[ martedì 16 luglio 2019]
[Ursula von der Leyen]
Giorni addietro Mazzei, della serie "cretinismo (euro)parlamentare", segnalava quanto grave fosse che il Presidente del consiglio del governo giallo-verde avesse assicurato all'élite eurocratica il suo consenso alla scelta di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea.
Mazzei si chiedeva dunque se dopo il sì di Conte, ci sarebbe stato quello di Salvini e Di Maio. Ebbene il responso è giunto oggi pomeriggio. Il Parlamento fantoccio di Strasburgo ha eletto la Von der Leyen con 383 voti a favore, 327 contrari, 22 astensioni e una scheda nulla. Una maggioranza risicata assai che attesta, tra le altre cose, come l'egemonia della cupola eurista non sia più schiacciante come un tempo.
Per la precisione il falco ha avuto il sostegno del Ppe, dei liberali di Renew Europe e dei tre quarti dell’SeD, mentre i socialisti tedeschi della Spd, gli austriaci, gli olandesi, i polacchi e gli ungheresi non si sono piegati e non l’hanno votata. Così come i Verdi, la sinistra Gue, parte dei conservatori dell’Ecr e di Identità e democrazia. I 14 deputati del M5S hanno invece dichiarato il loro sostegno mentre la Lega, che conta 29 eurodeputati, ha votato contro, come i deputati di Fratelli d'Italia.
Un sacco di gente quindi, e dei più diversi schieramenti, sapendo chi è che gli ha dato l'incarico, non l'ha votata — da notare che nessun cittadino europeo l'ha votata, in quanto non era candidata, che è stata nominata proprio dalla ristretta cupola eurista.
Per questo il dato più raccapricciante, per quanto fosse nell'aria, è che i pentastellati han votato a favore della Von der Leyen.
I voti 5 stelle sono stati determinanti per eleggerla. E siccome al peggio non c'è limite, i pentastellati a Strasburgo se ne sono anche vantati. Scrive repubblica
Ridicolo!
E' stata costretta a fare concessioni d'ogni tipo allo scopo di raccattare voti in ogni dove, ma ognuno sa bene che viene dall'ala dura del partito eurista del grande capitalismo tedesco. Abbiamo letto e ascoltato bene il suo discorso e non ci faremo prendere per il culo, né da lei né dai suoi ascari, siano essi piddini, berlusconidi o pentastellati.
A di là delle chiacchiere su un punto la Von der Leyen è stata infatti categorica:
Giorni addietro Mazzei, della serie "cretinismo (euro)parlamentare", segnalava quanto grave fosse che il Presidente del consiglio del governo giallo-verde avesse assicurato all'élite eurocratica il suo consenso alla scelta di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea.
Mazzei si chiedeva dunque se dopo il sì di Conte, ci sarebbe stato quello di Salvini e Di Maio. Ebbene il responso è giunto oggi pomeriggio. Il Parlamento fantoccio di Strasburgo ha eletto la Von der Leyen con 383 voti a favore, 327 contrari, 22 astensioni e una scheda nulla. Una maggioranza risicata assai che attesta, tra le altre cose, come l'egemonia della cupola eurista non sia più schiacciante come un tempo.
Per la precisione il falco ha avuto il sostegno del Ppe, dei liberali di Renew Europe e dei tre quarti dell’SeD, mentre i socialisti tedeschi della Spd, gli austriaci, gli olandesi, i polacchi e gli ungheresi non si sono piegati e non l’hanno votata. Così come i Verdi, la sinistra Gue, parte dei conservatori dell’Ecr e di Identità e democrazia. I 14 deputati del M5S hanno invece dichiarato il loro sostegno mentre la Lega, che conta 29 eurodeputati, ha votato contro, come i deputati di Fratelli d'Italia.
Un sacco di gente quindi, e dei più diversi schieramenti, sapendo chi è che gli ha dato l'incarico, non l'ha votata — da notare che nessun cittadino europeo l'ha votata, in quanto non era candidata, che è stata nominata proprio dalla ristretta cupola eurista.
Per questo il dato più raccapricciante, per quanto fosse nell'aria, è che i pentastellati han votato a favore della Von der Leyen.
PEGGIO ANCORA!
