seconda sappiamo che Di Maio ha schierato il M5S con il partito eurista di Mattarella. Se prima avevamo tre governi in uno, adesso (ed è un cambiamento di rilievo) ne abbiamo due: da una parte la Lega dall'altra il blocco Conte-Tria-Di Maio. Il che fa la stragrande maggioranza nel Consiglio di ministri. Quale legge di bilancio possa partorire questo blocco è facile immaginare. Dietro l'angolo a me pare ci sia l'uscita della Lega dal governo.
Dalla terza che vien fuori? Vien fuori che le giravolte di Di Maio non sono estemporanee, che sono invece il risultato di un'adesione, non solo al campo eurista, ma all'ideologia ordoliberista. Vien fuori chiaro dal suo invocare "le coperture", il vero e proprio primo comandamento dell'ordoliberismo euro-tedesco. In sostanza: rispetto pieno del famigerato "pareggio di bilancio", che in concreto significa non ad una Legge di bilancio in deficit, se riduzione delle tasse deve esserci la si faccia ma solo con altri tagli alla spesa pubblica e con ulteriori privatizzazioni dei beni pubblici.
La situazione è chiara. Terrorizzato all'idea che si vada ad elezioni anticipate che segnerebbero un nuovo crollo del Movimento, Di Maio è oramai aggrappato alla sottana di Mattarella ed è diventato la ruota di scorta del regime.
La sua scomparsa dalla scena politica come un pagliaccio sarebbe solo rimandata.
Ieri Di Maio ha rilasciato una lunga intervista a SKY TG24. Ha detto cose ... "che voi umani"...
Delle diverse chicche ne debbo segnalare almeno tre.
La prima: si è vantato che i parlamentari europei 5 Stelle sono stati determinanti nell'eleggere la Ursula Von Der Leyen.
La seconda: alla giornalista che gli segnalava le parole di Salvini per cui, ove il ministro Tria si mettesse di traverso all'adozione di una finanziaria espansiva, dovrebbe lasciare il suo posto, Di Maio ha risposto che "queste polemiche sono dannose, io ho piena fiducia in Giovanni e Giuseppe".
Quindi la terza chicca: la giornalista chiede cosa egli pensi della proposta leghista della flat tax. Risposta: "stiamo discutendo del nulla... se si abbassano le tasse sono contentissimo, ma ancora non ho visto le coperture".
Dalla prima chicca abbiamo una conferma che dopo tanti tira e molla, molteplici zig-zag, l'attuale Movimento 5 Stelle ha abbandonato ogni discorso no-euro ed è entrato armi e bagagli nel campo europeista.
Dalla seconda sappiamo che Di Maio ha schierato il M5S con il partito eurista di Mattarella. Se prima avevamo tre governi in uno, adesso (ed è un cambiamento di rilievo) ne abbiamo due: da una parte la Lega dall'altra il blocco Conte-Tria-Di Maio. Il che fa la stragrande maggioranza nel Consiglio di ministri. Quale legge di bilancio possa partorire questo blocco è facile immaginare. Dietro l'angolo a me pare ci sia l'uscita della Lega dal governo.
Dalla terza che vien fuori? Vien fuori che le giravolte di Di Maio non sono estemporanee, che sono invece il risultato di un'adesione, non solo al campo eurista, ma all'ideologia ordoliberista. Vien fuori chiaro dal suo invocare "le coperture", il vero e proprio primo comandamento dell'ordoliberismo euro-tedesco. In sostanza: rispetto pieno del famigerato "pareggio di bilancio", che in concreto significa non ad una Legge di bilancio in deficit, se riduzione delle tasse deve esserci la si faccia ma solo con altri tagli alla spesa pubblica e con ulteriori privatizzazioni dei beni pubblici.
La situazione è chiara. Terrorizzato all'idea che si vada ad elezioni anticipate che segnerebbero un nuovo crollo del Movimento, Di Maio è oramai aggrappato alla sottana di Mattarella ed è diventato la ruota di scorta del regime.
La sua scomparsa dalla scena politica come un pagliaccio sarebbe solo rimandata.
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3 commenti:
E' rimandato solo il crollo o la trasformazione dei 5 stelle. Vedo bene Di Maio a dirigere una Podemos 2.0 o un "partito di Di Maio" dopo aver scontato qualche scissione a sinistra. E nella misura in cui lui e Conte si prendono in carico la normalizzazione del movimento non c'è da dubitare in qualche alto incarico a Bruxelles, esattamente come avviene a Tsipras.
Io invece le tasse non le taglierei affatto visto che i disoccupati, sottoccupati e super precari già non le pagano o ne pagano assai poche. I benestanti devono continuare a contribuire altrimenti per far stare ancor meglio loro finiranno a tagliare ulteriormente i servizi sociali (perchè aldilà delle chiacchiere poi è sempre andata a finire così) e quindi a far stare ancora peggio i primi.
Quanto a Di Maio ed ai pentastellati che fossero un movimento ambiguo e comunque non antisistema era chiaro fin dall'inizio. Grillo ha sempre cianciato a sproposito contro il debito pubblico come se fosse un bubbone da estirpare perfettamente in linea con la visione liberista dominante. D'altronde la vicenda Alde avrebbe dovuto far capire tutto anche ai più ingenui.
Infine su Salvini che pare ora debba diventare il nuovo possibile eroe della patria, ricordo che egli vuole a tutti i costi il taglio delle tasse di cui sopra soprattutto per favorire l'impreditorello del nord in modo che si possa ampliare la villetta e magari portare i soldi che gli avanzano in Svizzera, vuole la giustizia fai da te armi in pugno alla maniera del repubblicano-tipo usa, ripete come un disco rotto che la Tav (opera di altamente probabile interesse militare NATO cioè Usa) si deve comunque fare senza portare naturalmente alcun argomento che non siano frasi fatte e associandosi al coro dei servi che vogliono cacciare l'unico ministro pentastellato che si salva, cioè Toninelli e infine il grande sovranista di fatto cerca di disgregare l'Italia con la sua autonomia differenziata del piffero in nome di una efficienza e meritocrazia del tutto truffaldine.
Quanto alle sue visioni internazionali ed al suo presunto filorussismo lasciamo perdere. Egli era corso a riconoscere il burattino Guaidò, ha definito Maduro un delinquente, è pappa e ciccia con Bolsonaro, è andato a leccare i piedi ai sionisti a casa loro e naturalmente considera terrorista Hezbollah.
Io credo che tutte le nostre poche forze debbano essere spese per costruire uno strumento politico che dia una speranza vera agli umili ed agli sfruttati e lasciar perdere per sempre questa gentaglia, la quale se si scanna lo fa sempre per motivi che esulano totalmente dai nostri interessi.
caro Roberto, abbiamo discusso.
In un certo senso abbiamo fatto delle prove.
Funziona così, nella semioscurità si va a tentoni.
Non in quella dell'analisi della realtà
(penso nessuno si sia mai illuso sulla reale natura di
M5S e Lega, nonchè sulla effettiva statura di nani dei loro capi),
ma nell'esercizio delle scelte da compiere, che saranno via
via più gravose nella misura in cui la sinistra socialcomunista
rinascerà. Oggi possiamo decidere di appoggiare o combattere
un governo di destra in misura seppur lieve dissonante
rispetto alla linea dettata dai nostri padroni ma ovviamente
dalla nostra scelta non deriva alcuna conseguenza concreta.
Inoltre, è nostro dovere fare un bilancio, riconoscere
gli errori e fare autocritica. Ma guardiamo al futuro, guardiamo avanti.
Ognuno di noi si impegni per la riuscita del 12 ottobre.
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