[ venerdì 12 luglio 2019 ]
I minori erano tolti illecitamente ai genitori per darli ad altre famiglie dopo un giro di denaro. Falsi ricordi di abusi sessuali generati attraverso coercizione e impulsi elettrici
I bambini erano allontanati dai genitori legittimi, magari in difficili condizioni sociali ed economiche, e affidati altri. Per fare in modo che venissero tolti alle famiglie venivano costretti a sedute con terapeuti che alteravano la loro memoria creando falsi ricordi di abusi sessuali. E lo facevano ricorrendo a false relazioni, ma anche impulsi elettrici e altri metodi per alterare la memoria dei bambini. Dietro al traffico di bambini scoperto dai Carabinieri di Reggio Emilia c’era un giro e un orrore mai visto.
I terapeuti si travestivano da personaggi cattivi delle fiabe per rappresentare i genitori in modo che ai piccoli restasse impressa quell’immagine di mamma e papà e che quindi poi li descrivevano negativamente a servizi sociali e psicologi. In prossimità dei colloqui giudiziari veniva fatto loro un vero e proprio «lavaggio del cervello». Gli impulsi elettrici erano spacciati per «macchinetta dei ricordi» e invece avrebbero «alterato lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari».
Al centro dell’inchiesta c’è la rete dei servizi sociali della Val D’Enza, che faceva le false relazioni (con dettagli di abusi in alcuni disegni corretti e racconti di case inadatte a ospitare bambini) per allontanare bambini dalle famiglie e darli in affido retribuito da amici e conoscenti.
Diciotto persone, tra cui il sindaco Pd di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, Andrea Carletti, sono state coinvolte nell’inchiesta. Ci sono politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti e psicologi e psicoterapeuti di una Onlus di Torino. Alcune persone sono ai domiciliari, altre hanno il divieto di esercitare la professione. Per anni questo business avrebbe coinvolto decine di bambini e ragazzi con un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro. Lesioni gravissime fra le accuse, insieme a frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso.
I bambini finivano in situazioni molto peggiori di quelle di partenza. Alcuni sarebbero stati addirittura vittime di stupro nelle famiglie affidatarie e nelle comunità. Ai bimbi non venivano consegnate lettere e regali delle famiglie d’origine. Erano tutti accatastati in un magazzino. Secondo quanto riportato dai Carabinieri alcune delle vittime ora «manifestano profondi segni di disagio, tossicodipendenza e gesti di autolesionismo». L’indagine è partita un anno fa quando ci sono state numerose denunce per ipotesi di reati di abusi sessuali a minori rivelatesi tutte infondate.
La zona è molto vicina a quella della serie podcast Veleno, poi diventata un libro, dell’ex Iena Pablo Trincia che ha scritto sulla sua pagina Facebook: «La Procura di Reggio Emilia avrebbe appena sventato un secondo caso Veleno». Nel libro è raccontato il caso dei diavoli della Bassa modenese, sedici bambini tolti ai genitori per presunti abusi e riti satanici. «Hanno arrestato Claudio Foti, responsabile del Centro Hansel e Gretel di Torino», ha aggiunto Trincia, «lo stesso da cui provenivano le psicologhe che avete visto interrogare i bambini di Veleno».
Primo: siamo garantisti, non manettari. Vale la presunzione d'innocenza. Vedremo se l'inchiesta (partita nel 2018) della Procura di Reggio Emilia reggerà in dibattimento il contrattacco della difesa.
Secondo: nessuno può tuttavia esimersi dall'esprime un giudizio sulle accuse gravissime mosse dalla Procura sui responsabili dei servizi sociali di val D'Enza, sulla amministrazione (guarda caso!) del PD, infine la Onlus piemontese Hansel e Gretel.
Riportiamo più sotto, affinché il lettore si faccia un'idea del vergognoso mercimonio di minori, come starebbero i fatti.
In estrema sintesi: esisteva un'associazione a delinquere che pur di strappare i minori dai legittimi genitori — per affidarli quindi ad amici e conniventi — ricorreva a metodi raccapriccianti:
Secondo: nessuno può tuttavia esimersi dall'esprime un giudizio sulle accuse gravissime mosse dalla Procura sui responsabili dei servizi sociali di val D'Enza, sulla amministrazione (guarda caso!) del PD, infine la Onlus piemontese Hansel e Gretel.