I voti 5 stelle sono stati determinanti per eleggerla. E siccome al peggio non c'è limite, i pentastellati a Strasburgo se ne sono anche vantati. Scrive repubblica
«Senza i nostri voti, determinanti, oggi saremmo davanti a una crisi istituzionale senza precedenti in Europa. Siamo stati ago della bilancia».Un gesto politico gravissimo, che colloca i Cinque Stelle, non solo simbolicamente, nel campo del nemico eurista. Dovremo farcene una ragione. Il portavoce pentastellato si è difeso dicendo che il discorso programmatico della Von der Leyen rappresenta una svolta.
Ridicolo!
E' stata costretta a fare concessioni d'ogni tipo allo scopo di raccattare voti in ogni dove, ma ognuno sa bene che viene dall'ala dura del partito eurista del grande capitalismo tedesco. Abbiamo letto e ascoltato bene il suo discorso e non ci faremo prendere per il culo, né da lei né dai suoi ascari, siano essi piddini, berlusconidi o pentastellati.
A di là delle chiacchiere su un punto la Von der Leyen è stata infatti categorica:
«Per me solamente una cosa è importante, l'Europa va rafforzata e chi la vuole fare fiorire mi avrà dalla sua parte, ma chi vuole indebolire questa Europa troverà in me una dura nemica».Più chiaro di così si muore. E a proposito di morte mi pare si possa dire che il M5S è un morto che cammina.
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7 commenti:
ALDE bis
Consiglieri ora di cambiare strada e di accettare il fatto che M5S non ha nulla a che fare con i progetti politici che vi vedono fra i protagonisti dei movimenti anti UE. Dovete dare un chiaro segnale che ufficializzi la presa di distanza da un movimento (almeno tra i suoi dirigenti ) che si sta contraddistendo sempre piu' come un fedele alleato delle politiche UE.
Bisogna che P101 prenda atto che l'appoggio al m5s alle europee è stato un gravissimo errore. Il sostegno elettorale dobbiamo darlo a forze realmente e dichiaratamente antieuropeiste, altrimenti il nostro futuro sarà segnato. Anche perché in parecchi avevamo segnalato da tempo l'insostenibilità della posizione presa
Andrea Orzani
Questi si sono talmente calati nella parte che a Di Maio manca solo il doppiopetto per renderlo ancor piu' istituzionale e rigido esecutore di ordini di questi fantocci plutocratici Come diceva Montanelli di Berlusconi = bisogna farlo governare per renderci conto chi e'=
Ed eccoci qua , l'ennesimo bluff italico , dall'impeachment a Mattarella al piu' greve allineamento ai poteri sovranazionali , quelli appunto che agognano il bel paese alla merce' in ginocchio da loro .
Per rendere piu' chiara l'idea , suggerisco l'intervista a Giulio Sapelli sul =Sussidiario= di oggi
Va bene tutto ma Montanelli per favore no. Fra tutte le sue perle basta ricordare la pessima posizione che ha sempre tenuto sul caso Mattei, visto che l'attacco all'ENI mi sembra torni attuale.
La ben nota frase di Preve sul lord angloscandinavo ed antitaliano, citata sempre in modo parziale, è riferita proprio a Montanelli che viene inserito fra i "grotteschi e ridicoli anti-italiani professionali". Leggere per credere.
Non credo sia necessario fare autocritica per l'indicazione di voto al M5S.
Si trattava di una presa di posizione di valore simbolico, servendo innanzitutto
a individuare la questione fondamentale: la contraddizione principale che doveva e deve orientare la nostra azione: sostegno al governo nella misura in cui costituisce ostacolo alla dominazione neoliberista UE non per identificazione e sostegno ai partiti che tale governo compongono (nostri avversari politici) ma per la necessità di difendere la Repubblica italiana, la Costituzione, ciò che resta dello Stato sociale e dei diritti del popolo lavoratore. Obiettivi democratici e patriottici imprescindibili. Se la bussola funziona, l'aver correttamente individuata la giusta direzione, fa si che sia possibile, ancorchè difficile e impopolare agli occhi degli amici sinistrati, proporre una diversa visione del mondo in cui si ricompongono correttamente gli interessi in conflitto e si recupera la necessità della autonoma e indipendente organizzazione dei lavoratori. In altri termini non abbiamo votato M5S perchè illusi sulla sua natura (invece a noi ben chiara) ma per la necessità di utilizzare tatticamente il voto quale strumento di intervento sulla realtà contingente. Oggi, sotto il peso convergente degli attacchi dell'impero, questo governo piega il capo più volte mostrando la sua debolezza ma questo ci dice solo che bisogna andare avanti. Nessuno farà per noi il nostro lavoro.
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