Riportiamo più sotto, affinché il lettore si faccia un'idea del vergognoso mercimonio di minori, come starebbero i fatti.
In estrema sintesi: esisteva un'associazione a delinquere che pur di strappare i minori dai legittimi genitori — per affidarli quindi ad amici e conniventi — ricorreva a metodi raccapriccianti:
- lavaggio del cervello ancheattraverso l’uso di impulsi elettrici: una vera e propria tortura, chiamata “macchinetta dei ricordi”, che avrebbe aiutato i bambini a confessare fatti mai accaduti.
- gli psicologi collusi spesso cambiavano i disegni dei bambini, aggiungendo particolari con chiara connotazione sessuale, in modo che emergesse il disagio nascosto dei piccoli.
- si mascheravano da personaggi delle fiabe per rappresentare i genitori mente facevano del male ai loro figli.
L'inchiesta ha poi mostrato, e vedremo se l'accusa si dimostrerà fondata, ma le prove in mano alla Procura sono pesanti, che questa Associazione a delinquere, faceva leva sul fattore sessuale. Un personaggio centrale di questa storia allucinante è Federica Anghinolfi, dirigente dei servizi sociali dell'Unione dei Comuni della Val d'Enza (ora finita agli arresti domiciliari). Che c'entra la sessualità ci chiederete.
Scrive Il Resto del Carlino:
«La Anghinolfi, omosessuale dichiarata, ha avuto una relazione – provata dagli inquirenti – con Fadia Bassmaji, anch’essa indagata, alla quale è stata data in affido la piccola Francesca (nome di fantasia) assieme alla compagna Daniela Bedogni (anche lei nel registro della pm Valentina Salvi). Queste ultime due – si legge nell’ordinanza –avrebbero ‘imposto un orientamento sessuale’ alla minore vietando tassativamente alla piccola di lasciarsi i capelli sciolti, perché ritenuto dalle due ‘matrigne’ atteggiamento di vanità e di richiamo appetibile per i maschietti a scuola. Il gip definisce questo episodio in modo molto forte come un ‘comportamento ideologicamente e ossessivamente orientato’. Procura e inquirenti stanno infatti scavando nel mondo Lgbt».
Non solo quindi l'intrusione orwelliana e sbirresca nelle vicende di umili famiglie proletarie disagiate e facili da sottoporre a coercizione ed estorsione: non solo la manipolazione e
l'alterazione fraudolenta di queste vicende; un vero e proprio sequestro di minori per farli quindi adottare da nuclei più "affidabili", economicamente — un remake di quell'antica e odiosa usanza per cui le famiglie indigenti erano costrette a "donare" i loro figli ai benestanti.
l'alterazione fraudolenta di queste vicende; un vero e proprio sequestro di minori per farli quindi adottare da nuclei più "affidabili", economicamente — un remake di quell'antica e odiosa usanza per cui le famiglie indigenti erano costrette a "donare" i loro figli ai benestanti.
Peggio ancora: non solo affidabili economicamente ma ideologicamente congrue con le fisime, queste sì sessiste, dell'ambiente LGBT...
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Orrore a Val D'Enza (Reggio Emilia)
falsi documenti e abusi sui bambini per darli in affido
di Chiara Pizzimenti
I minori erano tolti illecitamente ai genitori per darli ad altre famiglie dopo un giro di denaro. Falsi ricordi di abusi sessuali generati attraverso coercizione e impulsi elettrici
I bambini erano allontanati dai genitori legittimi, magari in difficili condizioni sociali ed economiche, e affidati altri. Per fare in modo che venissero tolti alle famiglie venivano costretti a sedute con terapeuti che alteravano la loro memoria creando falsi ricordi di abusi sessuali. E lo facevano ricorrendo a false relazioni, ma anche impulsi elettrici e altri metodi per alterare la memoria dei bambini. Dietro al traffico di bambini scoperto dai Carabinieri di Reggio Emilia c’era un giro e un orrore mai visto.
I terapeuti si travestivano da personaggi cattivi delle fiabe per rappresentare i genitori in modo che ai piccoli restasse impressa quell’immagine di mamma e papà e che quindi poi li descrivevano negativamente a servizi sociali e psicologi. In prossimità dei colloqui giudiziari veniva fatto loro un vero e proprio «lavaggio del cervello». Gli impulsi elettrici erano spacciati per «macchinetta dei ricordi» e invece avrebbero «alterato lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari».
Al centro dell’inchiesta c’è la rete dei servizi sociali della Val D’Enza, che faceva le false relazioni (con dettagli di abusi in alcuni disegni corretti e racconti di case inadatte a ospitare bambini) per allontanare bambini dalle famiglie e darli in affido retribuito da amici e conoscenti.
Diciotto persone, tra cui il sindaco Pd di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, Andrea Carletti, sono state coinvolte nell’inchiesta. Ci sono politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti e psicologi e psicoterapeuti di una Onlus di Torino. Alcune persone sono ai domiciliari, altre hanno il divieto di esercitare la professione. Per anni questo business avrebbe coinvolto decine di bambini e ragazzi con un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro. Lesioni gravissime fra le accuse, insieme a frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso.
I bambini finivano in situazioni molto peggiori di quelle di partenza. Alcuni sarebbero stati addirittura vittime di stupro nelle famiglie affidatarie e nelle comunità. Ai bimbi non venivano consegnate lettere e regali delle famiglie d’origine. Erano tutti accatastati in un magazzino. Secondo quanto riportato dai Carabinieri alcune delle vittime ora «manifestano profondi segni di disagio, tossicodipendenza e gesti di autolesionismo». L’indagine è partita un anno fa quando ci sono state numerose denunce per ipotesi di reati di abusi sessuali a minori rivelatesi tutte infondate.
La zona è molto vicina a quella della serie podcast Veleno, poi diventata un libro, dell’ex Iena Pablo Trincia che ha scritto sulla sua pagina Facebook: «La Procura di Reggio Emilia avrebbe appena sventato un secondo caso Veleno». Nel libro è raccontato il caso dei diavoli della Bassa modenese, sedici bambini tolti ai genitori per presunti abusi e riti satanici. «Hanno arrestato Claudio Foti, responsabile del Centro Hansel e Gretel di Torino», ha aggiunto Trincia, «lo stesso da cui provenivano le psicologhe che avete visto interrogare i bambini di Veleno».
* Fonte: Vanity Fair
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Scandalo affidi: il business sulla pelle dei bambini
La vicenda di Reggio Emilia ricorda quella di Mirandola di diversi anni fa e racconta un mostro, anzi un sistema che ha colpito famiglie normali, come le nostre
di Maurizio Belpietro
Un paio di numeri fa mi sono occupato di una vecchia storia accaduta a Mirandola, in provincia di Modena. All’improvviso, tra la fine del 1997 e l’inizio del 1998, un gruppo di famiglie, quasi tutte cattoliche, venne accusato di praticare riti satanici e di molestare i figli, abusandone sessualmente. Molti furono arrestati e i bambini vennero tolti ai genitori per essere dati in affido. Il prete del paese finì sul banco degli imputati e, prima di essere assolto, morì di crepacuore. Anche gli altri accusati furono assolti, ma solo dopo molti anni, quando ormai le famiglie messe sotto inchiesta si erano sfasciate e i figli erano grandi senza esserlo diventati accanto ai loro legittimi papà e mamme.
All’epoca, di questa storia si occupò solo un quotidiano, quello che dirigevo, il Giornale, mentre tutti gli altri declassarono la vicenda a pura cronaca, per giunta delle più squallide, da liquidarsi in breve. Il Giornale, invece, fin da subito cercò di dare voce alle vittime, perché le accuse rivolte contro di loro erano del tutto inverosimili. Purtroppo il nostro impegno non bastò a cambiare il corso delle cose. Ci vollero anni e una infinità di udienze perché la verità venisse a galla e solo mesi fa qualcuno, sui giornali, ha cominciato a chiedersi come sia potuto accadere. Bene, anzi male: dalla settimana scorsa abbiamo la risposta alla domanda.
A Reggio Emilia, cioè a poca distanza da Mirandola, è successo di nuovo. Assistenti sociali e psicologi hanno riprovato ad accusare di abusi sui minori una serie di famiglie, allontanando i figli dai legittimi genitori per darli in affido ad altre coppie. Questa volta però a finire in carcere non sono stati i papà e le mamme, colpevoli solo di essere persone semplici e indifese davanti alla macchina della giustizia e di quel grande business che è l’assistenza ai minori. Dietro le sbarre sono finiti gli psicologi, le «esperte di infanzia» abusata, i professionisti dell’affido. La Procura, invece di credere alle loro accuse nei confronti dei genitori, ha creduto a mamme e papà, scoprendo un sistema infernale. Altro che riti satanici nella Bassa modenese. I riti erano quelli messi in atto per indurre dei bambini ad accusare genitori innocenti. Le assistenti sociali si incaricavano di suggerire ai piccoli che cosa dire negli interrogatori, inventando abusi che non c’erano. I più riottosi tra i bambini venivano «aiutati» con una «macchina dei ricordi», ossia con uno strumento che con elettrodi applicati alle mani generava scosse elettriche.
Era un vero e proprio lavaggio del cervello quello che veniva fatto e, nel caso non bastasse, si «aggiustavano» i disegni, modificando quelli dei bambini con l’inserimento di riferimenti ad atti sessuali, così da provare le violenze. Le famiglie oggetto delle attenzioni ovviamente non erano scelte a caso, ma si puntava su quelle più semplici, povera gente insomma, perché non potesse permettersi troppi avvocati.
La storia di Reggio Emilia ha una diretta connessione con quella di Mirandola, perché dietro ci sono lo stesso psicoterapeuta e la stessa struttura di vent’anni fa. «Hansel e Gretel», un centro di Moncalieri specializzato in abusi sui minori, e Claudio Foti, un professionista «esperto» nel far emergere i ricordi dei bambini, in particolare quelli in famiglia. Foti, oltre a guidare la onlus torinese, per 12 anni è stato giudice onorario del Tribunale dei minori. Ma per i magistrati di Reggio che ne hanno disposto l’arresto, lui e la sua compagna suggerivano ai piccoli che cosa dire e che cosa ricordare, costruendo violenze mai esistite.
Lo facevano per soldi, secondo l’accusa, facendosi pagare per servizi di cui non c’era bisogno. Ma forse lo facevano anche per motivi ideologici. Negli atti giudiziari vengono a galla problemi personali di una delle assistenti sociali, «una rabbia repressa sfociata poi negli atteggiamenti sui minori», ma anche le tendenze sessuali di un’altra esperta: omosessuale che guarda caso affidò i bambini strappati ai genitori a una coppia omosessuale.
No, quella scoperta a Reggio Emilia non è una storia da liquidare come un caso di cronaca nera, una brutta faccenda che casualmente ha colpito i bambini. È qualche cosa di più: un sistema. Portato avanti per anni con la complicità di amministratori pubblici, dirigenti dell’Asl, funzionari nell’Emilia felix. Un sistema che ha distrutto numerose famiglie. Famiglie normali. Come la vostra.
* Fonte: Panorama
3 commenti:
Quindi l'ipotesi di reato a carico di due omosessuali vi consente di fare un titolo in cui "collegate" dei potenziali torturatori all'intero mondo LGBT? Vergognatevi, questo metodo di disinformazione lo usavano i nazisti.
CHI SONO I NAZISTI QUI
Caro anonimo,
non stabiliamo noi quello che tu chiami "collegamento" bensì, come chiunque abbia letto le carte desume, la Procura medesima.
E lo ha stabilito non in base all'omosessualità di questi criminali, bensì alla loro professata fede LGBT*.
Fede ideologica sciagurata quant'altre mai, diventata marchio di fabbrica dell'élite di criminali liberal-globaliste che dopo aver annientato il socialismo, ora distrugge nazioni e democrazia.
Un po' come la storia dei due neofascisti viterbesi di Casa Pound: nessuno disse che Casa Pound fosse una setta di stupratori, ma un certo machismo mussoliniano aiuta.
Non ti pare?
Vi prego non smettete di parlarne come fanno la maggior parte dei quotidiani nazionali. Questi sono rapimenti di stato a spese dei contribuenti. Basterebbe riformare la legge ma possibile che i politici non vedano questo orrore? Non esiste un tribunale europeo per i diritti dell'uomo? Un genitore spaventato
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